Speciale BQ: la tecnologia si può fare anche in Europa

L'azienda spagnola sbarca in via ufficiale in Italia con un line-up eterogeneo, dagli smartphone alle stampanti 3D, mettendo in mostra una spiccata predilezione per l'Open Source e per l'educazione.

Speciale BQ: la tecnologia si può fare anche in Europa
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Creare un'azienda tecnologica dal nulla non è una cosa da poco, soprattutto se non si ha base nei paesi asiatici, dove continuano a venire fuori nomi nuovi nel settore. In effetti, la concorrenza è spietata. Da un lato abbiamo i grandi colossi americani, con decenni di esperienza alle spalle, tonnellate di brevetti e grandi capitali da investire. Dall'altro ci sono le tigri asiatiche, che possono contare sulla quasi totalità degli impianti produttivi, su costi di gestione ridotti e su un mercato che, nonostante la recente crisi, rappresenta comunque un bacino d'utenza enorme, destinato a espandersi ancora in futuro. Il risultato di tutto questo è che in Europa è davvero complicato competere con gli altri attori internazionali, anche se la spagnola BQ non sembra pensarla così. Abbiamo parlato diverse volte di BQ nel corso dell'ultimo anno, principalmente per il suo interesse verso il sistema operativo Ubuntu Phone, installato su alcuni smartphone della casa. In occasione del suo sbarco ufficiale in Italia, abbiamo avuto modo di ascoltare le parole di Rodrigo del Prado, Deputy General Director & co fondatore dell'azienda, di Xavier Gastaminza, Executive Vice President e General Manager per l'Europa, e di Alberto Valero, direttore dei progetti robotici di BQ. L'occasione è servita anche per vedere dal vivo tutto il line-up di prodotti, che è oggi disponibile in Italia.

L'educazione prima di tutto

Le idee sono sempre belle, ma quando si parla di business, non ci si può basare solo su esse per cercare di comprendere le potenzialità di un'azienda. I risultati economici sono fondamentali per la crescita, e senza di essi anche le idee migliori possono non bastare. Da questo punto di vista, siamo di fronte a una realtà in piena espansione; i dati parlano chiaro, con una crescita esponenziale del fatturato, passato da 3,8 milioni di euro del 2010 ai 202,5 milioni del 2014, con le vendite che hanno toccato quota 1.345.500 unità lo scorso anno. Anche se i numeri sono molto diversi da quelli dei grandi del settore, realtà come queste sono una manna dal cielo per l'Europa, perché creano occupazione. L'azienda ha team locali in Spagna, Portogallo, Francia, Germania, Regno Unito, Russia (unico paese al di fuori dell'UE) e Svezia. Anche in questo caso sono i numeri a testimoniare come il modello di business sia profittevole: dai 16 impiegati del 2010 siamo passati ai 1078 del 2014, con un'età media di 31 anni.
Le cifre sono dunque dalla parte di BQ, per cui possiamo passare alle idee. "Sentiamo di avere tra le mani la possibilità di cambiare il mondo e migliorarlo. La tecnologia è di tutti e per tutti e nella misura in cui ciascun individuo la comprenda, la utilizzi e la crei, siamo convinti che raggiungeremo qualsiasi meta, indipendentemente dai limiti." Nella pratica, questo si traduce in una spiccata predilezione per l'Open Source e per il settore educativo, dove BQ vuole cercare di fare la differenza, attraverso iniziative davvero funzionali, come la formazione nelle scuole e la creazione di corsi di aggiornamento per gli insegnanti. Un approccio davvero particolare, utile dal punto di vista sociale come anche da quello dei profitti, perché la conoscenza genera anche ricchezza, una cosa che in Italia non sempre viene compresa appieno. In terra natia, le iniziative sono arrivate anche fuori dal mondo scolastico. Circolab, un laboratorio itinerante che girerà per tre mesi nelle città spagnole, mostrerà i prodotti BQ e allo stesso tempo cercherà di trasmettere la passione per l'elettronica, un compito importante.
In definitiva, gli elementi per un mix di successo, su scala Europea, ci sono tutti, confermati dalla forte crescita degli ultimi anni.

I prodotti

Partiamo dagli smartphone, diventati famosi per essere tra i pochi a utilizzare Ubuntu Mobile, installato sui modelli Aquaris E Ubuntu Edition. Il telefono di punta di questa serie è l'Aquaris E5 U.E., con schermo da 5" HD e processore Quad Core Mediatek, dotato di 1 GB di RAM e 16 di memoria interna. Le fotocamere sono da 13 e 5 Megapixel, alimentate da una batteria da 2500 mAh. Molto interessante anche la gamma gamma Aquaris M, basata su Android, di cui sono disponibili due modelli, l'Aquaris E M4.5 e l'Aquaris M5. Il primo è l'entry level Android con display da 5" e risoluzione 960x540 pixel, con una densità di 244 PPI. Il processore è un MediaTek MT6735M Quad Core con 1 GB di RAM e 8 GB di memoria interna, espandibile. La batteria è da 2470 mAh e dispone del 4G con supporto Dual SIM. La fotocamera principale è da 8 Megapixel con flash dual LED, mentre quella frontale è da 5 Megapixel. Le dimensioni sono di 63,48 x 131,77 x 8,75 mm e il peso è di soli 115 g. Anche sul fronte software BQ si è dimostrata attenta, utilizzando Android 5.1 Lollipop. Lo smartphone è disponibile anche in una variante con 2 GB RAM e 16 GB per i dati. Il prezzo è di 189,90 € per il modello base e di 219,90 € per quello più prestante.
L'M5 invece è il top di gamma, di cui sono presenti tre varianti, che si differenziano per memoria interna e RAM. La base rimane la CPU Snapdragon 615 Octa Core, con schermo da 5" Full HD (440 PPI) con tecnologia Quantum Color +, un ottimo display a un primo sguardo. La memoria del dispositivo è disponibile con 16 o 32 GB di ROM, con la RAM in tagli dai 2 ai 3 GB.

La possibilità di personalizzare il proprio dispositivo con delle aggiunte è gradita, mentre i prezzi partono dai 279,90€ per il modello con 16 GB di ROM e 2 GB di RAM ai 319,90€ per la variante con 32 GB di ROM e 3 GB di RAM. Sul fronte tablet abbiamo l'Edison 3 Mini, con display da 8"HD, 1/2 Gb di RAM e 16 GB di memoria interna espandibili. La CPU è una Intel Atom Z3735F, purtroppo il sistema operativo è fermo ad Android 4.4 Kitkat.
Smartphone e tablet non bastano a BQ, visto che abbiamo diverse opzioni nel capo delle stampanti 3D. Abbiamo il modello 3D Witbox, che dai lavori mostrati durante l'evento ha evidenziato una buona qualità di stampa, realizzato interamente in Spagna (1690 €). Scendendo con il prezzo troviamo il Prusa i3 Hephestos, un kit di montaggio per assemblare una vera stampante 3D. Il software utilizzato per gestirlo è Open Source e BQ incoraggia il modding e la modifica delle parti meccaniche e software. Il prezzo di questo prodotto è di 499,90€ e rappresenta un modo alternativo per entrare nel mondo della stampa 3D. L'ultimo esponente dell'universo DYT (Do It Yourself) è lo scanner tridimensionale 3D Ciclop, realizzato anche questo con ottica Open Source, visto che i progetti meccanici e software sono stati diffusi online, allo scopo di invogliare gli utenti a migliorare il prodotto.

Anche qui siamo in presenza di un dispositivo da assemblare, in grado di scannerizzare un oggetto e di riproporlo come elemento tridimensionale, da utilizzare come base di partenza per la stampa 3D, al costo di 249,90€.
Per il segmento educativo, troviamo tre kit con cui si può imparare divertendosi, stimolando anche la creatività. Alla base di tutto troviamo la scheda ZUM BT-328 (84,90€), compatibile con la piattaforma Arduino, in vendita a 34,90 €. Salendo col prezzo troviamo il kit BQ Kit de Róbotica, che comprende, oltre alla scheda base, diverse componenti, come il sensore a infrarossi, un pulsante, un sensore di luminosità o il modulo Bluetooth. La terza e ultima alternativa è rappresentata dal robot BQ Evolution, adatto anche ai più piccoli. Anche in questo caso il progetto è Open Source e utilizza linguaggi di programmazione semplificati per consentire ai meno esperti di capirne il funzionamento.

BQ Osservando il line-up di BQ, si rimane colpiti dall’apertura verso gli utenti mostrata. Gran parte dei dispositivi utilizzano software Open Source, mentre nel segmento stampanti 3D e in quello dell’educazione sono presenti prodotti davvero interessanti, che possono porre le basi per le future passioni dei ragazzi. Un compito difficile ma anche molto importante, a cui spesso la scuola non riesce a far fronte, vuoi per la mancanza di fondi o di iniziativa. In questo vuoto possono rientrare i prodotti educativi BQ, che nella loro semplicità riescono a coinvolgere anche i più piccoli, ponendo le basi per lo sviluppo di competenze in ambito elettronico e software. In definitiva, non siamo di fronte a una nuova Apple o Microsoft, ma a un modello di business completamente differente, che potrebbe attrarre degli estimatori anche nel nostro paese e che conferma come la tecnologia in Europa si possa ancora fare.