Nel corso dell’evento di presentazione del 22 ottobre Apple ha annunciato il rilascio immediato di OS X Mavericks, nuova versione del sistema operativo per MacBook e iMac che arriva a poco meno di due anni di distanza da Mountain Lion. La casa di Cupertino ha aggiunto più di 200 nuove funzioni (alcune derivate direttamente da iOS), oltre ad aver ritoccato l’interfaccia e modificato massicciamente l’engine per renderlo più performante, con caratteristiche specifiche e ottimizzate per i portatili della linea MacBook.
Forse OS X Mavericks è il primo passo di un’evoluzione che porterà alla nascita di un sistema operativo unico per Mac e iDevice (ipotesi finora sempre negata dalla dirigenza Apple), ma siamo ancora lontani da questo traguardo. La nuova piattaforma eredita però caratteristiche e app viste fino ad ora solo su iPhone, iPod Touch e iPad (come iBooks e le Mappe, o il centro notifiche evoluto) e le suite di produttività iWorks e iLife sono state aggiornate per avvicinarsi nel look e nell'utilizzo a quanto disponibile su iPad.
Mac OS X Mavericks è scaricabile gratuitamente dal Mac App Store; il file pesa 4,39 GB e l’installazione richiede dai 20 ai 50 minuti, a seconda dell’hardware in proprio possesso. Il sistema è compatibile in sostanza con tutti i computer Apple (portatili e non) prodotti dal 2007 a oggi, anche se è bene riflettere attentamente prima di installarlo su macchine datate, per evitare problemi di stabilità e rallentamenti che potrebbero danneggiare l’esperienza complessiva di utilizzo.
Le novità di OS X Mavericks
Una volta terminato il processo d’installazione sembra di trovarsi di fronte al “solito” Mac OS e, in effetti, le novità estetiche non sono molte. Apple non ha adottato lo stile minimale che contraddistingue iOS 7, anche se in questo caso c’è da dire che la casa di Cupertino non sembra avere le idee molto chiare. Alcuni software sono aggiornati anche a livello grafico (Calendario, Note e Safari per citarne alcuni), mentre altri non hanno subito modifiche estetiche di sorta (come Messaggi, Promemoria e Calcolatrice). Una scelta strana che dimostra ancora una volta la fase “embrionale” di Mavericks: sistema operativo di transizione in attesa di un rinnovamento totale, forse ritenuto ancora prematuro dai vertici della società.
Qualche piacevole sprazzo di colore si nota nel pannello Preferenze di Sistema, con icone visibilmente più grandi e colorate, piccoli ritocchi estetici che fanno sicuramente piacere. Chi usa Mac OS da anni si troverà di fronte alla solita GUI conosciuta e apprezzata, al tempo stesso i nuovi utenti non avranno problemi ad abituarsi all’interfaccia di Mavericks, semplice e intuitiva. La schermata di login dell’utente è stata modificata e si presenta ora con uno stile più moderno e meno spigoloso, che dice addio alla texture del background per adottare un semplice sfondo grigio. Il dock delle applicazioni non ha subito ritocchi di sorta ed anche le animazioni per le icone sono le stesse a cui siamo abituati da anni.
Se a livello estetico le migliorie sono minime, lo stesso non si può dire del “motore”: sotto il cofano di Mavericks ci sono molte novità. Partiamo dalla gestione dei processi di sistema ottimizzati per i computer portatili: grazie alla tecnologia App Nap,Mavericks è in grado di congelare il funzionamento di alcuni software quando non vengono utilizzati, in modo da risparmiare batteria e far durare la carica più a lungo. Da segnalare l'implementazione di una nuova tecnologia video che permette di riprodurre filmati HD con un consumo minore.
Leggendo quanto scritto sopra, molti resteranno scettici, ma dopo aver testato l’OS su un MacBook Air (giugno 2013) possiamo confermare che Apple non ha mentito. L’autonomia del portatile aumenta in maniera esponenziale, si guadagnano mediamente circa tre ore di autonomia aggiuntiva, risultato decisamente notevole per un semplice update software. Anche sui MacBook Pro la situazione è analoga, con un incremento prestazionale leggermente inferiore (2 ore di autonomia extra, in media) ma ugualmente sorprendente.
Il sistema è fluido e scattante sui terminali più recenti; attenzione però: come accennato in apertura, Apple garantisce la compatibilità con tutti gli iMac e MacBook usciti dal 2007 in poi, ma installare Mavericks su computer prodotti prima del 2010/2011 vuol dire ritrovarsi davanti ad un sistema lento e poco reattivo, con operazioni banali (come l’apertura di un documento di testo o la riproduzione di un video) che richiedono fino a un minuto (e in alcuni casi anche oltre) per essere portate a termine. Pensateci bene quindi prima di procedere con il download e successiva installazione. Non spaventatevi se inizialmente notate grossi rallentamenti ed una durata della batteria persino inferiore, il sistema inizialmente deve indicizzare tutti i file presenti nel disco fisso, operazione che impegna pesantemente RAM e CPU.
Le tecnologie alla base di Mavericks ottimizzano il consumo della memoria e liberano preziosa RAM “bloccata” (in uso magari da programmi in background) garantendo quindi le migliori prestazioni possibili, purtroppo su macchine con poca memoria e processori lenti si può fare ben poco e i miglioramenti sono appena percepibili. Il sistema operativo Apple si distingue inoltre per l’enorme offerta di applicazioni preinstallate, alcune del tutto nuove (Mappe e iBooks), altre totalmente rinnovate (Calendario, Safari, Centro Notifiche). Anche il Finder è stato riprogettato con l’implementazione di tag e pannelli, opzioni che consentono di organizzare e gestire meglio i propri file.
Ecco la lista dei modelli supportati ufficialmente diffusa da Apple:
- iMac (2007/2013)
- MacBook fine 2008 (solo per i modelli in alluminio), inizio 2009 e successivi.
- MacBook Pro 13 pollici metà 2009 e successivi
- MacBook Pro 15 pollici metà 2007 e successivi
- MacBook Air fine 2008 e successivi
- Mac Mini, inizio 2009 o più recenti
- Mac Pro, inizio 2008 o più recenti
- Xserve, inizio 2009 o versioni più recenti
Novità: analizziamole nel dettaglio
Safari
Il tanto criticato browser Apple si rinnova e giunge alla versione 7.0 con molte novità estetiche ma soprattutto funzionali. Il nuovo engine lo rende più stabile che performante, grazie ad una gestione migliorata dei task che apre per ogni tab un processo separato. Se un sito manda in crash, safari blocca quel processo specifico ma non blocca il resto del browser, esattamente come accade in Chrome.
I messaggi di errore si sono ridotti al lumicino, e se il caricamento delle pagine è concretamente più reattivo, c'è da sottolineare un leggero rallentamento nel rendering delle pagine, che durante gli scroll più veloci mostrano prima la pagina nera, e poi il contenuto renderizzato.
Tra le nuove funzionalità da segnalare la presenza di un pannello attività per gestire il comportamento di ogni singola scheda. Anche la sicurezza è aumentata ed è possibile decidere il comportamento dei vari plugin nei singoli siti, in modo da ottimizzare le performance e risparmiare energia.
La sezione “Top Sites” ha subito un notevole miglioramento: all’apertura del browser viene subito visualizzata la schermata con i siti più visitati al centro (mostrati sotto forma di anteprime); presente una barra laterale che include i Preferiti, Elenco Lettura e una funzione denominata Link Condivisi, per tenere sempre sotto controllo i collegamenti condivisi sui nostri profili social.
A livello estetico, si segnala il ritorno del tasto “+” posto ora a sinistra, parte integrante della barra degli indirizzi. Premendo questo pulsante si aggiungono siti e pagine all’Elenco Lettura, per consultarli poi in un secondo tempo.
Safari 7 presenta molte innovazioni, sicuramente un notevole passo avanti rispetto alle precedenti versioni, non proprio amatissime dagli utenti Apple. Unico difetto riscontrato è la presenza di un effetto aliasing troppo marcato con caratteri di piccole dimensioni. In questo caso la visualizzazione non è ottimale e la lettura dei testi è quasi fastidiosa.
Centro Notifiche
Il Centro Notifiche introdotto con Mountain Lion è sempre stato molto apprezzato da una buona parte dell’utenza Apple, e con Mavericks quest'utile applicazione cresce ancora, diventando più raffinata e “intelligente”, interamente personalizzabile in base alle proprie esigenze.
La grande barra (a scomparsa) sulla parte destra dello schermo non può essere rimossa in alcun modo, diventando così parte integrante dell’OS. Dal menu Notifiche nelle Preferenze di Sistema è possibile autorizzare i programmi autorizzati a inviare notifiche, scegliere lo stile grafico delle stesse e persino decidere se attivare le segnalazioni solo in una determinata fascia oraria (ad esempio durante le ore di lavoro).
La lista dei programmi supportati dal Centro Notifiche è molto vasta e include software come Calendario, Mail, FaceTime, Messaggi, Game Center, Skype, iTunes e molti altri. Una funzione interessante riguarda le app social e di messaggistica; in questo caso possiamo rispondere direttamente ai messaggi dal pop-up di segnalazione, senza bisogno di aprire il browser o di passare ad altri programmi. Molto comodo, anche se purtroppo questa caratteristica è per ora limitata solamente a pochi software (Adium, ad esempio, non è supportato, così come molti client di terze parti per Facebook e Twitter).
Come detto poco sopra, non è possibile disattivare il centro notifiche ma la funzione Non Disturbare permette di nascondere la segnalazione grafica e sonora, bloccando, di fatto, la ricezione degli avvisi permanentemente o solo in determinate ore del giorno.
Portachiavi iCloud
Portachiavi iCloud è una funzione che ha fatto il suo debutto nel recente iOS 7.0.3 e permette di memorizzare e sincronizzare password personali tra Mac, iPhone e iPad. Ogni volta che saremo chiamati a inserire password e dati della carta di credito in un modulo web, il portachiavi salverà tutto (a patto di aver autorizzato l’operazione) per poter richiamare le informazioni al momento del bisogno. Non sarà quindi più necessario ricordare codici d’accesso complessi, poiché Portachiavi iCloud sincronizza queste preziose informazioni su tutti gli iDevice in nostro possesso. Molti ritengono questa possibilità troppo pericolosa per la privacy degli utenti, ma il sistema è assolutamente sicuro e come ulteriore protezione è possibile impostare un numero di telefono per ricevere SMS in caso di sospetto utilizzo non autorizzato dei dati memorizzati nel Portachiavi iCloud.
Calendario
Il sempre utile Calendario è stato ora aggiornato, in modo da essere esteticamente in linea con lo stile di iOS 7, proponendo una grafica a dir poco minimale. Molto migliorata la gestione degli appuntamenti: adesso è possibile ottenere preziose informazioni come la mappa e le previsioni meteo semplicemente inserendo un indirizzo valido.
Il Calendario è più scorrevole e ordinato, con la possibilità di visualizzare la settimana corrente o interi mesi in maniera continua, come in un lungo elenco. Interessante la possibilità di visualizzare le festività nazionali, i giorni festivi sono evidenziati di viola e una piccola etichetta sottolinea l’evento. Questa possibilità, per quanto utilissima, può essere disattivata in qualsiasi momento dal menu Preferenze.
Finder
Due le novità più importanti del Finder: Tag e Pannelli, caratteristiche molto utili per tenere sempre in ordine i propri file e organizzare i documenti nel migliore dei modi. I Pannelli funzionano in maniera simile (per non dire identica) ai tab del browser: in qualsiasi finestra del Finder possiamo aprire nuove schede e organizzare i documenti per tipologia riducendo il disordine. Insomma: mai più decine di cartelle nella stessa directory, finalmente è possibile spostare e organizzare tutto in maniera più metodica e ordinata.
Le possibilità di personalizzazione in questo caso sono molte ed è possibile usare scorciatoie da tastiera (CMD-T per aprire un pannello, CMD-W per chiuderlo, CTRL+TAB per passare tra i vari tab) per rendere tutto più veloce, senza dimenticare la possibilità di rendere autonomi i singoli pannelli e trasformarli, di fatto, in finestre separate.
Per quanto riguarda i Tag, anche questa funzionalità è progettata per mettere ordine nei documenti. Ogni finestra del Finder presenta l’elenco dei Tab nella barra laterale sinistra; con un semplice clic è possibile taggare tutti i documenti di un certo tipo usando etichette colorate. Ad esempio giallo per la musica, verde per i video, rosso per i file di testo; in questo modo sarà possibile riconoscere i documenti a colpo d’occhio.
I Tag sono inoltre perfettamente integrati nelle applicazioni di sistema, ad esempio da TexEdit o iPhoto è possibile salvare i contenuti scegliendo fin da subito un'etichetta adeguata. Questa in realtà non è una funzione nuova ed era già presente nelle vecchie versioni del sistema operativo, ma Apple non l’ha mai spinta in alcun modo e la maggior parte degli utenti ha sempre ignorato questa possibilità.
In OS X Mavericks viene data molta importanza ai Tag e l’inclusione nella colonna laterale di ogni finestra rende tutto più fruibile. E’ comunque possibile ignorare Tag e Pannelli, continuando a salvare i documenti alla “vecchia maniera”.
Mappe
Le Mappe di Apple arrivano anche su OS X, dopo aver debuttato su iOS lo scorso anno, generando non poche polemiche per la loro scarsa accuratezza in confronto alle mappe offerte dalla concorrenza (vedere alla voce Google). Per fortuna, rispetto all’iniziale versione mobile, sono stati fatti notevoli passi avanti, con cartine aggiornate e precise.
L’applicazione è semplice da usare e presenta varie possibilità di visualizzazione come grafica vettoriale, vista 3D e mappe interattive. Interessante la possibilità di visualizzare il traffico attuale su una determinata strada, con utili suggerimenti per evitare le code. La velocità di elaborazione delle mappe in questo caso dipende dalla qualità della connessione internet, il rendering sembra comunque molto buono e le mappe sono fluide e reattive. E’ possibile ingrandire e ridurre qualsiasi punto con una perdita di qualità generalmente minima, sempre a patto di avere una buona connessione.
Dal menu File possiamo esportare i percorsi in PDF oppure condividerli su Facebook e Twitter o ancora inviarli tramite email o iMessage oppure trasferire gli itinerari su iPhone e iPad (tramite AirDrop o posta elettronica) per sfruttare il navigatore vocale. L’integrazione con il Calendario è fondamentale per segnare gli appuntamenti importanti e annotare informazioni utili.
Sicuramente le mappe sono destinate a migliorare ulteriormente, ma già adesso il lavoro svolto può essere considerato assolutamente di alto livello.
iBooks
iBooks è un'app già nota agli utenti iOS, al debutto assoluto su OS X. I libri scaricati su iPhone e iPad saranno riconosciuti anche su Mac, a patto, ovviamente, di accedere con lo stesso account su tutti i dispositivi. Lo store è già ricco di titoli (organizzati per autore, prezzo, genere), ogni acquisto sarà condiviso automaticamente su computer, smartphone e tablet senza successivi costi aggiuntivi.
Il software permette non solo di sfogliare le pagine (anche tenendo aperti più libri in contemporanea) ma anche di ricercare parole o frasi, evidenziare parti del testo, aggiungere note e visualizzare presentazioni interattive, fotografie e video.
Interessante novità, la presenza delle Schede di Studio, utili per creare veri e propri riassunti con i passaggi più importanti dei volumi già letti.
Per gli studenti e per i lettori accaniti, iBooks è l’applicazione definitiva su Mac, uno strumento ben progettato e, semplice da usare e ricco di funzioni.
Schermi Multipli
Il supporto per gli schermi multipli era già presente in Lion e Mountain Lion, anche se decisamente limitato; con OS X 10.9 i miglioramenti sono evidenti e la compatibilità con il doppio display raggiunge ottimi livelli. Adesso è (finalmente) possibile eseguire app a schermo intero su due o più monitor in contemporanea. Il dock e i menu appariranno su tutti i monitor, in questo modo ogni schermo può essere gestito in maniera autonoma e indipendente. Queste nuove possibilità faranno sicuramente la felicità dei professionisti e di tutti quelli che hanno bisogno di visualizzare un gran numero d'informazioni sfruttando più di una superficie.
Risparmio Energia
Fino ad ora abbiamo parlato dei nuovi software e delle (piccole) migliorie grafiche, ma OS X Mavericks è stato rinnovato anche sotto il profilo tecnico. Apple ha spinto l’acceleratore su tecnologie atte a migliorare l’autonomia dei portatili, ottimizzando al massimo le prestazioni. Grazie alla funzionalità chiamata App Nap, il sistema monitora le applicazioni in esecuzione, bloccando la richiesta continua di dati da parte di programmi non in uso, ma comunque allocati nella memoria. Continuiamo con la Memoria Compressa, tecnica che si occupa di comprimere gli elementi aperti recentemente, lanciandoli attivi solamente in caso di effettivo bisogno da parte dei programmi, limitando così l’accesso alla memoria interna. Grazie a questa innovazione l’OS mantiene sempre una discreta quantità di memoria libera, risultando così più veloce e aumentando di conseguenza la durata della batteria su MacBook Pro e MacBook Air.
Ci sono poi altre funzioni (come l’accelerazione via GPU e il Timer Coalescing) sempre progettate per il risparmio energetico, invisibili all’utente ma fondamentali per la reattività del sistema. La sensazione iniziale è che Mavericks debba imparare a conoscere le abitudini dei singoli utenti per adattarsi di conseguenza, dopo qualche giorno di utilizzo, infatti, tutto sembra più veloce rispetto alle fasi immediatamente successive all’installazione.
Mavericks è solo l’inizio di un lungo cammino che porterà probabilmente a una fusione totale tra iOS e OS X: un primo passo concreto verso un futuro ancora migliore, ma un passo che lascia sinceramente soddisfatti. Le migliorie sono tantissime, le nuove applicazioni più che soddisfacenti e i “vecchi” software sono stati aggiornati in maniera rilevante (come Safari, ad esempio); le possibilità di risparmio energetico faranno inoltre piacere a tutti coloro che hanno bisogno di arrivare alla fine della serata con il proprio MacBook senza dover cercare continuamente una presa di corrente per ricaricare la batteria. Alcuni piccoli difetti ci sono, come uno stile grafico non completamente allineato, con applicazioni rinnovate esteticamente (Safari, Calendario) e altre lasciate abbandonate a se stesse (Messaggi, Photo Boot, TextEdit), ma si tratta solamente di piccolezze: nulla che possa pregiudicare l’ottimo giudizio sul nuovo sistema operativo della mela. Considerando che il download è completamente gratuito, non ci sono motivi validi per non scaricare subito OS X Mavericks: di certo non ve ne pentirete.