Recensione ASUS ROG Maximus VIII Extreme/Assembly

ASUS ROG Maximus VIII Extreme/Assembly è una scheda madre high-end, che rappresenta l’evoluzione della Extreme lanciata qualche mese fa. Il bundle e le funzionalità sono da vertice della categoria, ma il prezzo da pagare è salato.

Recensione ASUS ROG Maximus VIII Extreme/Assembly
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La Maximus Extreme è una scheda madre che rappresenta la fascia altissima di ASUS ROG, che negli anni è sempre riuscita ad offrire tantissimo agli utenti più esigenti. La board viene comunemente usata dagli appassionati di overclocking, che spesso e volentieri se ne avvalgono anche nelle competizioni internazionali, al fine di battere i record mondiali. Ed effettivamente è così, poiché le schede madri Maximus Extreme detengono ancora oggi più di qualche primato in merito all'overclocking. Quest'anno, ASUS ha voluto spingere la sua ottava edizione ancora più in là, prendendo la ROG Maximus VIII Extreme e dotandola di nuove caratteristiche che la rendono più completa che mai. Il risultato si chiama ASUS ROG Maximus VIII Extreme/Assembly e conserva le stesse fattezze della sorella minore, ampliandone le potenzialità laddove si è ritenuto necessario.

Package, bundle e specifiche tecniche

La scheda madre arriva in una confezione dall'estetica un po' differente da quella vista con gli altri esemplari della serie ROG, in cui il rosso la faceva da padrone. In questo caso abbiamo uno sfondo in grigio scuro con tratti in arancio, colore definito Plasma Copper dall'azienda. Sul frontale abbiamo il nome commerciale del prodotto, il simbolo della Republic of Gamers e una finestra triangolare, dalla quale siamo in grado di scorgere la parte sinistra della scheda madre. La parte frontale del pack si apre come un libro e rivela la Extreme/Assembly nella sua interezza. Sul retro sono elencate, tramite immagini e descrizioni testuali, alcune delle feature del prodotto, fra le quali il Wi-Fi GO e le fasi di alimentazione digitali. Essendo un componente di fascia high-end, ASUS ha pensato bene di mettere a disposizione un bundle decisamente corposo: abbiamo il manuale d'uso (fatto molto bene, come da tradizione ASUS), 12 etichette per i cavi, 8 SATA, la maschera nichelata per il pannello I/O, un extender per le ventole, tre adesivi ROG da applicare ai motori delle ventole stesse, un DAC che consente di avere un maggior controllo sull'audio e una scheda di rete PCIe. Quest'ultima arriva fino a 10 Gbit/s ed ha una copertura contro le interferenze. Presenta solo una porta ethernet sul retro, in quanto la connettività Wi-Fi è fornita dalla scheda madre stessa. La scheda di rete utilizza un'interfaccia PCI Express 2.0 x2 e supporta, oltre alla velocità massima, anche 5 Gbit/s, 2,5 Gbit/s, 1 Gbit/s e 100 Mbit/s.
Il DAC è un ESS ES9018K2M e va invece piazzato sul pannello frontale, in uno slot da 5.25 pollici libero, e ospita anche due jack per cuffie (sia da 3,5 mm che da 6,3 mm, per gli headset professionali ad impedenza più elevata) più ingresso per microfono. C'è infatti anche un amplificatore per cuffie TPA6120A2, lo stesso che troviamo a bordo di alcune delle schede audio di ASUS. Grazie poi agli operazionali LM4562, il suono può al più essere campionato a 386KHz/32-bit, per una qualità davvero elevata. Si tratta in sostanza di una scheda che conferisce un ottimo valore aggiunto.
La ROG Maximus VIII Extreme/Assembly è dotata di un socket LGA 1151, che può dare alloggio agli ultimi processori di Intel con architettura Skylake. Il chipset a bordo non poteva essere altro che l'Intel Z170, che consente l'overclocking delle CPU con moltiplicatore sbloccato. Abbiamo poi 6 porte SATA gestite dal controller del chipset, altre due dal chip ASMedia ASM1061, due SATA Express, un ingresso M.2 ed uno U.2, per il pieno supporto degli SSD di nuova generazione. Ci sono poi tre slot PCIe 3.0 x16, un PCIe 3.0 x16 che però è collegato alla CPU, e due PCIe 3.0 x1.

Design, caratteristiche e feature

ASUS ROG Extreme/Assembly richiama più o meno la stessa colorazione della scatola, con dettagli in Plasma Copper. Le tonalità sono molto somiglianti a quelle del notebook da gioco G752, quindi ipotizziamo che la società taiwanese stia iniziando a propendere per questa nuova palette di colori da legare ai prodotti di fascia più alta. A monte della CPU non sono indicate le fasi di alimentazione, che ad occhio sembrerebbero 13. Sono digitali e hanno tutte dei componenti di prima qualità, fra condensatori ed induttori. Per la CPU c'è sia un connettore di alimentazione ad 8-pin che un altro aggiuntivo a 4-pin; quest'ultimo è facoltativo, ma può essere sfruttato per dare più potenza al processore e poter salire ulteriormente con le frequenze. Il chipset è coperto da un blocco in plastica che funge anche da dissipatore passivo, sul quale è inciso il logo ROG. Questo possiede un LED configurabile tramite software, molto piacevole alla vista. Il pannello I/O è anch'esso sormontato da un rivestimento in materiale plastico, sui cui troviamo il nome del prodotto. La connettività sul retro mette a disposizione quattro porte USB 3.1 Type-A, una USB 3.1 Type-C, altri quattro ingressi USB 3.0, DisplayPort, HDMI, input per cavo ethernet, connettori per le antenne Wi-Fi, ingresso PS/2 per mouse e tastiere più vecchie e i classici cinque jack audio più connessione ottica. Fra quelle elencate, la porta LAN, le USB, gli ingressi audio e la PS/2 sono protette contro le scariche elettrostatiche. Tutti gli input USB sono tra l'altro alimentati da una fase indipendente a 5 Volt, che riduce al minimo le fluttuazioni e le perdite di dati. Sul retro c'è invece un blackplate che offre alla CPU un supporto più solido, oltre che un raffreddamento sensibilmente migliore. A bordo c'è poi un controller Intel I219-V, che si occupa di gestire il traffico di rete - compreso quello Wi-Fi, che supporta il dual band simultaneo e che può arrivare ad una velocità teorica pari a 1300 Mbit/s.
Grazie ai 3 slot PCIe x16, la ROG Extreme Assembly è capace di supportare lo SLI o il CrossFire sino a quattro schede grafiche contemporaneamente. I 4 slot per le RAM, invece, sono compatibili con tecnologia DDR4 e possono supportare fino a 64 GB. Sia gli slot PCI Express che gli alloggiamenti per le memorie sono rinforzati tramite una saldatura sul retro della motherboard. Disponibile ovviamente la tecnologia dual channel, mentre la massima frequenza raggiungibile è fissata a ben 3866 MHz. Nel BIOS è possibile tra l'altro attivare l'X.M.P. 2.0, così che i moduli RAM possano settarsi in automatico in base alle specifiche previste dal produttore.
In alto a destra c'è un display a 7 segmenti per la diagnostica, insieme a un tasto di avvio e un pulsante reset, comodi se si vuole provare la scheda fuori dal case. Altro tasto fisico è rappresentato dal bottone MemOK! per assicurarsi che la memoria RAM funzioni a dovere.

L'audio integrato è di ottima qualità e si sente davvero bene. Non è paragonabile a quello di una scheda esterna di fascia media, ma è di tutto rispetto essendo saldato direttamente sul PCB. Il chip che gestisce il tutto si chiama SupremeFX 2015 e possiede un DAC ESS ES9023P con tecnologia Hyperstream, condensatori Nichicon, amplificatore per cuffie dedicato e regolazione tramite clock. I connettori audio sono placcati oro e sono capaci di riprodurre 7.1 canali. L'ascolto in cuffia, invece, migliora notevolmente se l'headset è collegato al DAC esterno. Il sovracampionamento a 384 KHz sicuramente dà il suo bel vantaggio.
Sulla board contiamo cinque header per ventole da tre o quattro pin, uno switch per il BIOS piazzato sulla zona inferiore, insieme ad un header per eventuali porte Thunderbolt sul pannello frontale, un connettore ROG Extension e pin per audio HD e USB 2.0. Sul lato basso c'è anche un pulsante SLI/CFX che, se premuto, fa accendere dei LED di fianco ad alcuni slot PCIe: sono quelli consigliati per una configurazione SLI. Infine, abbiamo un header da 4-pin denominato CPU_OPT a cui collegare un'eventuale pompa di un sistema a liquido AIO.

Esperienza d'uso, BIOS ed overclocking

Chi possiede una scheda madre ROG delle generazioni precedenti troverà molta familiarità con il BIOS della Maximus VIII Extreme/Assembly. La grafica è cambiata, mostrando toni in generale più scuri, ma le funzioni di monitoraggio, di overclocking e di gestione delle periferiche non sono tanto differenti dal passato. Abbiamo le varie voci divise in sezioni, fra cui nella prima è possibile aggregare tutte le regolazioni più usate, come una sorta di elenco dei preferiti. Nella seconda possiamo invece prendere visione dell'hardware del sistema o cambiare la lingua del BIOS/UEFI. La sezione preferita dagli appassionati è invece Extreme Tweaker, che raggruppa tutte le impostazioni per overcloccare la CPU e le memorie. Le voci disponibili sono davvero tante, soprattutto poiché all'interno della sezione c'è un altro menu che porta alle impostazioni avanzate per il processore. La scheda seguente consente invece di andare sostanzialmente ad agire sulle periferiche, come le porte SATA, l'audio on board o gli slot PCIe. La sezione "Monitor" permette invece di prendere visione dello stato e delle temperature dei propri componenti, mentre "Boot" permette di sistemare i parametri legati all'avvio, come per esempio quello delle priorità dei drive per lo storage. L'ultima ma non meno importante parte è "Tool", e fornisce numerosi strumenti che semplificano parte del lavoro all'utente. C'è EZ Flash 3, una utility che aggiorna il BIOS in automatico tramite internet, oppure SSD Secure Erase che cancella tutte le celle dell'SSD per riportarlo allo stato iniziale. Dalla pagina relativa al supporto della scheda madre si possono scaricare tanti software aggiuntivi, alcuni dei quali già visti sul laptop da gaming ROG G752.
ASUS Ai Suite 3, per esempio, offre tante funzioni utili soprattutto per i neofiti. La più interessante per quest'ultima categoria di utenti è senza dubbio 5-Way Optimization, che overclocca il processore secondo parametri standard, delineati dallo stesso produttore in base all'hardware in vostro possesso. Lo abbiamo provato ed effettivamente siamo riusciti a guadagnare qualcosa in termini di frequenze del nostro Intel Core i5-6600K, ma è chiaro che agendo manualmente si riesce ad ottenere ancora di più. I clock e i voltaggi, sia del processore sia delle memorie RAM, possono essere modificati da AI Suite, senza che ci sia la necessità di accedere al BIOS. Il software monitora anche il sistema e mostra temperature e tensioni, insieme alla velocità delle ventole collegate alla Extreme/Assembly. A proposito di queste abbiamo potuto selezionare un profilo per ognuna, e settarle alla maniera che più ci faceva comodo.
Sonic Studio II offre alcuni controlli audio per migliorare la qualità della voce, sia in uscita che ingresso, oltre ad altre regolazioni che consentono di enfatizzare i bassi o di equalizzare il suono. Il LED sul chipset può essere gestito tramite Light Control che consente, oltre che di scegliere il colore, anche di impostare l'effetto. Ce ne sono sei, fra "Static", "Breathing", "Strobing" ed altri.

Abbiamo testato le potenzialità della scheda madre overcloccando un Intel Core i5-6600K con architettura Skylake. Poco è cambiato rispetto ad Haswell, a parte la modifica del BCLK che adesso può essere effettuata ad incrementi di 1 MHz. Questo non si traduce però in un beneficio troppo tangibile nell'uso pratico, poiché conviene sempre lavorare sul moltiplicatore e lasciare inalterato il base clock al suo valore di default. Siamo riusciti a raggiungere senza troppi problemi i 4,6 GHz (impostando il moltiplicatore a 46) con una Vcore di 1,36 V circa. Il dissipatore utilizzato è un Cryorig R1 Universal. I 4,7 GHz sono stati raggiunti con un voltaggio che andava oltre gli 1,4 Volt, ma sotto stress le temperature salivano troppo generando throttling termico. Probabilmente ciò è dovuto al caldo degli ultimi giorni, con una temperatura ambiente di 25 gradi, come il nostro termometro indicava. Abbiamo stressato il processore sia con AIDA64 e sia con ROG Realbench, testimoniando la sua stabilità in entrambi i test. Nessun problema con le memorie RAM e il profilo X.M.P. 2.0, che ha lavorato subito alla perfezione dopo essere stato attivato dal BIOS.

ASUS ROG Maximus VIII Assembly ASUS Maximus VIII Extreme/Assembly è la più completa scheda madre di Asus. Il design è il primo elemento che marca la sua esclusività e in quanto a colorazione si distingue dalla linea ROG. A livello meramente estetico avremmo però preferito più LED a bordo, poiché la concorrenza fa di più in questo caso, piazzando l’illuminazione anche sull’heat spreader dei VRM e sul pannello I/O. Nel nostro assemblaggio non abbiamo riscontrato alcuna problematica con il layout della board, ed ASUS ha organizzato tutto bene. Le prestazioni con i processori Skylake sono molto buone, compreso l’overclocking, da cui ci saremmo probabilmente aspettati un pelino in più. Tale pratica è però molto aleatoria, per cui dipende da processore a processore e da esemplare ad esemplare. Non si tratta di una scienza esatta: ogni utente con una diversa CPU raggiunge in genere risultati differenti. Non avevamo a disposizione un SSD M.2, per cui ci siamo dovuti limitare a prendere per buone le specifiche dello slot delineate da ASUS. In questa fascia di prezzo ci saremmo però aspettati di trovare due slot M.2, presenti anche in modelli dal costo decisamente infgeriore. Una delle chicche sono invece gli accessori in bundle, davvero esagerati. C’è di tutto: da un DAC esterno ad una scheda di rete dedicata, passando per l’extender per ventole e i tantissimi cavi. Sotto questo punto di vista, ASUS ha fatto davvero il massimo. Anche a causa del bundle così corposo, però, l’Extreme/Assembly si fa pagare tantissimo, con tutta probabilità troppo. Siamo sui 560 euro online, che spaventeranno la maggior parte degli utenti.

8.6