Fujisawa, la Smart City del futuro

In Giappone Panasonic ha realizzato una Smart City per testare le tecnologie del futuro, tra energie rinnovabili e car sharing, totalmente indipendente e in grado di ospitare oltre 3000 persone.

Fujisawa, la Smart City del futuro
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Il business tecnologico è molto complesso ed è composto da tanti settori che si intrecciano e si influenzano a vicenda. Oggi siamo abituati a parlare di computer, smartphone, TV e in generale del mondo dell'elettronica di consumo, ma lo sguardo delle aziende, soprattutto le grandi corporation, è molto più ampio, e guarda anche al futuro. Pensare solo al breve termine non è positivo per gli affari, perché i trend devono essere intercettati con largo preavviso, soprattutto se si parla di nuovi mercati potenzialmente molto remunerativi. Tra questi, rientrano a pieno titolo tutti i prodotti legati alle Smart City, un tema sempre più ricorrente per chi segue il mondo tecnologico. Il motivo di tanto interesse da parte delle aziende è semplice: nei prossimi decenni, tutto sarà più connesso, dalle case alle infrastrutture, fino a toccare intere città. Grazie alle nuove tecnologie sviluppate in questo campo le amministrazioni pubbliche potranno ottimizzare al massimo le spese di sostentamento delle infrastrutture cittadine e fornire agli abitanti maggiore sicurezza, un tema che andrà affrontato con un occhio di riguardo per la privacy. Alla convention europea di Panasonic, la corporation non ha mostrato solo prodotti, ma ha anche parlato della sua Smart City giapponese, Fujisawa, durante la presentazione dell'evento. Un luogo molto particolare, creato per testare sul campo le tecnologie del futuro.

Più di un trend

Il business delle Smart City è destinato ad esplodere, questo sembra certo. Non serve essere veggenti per capirlo: tutti i grandi marchi del mondo tecnologico stanno sviluppando dispositivi in grado di connettersi con le infrastrutture cittadine e di dialogare con esse. Ognuno ha un suo focus specifico ovviamente. Ad esempio, Intel e Qualcomm puntano alle reti e alle infrastrutture di gestione di tutti gli apparati connessi, NVIDIA, invece, con Drive PX vuole creare un sistema per connettere l'auto alla rete cittadina, scambiando così informazioni con le altre vetture e generando un flusso continuo di informazioni interconnesse. Questi sono solo alcuni esempi, ma la complessità delle future Smart City è destinata a cresce esponenzialmente, e la necessità di standard condivisi sta diventando pressante, come nel caso del 5G.
Altro fattore che contribuisce all'interesse delle aziende è certamente la parcellizzazione delle tecnologie necessarie al funzionamento delle città del futuro. Esse sono ecosistemi molto complessi, che necessitano di elementi che vanno dalle reti ai piccoli sensori, utili per rilevare, ad esempio, il livello di polveri sottili nell'aria. Come si può ben capire, tra sensori, punti di accesso alla rete di nuova generazione e infrastrutture di gestione, la carne al fuoco è davvero tanta. Questo consentirà a molte realtà di entrare in questo business, che si preannuncia uno dei più remunerativi dei prossimi decenni, sempre che l'economia riesca a supportare la conversione dalle vecchie città a quelle nuove. Molte delle tecnologie necessarie al funzionamento delle Smart City sono già disponibili, tanto che nel mondo sono presenti luoghi in cui vengono testate, per prepararsi a una diffusione capillare nei prossimi anni. La città di Fujisawa, nella prefettura di Kanagawa in Giappone, è proprio uno di questi luoghi, dove si stanno provando molte delle apparecchiature che vedremo in futuro anche nelle città europee.

Un business miliardario

La città del futuro che Panasonic ha realizzato sorge all'interno di una zona densamente popolata, che si collega direttamente a Tokyo per estensione. La superficie occupa 19 ettari e può ospitare fino a 3000 persone. Il progetto è stato curato da Panasonic, insieme ad altri partner e alle autorità locali, che hanno creato un complesso abitativo totalmente nuovo, un investimento che lascia capire quale sia l'importanza di questo settore per il futuro e per le strategie dell'azienda giapponese. Lo scopo è quello di testare in piccolo le tecnologie che vedremo nelle metropoli del futuro.
Quando si crea una città da zero, la prima cosa da fare è realizzare le infrastrutture, ma nel caso di Fujisawa Panasonic ha deciso di partire pensando un nuovo stile di vita, che comprende una profonda attenzione verso le tematiche ambientali e la vita comunitaria. Ovviamente, queste città di prova non sono per tutti, e questo modello difficilmente potrà essere applicato alle grandi metropoli, ma alcuni elementi studiati in questa piccola comunità arriveranno di sicuro anche nelle città tradizionali in futuro.
I servizi fondamentali su cui Panasonic si è focalizzata sono l'energia, i trasporti, la sicurezza, la salute e gli spazi ricreativi comunitari. Ovviamente, l'approvvigionamento energetico è fondamentale per Fujisawa, ma lo è anche in ottica futura per tutte le città, ecco perché è importante che l'energia venga prodotta e consumata interamente in loco. Ogni abitazione è dotata di pannelli solari, batterie che accumulano energia e celle ad idrogeno per produrre elettricità, tutte tecnologie sviluppate direttamente da Panasonic. L'illuminazione, sia all'interno che all'esterno delle abitazioni, è realizzata tramite LED. Grazie a questi accorgimenti, il livello di CO2 in città è inferiore del 70% rispetto ai centri abitati tradizionali, con un consumo di acqua inferiore del 30%. In caso di guasti o problemi di vario tipo, la città ha a disposizione tre giorni di autonomia, grazie all'energia accumulata nelle batterie. Come detto in precedenza, le tecnologie dietro alle Smart City non riguardano solamente le grandi infrastrutture, ma anche le singole unità abitative. Ogni cittadino ha accesso a un portale in cui controllare nel dettaglio i consumi energetici delle case, in modo da ottimizzare al meglio le proprie abitudini.
Tutto questo però non potrebbe funzionare senza la necessaria educazione degli abitanti al risparmio energetico e al rispetto dell'ambiente, stessa cosa per il sistema di trasporto studiato per i cittadini. A Fujisawa sono disponibili auto e bici elettriche condivise e gli abitanti possono passare dalle une alle altre senza problemi.

Arriviamo ora a uno degli aspetti più controversi delle Smart City, ovvero la sicurezza. Tutta la città è sorvegliata da telecamere, con operatori in grado di chiamare soccorsi in caso di incidente o in base alle necessità. Alla convention europea di Panasonic abbiamo avuto modo di vedere all'opera un sistema di sorveglianza dedicato ai luoghi pubblici, che in automatico rende irriconoscibili i volti delle persone: la privacy viene tutelata, almeno fino a quando le necessità in termini di sicurezza non impongono di rendere riconoscibili i soggetti.
La città è inoltre dotata di strutture mediche di nuova generazione, che servono i bisogni della comunità. Ma una comunità non sarebbe tale senza un luogo di incontro condiviso, ecco perché Panasonic si è rivolta al passato per organizzare la vita sociale dei cittadini, realizzando una piazza al centro di Fujisawa, che funge da punto d'incontro per tutti gli abitanti, con tanto di eventi e attività comunitarie.

Panasonic Le Smart City diventeranno realtà solo tra decenni, nel frattempo gli esperimenti fatti mostrano tutte le potenzialità delle nuove tecnologie, che possono contribuire a migliorare la situazione ambientale e in generale lo stile di vita globale. In tutta questa perfezione, l’unica cosa a stonare è l’elemento umano, che dovrà cambiare radicalmente per rendere efficienti le città del futuro. I comportamenti tenuti durante la vita di tutti i giorni possono fare la differenza già oggi ma non sempre le persone agiscono con un’ottica green. Nel frattempo, non possiamo che osservare come le città del futuro e le tecnologie ad esse legate stiano convogliando enormi quantità di investimenti, necessari ai test e allo sviluppo del complesso ecosistema software e hardware per la loro realizzazione. Il cambiamento avverrà, che piaccia o meno, ma la speranza è che il tempo che ci separa dall’arrivo di queste tecnologie basti a modificare le abitudini e gli stili di vita dei futuri cittadini, che potrebbero compromettere il complesso equilibrio su cui si basano città come Fujisawa.