Anteprima iWatch

Ipotesi e rumour su uno dei device Apple più attesi del 2014.

Anteprima iWatch
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San Francisco, gennaio 2007. Steve Jobs tiene il discorso d’apertura del Keynote, presentando il primo modello di iPhone: “Di quando in quando compare un prodotto rivoluzionario che cambia tutto. Si è molto fortunati se solo si ha occasione di lavorare ad uno di essi. Apple è stata fortunatissima perché è riuscita ad introdurne diversi nel mondo”. L’ex CEO di Apple si riferiva al Macintosh e all’iPod e stava già pregustando il trionfo del melafonino, che da lì a qualche mese avrebbe iniziato a cambiare drasticamente l’intero mercato della telefonia mobile. Tre anni dopo, l’eccentrico “pirata” di Cupertino si sarebbe ripetuto con l’iPad, andando a rivoluzionare un settore, quello dei tablet, caratterizzato esclusivamente da soluzioni costose e poco user-friendly. L’iPhone e l’iPad, considerati ormai prodotti “alla moda” e non solo tecnologicamente all’avanguardia, hanno consentito ad Apple di disporre di ingenti introiti (nel corso della loro evoluzione), ma hanno anche creato nella mente dell’utenza un’immagine di una società che deve sempre e comunque stupire, pronta a svelare in qualunque momento prodotti mai visti prima o con chissà quali funzionalità speciali. E’ questo che porta il pubblico a rumoreggiare in maniera negativa ogni qualvolta Tim Cook, l’attuale CEO, e il suo team mostrano l’ennesima nuova versione dello smartphone o del tablet con la Mela, magari frutto di anni di lavoro per consentirci di avere un dispositivo sottile, leggero e potente come un computer, ma non “innovativo” quanto si sperava. Quale occasione migliore per dimostrare a tutti di saper ancora innovare e sorprendere (“effetto wow”) che il lancio di un nuovo prodotto? In questo senso una cosa è certa: a Cupertino stanno pensando da tempo di “aggredire” un settore in cui ancora non sono protagonisti. Qualcosa di “veramente grande” è dietro l’angolo e Tim Cook in passato non lo ha nascosto: “In termini di nuove categorie di prodotto”, ha affermato durante un incontro con gli investitori nell’ottobre del 2013, “se si osservano le competenze accumulate da Apple su hardware e software, sia in termini di servizi che nell'ecosistema di applicazioni, si comprende che nessuno gode di competenze come le nostre in nessun mercato. Noi crediamo di poter utilizzare le nostre abilità per costruire altre categorie di prodotti all’interno delle aree in cui oggi non siamo presenti. Siamo abbastanza sicuri di questo”.

iWatch: un nuovo tassello dell’ecosistema Apple

Il mercato mobile sta per essere rivoluzionato dai cosiddetti wearable devices e i grandi colossi tecnologici stanno investendo moltissimo, sia in risorse economiche che umane, per proporre oggetti nuovi e con funzionalità originali. Apple sembra aver deciso su quale di questi dispositivi lanciarsi: lo smartwatch, che molto probabilmente verrà denominato iWatch (come indicato da molteplici brevetti già registrati in Giappone, Russia e Messico). Perché proprio un orologio? Forse perché si tratta di un elemento perfetto da integrare nell’ecosistema della Mela, formato da smartphone, tablet e computer che possono tranquillamente comunicare con un device situato sul nostro polso, comodo da leggere e con cui interagire in maniera rapida. Il progetto iWatch sarebbe supervisionato da John Ive, a capo di un team composto da circa 100 persone impegnate nello sviluppo hardware e software. L’interesse di Ive per gli orologi va fatto risalire all’anno 2000, quando portò i suoi uomini migliori a visitare gli stabilimenti della Nike che producevano gli “sport-watch”. Di quegli esemplari il designer britannico ne ordinò diversi e li portò con se nei propri laboratori.

"Il mercato mobile sta per essere rivoluzionato dai cosiddetti wearable devices e i grandi colossi tecnologici stanno investendo moltissimo, sia in risorse economiche che umane, per proporre oggetti nuovi e con funzionalità originali."

Oltre ai tecnici-ingegneri a Cupertino avrebbero deciso di assumere anche personalità di spicco del settore medico e biometrico, poiché una delle caratteristiche del nuovo prodotto sarà con molta probabilità quella di aiutare le persone a fare sport e a controllare alcuni aspetti della propria salute (rilevazione del battito cardiaco, della pressione sanguigna, della temperatura). Da un anno a questa parte sono stati lanciati i primi smartwatch sul mercato e quelli di maggior successo (Pebble) o che hanno goduto di una maggior propaganda (Galaxy Gear) non si sono discostati molto da un form-factor quasi identico alle controparti non tecnologiche: cinturino in pelle, plastica o metallo e quadrante rettangolare rigido. Riuscire solo a prevedere cosa partoriranno i cervelli di Cupertino è un’impresa titanica, e con tutta probabilità non sapremo quale sarà il design di iWatch fino al suo effettivo annuncio ufficiale. Cerchiamo di farlo analizzando i rumor pervenutici fino a questi primi giorni del 2014. Sia le indiscrezioni più datate che quelle più recenti indicano che Apple voglia realizzare uno smartwatch curvo. Recentemente è emerso online che ad aggiudicarsi la produzione degli schermi del nuovo dispositivo sarebbe stata LG, la quale avrebbe convinto Tim Cook e i dirigenti della Mela che la tecnologia alla base del display del suo LG G Flex (Plastic-OLED) fosse quella adatta per un prodotto come l’iWatch. Precedentemente invece, sembrava che in pole-position ci fosse Corning, grazie al “Willow Glass”, uno schermo “in grado di piegarsi senza rompersi così come farebbe un pezzo di carta al vento”. Quest’ultima ipotesi sembrava altamente credibile anche perché pochi mesi fa fu pubblicato un brevetto Apple inerente uno smartwatch da mettere al polso, in maniera molto simile a quei braccialetti avvolgibili che apparvero nella seconda metà degli anni ’90.

Smartwatch o wearable iPod?

A Cupertino il design è un aspetto fondamentale del prodotto finito e il “contenuto” deve spesso adattarsi alla forma. Ciò risulterà ancora più importante in un oggetto piccolo e che strizza l’occhio al mondo fashion, come un orologio. Pensare di trovare nell’iWatch tecnologie sbalorditive potrebbe essere un errore e ciò è anche uno dei limiti che questo tipo di dispositivi deve affrontare, almeno allo stato attuale delle cose. Adattarsi alla forma di un dispositivo con schermo da 1.52 pollici per gli ingegneri della Mela significa in primis essere obbligati all’uso di una batteria non particolarmente prestante. I report legati alla scarsa durata della batteria affermano che i primi prototipi d’orologio avrebbero garantito pochi giorni di durata con ricarica completa.

"A Cupertino il design è un aspetto fondamentale del prodotto finito e il “contenuto” deve spesso adattarsi alla forma."

Apple spera di riuscire ad ampliare la durata della batteria ad almeno 4 - 5 giorni e di conseguenza la scelta di questo componente rappresenta ancora un’incognita in fase di valutazione. Ecco perché un ruolo fondamentale sarà svolto dalla connessione Bluetooth. La condivisione delle notizie e la ricezione delle notifiche dell’iPhone o l’iPad sarà uno dei punti di forza dell’iWatch e affidarsi al Wi-Fi andrebbe ad incidere sull’autonomia generale del dispositivo, uno dei fattori che ne sancirà il successo o il fallimento. Legato alla questione autonomia è la versione del sistema operativo di cui lo smartwatch sarà provvisto: iOS fatto su misura o UI simil-iPod nano che non ha mai fatto gridare al miracolo? Da questa scelta deriverà anche la presenza di altre feature che potrebbero rendere il comparto software “l’arma in più” del nuovo prodotto. Innanzitutto Siri, l’assistente vocale introdotto con l’iPhone 4s, che vanterebbe maggior praticità d'uso se pargonata a iPhone e iPad. Altra feature a nostro avviso essenziale per un dispositivo di questo tipo è il sistema di navigazione. Le Mappe di Apple sono state a lungo criticate, specialmente nei primi mesi dopo il rilascio ufficiale. Una versione fatta su misura per l’iWatch potrebbe rilanciare l’applicazione e a Cupertino iniziare ad ottenere i primi consensi dopo più di un anno. Cos’altro potrebbe rendere questo oggetto davvero appetibile al pubblico di massa? L’NFC è una soluzione. L’iWatch potrebbe essere il dispositivo-apripista per l’utilizzo di questo tipo di tecnologia durante la nostra quotidianità (Passbook non risulterebbe più un’inutile icona sulla nostra schermata principale): pagamenti rapidi, scambio di informazioni e file, il tutto sarebbe più sicuro con la presenza di uno scanner per le impronte digitali, come quello già provato su iPhone 5s.

Apple Watch Non è più tempo di ragionare o meno sull’esistenza di un iWatch. Oltre agli infiniti rumor di origine asiatica, negli ultimi mesi Tim Cook ha assunto dirigenti legati al settore della moda: Angela Ahrendts, ex capo di Burberry, Paul Deneve, ex CEO di Yves Saint Laurent. Può significare tanto o nulla, ma in passato non c’era mai stato così tanto interesse per questo piccolo universo. Inoltre nel 2011 (nel corso dell’evento D11 organizzato dal blog AllThinksD) lo stesso Cook ha chiaramente affermato che “la gente è alla ricerca di indossabili leggeri, non invadenti, alla moda e che riflettano il loro stile di vita. Da un punto di vista tradizionale, gli occhiali hanno poco appeal. Penso che il polso sia interessante. È alquanto naturale”. Negli ultimi mesi c’è stato un notevole incremento del numero di smartwatch presenti sul mercato tecnologico (Galaxy Gear, Pebble, Sony Smartwatch 2, Toq). Apple, come tradizione insegna, quando intende intervenire in un nuovo settore lascia sempre fare il primo passo alla concorrenza. Poi piazza il killer product e il mondo si accorge di non poter più a fare a meno di un oggetto simile. Tuttavia un altro grande colosso come Google, che registrò un brevetto inerente uno smartwatch lo scorso anno, sembra essere pronto per recitare un ruolo da protagonista nel settore dei wearable devices e i Google Glass sono lì a dimostrarcelo. Recentemente le più importanti testate giornalistiche hanno parlato di un rinvio della produzione dell’iWatch per vari problemi, dalla tecnologia utilizzata per il display alla durata della batteria, fino alle difficoltà nella produzione stessa su vastissima scala. Circa il 50% dei primi esemplari realizzati non avrebbero superato il controllo qualità previsto da Cupertino e le aziende al lavoro sull’assemblaggio, Foxconn e Quanta, avrebbero deciso di ricominciare ad aprile e proseguire per l’intera estate. La prima fase prevederebbe circa 2 milioni di unità prodotte e il lancio sarebbe stato fissato per la fine del 2014, improrogabilmente.