Recensione HTC ONE

HTC One è un top di gamma dalle linee raffinate e curate, grazie alla scocca in metallo, che integra al suo interno il meglio della tecnologia attualmente disponibile.

Recensione HTC ONE
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Dopo alcuni rinvii iniziali, l'atteso HTC One è ormai in vendita qui in Italia da oltre 3 mesi, ed ha già fatto registrare un sostanziale sold out presso la gran parte dei centri operatore e rivenditori specializzati. L'ultimo top di gamma del consorzio taiwanese ha quindi raccolto un discreto successo commerciale e tanti sono stati i motivi che hanno saputo conquistare l'utenza. Primo fra tutti la bellezza indiscussa che questo terminale possiede, complice anche la scelta dei materiali mediamente al di sopra degli standard qualitativi degli altri terminali Android. Poi immancabilmente il carattere sobrio dell'interfaccia HTC Sense, cha da molti anni produce un certo fascino su un'utenza persino disposta a scaricare temi che ne emulino l'appeal sul proprio telefono, e per ultima ovviamente la bontà delle specifiche tecniche, sempre di prima scelta e in linea con i nuovi esponenti della categoria. Come poter contraddire quindi chi sceglie HTC One, a oggi uno dei pochi top smartphone con sistema operativo Android ad aver semplificato i termini e reagito convenientemente alle aspettative dell'utenza annoiata dai due anni "di meglio" e "di più" degli altri esponenti del mercato. La sgargiante e polifunzionale TouchWiz dell'ultimo Samsung Galaxy, in effetti, potrebbe risultare un pò sovraccarica di opzioni e componenti, che rischiano di far collassare l'usabilità insieme alle smanie del consumatore che da solo non sa ancora riconoscere la giusta dimensione d'uomo per uno smartdevice. La comodità, l'affidabilità e la grazia sono elementi assai difficili da equilibrare all'interno di un unico prodotto, specialmente quando ci sono troppe variabili a disposizione e si fatica a gestire la marea di possibilità e combinazioni. La strategia commerciale Samsung non ha fatto una piega sino a questo punto, ma ci chiediamo cosa accadrebbe se l'anno prossimo l'essenza e filosofia del Galaxy originale venissero ancora una volta perpetuate, con lo stesso sistema, stessi widget, stesso design e tante nuove funzionalità e congiunzioni. Oseremmo dire un confuso guazzabuglio agli occhi di un utente magari disinteressato all'ultimo ritrovato tecnologico, ma un inestimabile "ultimo ritrovato tecnologico" per il solito geek affamato d'hardware, pollici e prestazioni.HTC One non è certo la rivoluzione che tutti noi stavamo attendendo, ne il vero concetto di human companion che sottende alle campagne pubblicitarie di quasi ogni smartphone presentato nell'arco dell'anno, ma di qui in avanti potrà sicuramente partire la rotta che ci ricondurrà all'esperienza che abbiamo accidentalmente disseminato dall'introduzione del primo telefono a cuore duale: l'impagabile ed eccellente essenzialità.

Palazzo a specchi

Da ogni punto di vista, dal fronte, dal retro e sui bordi si apprezzano linee uniche, originali e catalizzanti. Non si smette mai di osservarlo se si è un minimo appassionati del settore, e questo può tranquillamente essere un pregio per un prodotto che ci sta affianco in ogni momento della giornata, anche e soprattutto nella più massacrante delle situazioni. Il corpo in alluminio non è lo stesso unibody adottato dai vecchi Flyer o Sensation, e questa volta possiede un profilo molto più sottile e leggero, di 143 g, con degli intervalli in bianco per la colorazione glacial silver sui lati e il retro, che altrimenti sarebbe parso troppo allungato. Si parla di un'altezza pari a quasi 14 cm, dovuta principalmente al rapporto del display in 16:9 e alla scelta di montare i due potenti altoparlanti stereo proprio di fianco allo schermo, in modo da rendere l'esperienza multimediale ancora più coinvolgente. Il vetro Corning Gorilla Glass 2 si estende fin sui bordi, includendoli nella finissima molatura che prosegue sulle placche in alluminio frontale e posteriore. La presa è molto salda grazie al rientro del profilo e alla curva posteriore già osservati su One SV, tuttavia in questo caso riteniamo che l'aver posizionato il tasto accensione/sblocco proprio sul bordo superiore invece che sul lato destro, possa ostacolare non poco la maneggevolezza con una sola mano, ambito per il quale anche l'assenza del tasto opzione capacitivo tra i comandi fisici sotto al display potrebbe rappresentare un problema con le grandi distanze dei comandi virtuali che compaiono in alto sullo schermo.A livello ergonomico è stato svolto un ottimo lavoro per il bilanciamento del peso e in questa maniera il terminale fatica a sfuggirci di mano, anche se dobbiamo riconoscere come il contatto prolungato non ci abbia restituito la stessa sensazione di connubio tra il palmo e la scocca sperimentato sul modello mid-range One SV, sia a causa certamente delle dimensioni del display, di quasi un pollice superiori con i 4.7" per L'HTC One, sia poco di meno che per la scelta dei materiali, che rispetto alla plastica, possono provocare qualche surriscaldamento di troppo sul palmo e anche una certa sensazione d'irritazione sulle dita dovuta allo sfregamento della molatura metallica. La dotazione hardware ad ogni modo sfoggia un potente processore quad-core Snapdragon 600 da 1.7 Ghz, con 2GB di RAM DDR2, 32 o 64GB di spazio archiviazione interno non espandibile, display Full HD Super LCD 3, NFC, fotocamera con sistema Ultrapixel e HTC Image chip 2 con stabilizzatore ottico e apertura 28mm, una fotocamera secondaria da 2.1 megapixel con capacità ultrangolare e HDR, ottimizzazione beatsaudio e amplificazione HTC BoomSound degli altoparlanti esterni. La batteria da è da 2300mAh.

HTC Sense 5

Compiuto l'accesso con il proprio account Google, e con ogni altro tipo di servizio online, come ad esempio Flickr, LinkedIn, Istantgram, Facebook, la sincronizzazione porta in primo piano sulla homescreen BlinkFeed una serie di notizie, aggiornamenti, messaggi, legati anche ad argomenti preselezionati di attualità, lyfestile, sport, viaggi, come un grande almanacco istantaneo che ci tiene costantemente al centro delle nostre attività preferite. Questo si può dire sia il fulcro della nuova interfaccia HTC Sense 5, un'esperienza che vuole avere ben poco a che fare con scelte, opzioni e le innumerevoli possibilità che a volte disorientano l'utente in un normale smartdevice, e che invece desidera focalizzare l'attenzione sui contenuti e la condivisione, sulla qualità dei servizi e sull'eleganza d'essere semplice. Scorrendo tra gli altri pannelli delle canvas e i menu ogni elemento è estremamente formale, perlomeno nell'impostazione di default, ma stranamente su questo modello manca la personalizzazione dei profili dell'interfaccia per scambiare rapidamente sfondi e widget, e c'è solamente la possibilità di modificare l'aspetto della lock screen con alcuni widget utili, un'ulteriore prova dell'inclinazione business assunta dal terminale, con poche informazioni a schermo, solo quelle strettamente necessarie. Bisogna considerare però che delle volte l'eccessiva purificazione dei sottomenu aveva portato a delle omissioni nella lista dei programmi e dei comandi alquanto opinabili prima dell'aggiornamento alla versione 4.2.2 di Android. La più ingravescente era proprio la già citata mancanza del tasto opzione capacitivo, che solamente di rado e per poche applicazioni poteva essere sostituito dalla pressione continua del tasto indietro. Nella maggior parte dei casi esso invece veniva visualizzato in alto sullo schermo, tra gli altri pochi comandi virtuali dei programmi, oppure in basso sul display, su una fascia scura abbastanza spessa che sottraeva oltretutto dei pixel alla risoluzione orizzontale che diventa così 1776x1080. Lo scopo sarebbe stato quello di rendere l'utilizzo del telefono maggiormente spostato nella fascia alta, tra i comandi in app, senza dover ricorrere spesso ai tasti capacitivi per non stendere costantemente il pollice, seguendo il volere di Google, ma purtroppo questa pratica è ancora semplicemente inevitabile e diventa alquanto scomoda su un telefono di quasi 5"; allora vedere due tasti indietro, uno virtuale sopra, e l'altro fisico sotto, con le opzioni spostate sull'altro versante e il tasto home all'altro angolo ancora, potrebbe anche infastidire qualcuno, che sarebbe portato a scegliere il più conservativo layout dei tasti del Samsung Galaxy. Con il nuovo aggiornamento però è stato possibile modificare la stramba impostazione attivando la pressione prolungata anche sul tasto home per richiamare le opzioni, e far scorrere il dito dal tasto home verso l'alto per passare a Google Now. Altra strana soluzione è la disposizione dei comandi virtuali nel cassetto delle applicazioni (il drawer) nel quale per riordinare o ricercare le app bisogna necessariamente tornare in alto nella colonna delle icone per rivelare i tasti di ricerca, acquisto rapido su Play Store e finalmente il tasto opzione, altrimenti inutilizzabili: con la pressione continua del tasto fisico indietro o home infatti, si ritorna semplicemente alla homescreen precedente. L'ultimo aggiornamento alla versione 4.2.2 di Android ha per fortuna anche arginato altri spiacevoli bug che altrimenti rischiavano di compromettere seriamente il nostro giudizio finale durante i primi giorni di prova. Ora, infatti, anche HTC One possiede delle shortcuts nel menu delle notifiche, ribaltabile in nuovo pannello di controllo tramite il tasto che prima richiamava semplicemente le opzioni, oppure estraibili direttamente dalla tendina scorrendo due dita dall'alto verso il basso e le home screens possono essere finalmente spostate e riordinate dal classico menu ad anteprima che si attiva anche con il pinch to zoom. E' da ritenersi meno importante la mancanza di un archivio per la gestione file o della voce per le opzioni per lo sviluppatore, aspetti sempre comunque in linea con la necessità di rendere accessibile il terminale a chiunque e oltretutto agilmente rimpiazzabili con altre app del Play Store, come l'ottima ASTRO File Manager o eludibili con semplici trick da scoprire ( da Impostazioni --> Informazioni --> Informazioni software --> Altro, 5 tap consecutivi sulla voce Numero build per riattivare le opzioni dello sviluppatore). Ravvisiamo in ogni caso qualche lieve calo nel frame rate delle animazioni, piuttosto basilari a onor del vero, una questione che riteniamo legata più che altro all'ancora acerba versione del launcher.

Qualche limatura in più

Con un sistema operativo abbastanza libero da concedere una profonda personalizzazione del terminale, anche se il costruttore non dovesse averne prevista la possibilità e se la nuova interfaccia HTC Sense 5 non dovesse essere di nostro gradimento, ciò non costituirebbe mai un vero deterrente all'acquisto di HTC One. Questo smartphone è a suo modo un gioiello, e sa svolgere ogni compito nel migliore dei modi, pur mostrandosi all'interno più austero e meno accattivante delle altre proposte oggi in vetrina. Se questo sia un pregio o un difetto, sarete sempre voi a stabilirlo, noi invece ne attestiamo l'assoluta efficienza a riguardo di ogni comparto tecnico e pratico. Il telefono, si alterna all'elenco chiamate e alla rubrica con il comodo slide laterale, l'audio in chiamata è davvero ottimo, sicuramente grazie alla regolazione automatica del volume che rileva i rumori di fondo ambientali con la tecnologia Sense Voice e inoltre i microfoni molto performanti insieme al design allungato, ci danno l'impressione di conversare da una vera cornetta, (tipo quelle anni 80), con un suono caldo, presa sicura, e distante anni luce dai gli ultimi "schiaffoni" di plastica della generazione smartphone attuale. Avendo tanto elogiato la stessa caratteristica per il più piccolo One SV, non possiamo fare a meno di osservare quanto la tastiera virtuale su questo modello non possieda un sistema predittivo altrettanto valido. Alle volte difatti tende ad essere impreciso e troppo invasivo con le correzioni, reticente nel memorizzare i vocaboli e visivamente ambiguo nel trasmettere suggerimenti. Abbiamo per giunta riscontrato un bug nell'applicazione Polaris Office che non consentiva di inserire una minuscola prima dell'apostrofo e ingrandire al massimo il testo durante la digitazione. La ricezione telefonica è ottima, ma non eccezionale: altri telefoni in qualche caso hanno mostrato maggiore sensibilità. L'HSDPA è molto veloce con il Flash Player attivo, e il browser riadatta anche in tempo reale il testo delle pagine web, nonostante la risoluzione Full HD dello schermo ne rallentino la riformattazione rispetto a quanto visto su One SV. La casella email è ordinata e puntuale, come ci si aspetterebbe da un terminale di questa fascia, con in più un'adeguata disposizione dei comandi e delle caselle di posta, gestibili direttamente dalle opzioni in alto a sinistra. Non possiamo dire che il telefono non si sia mai bloccato: una volta si è riavviato da solo senza preavviso e in un'altra si è bloccato anche il launcher. L'autonomia non dispiace ma nemmeno entusiasma: se lo si utilizza spesso, si tiene sempre attivo il traffico dati, e soprattutto si scattano alcune foto, non si arriva a sera inoltrata.

“High Tech Computer”

Se è allo svago e all'intrattenimento che un top smartphone vi fa pensare, HTC One non potrà certo deludere le vostre aspettative. Le dotazioni hardware e software di questo modello possono effettivamente offrire qualcosa in più e stupire l'utente con accorgimenti che sino a qualche anno fa non erano previsti nemmeno su PC. La modalità di ripresa intelligente HTC Zoe ci ha davvero colpiti, sia per la qualità di elaborazione digitale delle immagini e filmati, che vengono processati in pochi secondi dopo la ripresa e automaticamente archiviati in album ed eventi, sia per la facilità con la quale anche i momenti estemporanei della nostra vita, finanche quelli insensati e mal registrati, possano trasformarsi in arte in movimento, con montaggi e musiche assai indovinati. Un esempio lampante è avvenuto durante una ripresa di due soggetti in altalena. Gli spezzoni di filmato sono stati alternati automaticamente con altre foto inerenti allo stesso evento tra primi piani, zoom, panning, stop frame, con musica alla Rolling Stones e un finale del video highlight, finito per errore in galleria, che lasciava intravedere le altalene vuote ancora in movimento. Molti sono i temi visivi e musicali tra cui scegliere per la personalizzazione, ma sicuramente l'avere sempre a disposizione un regista segreto che ci monta al volo il meglio della giornata è semplicemente fantastico. Fotografare in un istante con la modalità Zoe e riportare un filmato di 3 secondi insieme allo scatto, per ricordarne anche l'atmosfera sonora, può essere molto emozionante, nonostante in questo caso la messa a fuoco non risulti sempre eccezionale; in alternativa per i più creativi si possono sempre aggiungere altri filtri ed effetti alla modalità classica, con ovviamente cambio in scena notturna e HDR. In generale, le fotografie godono di grande uniformità per ogni circostanza, un'ottima resa delle scene scure in particolare, sfruttando un sensore con pixel a dimensione doppia, ma purtroppo si riscontrano perdita di dettaglio fine e una resa alquanto plasticosa degli incarnati, per i quali è sconsigliato l'utilizzo della correzione antilucido per non appiattire troppo i volti. Più efficace che su altri telefoni la front facing camera, attivabile scorrendo con il dito da destra verso sinistra nell'app della fotocamera, impreziosita da un campo visivo maggiorato e con meno deformazioni ottiche. Per ciò che concerne la fruizione di contenuti multimediali direttamente da terminale, non si può che omaggiare l'ottimo lavoro svolto sullo schermo e l'impianto audio, entrambi tra i migliori sulla scena, specialmente l'ultimo. Lo schermo è un Super IPS LCD di terza generazione, e i neri possiamo dire che incomincino a insidiare seriamente il territorio invalicabile dei Super Amoled, per quanto non sia ancora stato possibile creare il buio assoluto, che rimane lievemente velato su questo modello, e per come la luminosità massima non possa venirci incontro sotto i raggi diretti del sole. Ma la tridimensionalità del quadro c'è ed è davvero naturale, senza ricorrere ad artefatti visivi nell'esaltazione del gamma, tipica dei prodotti coreani. L'impianto audio è molto avvolgente anche senza l'impiego di cuffie e si gode subito di una sorprendente definizione in particolar modo con film e videogiochi, anche se ci saremmo aspettati pure maggiore potenza nell'ascolto musicale. Interessante è notare come finalmente su uno smartphone di fascia alta siano stati introdotti dei video plugin per il lettore audio, con effetti di scena tridimensionali.
Potrebbe rivelarsi molto utile anche l'applicazione integrata TV, una comoda guida ai programmi in onda che si sintonizza direttamente con il proprio decoder o televisore di qualsiasi marca o gestore, per prenderne il controllo attraverso il trasmettitore a infrarossi posto sotto al tasto accensione, che trasforma HTC One in un sofisticato telecomando. Per l'ambito gaming, purtroppo ancora poco lavoro è stato svolto dagli sviluppatori per il nuovo processore Qualcomm, e infatti le prestazioni non si discostano di molto da quelle dei device dell'anno scorso. N.O.V.A. 3, Wild Blood o Pitfall non sorprendono nel frame rate, così come Real Racing 3, dove la risoluzione Full HD dello schermo sacrifica parte della fluidità e dell'anti alias, introducendo tante scalette sui profili dei poligoni. Un'eccezione la fanno i titoli SEGA, con Virtua Tennis che mostra esplicitamente il logo Snapdragon durante il primo caricamento, e con Crazy Taxi che corre molto più disinvolto degli altri, pur non raggiungendo esattamente i 60fps della leggendaria versione Dreamcast. Si riscontrano poi incompatibilità con Jet Set Radio ed errori di rendering delle esplosioni in After Burner Climax. La GPU Adreno 320 non si è riscattata neppure con l'emulazione più spinta dei titoli PSX e arcade, mostrando anche qui evidenti cali di frame rate e nessuna apprezzabile evoluzione rispetto al passato. Trattasi o meno di ottimizzazione, la GPU Mali 400 di due anni fa ci aveva sorpreso tanto di più su processore Samsung Exynos e per adesso la scelta migliore per il videogiocatore più esigente resta iOS e suoi chip Imagination Technologies, almeno in attesa di provare da vicino un dispositivo a base Nvidia Tegra 4.

HTC One 2013 HTC One è tra i più costosi androidi del momento, ma anche il più raffinato e tecnicamente valido. Si pone a confronto con terminali che promettono performance e caratteristiche persino più invitanti, e si tratterà sempre di scegliere ciò che è meglio per se. Il software HTC Sense 5 garantisce una solida interfaccia e buona stabilità di sistema, a patto di rinunciare a molte delle feature che oramai affollano il rivale Galaxy S4. Per alcuni molte delle ultime implementazioni Samsung non valgono certo l’acquisto di un nuovo terminale e forse sono di più la semplicità e l’esclusività del prodotto a imprimersi sull’acquirente. Fermo restando che nemmeno questo HTC One ci ha stregato come previsto, senza giustificare grandi performance e innovazione al prezzo indicato oltre le 600 Euro, apprezziamo parecchio la svolta user friendly di questo ultimo top di gamma, perché è proprio questa la direzione da imboccare anche per lo scalmanato ambiente Android. A livello telefonico, business e multimediale siamo difronte a un ottimo prodotto, anche sorprendente per la verve della modalità di ripresa video HTC Zoe, ma l’obiettivo che la taiwanese si sta prefissando One, rendere la Google experience più semplice e intuitiva, anche al rischio di snaturarla, deve inevitabilmente scontrarsi con chi della semplicità ed efficienza ha fatto il proprio cavallo di battaglia: Nokia e Windows Phone. Un'accoppiata vincente che, anche se non del tutto pronta a soddisfare i prouser con un immenso market d’applicativi e processori stratosferici, riesce meglio nell'intento di ricercare un’esperienza più immediata e qualitativamente avanzata, con vette d’eccellenza su più fronti che in questo caso abbiamo fatto fatica ad osservare.

7.8