Ryzen 7 1800X Recensione: AMD è davvero tornata, e fa sul serio

Ryzen 7 1800X è una CPU dal rapporto prezzo-prestazioni molto elevato, perfetta per le applicazioni professionali ma dalle solide prestazioni nel gaming.

Ryzen 7 1800X Recensione: AMD è davvero tornata, e fa sul serio
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Ryzen è un viaggio che AMD ha intrapreso circa cinque anni fa, con la volontà di stravolgere l'architettura Bulldozer e di costruire dei componenti che potessero riportare l'azienda a competere nella fascia alta del mercato dei processori. La base di partenza era solida, anche perché alla progettazione della nuova architettura ha partecipato Jim Keller, famosissimo CPU architect dietro ai processori di maggior successo creati dalla società di Sunnyvale. Ora però è arrivato il momento di tirare le somme e di vedere come si comporta l'architettura Ryzen sul campo, per conoscere se effettivamente possa far tornare AMD competitiva con Intel, ridando anche lustro all'immagine dell'azienda.
Oggi l'industria delle CPU potrebbe subire uno scossone come non se ne vedevano da anni. Il processore Ryzen 7 1800X è il flagship della nuova architettura, non un modello qualunque, il perfetto candidato per capire le potenzialità della neonata gamma di CPU.

Pack di vendita, bundle e specifiche tecniche

La confezione di vendita del Ryzen 7 1800X è graficamente accattivante, e vede l'alternarsi dei colori principali emblema dell'architettura, ovvero il grigio e l'arancio. Sul frontale abbiamo un grosso logo della famiglia di appartenenza, mentre sul laterale destro troviamo una piccola finestrella che mette in mostra l'heatspreader del processore. Il bundle è risicato, come ci aspettavamo, e comprende esclusivamente le istruzioni per l'installazione del processore e le informazioni sulla garanzia.
Le specifiche tecniche di Ryzen 7 1800X, soprattutto se rapportate al prezzo, sono da capogiro: abbiamo una configurazione a 8 core fisici e 16 thread, quindi col supporto del simultaneous multithreading, i quali possono beneficiare di una cache totale di 20 MB (16 MB di cache L3 e 4 MB di cache L2). La frequenza base dell'unità di calcolo è pari a 3,6 GHz, e può salire fino a 4 GHz grazie al precision boost, il tutto con un TDP di 95W. Questo processore supporta la tecnica nota come XFR, che overclocca automaticamente la CPU in base alle potenzialità del chip e alla qualità del raffreddamento adottato. Per maggiori informazioni sull'architettura vi rimandiamo al nostro speciale dedicato, mentre per conoscere le più importanti tecnologie esclusive inserite al suo interno troverete maggiori dettagli a questo link.

Benchmark sintetici

Per testare il Ryzen 1800X, AMD ci ha fornito una scheda madre GIGABYTE GA-AX370-Gaming 5 AM4, una coppia di moduli RAM (2 x 8 GB) Corsair Vengeance LPX DDR4 con frequenza massima di 3000 MHz e un dissipatore Noctua NH-U12S SE-AM4, costruito ad hoc per il nuovo ecosistema di AMD. Completano la dotazione un SSD Samsung 840 Pro affiancato da una scheda grafica GIGABYTE GeForce GTX 1070 G1, mentre il cabinet è un Corsair Obsidian 750D Airflow Edition. Il sistema operativo utilizzato è Windows 10 Pro.
Il primo test che abbiamo effettuato con il 1800X è CPU-Z. Il benchmark integrato al suo interno è una prova nuda e cruda di calcolo, e viene effettuato sia in ambito multi thread che single thread. Con quest'ultimo scenario abbiamo ottenuto 2028 punti, meno dei 2231 dell'i7-7700K che abbiamo utilizzato nei test comparativi. Tutto come da aspettative, in quanto le frequenze influiscono molto su questo benchmark. E' nel test multi thread che il 1800X fa davvero faville, raggiungendo l'incredibile risultato di quasi 19000 punti (18935 per la precisione): il Core i7-7700K perde in modo marcato il confronto, confronto che si fa più interessante se si pensa ai 16000 punti che in genere un processore come l'i7-6950X raggiunge. Anche quest'ultimo è parecchio indietro, constatando l'assoluta supremazia del Ryzen 7 1800X quando si utilizzano più core.
Siamo poi passati a Cinebench R15, un benchmark molto famoso e in grado di fornirci immediatamente una panoramica delle prestazioni generali della CPU. Abbiamo ottenuto un punteggio di 155 e di 1601, rispettivamente per il test con un singolo core attivo e per il test in cui le unità di calcolo lavorano in parallelo. Col primo risultato - quindi in scenari single threading - siamo poco al di sotto dell'i7-7700K (che ha ottenuto 185 e 961 punti), a testimonianza che le frequenze operative fanno in la differenza. Il punteggio racconta invece tutt'altra storia con un carico multi core, dato che gli otto core del 1800X si fanno sentire tutti, lasciandosi ampiamente alle spalle la proposta di Intel.

Seguendo la scia di Cinebench R15 ci siamo buttati su Cinebench 11.5, altra versione del famoso software che ci mette di fronte un render ancora più ostico del primo: Ryzen 7 1800X ha ottenuto uno score di 17,46 nel test multi thread, mentre l'i7-7700K si è fermato a soli 10,87 punti. Il punteggio della variante AMD supera con ampio margine quello medio di un i7-6900K ed è poco al di sotto di quello di un i7-6950X, che ricordiamo essere il top di gamma in assoluto di Intel e con 10 core a bordo.
Abbiamo provato ad effettuare un test con Geekbench, ma a fine test venivano reindirizzati su una pagina offline e non siamo mai stati in grado di vedere il risultato finale, sfortunatamente, ma ritenteremo nei prossimi giorni.
Per controllare il bandwidth di memoria della CPU abbiamo utilizzato AIDA64, che comprende anche utility per la diagnostica ed il benchmarking. Questo viene spesso impiegato per testare proprio la larghezza di banda disponibile fra la CPU e la memoria principale, soprattutto in lettura sequenziale. Ci aspettavamo risultati piuttosto simili con l'i7-7700K, e invece abbiamo un bandwidth di 33078 MB/s per Ryzen, un po' di più dei 30756.98 MB/s dell'i7-7700K. La larghezza di banda è invece al di sotto di quella di un i7-6900K, ma le memorie RAM possono fare molto in questo senso. L'ecosistema X99 è inoltre in grado di sfruttare il quad Channel sulle RAM, rendendo lo scontro impari.

Prestazioni con GPU dedicata

I benchmark di Ryzen 7 1800X assieme ad una scheda grafica dedicata, che nel nostro caso ricordiamo essere una GeForce GTX 1070, sono dei test davvero molto attesi, anche per capire le potenzialità dell'architettura in questo specifico campo. La nostra serie di prove è cominciata con The Witcher 3, un titolo piuttosto ostico da gestire e che ci fa rendere immediatamente conto delle capacità computazionali di questo processore. In 2K e con dettagli massimi, ma senza HairWorks di NVIDIA, abbiamo ottenuto circa 55 FPS, solo una manciata in meno rispetto a quelli prodotti da un i7-7700K, che ne fa segnare 63. La differenza fra le due CPU è invece meno marcata con DOOM, in cui il 1800X fa 106 frames al secondo con il preset "Incubo", mentre l'i7-7700K fa segnare 108 FPS.
Su Battlefield 1 abbiamo invece, sempre a risoluzione 2K e con massimo livello di dettaglio, un distacco di 13 FPS a favore dell'i7-7700K, grazie ai suoi 75 FPS rispetto ai 62 del processore Ryzen.
Il nostro giro di test è proseguito con Forza Horizon 3, titolo dall'incredibile qualità grafica. In questo caso, con il preset "Ultra", il livellamento del frame rate attivato e l'ottimizzazione dinamica attiva, abbiamo 71 FPS con Ryzen 7 1800X e circa 84 FPS con il Core i7-7700K.
I benchmark si sono conclusi con Watch_Dogs 2, sul quale siamo riusciti a giungere a 41 frames per secondo con la CPU di AMD; il contendente Intel ha invece ottenuto 46 FPS.

Temperature ed overclocking

Per quanto riguarda il potenziale di overclock, la società di Sunnyvale fornisce un software chiamato Ryzen Master Utility, che abbiamo utilizzato per spingere al massimo le frequenze del 1800X, per poi testare il tutto anche da BIOS. Prima di procedere con i risultati c'è da segnalare però che la versione da noi impiegata era una beta, e per questo motivo con una build stabile i clock potrebbero variare. La Master Utility consente di controllare la frequenza di ogni core singolarmente, di overcloccare le memorie, di giocare con gli stati di risparmio energetico e così via. L'interfaccia è piuttosto intuitiva ed adatta anche agli utenti che non hanno mai overcloccato. Durante la nostra prova abbiamo utilizzato un sistema di raffreddamento ad aria Noctua NH-U12S SE-AM4, col quale siamo riusciti a raggiungere una frequenza massima di 4,2 GHz applicata su tutti i core, con la tensione di alimentazione di oltre 1,4 V. Essa ci ha consentito comunque di utilizzare i parametri per l'utilizzo giornaliero, in questo senso il TDP contenuto ha giocato sicuramente un ruolo importante. Una volta overcloccato il processore abbiamo rifatto i test in gioco per conoscere l'incremento prestazionale in ambito gaming: su DOOM abbiamo ottenuto 118 FPS, mentre su Battlefield 1 siamo riusciti ad arrivare a 68 FPS, per un incremento consistente nelle performance.

Chiudiamo con le temperature rilevate dal software Ryzen Master Utility, software che ci ha creato qualche problema durante la fase di test, probabilmente a causa della fase di sviluppo beta. A pieno carico ha rilevato una temperatura di 57° stabili, mentre in idle questa non risulta abbastanza stabile per dare un valore certo al 100%, assestandosi tra i 40 e i 53°. Problemi causati probabilmente dallo sviluppo non ancora completo del software. Nei prossimi giorni testeremo ancora le temperature per poter dare dati più precisi in questo ambito.

AMD Ryzen 7 1800X AMD Ryzen 7 1800X segna finalmente il ritorno di AMD nella fascia alta del mercato. Il processore è velocissimo, ha un TDP basso, non costa troppo e si basa su una piattaforma di ultima generazione. Le sue prestazioni possono essere inserite fra quelle di un Intel Core i7-6900K e quelle di un i7-6950X, ma certamente più spostate verso la potenza di quest'ultimo modello. In alcuni scenari, come quello del benchmark interno di CPU-Z, il 6950X deve addirittura sottostare al 1800X con uno scarto di circa il 18% a favore del modello AMD, e stiamo parlando di una CPU dal costo superiore ai 1500€. In campo gaming il top di gamma Ryzen non eccelle, ma si tratta di qualcosa di ampiamente prevedibile: con otto core i clock operativi devono essere più bassi della norma e la frequenza è proprio il parametro che conta nei videogiochi. E' per questo che l'i7-7700K è sostanzialmente imbattibile in gioco, ma se si overclocca il 1800X ci va molto vicino. Ryzen consente anche ad AMD di guadagnare punti per quanto riguarda proprio l'overclocking: far salire le frequenze di un processore ad otto core non è di certo un compito semplice, ma il boost garantito dal potenziale del 1800X è considerevole, e una soluzione di raffreddamento adeguata permette di spingere ancora più in alto le prestazioni rispetto ai nostri test con dissipatore ad aria. Possiamo quindi affermare che AMD è tornata, e lo ha fatto in grande stile, grazie soprattutto al prezzo di vendita del Ryzen 7 1800X: il costo di 574,90 € è bassissimo se rapportato alle CPU della concorrenza con cui questo modello va a competere, e non stiamo parlando del 7700K, ma di modelli più performanti e adatti ad un utilizzo professionale. Per Intel rispondere è a questo punto obbligatorio, e siamo curiosi di vedere come andranno le cose. Ryzen 7 1800X rischia di scatenare finalmente una rivoluzione in ambito CPU, ed è il modello di fascia enthusiast più conveniente attualmente disponibile, senza se e senza ma, sia in termini di prestazioni che di costo finale. Non lo consigliamo però a chi deve esclusivamente giocare, visto che le sue caratteristiche si sposano meglio in ambiti professionali, considerato il numero di core. Ma se avete bisogno di una CPU che eccelle negli scenari multi core, potente, relativamente economica e che consuma anche poco, allora il Ryzen 7 1800X non vi deluderà.

9.3