Huawei Mate 9: prime impressioni sul phablet di Huawei Provato

Huawei Mate 9 offre un display da 5.9", processore Kirin 960 e fotocamere Leica, per uno dei phablet più interessanti del periodo natalizio.

Huawei Mate 9: prime impressioni sul phablet di Huawei Provato
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Il 2016 è stato l'anno della definitiva consacrazione internazionale per Huawei. Il P9 e la sua variante Plus hanno convinto critica e pubblico, ma ora è arrivato il momento di pensare all'ultima parte dell'anno, quella più importante per le vendite, ancora più centrale dopo l'abbandono del Note 7 di Samsung, che ha lasciato il campo libero alla concorrenza. Mate 9, nuovo flagship dell'azienda cinese, arriva dunque al momento giusto, presentandosi come una valida alternativa al phablet di Samsung, pennino a parte, con un prezzo di 749€ per l'Italia. Prestazioni, schermo di grandi dimensioni e una batteria che promette un'autonomia eccellente sono la chiave di volta per comprendere le scelte fatte da Huawei, che ha dotato il nuovo terminale di una scheda tecnica di prim'ordine. Interessante sarà anche vedere le prestazioni del SoC Kirin 960, la nuova generazione di processori creata da Huawei, la prima a sfruttare i Core ARM Cortex A73 e la nuova GPU Mali G71, che accoppiati a 4 GB di RAM garantiscono un'esperienza d'uso potenzialmente ai massimi livelli. Per toccare con mano fin da subito le peculiarità del nuovo Mate 9 siamo andati a Monaco, dove Richard Yu, CEO di Huawei Consumer Business Group, lo ha presentato ufficialmente.

5.9" e non sentirli... quasi

Huawei Mate 9 è un top di gamma atipico. Da un lato le componenti sono di alto livello, dall'altro le dimensioni potrebbero spaventare una larga fetta di pubblico. Un display da 5.9" non è certo semplice da gestire, anche se Huawei ha fatto un buon lavoro nell'ottimizzazione degli spazi. Basti pensare che iPhone 7 Plus misura 158.2 mm di altezza per 77.9 di larghezza, con uno spessore di 7.3 mm e un peso di 188 g. Mate 9 invece è alto 156.9 mm e largo 78.9 mm, con uno spessore massimo di 7.9 mm e un peso di 190. Si tratta di misure praticamente speculari a quelle del flagship Apple, ma con un display leggermente più grande, sintomo di cornici meglio ottimizzate. A prescindere dalle misure, il design di Mate 9 convince, anche se quei piccoli bordi neri intorno allo schermo rovinano in parte il colpo d'occhio, soprattutto con alcune colorazioni. Nonostante questo, l'attenzione riposta da Huawei nella realizzazione del prodotto è palese, con la scocca in metallo che mostra una qualità sopra la media. Vero che questo materiale è stato sdoganato anche nelle fasce più basse del mercato, ma c'è metallo e metallo, e quelle usato nel Mate 9 è tutta un'altra cosa rispetto a quello usato nei device economici.
La parte frontale del dispositivo è dominata dall'enorme display, che si presenta con una pellicola già preinstallata e uno speaker integrato nella capsula auricolare. La parte posteriore è caratterizzata dal doppio sensore fotografico marchiato Leica, con doppio flash led e sensore laser, e dal lettore di impronte digitali appena sotto di esso. Il sensore fotografico ha dimensioni piuttosto generose e sporge leggermente dalla scocca, mentre le impronte vengono rilevate da una piccola insenatura circolare ricavata nel metallo. Ottimo il lavoro svolto da Huawei sui bordi, caratterizzati da una texture differente rispetto al resto della scocca. Interessante notare anche l'assenza quasi totale degli inserti in plastica, presenti solo con delle piccole strisce nei bordi laterali, in alto e in basso. Il tasto di accensione e il bilanciere del volume sono nel lato destro e sono perfettamente intagliati nel dispositivo: a livello costruttivo questo Mate 9 è davvero molto ben realizzato, comprese le aperture nel bordo basso, una delle quali nasconde il secondo speaker di sistema. Tra le due è installata anche una USB Type C, che come vedremo racchiude al suo interno un sistema di ricarica rapida che promette prestazioni eccellenti.
Nonostante le dimensioni ben al di sopra della media, l'utilizzo del Mate 9 è agevolato dai bordi tagliati, che facilitano la presa con una mano. Non fatevi illusioni però, servono due mani per usarlo bene, anche se Huawei ha inserito una modalità con una sola mano piuttosto efficace: basta fare uno slide da sinistra verso destra sulla nav bar a schermo per vedere tutta l'interfaccia spostarsi verso l'angolo basso/destro. In questo modo la fruizione del phablet con una mano migliora molto, ma resta il fatto che se non amate smartphone di dimensioni generose come questo difficilmente riuscirete ad apprezzarlo appieno.

Hardware al top

Le specifiche del Mate 9 sembrano scelte per centrare obbiettivi importanti per gli utenti. Da un lato il nuovo SoC Kirin 960 promette una velocità di esecuzione superiore a quella dei dispositivi passati, compreso il P9, dall'altro la batteria maggiorata e lo schermo lasciano intendere un'autonomia da record per il terminale di Huawei. Ancora non possiamo affermarlo con certezza, stiamo provando il sample da sole 24 ore, ma le indicazioni sembrano chiare. Per capire cosa ci ha portato a questa previsione partiamo con la descrizione del Kirin 960, un processore realizzato con processo produttivo a 16 nm FinFET. Si tratta dal primo SoC a sfruttare i nuovi Core Cortex A73 di ARM (maggiori informazioni sono disponibili nel nostro speciale dedicato). Il Kirin 960 ne comprende quattro, con altri quattro Core A53, in configurazione big.LITTLE. La GPU è invece una Mali-G71 MP8, che rinnova il comparto grafico in modo massiccio rispetto al passato. Rispetto al Kirin 950 l'efficienza è migliorata del 15% per la CPU e del 20% per la GPU, con quest'ultima che fa segnare un incredibile +180% nelle performance. Come anticipato, il display è da 5.9" con risoluzione Full HD mentre la RAM è da 4 GB, con 64 GB di memoria interna. Rispetto al P9 le fotocamere sono state rinnovate e includono ora un sensore RGB da 12 Megapixel e uno da 20 Megapixel monocromatico, entrambi con apertura f/2.2 e con stabilizzatore ottico. Leica ha previsto quattro diversi tipi di autofocus, laser, rilevamento di fase, profondità e contrasto, per un sistema che permette di effettuare scatti bokeh ma anche uno zoom 2x senza perdita di qualità. Troviamo poi wi-fi ac, bluetooth, NFC, dual SIM ed LTE Cat 12. Ma il vero piatto forte del Mate 9 sembra essere la batteria da 4000 mAh, che dovrebbe alimentare il dispositivo per almeno due giorni con un utilizzo normale. Una volta terminata la carica basta collegare il caricatore SuperCharge da 5A per ricaricare velocemente il terminale: 20 minuti dovrebbero bastare ad alimentare il Mate 9 per tutto il giorno. Huawei ha tenuto a sottolineare la sicurezza del suo sistema di ricarica, che monitora in tempo reale tensioni e temperatura per eliminare ogni rischio di surriscaldamento.
All'evento era presente anche la versione Porsche Design del Mate 9, con schermo da 5.5" QHD Dual Edge, 6 GB di RAM e 256 GB di memoria interna di tipo UFS 2.1. Si tratta di un modello molto interessante e davvero bello da vedere, ma il costo di 1395€ lo fa entrare di diritto all'interno della categoria degli smartphone di lusso.

Prime impressioni

Queste prime ore con Mate 9 sono state decisamente positive, e il merito non va solo all'hardware, ma anche ad Android 7 Nougat e alla nuova EMUI 5, personalizzazione che nelle prossime settimane arriverà anche su altri terminali della casa. Rispetto alla quarta incarnazione tutta l'interfaccia è stata rivista nel look, per una rinfrescata generale che rinnova leggermente il colpo d'occhio senza però rivoluzionare l'aspetto grafico. I miglioramenti però sono molti, a cominciare dall'inserimento dell'app drawer. Fino a questo momento Huawei ha puntato su una modalità di fruizione di Android in stile Apple, con tutte le app nella home. Ora però è possibile selezionare due tipi di utilizzo, con l'app drawer che diventa un'opzione gradita a chi predilige un‘esperienza d'uso più in stile Android. Molto interessante l'interpretazione data allo split screen, che permette di utilizzare due app contemporaneamente a schermo, cosa molto comoda vista la dimensione del display. La funzione, inserita in Android 7 da Google, viene gestita con le nocche: basta infatti scorrere sul display con la nocca per dividerlo in due e sfruttare al meglio i 5.9" dello schermo. Interessante notare come la casa cinese utilizzi delle tecniche di machine learning per ottimizzare al meglio il sistema. Queste prevedono l'apprendimento delle abitudini dell'utente, dando la priorità alle applicazioni più utilizzate, che si caricano più velocemente rispetto a quelle usate solo di rado. In effetti, rispetto al P9 la velocità di esecuzione è maggiore e lo si nota subito durante l'uso, anche se il merito va diviso con il Kirin 960, che dai nostri primi riscontri si dimostra un SoC all'altezza delle aspettative, anche durante il gioco. Tutte le app provate si aprono in un istante e anche Chrome gode di una velocità di caricamento delle pagine superiore alla media. Come sempre reattivo il sensore di impronte di digitali, come anche la velocità di scatto. Della qualità delle immagini ne parleremo meglio durante la recensione, in modo da fare più prove in diverse condizioni di luminosità. Non nascondiamo una certa delusione per la risoluzione del display, che vista la diagonale avrebbe sfruttato bene un pannello QHD. La qualità è comunque eccellente, ma manca qualcosa per arrivare ai livelli di Samsung e dei suoi Super AMOLED o di iPhone 7. Buono il livello raggiunto dagli speaker stereo, che pur non impressionando per qualità riescono bene a gestire la musica, senza gracchiare anche ad alto volume. A proposito di audio, i quattro microfoni di cui è dotato il Mate 9 riescono a registrare le voci anche in ambienti rumorosi, come quelli della presentazione in terra tedesca, senza nessun problema.

Huawei Mate 9 Queste prime ore con Mate 9 ci hanno permesso di capire in modo abbastanza chiaro quali siano i punti di forza del telefono. L’autonomia, anche se necessita di maggiori test, unita a un display di grandi dimensioni e alle prestazioni del SoC Kirin 960 fanno del Mate 9 un terminale votato alla multimedialità ma anche all’utilizzo business. Troppe volte capita di rimanere senza smartphone prima della fine di una giornata d’uso intenso del telefono, e i power bank non sono una soluzione definitiva al problema, ma solo un modo di aggirarlo. Avere con sé uno smartphone in grado di rimanere attivo per più di due giorni significa avere la certezza, anche con un utilizzo molto intenso, di arrivare a fine giornata. Ovviamente, le dimensioni possono diventare un problema per molti, anche se Huawei ha lavorato bene sotto questo aspetto: ad esempio, rispetto ad iPhone 7 Plus, le differenze sono minime in termini di ingombro. Se a questo aggiungiamo anche la compatibilità con Daydream VR di Google (primo smartphone oltre ai Pixel a supportarlo) otteniamo un device che sembra essere davvero molto completo. In effetti, non sembra mancare proprio nulla al Mate 9, nei prossimi giorni testeremo autonomia e fotocamere per capire meglio le potenzialità del terminale, che se confermate farebbero del Mate 9 uno dei prodotti più interessanti del periodo natalizio.