Recensione Acer Predator 17

Il Predator 17 è il top di gamma della linea gaming di Acer, dotato di processore Skylake, chip grafico NVIDIA GTX 980M e ben 64GB di RAM, che lo rendono un desktop replacement senza compromessi.

Recensione Acer Predator 17
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Dopo il buon successo della serie Aspire Nitro, Acer ha deciso di puntare un po' più in alto ed andare a competere nel settore dei notebook da gaming. In questo segmento lo scettro è condiviso fra ASUS, con la serie Republic Of Gamers, Dell, con gli esemplari della famiglia Alienware, ed MSI. Gli analisti hanno stimato che quest'anno il settore dei notebook da gioco esploderà, portando grandi incassi alle aziende che sapranno raggiungere il pubblico con i prodotti migliori. Si tratta comunque di un campo relativamente nuovo, poiché fino a pochi anni fa prodotti di questo tipo erano raramente presi in considerazione dagli utenti. Per cercare di fare breccia nel pubblico più esigente, Acer ha creato la linea Predator, che offre principalmente due prodotti: il Predator 15 ed il Predator 17. Le due versioni differiscono per la diagonale dello schermo e sono acquistabili in svariate tipologie di configurazioni hardware, purtroppo non personalizzabili direttamente. Si parte da modelli base che costano poco più di un migliaio d'euro fino ad arrivare al top di gamma da 17" che recensiamo oggi, dal costo decisamente più alto.

Packaging, bundle e design

Acer Predator 17 arriva in una scatola di cartone rigido, provvista di una maniglia per trasportala più comodamente. Una volta aperta abbiamo subito notato la cura che la società taiwanese ha riservato a questo prodotto: tutti gli accessori sono contenuti in confezioni separate e il laptop vero e proprio è racchiuso in un box nero molto resistente, protetto anche da quattro blocchi di polistirolo agli angoli. In bundle, oltre al computer, abbiamo trovato un grande caricabatterie ed un modulo di raffreddamento esterno, di cui parleremo in seguito.
Il laptop ha, come la maggior parte dei notebook per gamers, un design piuttosto prepotente. La cura per i dettagli a cui è stato sottoposto si coglie immediatamente, ed il prodotto può ritenersi unico in quanto ad estetica. È un dispositivo che si nota subito, merito anche degli inserti rossi, che spiccano sulla scocca. Le dimensioni ed il peso del Predator 17 sono davvero importanti, e non è un prodotto che si lascia trasportare agevolmente. Esso infatti è largo 42 centimetri e profondo 32, metro il peso sfiora i 4 chilogrammi. Purtroppo l'ingombro delle gaming machine è un fatto che accomuna un po' tutti i produttori, e bisogna quindi scendere a compromessi sotto questo punto di vista, almeno nei modelli dalle prestazioni più spinte.
La parte superiore del portatile è uno degli elementi più riusciti, grazie al logo della serie Predator e a due strisce in rosso ai lati. Sia le linee che il simbolo centrale si illuminano in rosso e, soprattutto quando c'è poca luce, l'effetto è assicurato. Il bordo frontale è per gran parte pulito, eccetto per i due altoparlanti situati lateralmente. Questi sono preceduti da due piacevoli griglie rosse, realizzate in modo impeccabile. Il bordo posteriore è un'altra area molto interessante, mostrando due feritoie che permettono il passaggio dell'aria mossa dalle ventole di CPU e GPU. Altre griglie per tenere fresco il notebook sono piazzate sul lato inferiore, insieme anche al subwoofer integrato nel Predator. Quattro piedini in gomma mantengono il prodotto ben saldo sulla superficie d'appoggio, essendo essi abbastanza spaziosi. Sul lato destro e sinistro, invece, notiamo le numerose opzioni di connettività che il Predator 17 mette a disposizione. Sul primo ci sono due porte USB 3.0, ingresso USB 3.1 Type C reversibile, HDMI, DisplayPort, porta per cavo ethernet e un foro Kensington Lock. Sul secondo scorgiamo ingresso per il caricabatterie (tra l'altro in un gradevole rosso), altre due porte USB 3.0, ingressi jack placcati oro per cuffie e microfono, lettore di schede SD e vano per DVD o Blu-ray. La qualità generale dei materiali utilizzati è ottima, sia al tatto che visivamente. L'assemblaggio delle varie componenti sembra inoltre fatto molto bene; l'unica pecca che abbiamo rintracciato riguarda la cornice superiore dello schermo, tra i cui punti di giunzione si può vedere la luce rossa che illumina i dettagli sul retro del display. Nulla di cui preoccuparsi eccessivamente tuttavia.

Schermo, suono e funzionalità

Una volta aperto lo schermo, il design generale è abbastanza standard. Il grande display da 17 pollici è sormontato da una webcam HD, mentre sulla sua cornice alloggiano due gommini che tengono il coperchio in posizione quando è chiuso. Il pannello utilizzato è davvero ottimo, ed una volta acceso siamo rimasti meravigliati dalla sua qualità. Esso ha una risoluzione Ultra HD (3840x2160 pixel) ed è basato sulla tecnologia IPS. Di conseguenza gli angoli di visione sono quasi impeccabili, ed i colori molto vividi e mai spenti. La densità di pixel è pari a 255 PPI, elevatissima per un notebook. Anche la luminosità massima è eccellente, così come il contrasto. Lo schermo ci ha positivamente sorpresi, e l'unica lamentela che possiamo muovere è la mancanza della tecnologia NVIDIA G-Sync, che avrebbe portato il gaming al livello successivo. Ad ogni modo, il pannello IPS di ottima qualità e la risoluzione 4K forniscono un'immagine nitidissima, pulita e molto vivace. Stiamo parlando di uno dei migliori display che abbiamo mai visto su un laptop.
Acer ha fatto di più della media sul fronte delle temperature, perché sa che prodotti di questo tipo scaldano molto. L'unità di raffreddamento esterna di cui abbiamo discusso in precedenza è prodotta da Cooler Master e risulta un'ingegnosa aggiunta al pacchetto. Essa si può comodamente inserire al posto del lettore Blu-ray se non si usano i dischi fisici. L'unità si chiama Predator FrostCore ed è pensata per essere utilizzata durante le sessioni di gaming intenso per tenere le temperature ancora più basse. Sul fondo del portatile è presente uno slider che bisogna spostare per sbloccare il sistema di ritenzione che tiene fermo il lettore Blu-Ray, dopodiché è semplicissimo estrarre il drive ed inserire il modulo aggiuntivo. Con questo abbiamo una ventola in più a disposizione, ma il calo di temperature è stato molto sensibile: sotto carico c'è una differenza che va da 2 a massimo 5 gradi per CPU e GPU.
Il trackpad è abbastanza spazioso e reattivo, oltre ad essere ben posizionato. Per le attività giornaliere non ci ha dato alcun problema ed anzi, i tasti destro e sinistro possiedono un piacevole feedback che indica la loro pressione. Presente un tasto per disattivare il trackpad stesso, che abbiamo trovato comodo spegnere quando ci siamo serviti di un mouse esterno. La tastiera è invece nella media rispetto ai concorrenti, e sfortunatamente manca l'illuminazione RGB. I LED infatti sono divisi per zone, precisamente quattro, con quella del tastierino numerico color blu e tutto il resto in rosso. La tastiera non ha mai dato problemi nella digitazione o durante il gaming. È risultata inoltre molto comoda soprattutto perché, data l'ampiezza della scocca, abbiamo potuto facilmente poggiare i polsi ai lati del trackpad. Sull'estrema sinistra della tastiera sono presenti dei tasti aggiuntivi, dei quali l'utente può servirsi per attivare eventuali macro e cambiare profilo on the fly. Queste si registrano tramite il software Predator Sense, che stranamente sulla nostra macchina non era preinstallato; siamo dovuti quindi andarlo a pescare sul sito dell'azienda. Il programma consente tra l'altro di controllare l'illuminazione delle quattro zone della tastiera, regolando la luminosità della singola area o spegnendola del tutto.
Da segnalare è il fatto che il controller di rete supporta la tecnologia DoubleShot Pro e, collegando un cavo ethernet all'apposita porta, si è in grado di sfruttare sia il Wi-Fi che il cavo di rete in contemporanea. La feature deve comunque essere attivata nell'apposito pannello di controllo e non viene impiegata in automatico. A mezzo di tale configurazione il networking è effettivamente migliorato: più ci allontanavamo dal router e più i benefici erano evidenti.
Grazie anche alla tecnologia Dolby, il suono del Predator 17 è di egregia fattura. Il sistema audio è 4.2, con quattro altoparlanti e due subwoofer. Questi sono collocati sul fondo e fanno il loro lavoro in maniera esemplare, occupandosi delle basse frequenze e donando così al suono una maggiore forza d'urto. Che si tratti di musica, film o videogame, l'audio di questa gaming machine non vi deluderà: la qualità audio è eccellente. Sull'esemplare in nostro possesso, però, l'altoparlante sinistro è risultato essere gracchiante ad alti volumi, cosa che non è accaduto a quello destro.

Esperienza d'uso, performance e temperature

L'hardware del modello in nostro possesso è di fascia altissima, e comprende un processore Intel Core i7-6700HQ a quattro core, con architettura Skylake e frequenza Turbo Boost di 3,50GHz. La RAM è davvero tanta, con quattro moduli da 16GB ciascuno a frequenza 2133MHz, per un totale di 64GB. Questa ci ha permesso di tenere più di 50 schede aperte su Google Chrome senza mai un blocco o un impuntamento. La scheda grafica è invece una velocissima NVIDIA GeForce GTX 980M, con 4GB GDDR5 di VRAM, mentre per memorizzare i dati sono disponibili un SSD M.2 da 500GB e un hard disk meccanico da 2TB. Il sistema operativo installato è Windows 10 Home a 64 bit.
Nelle operazioni più comuni tutto è risultato fluidissimo, ed il Predator 17 ha sempre svolto il web browsing, la visione di filmati, l'ascolto di musica o l'editing di documenti in una maniera impeccabile e senza mai scaldarsi, del resto le componenti sono di alto livello. Il solid state drive con interfaccia M.2 permette al notebook di accendersi in soli 7 secondi e di spegnersi nella metà del tempo. Predator 17 è ideato per il gaming e con i titoli che abbiamo provato ha fornito prestazioni eccellenti, paragonabili a molti PC desktop di fascia medio-alta. I test sono stati effettuati con la versione 359.00 dei driver NVIDIA. Nel benchmark Unigine Heaven abbiamo ottenuto uno score di 2.953 punti con il preset Extreme, mentre su 3DMark Fire Strike il punteggio ha superato di poco i 9.500. Passando a scenari più realistici, il nostro Predator ha tirato fuori 71 FPS medi a 1080p e 24 FPS circa in 4K con Dying Light: The Following. I dettagli erano settati al massimo disponibile, con la sola distanza di visualizzazione impostata alla metà. A risoluzione 3840x2160 era al limite del giocabile, ma cinque minuti sono bastati per fare l'abitudine al frame rate più modesto. Con Heroes of the Storm non c'è stato alcun problema, sia in Full HD che in 4K: rispettivamente i frames per secondo medi sono stati di 85 e 48. Metro Last Light si è comportato bene in Full HD con 73 FPS, un po' peggio in 4K con 28 frames per secondo. Fortunatamente siamo stati vicini ai 30 FPS (superandoli in certe occasioni), rendendo il titolo giocabile anche in Ultra HD. Tutti settaggi erano al proprio apice, esclusa la tessellation che era su "Normal". Sul recentissimo Tom Clancy's The Division Beta la situazione non è stata troppo piacevole, con una media di 44 frames per secondo a 1080p e la grafica impostata su "Ultra". A risoluzione 2160p il titolo è risultato purtroppo ingiocabile, con 19 FPS medi ed un frame rate troppo ballerino. Si tratta di un titolo, come intuibile, in fase beta e quindi probabilmente non ottimizzato ancora a dovere, quindi è doveroso prendere questi risultati con le pinze.

La gaming machine è rimasta fresca durante tutte le sessioni di gioco effettuate, con una temperatura di 72 °C per il core più caldo. In idle invece i gradi celsius erano mediamente 28. Nessun punto del prodotto era caldo durante l'utilizzo, e l'area più calda di tutte è risultata essere quella che circonda il tasto di accensione. Le ventole sono inoltre silenziose, giocando a medio volume si sentono poco. Le misurazioni sono state effettuate con modulo FrostCore inserito e con una temperatura ambientale di circa 15 °C.
La batteria è grossa, sia in termini di dimensioni che di capacità, con 6000 mAh disponibili. Considerati i componenti a bordo, Predator 17 non è certamente un notebook che punta sul risparmio energetico. Con la luminosità dello schermo al massimo e il risparmio energetico impostato su un profilo bilanciato il notebook dura circa due ore e mezza con utilizzo normale, mentre questo tempo sale a cinque ore se si attiva il risparmio energetico.

Acer Predator 17 Acer Predator 17 è una gaming machine per veri appassionati, che mette a disposizione delle prestazioni da computer desktop ed uno schermo favoloso, peccato solo che non sia dotato di tecnologia NVIDIA G-Sync. La costruzione è di buona fattura ed i materiali utilizzati possono definirsi premium. Il laptop è ingombrante e pesa abbastanza, quindi pensateci un po’ se la vostra intenzione è quella di portarlo spesso in giro. Se siete disposti a compiere qualche sacrificio durante il trasposto, allora non abbiate dubbi. Il sistema di raffreddamento è più che buono, in quanto il prodotto non è mai risultato troppo caldo. Peccato però per il modulo FrostCore, da cui ci aspettavamo un impatto più marcato. Siamo rimasti contenti invece per la qualità del trackpad, un po’ meno per quella della tastiera, che non ha illuminazione RGB personalizzabile per singolo tasto: in questa fascia di prezzo dovrebbe essere presente. L’audio e il networking sono invece eccellenti, e hanno rispecchiato appieno le attese. La durata della batteria è buona se si considera l’hardware in dotazione, e non possiamo chiedere di più. Se si utilizza il prodotto per attività mediamente impegnative e gaming in Full HD i problemi sono praticamente nulli. Predator 17 invece fa un po’ fatica con i titoli tripla A a risoluzione 4K, poiché offre prestazioni al limite del giocabile. In conclusione, Predator 17 è una gaming machine che punta a chi vuole il meglio del meglio, senza compromessi sul fronte prestazionale. Il prezzo della versione in nostro possesso è di 3.499 euro, di certo non per tutti. Se siete disposti ad arrivare ad una cifra così elevata avrete fra le mani un notebook velocissimo e che vi durerà un bel po’ di anni, soprattutto se siete propensi ad abbassare qualche piccolo dettaglio nel gaming a risoluzione 4K.

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