Clubhouse: successo e decadenza dell'app simbolo del 2020

L'arrivo su Android è l'estremo tentativo per salvare Clubhouse da una perdita di popolarità che sembra ormai inesorabile.

Clubhouse: successo e decadenza dell'app simbolo del 2020
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Vi ricordate Clubhouse, il fenomeno social di qualche mese fa? Stanze in cui parlare e discutere, tavoli di confronto con vip, influencer, giornalisti ed esperti, un sistema ad inviti che ne faceva un luogo esclusivo e ricercato di diffusione di cultura. Tutti lo cercavano e tutti lo volevano, era una moda, e come tale è piano piano finita nel dimenticatoio.
Oggi che l'app è finalmente disponibile anche su Android, aprendo il suo mondo ad una fetta praticamente sconfinata di utenti, Clubhouse non sembra più in grado di attirare nessuno. Che dopo poco più di un anno il servizio si avvicini già alla fine della sua epopea?

Decadenza inesorabile

L'arrivo su Android, paventato per lungo tempo, poteva essere utile mesi fa: oggi, purtroppo, la percezione è che Clubhouse abbia tentato l'ultima e disperata mossa per salvarsi dal baratro in cui è precipitata nell'ultimo periodo. Un vero peccato per un servizio interessante, esclusivo e particolare ma legato fin troppo strettamente alle abitudini degli utenti durante la pandemia mondiale. Nel 2020 si aveva più tempo per stare a casa, momenti interi da dedicare ad ascolto e diffusione: ora che la vita sembra tornare pian piano alla normalità, anche le abitudini sembrano tornate quelle di un tempo e Clubhouse, purtroppo, non è riuscito a imporsi nel cuore degli utenti.
I numeri spiegano molto bene la situazione: su iOS i download sono scesi dai 9,6 milioni di febbraio ai 2,7 di marzo, per un crollo vertiginoso del 73%, acuito dai dati di aprile, dove non si è nemmeno arrivati al milione di download. Come se non bastasse, l'esclusivo sistema ad inviti crea un livello di utilizzo ancora più basso: chi scarica l'app molto spesso nemmeno riesce a utilizzarla perché in attesa di ricevere un invito da un altro utente; inviti che arrivano sempre meno perché sempre meno sono quelli che ancora oggi utilizzano Clubhouse in modo attivo.

Un successo clamoroso

Sembra passato un secolo da quel momento in cui gli inviti erano richiestissimi e venivano addirittura venduti a prezzi altisonanti su Ebay. Tutti volevano far parte di quel club di discussione esclusivo, tutti volevano entrare e ascoltare: una moda che aveva attirato l'attenzione del mondo e quella degli altri colossi social, che si sono affrettati a creare strumenti simili all'interno del loro sistema. Sapevano piuttosto bene che loro, forti di community ben consolidate, avrebbero resistito alla prova del tempo, cosa che a Clubhouse, purtroppo, non è riuscita.
Anche la lunghissima lista d'attesa per accedere all'app, che qualche tempo fa era arrivata a circa 6 milioni di utenti, potrebbe essere l'ennesima prova di un social che ha drasticamente interrotto la propria corsa: sempre meno download si traducono in sempre meno utenti che si metto in fila per entrare; sempre meno utilizzi si traducono in sempre meno inviti che vengono inviati a quelli nuovi; va da se che alcuni utenti potrebbero essere in lista d'attesa da mesi e, se mai avranno un invito, non è detto che decidano di usare un'app della quale forse si sono già dimenticati ancora prima di poterla utilizzare.

Quali speranze?

La sopravvivenza dell'intero servizio sembra ormai essere a dura prova. L'arrivo dell'app su Android potrebbe dare nuova linfa vitale a Clubhouse, ma questa dovrebbe tradursi in un utilizzo più attivo del servizio da parte dell'utenza. Vero che con questa apertura al mondo del robottino verde si avrà finalmente accesso ad una platea sconfinata di persone. Una valanga di nuovi accessi che potrebbe far respirare i vertici e dare ancora un minimo di speranza per il futuro.
Questo dovrebbe però tradursi in uno sforzo maggiore di rinnovamento e cambiamento, che permetta al servizio di adattarsi alla ritrovata normalità sociale, al minor tempo che gli utenti avranno di seguire le varie stanze di discussione. Il prodotto dovrà essere per forza di cose reso più social e alla portata di tutti, meno esclusivo e più aperto all'arrivo di nuove persone, magari con l'utilizzo di influencer o personaggi di peso capaci di catturare l'attenzione di un numero sempre maggiore di persone.

Meno esclusività, più inclusione

Probabile quindi che si debba cercare molto presto di uscire da un sistema ad inviti che poteva creare aspettative e curiosità all'inizio ma che ora assomiglia più a un costrittivo e invalicabile limite, un barriera che blocca la crescita e impedisce lo sviluppo. Si potrebbe magari permettere a tutti di utilizzare Clubhouse nella sua interezza, di accedere ad alcune discussioni e di crearne di nuove, magari creando al suo interno delle stanze che possano a loro volta essere esclusive o ascoltabili solo su invito: in questo modo si manterrebbe una certa esclusività su alcuni contenuti ma si permetterebbe all'app di non perdere ulteriormente terreno.
Ora che anche Facebook si prepara a lanciare un servizio analogo è necessario che Clubhouse faccia sentire la sua voce e si mostri più aperto e inclusivo possibile, provando a ridurre al minimo il rischio di essere schiacciato e di sparire silenziosamente e tristemente dalla circolazione.

Rivoluzione mancata?

Purtroppo per Clubhouse, però, la sensazione è quella di trovarsi in una parabola discendente ormai inarrestabile. I numeri parlano chiaro, il brusio mediatico è cessato e anche gli utilizzatori più assidui sembrano essersi stancati di una formula inizialmente bella e stimolante ma che ora pare aver palesato tutti i suoi limiti. Stanze sempre più numerose e sempre più simili una all'altra, discussioni piatte e poco stimolanti e un continuo rimbalzare di utenti da una discussione all'altra alla ricerca di qualcosa di interessante che, purtroppo, sembra mancare sempre di più. La community sembra aver perso troppo presto la sua spinta propulsiva e le realtà fino allo scorso anno più seguite non sono riuscite a consolidare la loro forza. Nel 2020 si parlava di interessantissimi tavoli di confronto su Clubhouse, ora tutto questo sembra essere tristemente finito nel dimenticatoio.
Un vero peccato per l'unico prodotto che a suo modo era stato capace di rinnovare il mondo dei social network, ridefinendo la diffusione di contenuti e provando a creare un sistema che creasse davvero discussione e confronto e che non fosse inserito nella triste logica dell'usa e getta tanto in voga nei social moderni. Un modello virtuoso che non merita di essere dimenticato e che speriamo, nel suo piccolo, riesca a sopravvivere ai colpi mortali del sempre più spietato mondo della rete.