Ferrari 365 GTB/4 Daytona ritrovata in Giappone: un tesoro in una stalla

Scopriamo maggiori dettagli sull'incredibile ritrovamento venuto alla luce in Giappone, per una Ferrari davvero unica che andrà all'asta da Sotheby's.

Ferrari 365 GTB/4 Daytona ritrovata in Giappone: un tesoro in una stalla
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Tutti noi vorremmo scoprire un tesoro nascosto nella nostra cantina o in soffitta. Ormai il collezionismo tocca i settori più disparati e non è impossibile trovare, magari riposto nell'angolo dello scantinato della nonna, oggetti che sembrano senza valore ma che in realtà sono bramati dai collezionisti. Ovviamente le cifre possono variare molto, ma il ritrovamento avvenuto in Giappone e riportato dalle testate di mezzo mondo ha dell'incredibile. Stiamo parlando di una Ferrari 365 GTB/4 Daytona, una vettura rara tenuta nascosta per molti anni. Questa macchina, dalla linea firmata Pininfarina, fece il suo debutto al Salone di Parigi del 1968. Il nome "Daytona" non è mai stato riconosciuto ufficialmente da Ferrari, ma la tripletta alla 24 ore di Daytona del 1967 del Cavallino Rampante, dove la casa italiana umiliò i rivali di Ford in casa loro, ha fatto sì che questo nome venisse affibbiato per sempre alle 365 GTB/4 presentate l'anno successivo.

Il ritorno di un mito

Erede della 275 GTB4, la Ferrari 365 GTB/4 è l'ultima 12 cilindri di Maranello ad essere prodotta prima che FIAT assumesse il controllo della produzione delle vetture stradali. Altra curiosità riguarda la sua commercializzazione: la 365 GTB/4 fu l'ultima vettura venduta ufficialmente negli Stati Uniti, un mercato in cui Ferrari tornò solo nel 1984 con la Testarossa. Ferrari non modificò la macchina fino al 1971, quando introdusse un doppio sistema retrattile per i fari, in conseguenza alla modifica delle leggi americane, che vietavano l'utilizzo di fari con copertura in Plexiglas. Il modello recentemente ritrovato in Giappone è del 1969 ed appartiene quindi alla prima versione realizzata di questa classica sportiva. Come anticipato, la linea, piuttosto particolare, è disegnata da Pininfarina mentre della realizzazione del corpo vettura si è occupato Scaglietti, utilizzando lamiera di acciaio e alluminio per il cofano. Questo per i modelli tradizionali, ma la vettura che finirà all'asta da Sotheby's è un modello molto particolare, con la scocca completamente in alluminio, lo stesso utilizzato per correre la 24 Ore di Le Mans da Luigi Chinetti. Questa particolare versione, come affermato anche da Sotheby's, è strettamente legata a quella da competizione, ma non ha mai toccato una pista nella sua lunga vita. Acquistata nel 1970 da Luciano Conti, editore di AutoSprint, passa poi dimano a Guido Maran e successivamente a tale Carlo Ferruzzi di Ravenna. La storia di questo particolare modello è documentata nei minimi dettagli, fattore che ne aumenta ancora di più il prezzo.

Nel 1971 la motorizzazione italiana la cancella dal suo database e l'auto viene esportata in Giappone. Qui viene poi utilizzata per la realizzazione di un servizio fotografico per la rivista giapponese Car Graphic nel '72 e dal '75 al '79 passa di mano tre volte, fino ad arrivare a Makoto Takai, che la tiene nascosta per quasi quarant'anni. In pochi erano a conoscenza della sua esistenza e i tentativi di acquisto sono stati vani, fino a quando il proprietario ha deciso di metterla all'asta da Sotheby's, dove il 7 settembre le offerte partiranno dalla cifra di 1.400.000€. Grazie ai suoi 36.690 km percorsi, questa rara vettura rappresenta un vero e proprio oggetto del desiderio per gli appassionati, che se la contenderanno a suon di offerte, complice il basso chilometraggio e la presenta di tutti i componenti originali, interni compresi.

Si tratta di un esemplare unico al mondo e la sua storia, che ha percorso senza particolari danni gli ultimi quarant'anni, aumenta ancora di più il suo valore. Il fascino di questa Ferrari 365 GTB/4 Daytona è indiscutibile e non potrà che attrarre collezionisti da tutto il mondo, pronti a fare follie per accaparrarsela. Poco importa se le foto diffuse siano state studiate a tavolino per convogliare l'attenzione verso l'asta del 9 settembre, la cosa davvero importante è che questo gioiello trovi il posto che meriti, con la speranza che non venga rinchiusa ancora una volta lontana dagli occhi degli appassionati, che potranno così ammirarla dal vivo.