Recensione LG Optimus G

LG E975 Optimus G è uno smartphone che piace parecchio sia a primo sguardo che in prova, sopratutto una volta preso contatto con le sue innumerevoli funzionalità.

Recensione LG Optimus G
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Optimus G E975 è l’ultimo top smartphone LG ad aver raggiunto il mercato statunitense, giapponese e coreano, nell’ultimo quarto del 2012, seguendo poi la tappa italiana lo scorso mese di Marzo, con il prezzo al pubblico prefissato su 599 Euro. Come sempre LG promette faville in anticipo rispetto alla concorrenza e impiega per prima su Optimus G il chip Snapdragon S4 Pro, una revisione del già buon ARM9 S4 provato nella scorsa generazione di dispositivi, il quale risulta esso stesso un primo assaggio dei chip ad architettura Krait che verranno, per gli accorgimenti sulle memorie, efficienza energetica e GPU destinati agli ARM15. Di Optimus G comunque si riconosce già il package, con il cartoncino in trama bianca lucida e il taglio color metallo al centro, che intrigano parecchio visivamente. A dare nell’occhio c’è poi la grande G maiuscola stampata sul frontalino dell’imballo con tratto argenteo, alla quale si possono afferire una marea di significati e valenze polifunzionali, che delineano sobriamente il carattere multiforme del nuovo gioiello Lacky Goldstar, con grinta, molta grazia, e fondamentalmente, con l’irrinunciabile tempra Google.

Dentro al cofanetto

Optimus G al primo contatto ci ha ricordato molto da vicino lo stupendo Optimus Black ricevuto in prova 2 anni fa, quando LG stava ridefinendo il proprio concetto di mobile business e di controllo della qualità. E975 è forse il risultato di un percorso incominciato proprio da quel fortunato esemplare, che seppe offrire un’ergonomia, un design e performance al massimo dell’espressione per l’hardware del tempo. Purtroppo le linee principali dell’Optimus G riprendono troppo da vicino quelle del Galaxy S II di Samsung per essere annoverate tra le migliori forme del 2012/2013 , ma almeno sono state apportate le dovute migliorie allo spessore, che non presenta ispessimenti sul retro, per la texture posteriore che presenta un esclusiva finitura a cristalli riflettenti, e ai bordi o al bezel, arricchiti dalla sottilissima banda cromata e dalle dimensioni ridotte ai minimi termini dalle nuove tecnologie d’assemblaggio del display. Quest’ultimo, costituisce un innegabile vanto e un grande punto d’arrivo per la tecnologia LCD, che ha raggiunto un incredibile uniformità con il True HD IPS plus in rapporto alle dimensioni dei 4.7”, e che ha guadagnato tonalità cromatiche molto più convincenti nelle immagini ad alto contrasto, aggiungendovi un effetto sharpness di default che potrebbe ingannare anche sulla portata della risoluzione, che invece è rimasta nello standard 1280x768 pixel. Mancano purtroppo dei settaggi per le modalità del gamma, come quelli ad esempio mostrati da tutti i recenti Samsung Galaxy, e questo denota una certa sicurezza da parte del costruttore per ciò che concerne la resa visiva, però dobbiamo lamentare un’errata calibrazione della luminosità automatica che ci ha costretto a mantenere i livelli ben più alti della norma per preservare la leggibilità al buio, e stranamente non sotto il sole. Il vetro è un Corning Gorilla Glass 2 trattato affinché lo schermo da spento risulti indistinguibilmente nero rispetto al resto della cornice, un elemento questo d’indiscutibile eleganza a primo sguardo, e per di più la sensibilità del touchscreen è stata finalmente ritoccata grazie all’abolizione di uno strato d’interstizio tra i livelli, come suggerisce anche la dicitura Zerogap Touch. Sul retro la fotocamera da 13 Megapixel con sensore retroilluminato BSI e flash LED, sporge lievemente dal corpo telefono, il quale si dimostra solidissimo al contatto per via della batteria da 2100mAh non removibile, ma anche non perfettamente bilanciato: sarà meglio quindi dotarsi di una cover che avvolga l’obiettivo della camera e che protegga efficacemente gli spigoli. Sul fronte non si distinguono tasti fisici, mentre compaiono allo sfioramento solamente i 3 tasti capacitivi Android con disposizione invertita di indietro e opzione rispetto ai Samsung Galaxy; la front facing camera è da 1 Megapixel e gli unici pulsanti palpabili sui bordi del telefono sono il controllo per il volume e il tasto blocco/spegnimento. Sul bordo superiore c’è il jack da 3.5mm per le cuffie in dotazione, le Premium QuadBeat con laccio sottile anti intreccio e originale sistema a doppia ventosa per le capsule in-ear.

Bella interfaccia

Si accede alla UI di Optimus G attraverso un’animazione di sblocco a goccia d’acqua, davvero fluida e coinvolgente, che mostra tutti i benefici del passaggio ad Android 4.1.2 Jelly Bean e degli shader avanzati della GPU Adreno 320. I temi, i profili dei widget e la grafica dei menu sono davvero ben fatte, nonostante le icone paiono una copia sbiadita di quelle della famiglia Galaxy. Tendenzialmente si ricerca sempre il dettaglio anche dove non serve, proprio per esaltare la magnificenza del display. Sulle bande cromate di alcuni widget o nella maschera del lettore musicale e dell’app Notebook, si apprezzano le migliori accortezze stilistiche a inclinazione metallica o lignea, a seconda dell’ambito d’utilizzo, benché molte di queste proseguano sulla falsa riga della concorrenza o vengano spudoratamente scopiazzate da S-Note dei Galaxy Note. Le animazioni nelle canvas, come quella a sportello che si apre quando vogliamo rimuovere dal desktop qualche applicazione, sono di quelle che strappano un sorriso per l’immediatezza con la quale si risolvono, come pure la possibilità di personalizzare le icone con immagini della galleria sfiorando il cerchietto del pennello, sebbene queste caratteristiche siano considerate oramai dei cliché tra i launcher alternativi disponibili sul Play Store. Il menu delle notifiche è invece tra quelli meglio congeniati tra l’intero panorama Android. Prima di tutto il centro notifiche distingue i dowload in background dai download in app con una lista lievemente sfalsata. Poi le bande di comando primarie sono personalizzabili nell’ordine dei tasselli sfruttando l’apposita icona di modifica posta in fondo alla fila. Una completissima rosa di shortcuts occupa la prima posizione dall’alto, dove spiccano la modalità eco per l’ottimizzazione della CPU quad-core e l’opzione Sync per bloccare la sincronizzazione dei programmi senza rinunciare al traffico dati. Al di sotto di questi spunta invece la banda delle Qslide Apps, dei programmi volanti tipo calendario, appunti, video, browser e calcolatrice, che possono sovrapporsi a qualsiasi altra schermata o applicazione in uso, fino a un massimo di due finestre per volta. Esse sono ridimensionabili a piacimento come già visto nel pop up view dei Samsung Galaxy, ma questa volta su Optimus G, sono anche visualizzabili in trasparenza sullo sfondo, in maniera da non ostacolare l’uso degli altri programmi quando non ci servono.

Professionale e seducente

Il parco applicativi e le funzionalità implementate su E975 Optimus G sono completi riguardo a quasi ogni competenza smartphone, che viene a loro modo espansa tramite nuovi accorgimenti, senza stravolgere l’offerta mobile odierna. La modalità Quick Memo è un esempio di come le soluzioni introdotte da altri produttori possano essere assimilate e reinterpretate per apportarvi delle migliorie. Nel caso dei Samsung Galaxy, è appunto possibile catturare uno screenshot in qualsiasi momento con una gesture variabile a seconda del modello di device, e poi editare la schermata con annotazioni e dettagli da condividere attraverso i vari canali e applicazioni. Su un Optimus G, come accadeva anche per lo squadrato Optimus Vu, il primo rivale di Galaxy Note, se vogliamo la suddetta operazione si compie in meno tempo, perché basta premere nella tendina delle notifiche il tasto QuickMemo per passare direttamente alla modalità di modifica della schermata, con la barra degli strumenti che scende dall’alto. Si possono usare i pennelli, alternare lo sfondo delle applicazioni con quello della nota, e si può anche limitare l’area d’interesse solamente nascondendo la barra di comando, senza quindi effettuare un ritaglio. Queste funzioni sono un buono spunto per la creatività degli sviluppatori, così come lo è la messa in trasparenza delle Qapp attraverso la funzione QSlide, per godere del massimo del multitasking, senza che le varie finestre ci siano d’intralcio in alcun modo mentre scriviamo una nota e guardiamo un video su internet. Alla stessa maniera la modalità Dual Screen Dual Play estende le possibilità di condivisione ad altri dispositivi Wi-Fi come le SmartTV, permettendoci di guardare sul monitor più grande il filmato preferito e, allo stesso tempo, di continuare a chattare con i nostri amici dallo schermo di Optimus G. Continuando, il task manager è facilmente raggiungibile tenendo premuto il tasto home per liberare in una sola azione memoria RAM, oppure si può ricorrere all’app diretta del drawer, dove si rintracciano anche il file manager e gestisci applicazioni, che svolgono adeguatamente il loro servizio. In generale il sistema offre sempre ottime prestazioni ed alta usabilità, senza mostrare rallentamenti o blocchi, per un’esperienza d’impiego molto appagante e sofisticata. L’unico vero neo appare forse quando si considera la breve durata della carica, che stranamente, in barba alle buone tecnologie impiegate dal display e dal processore, non riesce a offrirci una giornata piena di lavoro e se non si è preparati, dal mattino fino alla metà del pomeriggio la batteria da 2100mAh avrà già dato forfait. E’ da notare però quanto la memoria RAM occupata costantemente dal sistema sia in media più alta rispetto alla concorrenza, non scendendo mai oltre il GB anche quando si libera completamente il task manager; inoltre, la correzione della luminosità automatica eccessivamente parsimoniosa, costringe a tenere lo schermo a più alto regime per non affaticare la vista: queste sono alcune delle problematiche che nuocciono all’autonomia. La ricezione telefonica è di per se buona, ma l’antenna non è evidentemente così potente quanto quella di altri dispositivi in commercio, avendo rivelato dei fuori campo rispetto a un Galaxy Note, un BlackBarry e un iPhone 5, operanti nella stessa zona dal medesimo gestore. Anche le velocità di rendering delle pagine web sul browser stock non è sempre un fulmine, sempre però tenendo a mente i dati di riferimento degli altri top smartphone, perché in definitiva si parla oramai di scarti infinitesimali; l’applicazione email, invece, carica molto bene le immagini nel corpo della casella, anche ad alta risoluzione. Si tratta quindi solo di raffinare al meglio il software preinstalato, che comunque constatiamo essere già a buon punto.

Quanto basta per sorprendere

Nemmeno sotto il profilo multimediale si può dire Optimus G scenda a compromessi, perché in effetti il sensore da 13 Megapixel della fotocamera insieme all’elaborazione grafica della GPU Adreno 320 e alle svariate opportunità di applicazione delle stesse, non fanno rimpiangere praticamente nulla. Più di tutto forse colpisce la reale solidità del sistema, che definitivamente non fatica più nel gestire implementazioni hardware e software d’alto livello, per garantire vera sostanza all’intero pacchetto e non più solamente diciture; una vera promessa per l’ambiente Android tanto pasticciato in passato. I benchmark grafici ci dicono che Optimus G se la cava molto bene rispetto ai Cortex A9 della precedente generazione. L’architettura Krait in pratica dà spazio nella corrente gen anche ai quad-core a minore efficienza energetica, benchè le differenze rispetto a una CPU Krait 300 e processo produttivo a 28nm si possano indubbiamente notare nella stima di durata della batteria. Per ciò che concerne la fotocamera, abbiamo notato un’ottima effetto di rimozione del rumore nelle scene a basa luminosità e una grande fluidità dei panning orizzontali nei video a 1080p. Forse alle volte si ha la sensazione che manchi un po’ di dettaglio negli zoom più esasperati, ma è solo perché ci dicono sia 13 Megapixel. L’HDR poi rallenta un po’ troppo lo scatto, ma i risultati sono davvero buoni e molto naturali. Ci sono inoltre molte opzioni di scatto e di ripresa, anche se la maggior parte di queste, come per gli altri top smartphone esaminati sino a oggi, potrebbero essere tranquillamente omesse, giacche modalità come la Time Catch Shot se venissero impiegate per fotografare azioni in movimento, come suggerisce lo spot pubblicitario, per antinomia produrrebbero “the worst in one single shot”. Abbastanza buona la resa in ambito gaiming, dove la stragrande maggioranza dei giochi disponibili su Play Store viene riprodotta a framerate costante, mai sotto i 30fps, qualche volta solo con evidenti compromessi nella definizione delle texture e nell’effettistica particellare: probabilmente i developer non hanno ancora ottimizzato per Adreno 320, specialmente Gameloft che forse con i suoi titoli non poi così recenti come Wild Blood e The Amazing Spiderman, sta battendo proprio la fiacca su questo aspetto. Decisamente meglio invece con Real Racing 3, dove però qualche frame si perde ancora, e con i benchmark grafici più complessi quali 3D Mark ed Epic Citadel, con i quali la potenza della nuova GPU Adreno viene finalmente dispiegata. Non è ancora pienamente soddisfacente invece il supporto ai principali emulatori console per Android.

LG Optimus G LG E975 Optimus G è uno smartphone che piace parecchio sia a primo sguardo, che in prova, una volta preso contatto con le sue innumerevoli funzionalità. Non si blocca mai e le applicazioni, salvo qualche saltuario imprevisto, funzionano sempre alla perfezione, come fanno d'altronde anche la scattante interfaccia utente e il multitasking in chiave trasparente, con il QSlide. Quest’ultima possibilità è forse la più grande miglioria introdotta da LG dopo il multiview dei Samsugn Galaxy in ambiente Android, un motivo un po’ più concreto per dotarsi di un quadperforad alte performance, ammesso che le idee da cavare dal cilindro per la prossima generazione di telefoni debbano essere assai più consistenti per l’utente finale. Una pagella di tutto rispetto quindi quella di Optius G, che viene solo macchiata forse dalle pessime strategie di marketing e di messa sul mercato, iniziate in Italia piuttosto tardivamente rispetto al resto del mondo e più che altro, rispetto alla concorrenza già pronta a intervenire con device a CPU Qualcomm Krait 300, ad architettura ARM15, per soli 100 Euro in più.

7.5