Recensione Asus ROG G20

Il PC compatto da gioco di Asus si aggiorna con le GPU della famiglia Maxwell, portando alte prestazioni e una bassissima rumorosità all'interno di un case dall'aspetto monolitico.

Recensione Asus ROG G20
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Il mondo del gaming è variegato e gli appassionati hanno esigenze molto diverse: c'è chi ama assemblare da sé la propria macchina gioco e c'è chi invece predilige soluzioni pre-assemblate, pronte all'uso in un attimo. Di quest'ultima categoria fa sicuramente parte l'Asus ROG G20, un desktop replacement di fascia alta, che punta tutto su design e prestazioni. Il G20 è uscito già da diversi mesi, mesi che in questo settore si trasformano in anni se non si aggiornano di frequente le specifiche dei prodotti. A differenza della prima versione, al cui interno erano installabili solo GPU NVIDIA della serie 7xx, quella che ci ha inviato Asus offre una più ampia possibilità di personalizzazione, portando in dote le GPU GeForce 9xx, più performanti ma soprattutto meno energivore della serie precedente. Viste le dimensioni del case, puntare sulla più recente architettura Maxwell invece che su quella Fermi è una scelta praticamente obbligata: per chi acquista oggi il G20 le possibilità di scelta aumentano quindi, con evidenti vantaggi.

Design e connessioni

Non è affatto semplice dare un parere sul design di questo ROG G20. Le linee sono talmente particolari che o piacciono o disturbano, per cui le preferenze personali giocano un ruolo fondamentale in questo contesto. A nostro avviso, il monolite nero racchiuso nella confezione di vendita fa la sua scena: se cercate un prodotto appariscente, che comunichi fin da subito la potenza al sua interno, allora il G20 fa al caso vostro. Al contrario, chi predilige una soluzione più sobria, non apprezzerà certo il design scelto da Asus. Visto il tipo di prodotto di cui si sta parlando tuttavia, i tagli netti delle sue linee e le scelte stilistiche generali sembrano azzeccate. Molto particolare la soluzione adottata per nascondere il masterizzatore Blu Ray, incastonato nella parte frontale e praticamente invisibile.

Osservando questo PC, con l'illuminazione rossa attiva, viene subito in mente il "Marchio Rosso" visto in Dead Space, sottolineando ancora di più l'aggressività della soluzione proposta da Asus. Le dimensioni sono di 10.4 cm di larghezza per 35.8 di lunghezza, con un'altezza di 34 cm e un peso di 6.38 Kg. Rispetto alla componentistica interna e alle prestazioni, l'ingombro appare minimo, se però si pensa di montare il G20 in salotto vicino alla TV forse è meglio puntare sul GR8, meno performante ma anche molto meno voluminoso. Del resto, il G20 nasce come desktop replacement, per cui le dimensioni sono necessarie a garantire spazio alla componentistica interna. Rimanendo ancora un attimo sul fattore estetico, il PC è dotato di tre zone illuminate al LED, tutte configurabili con 8 milioni di colori: si tratta della parte frontale, divisa in due sezioni personalizzabili, e di quella inferiore. Tutto viene gestito attraverso il software Asus Command in modo semplice e veloce.
Le connessioni sono numerose, nonostante non si tratti di un case di normali dimensioni. Nella parte frontale sono collocate la presa per il microfono, quella per le cuffie e due USB 3.0. La posizione delle prese risulta molto comoda nel caso si voglia utilizzare il G20 come una vera console da gioco, magari collegata alla TV. Sul retro invece sono collocate 2 USB 3.0, 4 USB 2.0, un'HDMI, la presa di rete, i collegamenti per l'audio fino a 7.1 canali, la presa Kensigton e quelle per l'alimentazione. Abbiamo usato il plurale per le prese relative all'alimentazione non a caso. Viste le dimensioni contenute, l'alimentatore è collocato all'esterno del case e si collega nella parte posteriore con due prese, una dedicata alla CPU e al sistema generale, l'altra invece alimenta la GPU. Una soluzione originale al problema degli spazi e del surriscaldamento legato alla PSU, senza dimenticare la minore silenziosità dovuta all'assenza delle ventole.
Alle connessioni appena elencate vanno aggiunte quella della NVIDIA GTX 970 installata all'interno, che comprendono una HDMI, tre DisplayPort e una presa DVI-I Dual Link.

Caratteristiche tecniche

Prima di elencare le componenti installate all'interno del sample di prova, diamo uno sguardo generale alle specifiche di questo prodotto, che possono variare molto in base alla configurazione scelta. Partiamo dal cuore pulsante del PC, la CPU: Asus mette a disposizione tre possibili microprocessori, tutti Intel di quarta generazione, un i3 4150, un i5 4460 e un i7 4790, installati su una motherboard con chipset H97. Molto ampia è la scelta per quanto riguarda le schede video, che vanno dalla GeForce GTX 745 da 1GB fino a una potente GTX 980 con 4 Gb di memoria. A proposito di memoria, all'interno sono disponibili due slot per la RAM, che ospitano da un minimo di 8 fino a un massimo di 16 Gb, mentre per i dischi rigidi si può arrivare alla simultanea presenza di un SSD SATA III fino a 256 Gb in coppia con un tradizionale hard disk meccanico fino a 3 Tb. Anche se il loro utilizzo è diminuito molto rispetto a qualche anno fa, Asus fornisce in dotazione al G20 anche un masterizzatore, DVD o Blu Ray. Per la connessione alla rete il ROG si può interfacciare tramite Wi-Fi b/g/n/ac o tramite la porta Gigabits LAN, mentre l'audio gode della tecnologia SonicMaster, che supporta fino a 7.1 canali.
Il modello inviatoci da Asus è quasi al top della categoria, vista l'accoppiata i7 4790/GeForce 970, mentre la memoria comprende 16 Gb di RAM DDR3, un SSD da 128 Gb e un disco standard da 1 Tb. Questa configurazione viene proposta nello store ufficiale Asus Italia a 1599€, mentre online si può trovare facilmente intorno ai 1200€.

Esperienza d'uso

Viste le specifiche tecniche, è evidente come nell'utilizzo quotidiano il sistema operativo sia sempre stabile e reattivo. A proposito dell'OS, il ROG G20 esce dalla fabbrica con diversi software preinstallati, la maggior parte utili. Troviamo Aegis, che si occupa di monitorare le perfomance del PC fornendo dati sulla temperatura e sull'utilizzo della CPU, ma anche sulla RAM occupata. Abbiamo poi Asus Command, che racchiude diverse opzioni, a partire da quelle dedicate al risparmio energetico: queste permettono di scegliere fra tre configurazioni (Normale, Alte prestazioni e Risparmio energetico), che vanno ad agire sullo spegnimento automatico dello schermo e del PC, ma anche sul clock della CPU, per cui l'assorbimento energetico diminuisce, e di conseguenza le prestazioni. Sempre da questo hub si può avere accesso alle impostazioni dell'audio, attraverso il tool Audio Wizard, che offre la possibilità di scegliere tra diversi scenari sonori. Ci sono poi sezioni dedicate agli aggiornamenti software, dai driver al BIOS, senza dimenticare l'accesso diretto all'antivirus McAfee.

Come su tutti i prodotti della gamma ROG è presente la tecnologia GameFirst III, che ottimizza i pacchetti di rete. Il funzionamento è molto semplice e una volta avviato il software di configurazione, viene eseguito un test della linea. A questo punto si entra nella utility vera e propria, molto completa, che permette di selezionare la priorità di banda e i limiti di download e di upload per ogni singola applicazione o gioco. Per il resto siamo di fronte al tipico Windows 8.1, nel bene e nel male, anche se l'arrivo di Windows 10 porterà sicuramente una ventata d'aria fresca.
Ma passiamo alla parte più interessante, ovvero i benchmark. Una macchina da gioco di questo tipo serve a utilizzare tutti i titoli disponibili senza preoccuparsi troppo di abbassare le impostazioni grafiche, almeno in 1080p. Per i test però abbiamo utilizzato un monitor Asus ROG Swift PQ278Q con risoluzione 2560x1440, impostato sui 144 Hz e con G-Sync attivo, con le impostazioni dei giochi di prova praticamente sempre al massimo, ad eccezione di Metro: Last Night Redux, in cui abbiamo disattivato l'SSAO . Il primo titolo utilizzato è Alien: Isolation, non certo un gioco pesante, ma che offre comunque una buona grafica; il test ha raggiunto un picco massimo di 83 fps, con una media di 67 fps. Batman: Arkham Origins gira invece con un frame rate medio di 54 fps, arrivando a 101 fps massimi. Un titolo in grado di mettere alla sbarra anche le configurazioni più spinte è sicuramente Metro: Last Night Redux: il ROG G20 si è comportato bene anche in questo caso, con 35 frame al secondo medi. L'ultima prova è stata fatta con Total War: Rome II, anche questo molto godibile, che raggiunge senza problemi i 33 fps medi. A prescindere dai numeri, va sottolineato come il sistema si sia rivelato molto silenzioso durante l'uso, sia in idle (22 dB dichiarati dalla casa madre) che durante il gioco, merito del particolare sistema di dissipazione installato, davvero efficiente, che permette una buona gestione delle temperature interne, soprattutto se rapportate alle dimensioni del case.

Asus ROG G20 Asus ROG G20 è una macchina da gioco molto particolare, che adotta soluzioni, soprattutto a livello di design e di dissipazione termica, davvero esclusive. Queste, unite alla presenza di un hardware di livello e al marchio ROG, fanno salire il prezzo d’acquisto, cosa normale nel settore dei PC da gioco pre-assemblati. Detto questo, il ROG G20 è migliorato rispetto al suo esordio, grazie alla, necessaria, integrazione delle GPU NVIDIA Maxwell, che ben si sposano a livello di consumo energetico e di dissipazione termica con gli spazi ristretti di questo case. Sul fronte delle prestazioni e della qualità costruttiva non abbiamo rilevato criticità e la silenziosità del sistema, anche a pieno carico, sorprende per efficacia. In definitiva, il ROG G20 è una macchina da gioco pronta all’uso in pochi istanti, compatta e potente, in grado potenzialmente di far girare al meglio ogni gioco attualmente disponibile.