Cinque indimenticabili giochi elettronici anni '80 e '90, parte seconda

Dopo il nostro primo speciale, torniamo a ripercorrere la storia di alcuni dei giochi elettronici più famosi degli anni '80-'90.

Cinque indimenticabili giochi elettronici anni '80 e '90, parte seconda
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Alle volte un'immagine porta alle mente ricordi e sensazioni che si credevano perduti nel tempo. Questo vale anche, e soprattutto, per l'infanzia, un periodo della vita che diventa sempre più nebuloso con il passare delle stagioni. Riscoprire dopo anni i propri giochi preferiti da bambini non riporta solo alla mente le immagini ormai dimenticate, ma fa riassaporare per qualche istante la stessa sensazione che si provava da piccoli, quando bastava davvero poco per trasformare una normale giornata in qualcosa di speciale. Ecco perché abbiamo deciso di tornare a rinfrescare nuovamente la memoria, dopo il primo speciale, su alcuni dei giochi elettronici per bambini più famosi usciti tra la fine degli anni '80 e l'inizio del '90.

Canta Tu

Nel 1992 c'era una sola cosa da guardare in TV nella programmazione pre-serale per milioni di italiani. Erano tantissimi quelli che, ogni sera, si sedevano davanti al televisore insieme a tutta la famiglia per guardare un presentatore dalle giacche improbabili e con la coda di cavallo, che portava nelle piazze italiane le promesse canore dell'epoca, alla faccia di X-Factor. Stiamo ovviamente parlando di Fiorello e del Karaoke. Il successo della trasmissione fu enorme, tanto che nel giro di poco tempo iniziarono ad arrivare sul mercato gadget di ogni tipo. Tralasciando l'immancabile cappellino con tanto di codino annesso, il prodotto di maggior successo legato al programma è stato certamente il Canta Tu. Questo aggeggio metteva nelle mani degli italiani la possibilità di rivivere in casa il programma dello showman catanese, senza però essere esposti al pubblico scherno. Il marketing spinse molto questo gioco negli anni, producendo spot televisivi con una frequenza impressionante, che sono rimasti indelebili nelle menti di grandi e piccini dell'epoca.

Oltre a Fiorello, alla realizzazione di questi spot parteciparono alcune delle menti più brillanti dell'epoca, dal mito Jerry Calà fino a Gigi D'Alessio e al grande Pippo Inzaghi. Solo gli spot televisivi meriterebbero un articolo a parte, ma resta il fatto che il Canta Tu è stato uno dei protagonisti della vita ludica degli anni 90. Ancora oggi si trovano modelli funzionanti dell'epoca, ma attenzione ai falsi, che già allora circolavano nei negozi. Meglio seguire il consiglio dello zio Jerry quindi: "Ocio però, sono Giochi Preziosi!".

My Magic Diary

Nella scorsa puntata abbiamo parlato di Mio Caro Diario, l'agenda elettronica per le bambine più alla moda degli anni novanta. Oggi invece vediamo il suo corrispettivo maschile, prodotto da Casio, il My Magic Diary. Anche qui troviamo le classiche funzioni di un'agenda tascabile del periodo, dalla memorizzazione di appuntamenti fino alla possibilità di salvare numeri di telefono e indirizzi degli amici, ma le caratteristiche tecniche pensate da Casio permettevano al My Magic Diary funzioni davvero interessanti per l'epoca. Impossibile dimenticare il tempo perso a fare i ritratti dei propri contatti, da associare poi alla rubrica, personalizzandoli con diverse pettinature e forme del viso. Come nel corrispettivo femminile era possibile leggere un oroscopo semplificato, ma anche stabilire l'affinità di coppia attraverso la data di nascita. Interessante la presenza di una porta a infrarossi con cui scambiare messaggi con i compagni di gioco. Peccato che questo sistema avesse una portata limitata, altrimenti il My Magic Diary avrebbe potuto tranquillamente essere annoverato tra i precursori dei moderni smartphone.

Videogiochi tascabili GIG Tiger

Come ogni bambino teledipendente degli anni ottanta ricorderà, GIG era uno dei marchi più in voga in quel periodo. Il merito andava certamente agli spot televisivi, con le incredibili macchinine radiocomandate GIG Nikko a farla da padrone in TV nella fascia pomeridiana. GIG divenne famosa anche per altri prodotti, tra cui troviamo gli incredibili giochi portatili Tiger. GIG si occupava della distribuzione dei giochi in Italia, mentre la produzione era fatta negli Stati Uniti, da Tiger Electronics: dall'unione dei due brand venne fuori il nome commerciale italiano di questi semplici videogiochi, GIG Tiger. Probabilmente, prenderne in mano uno oggi dà maggiore soddisfazione che allora, visto che alla fine degli anni ottanta il gaming offriva ben di meglio, ma l'economicità e la facilità di trasporto li resero molto popolari. A fare la fortuna di questi semplici giochi elettronici contribuirono anche le licenze, su cui Tiger basava parte del proprio business. Grazie a queste arrivarono in questo particolare formato anche titoli piuttosto riusciti, come Double Dragon e Golden Axe, ma anche nomi del calibro di Street Fighter 2 e After Burner. Il risultato finale variava da gioco a gioco, ma è innegabile che i giochi GIG Tiger siano rimasti nell'immaginario collettivo dell'epoca.

Barcode Battler

Passiamo ora a un gioco che, rispetto agli altri, può essere considerato di nicchia. Nel 1991 arrivò in Italia, dopo il successo in terra giapponese, Barcode Battler: si trattava di una sorta di console portatile dotata di un minuscolo schermo LCD, che permetteva scontri basati sui codici a barre dei prodotti. Il sistema arrivava con una serie di codici a barre già pronti, con cui affrontare le sfide proposte dalla console. Erano poi acquistabili a parte altri personaggi con relativi codici a barre, oppure crearne di nuovi utilizzando i codici dei comuni prodotti in vendita. Completando i combattimenti si saliva di livello, per poi affrontare avversari sempre più ostici. Si potevano importare dai codici personaggi, armi e tutto quanto serve a un vero RPG, senza però la grafica a supporto dell'esperienza, visto che il display mostrava solo numeri. In Italia Barcode Battler arrivò grazie a Giochi Preziosi, tuttavia non ebbe il successo sperato. Rimane comunque un oggetto rimasto nei cuori di migliaia di bambini, pur non riuscendo a convincere il pubblico di massa.

Tricky Traps

Dopo l'interessante, ma di nicchia, Barcode Battler, abbiamo scelto come ultimo gioco di questo speciale un vero e proprio classico, Tricky Traps. Erede di una lunga dinastia di cabinati analogici per sala giochi, molto diffusi anche prima degli anni ottanta, Trycky Traps propone un gameplay semplice ma allo stesso tempo appagante. L'obbiettivo è quello di terminare un percorso pieno di ostacoli con una pallina, comandabile inclinando il gioco nello spazio, il tutto entro un tempo limite. Anche se può sembrare semplice, in realtà la difficoltà e il livello di sfida erano piuttosto elevati: non era affatto semplice completare il percorso insomma. Tra ponti mobili, ruote e tubi girevoli i bambini trovavano pane per i loro denti e la sfida si manteneva sempre su un buon livello. Il successo di questo prodotto in Italia è stato molto elevato, tanto che nel 2016 il team italiano Belka ha realizzato una versione digitale per Android, disponibile gratuitamente a questo indirizzo.