Fibra ottica: qual è la diffusione in Italia e le prospettive per il futuro

Aumenta il livello di copertura della fibra ottica in Italia, ma le velocità di navigazione non sono ancora quelle promesse. Com'è la situazione?

Fibra ottica: qual è la diffusione in Italia e le prospettive per il futuro
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Internet veloce è davvero una chimera per l'Italia? La recente ricerca di SOS Tariffe ha dipinto un quadro variegato e complesso che mostra lo stato di avanzamento della fibra ottica in tutto il Paese. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare è il sud a guidare la cavalcata di una diffusione che fatica a imporsi al nord e che viaggia a velocità di navigazione molto inferiori rispetto a quelle promesse. Tutto questo mentre proseguono gli accordi tra le principali aziende del settore e si moltiplicano installazioni e cantieri in tutte le città. Il 2020 (anno in cui arriverà anche il 5G in campo mobile) dovrebbe essere quello giusto per avere una copertura più o meno omogenea, in un paese che si colloca, nonostante i miglioramenti, al 23° posto nella classifica europea della diffusione della banda larga.

Una diffusione frammentaria

Con un'approfondita ricerca su un campione di oltre 7000 comuni SOS Tariffe ha provato a tracciare un profilo completo della diffusione della fibra ottica nel nostro Paese. In un quadro di investimenti frammentari, sono stati i fondi europei a dare una decisiva accelerata alle installazioni della rete nel sud Italia. A guidare la classifica Calabria e Campania, rispettivamente con il 57% e il 41% di comuni coperti dalla fibra. Dietro di loro Toscana con il 36%, Puglia (35%) e Sicilia (33%). La prima regione del nord è il Veneto, con il 23% di copertura, mentre sono ben al di sotto del 20% tutte le altre regioni. A colpire sono i dati del Lazio, fermo al 13%, e della Lombardia, solo all'8%. Ancora più bassi i dati di Friuli, Marche e Liguria, tutti tra il 5 e il 6%, mentre chiudono la classifica con percentuali irrisorie la Valle D'Aosta e l'Abruzzo, entrambe di poco sotto il 3%, il Piemonte, poco sopra il 2% e, fanalino di coda, il Trentino Alto Adige a 1,37%. È però il dato generale a far impallidire. Su 7669 comuni presi in considerazione, solo 1249, ovvero il 16,28% del totale, hanno un'offerta in fibra ottica attivabile.

Dov'è la velocità?

Discorso ancora più tragico quello sulla velocità di navigazione. Qui le promesse degli operatori si scontrano con i dati reali fatti registrare dagli utenti. SOS Tariffe ha raccolto i dati dei consumatori grazie al suo speed test. Chiaro che i valori registrati, soggetti a vari fattori, non sono del tutto indicativi della situazione, ma è comunque incredibile quanto, a fronte di un 96,6% di comuni dove è venduta almeno una tariffa di fibra ottica a 100 Mega, gli utenti hanno fatto registrare una velocità media di 43,86 Mbit al secondo. Meno della metà di quanto pubblicizzato, per un quadro drammatico che viaggia tra i 64,53 Mbit/s della Valle D'Aosta, ma con il terribile dato di diffusione che abbiamo registrato poco sopra, sino ai 30,32 Mbit/s dell'Umbria. La situazione è comunque piuttosto equilibrata e le medie non fanno altro che confermare lo stato di una rete ancora piuttosto arretrata. Anche nel 2% di comuni dove in teoria si è coperti da fibra a 200 Mbit/s o 300 Mbit/s nessuno è mai riuscito a superare la soglia dei 100 megabit al secondo, almeno tra gli appartenenti al campione preso in esame. Il valore limite è stato registrato a Putignano, in provincia di Bari, e si è attestato sui 94,19 megabit per secondo.

Piani strategici per il futuro

La situazione, in ogni caso, è in costante evoluzione e fanno ben sperare le recenti alleanze delle aziende del settore per far nascere una rete al passo coi tempi. Tim e Fastweb si sono alleate qualche mese fa e, mentre la prima promette di coprire con la fibra il 95% dei comuni entro il 2019, la seconda sta portando avanti il progetto della "fiber to the home", la tecnologia che "allaccia" la banda larga direttamente a casa del cliente e non più solo fino alle centraline stradali. Questa innovazione, che dovrebbe portare a velocità sino a 200 Megabit senza dispersioni, arriverà in 29 città e dovrebbe essere già attiva in località come Ancona, Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Perugia, Reggio Emilia, Roma, Siena, Torino, Trieste Venezia e Verona. A muoversi nella direzione della "fibra a casa" è anche Enel che, grazie alla collaborazione con Metroweb, ha già cablato Milano, Bologna e Genova e si sta preparando a concentrare i suoi sforzi su altre grandi città come Bari, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Napoli, Padova, Palermo, Perugia e Venezia. Quello che dovrebbe nascere è un mercato altamente concorrenziale che, se le cose dovessero andare per il verso giusto, vedrà città egualmente coperte dalle tecnologie di Tim-Fastweb e da quelle di Enel e dei suoi partner commerciali come Vodafone o Tiscali.

Le promesse sono quelle di reti che arriveranno a velocità di 1 gigabit, ma vista la situazione odierna saranno solo le prove tangibili a decretare la verità. Quel che è certo è che un mercato così altamente concorrenziale non può che far bene ad un Paese da sempre afflitto da un digital divide imperante e allarmante. Dare a tutti indistinto accesso ad una rete concorrenziale e veloce sarà stimolo in più per aumentare le competenze di un'Italia che, ancora oggi, naviga nella preistoria. Il 47% della popolazione ha competenze informatiche minime contro il 55% della media europea, il 37% degli italiani non usa internet in modo regolare. Dati allarmanti, che dimostrano una scarsa propensione al web e per le nuove tecnologie.