Provato NVIDIA Shield

Abbiamo provato con mano la console portatile di NVIDIA, basata sul nuovo processore Tegra 4 e capace di gestire titoli in streaming da PC.

Provato NVIDIA Shield
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Massiccia la presenza di NVIDIA al Pax di Boston. La casa di Santa Clara sta vivendo un vero e proprio periodo d'oro, e sul fronte gaming la sua proposta Hardware è sostanzialmente imbattuta. Dentro i centinaia di case lucidissimi presenti nel Booth batte quindi un cuore verde, che anima alcune fra le produzioni più recenti in ambito Free To Play (Neverwinter, Warframe), ma anche le migliori proposte Tripla A del mercato (Metro: Last Light, Starcraft 2).
Le star dell'evento, comunque sono sostanzialmente due: da una parte il poderoso “titano” NVIDIA, su cui l'azienda farà il punto nel suo panel, dall'altra il ben più minuto Project SHIELD, che può essere finalmente provato con una serie bella nutrita di titoli Android.
Noi di Everyeye.it non ci tiriamo ovviamente indietro, e superata agevolmente la lunga fila alla postazione, stringiamo finalmente nelle mani la “console portatile” di NVIDIA.

Uno scudo per proteggerci da cosa?

Quando Project SHIELD fu annunciato ufficialmente, la speranza di molti di noi è che il design non fosse quello definitivo. Ed invece eccola, davanti a noi, un po' sgraziata e sicuramente non bellissima da vedere. Chiusa, la console è un po' anonima, con una superficie gommata uniforme che termina con una piccola targhetta in cui è inciso il nome della casa madre. Aperta, rivela un set up non elegantissimo, con tasti molto grossi ma accalcati all'interno dell'area quadrangolare. Le linee spigolose delle casse, subito a ridosso dei pulsanti frontali, e i due analogici (un po' troppo vicini fra loro), presentano una composizione complessiva non certo entusiasmante.
C'è da dire però che tenuto in mano, Shield regala sulle prime buone sensazioni. L'ergonomia della presa non è male, e le superfici in gomma morbida sul retro del pad restituiscono un'ottima sensazione, tanto che -pensiamo- non sarebbe male trovale anche sui controller di nuova generazione.
La console risulta in ultima analisi abbastanza leggera, ed i tasti principali si raggiungono con i pollici senza troppi problemi: solo il quintetto centrale, fra cui il tasto Shield, il pulsante Home e quello per la regolazione del volume, sono un po' “fuori mano”. Mettendosi a premere come forsennati su bottoni e trigger, avvertiamo purtroppo la sensazione che non tutti i materiali e le molle siano di primissima qualità. La corsa dei trigger è molto ridotta, le molle rigidissime, e un lieve sentore di estrema “plasticosità” viene restituito ad ogni click dei front button.
Invece è ottima la corsa delle leve analogiche, posizionate in alloggiamenti molto ampi.
Apriamo il piccolo schermo (5''), che aderisce al corpo-macchina grazie ad una cerniera solida ma forse un po' troppo piccola. Notiamo subito un primo problema della console: con lo schermo aperto al massimo, i tasti dorsali diventano difficili da raggiungere, poiché le dita battono prima sui margini inferiori della superficie che ospita il touchscreen.
Prima di effettuare qualche playtest con i titoli disponibili (da Shadowrun a Dead Trigger 2), esploriamo approfonditamente l'interfaccia della console. Sostanzialmente, si tratta di un device Android, che permette quindi di gestire tutte le funzionalità disponibili anche sugli smartphone con l'OS di Google. Premendo il tasto Home (che non è quello centrale, dedicato invece esclusivamente al gaming), si accede quindi ad una schermata da cui è possibile selezionare il riproduttore musicale, le gallery, oppure l'elenco di icone legate alle varie applicazioni (browser web, mail, utility, ed ovviamente tutte le “app” videoludiche). Lo schermo touch reagisce prontamente agli input, anche quando viene utilizzato per regolare il volume: il pulsante apposito materializza sul margine inferiore del touchscreen una barra che permette di regolarlo manualmente. Le casse, per altro, svolgono un ottimo lavoro, rappresentando sicuramente uno dei punti di forza di Shield: nonostante la confusione del padiglione, il suono esce dagli speaker chiaro e deciso, amplificando i bassi per un risultato qualitativo migliore rispetto a quello delle portatili attualmente disponibili sul mercato.
Il focus videoludico di Shield è confermato da un tasto centrale che permette di accedere ad un'interfaccia specificatamente dedicata ai prodotti Gaming. Mentre la navigazione nelle schermate classiche di Android ci è parsa un po' posticcia, grazie al pulsante Shield (in cui campeggia ovviamente il logo di NVIDIA) attiviamo un'interfaccia facilmente navigabile, con grandi tab dedicate ai singoli giochi, e la possibilità di accedere ad una sezione “tegrazone”, in cui vedere le ultime proposte videoludiche pensate esclusivamente per girare sul processore delle meraviglie.
E' un peccato, però, che attualmente ci tocchi testare soltanto prodotti già disponibili, pensati per il mercato Mobile e non certo ottimizzati per la piattaforma. Giocare a Zombie Driver, Sonic e Shadowrun non è certo il massimo della vita. La proposta videoludica del mercato mobile, del resto, si è già dimostrata per molti versi abbastanza stanca, e la presenza di un sistema di un sistema di input identico a quello dei pad classici non cambia le carte in tavola. Anzi, molti dei titoli non hanno un control scheme ottimizzato, e la disposizione di tasti e stick di Shield ha il solo merito di far sentire a casa i giocatori “di professione”. Che, s'intenda, non è un merito da poco.
Siamo però convinti che il futuro di Shield potrà essere meglio definito stanto quando e se le grandi proposte videoludiche della nuova stagione confermeranno la loro disponibilità anche in versione portatile (come ha già fatto Hawken), supportate dalla grande potenza del Tegra 4.
Allo stato attuale dei fatti, torniamo a ribadire che ci sono davvero pochi motivi per esaltarsi di fronte al catalogo di titoli Android: si tratta di prodotti che non hanno in molti casi la profondità e la “persistenza” di congeneri presenti sulle console portatili di Sony e (soprattutto) Nintendo. Finchè mancheranno i Luigi's Mansion, i Gravity Rush e i Resident Evil: Revelations, la scena mobile (su Android così come su iPhone) non avrà il carattere necessario per dimostrarsi completamente autonoma. E forse per vedere titoli di quello spessore bisognerà attendere un potente riassestamento dei modelli produttivi e distributivi. Certo, questo non è un demerito di Shield, ma per il momento la raison d'étre della console portatile NVIDIA fatica ad emergere. Potrebbe essere, in effetti, lo streaming diretto da PC, supportato ovviamente nel caso di Desktop che montino una scheda grafica GeForce. Purtroppo però al PAX non c'è stato modo di provarlo, ed invece si tratta di un aspetto da valutare attentamente, analizzando eventuali latenze e la qualità del segnale video. Rimandiamo tutto al prossimo appuntamento.

NVIDIA Shield Il Project Shield di NVIDIA si presenta con un design non certo brillantissimo, ma con una buona ergonomia, uno schermo bello luminoso, ed una disposizione di tasti che permette idealmente di mescolare le specificità del gaming portatile con le esigenze dei giocatori “core”. La filosofia ibrida del progetto è testimoniata proprio dalla doppia interfaccia: da una parte il pulsante “home” ci trascina in un'interfaccia identica a quella dei terminali Android, dall'altra la “Tegrazone” mostra invece un sistema di navigazione “gaming oriented”. Attualmente il dubbio riguarda l'effettiva proposta vidoeludica che i giocatori interessati a Shield potranno trovare su Android: ci saranno titoli che hanno davvero bisogno di tale potenza computazionale ed un così completo sistema di input? Non vorremmo che Shield si riduca semplicemente ad un costoso second screen da usare per lo streaming diretto dei titoli PC: in quel caso le prospettive di vendita non sarebbero molto rosee. Vedremo.