iPhone 8 Plus e la realtà aumentata: alla prova con l'app IKEA e nel gaming

Abbiamo provato due applicazioni in realtà aumentata che mettono chiaramente in mostra le capacità di questa tecnologia nella pratica.

iPhone 8 Plus e la realtà aumentata: alla prova con l'app IKEA e nel gaming
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Per molto tempo si è dibattuto sui motivi che hanno portato Apple a non puntare, almeno in questa prima fase, sulla realtà virtuale. Alla fine, si è scoperto che era un'altra "realtà" ad interessare Cupertino, quella aumentata. Anche qui ci troviamo di fronte a un tipo di tecnologia non certo nuova ma che solo ora può iniziare a esprimere il suo massimo potenziale, grazie all'hardware avanzato dei moderni dispositivi mobile. La realtà aumentata di Hololens è un'altra cosa, questo è certo, ma i 3000$ richiesti per portarsi a casa uno di questi visori lasciano intendere che Microsoft non stia ancora puntando a un mercato di massa. Tutto il contrario invece sta facendo Apple, che con ARKit ha aperto la strada allo sviluppo di applicazioni in realtà aumentata molto interessanti. Ne abbiamo provate due delle migliori in compagnia di iPhone 8 Plus, che ha mostrato come l'AR non sia il futuro, ma il presente.

Cos'è ARKit?

La realtà aumentata non è certo un concetto nuovo. Se ne parla da anni, non tanto quanto la realtà virtuale, ma i suoi sviluppi procedono da molto tempo ormai, tanto che le prime applicazioni AR sono arrivate già da tempo sugli smartphone. Ora però gli sviluppatori hanno in mano device più potenti e ottimizzati per eseguire questi contenuti. Questo però non basta, perché lo sviluppo di un software in realtà aumentata può diventare complicato se non si hanno per le mani gli strumenti giusti. Qui entra in gioco ARKit, la piattaforma di sviluppo creata da Apple per i developer che intendono creare applicazioni AR senza dover partire da zero. Si tratta in sostanza di una serie di tool pensati per gli sviluppatori che consentono di creare applicazioni ottimizzate per i dispositivi Apple, a partire da quelli basati su SoC A9 fino al più recente A11 Bionic. Tool che possono essere sfruttati in parallelo con le API Metal per gestire ad esempio la grafica, oppure anche con motori grafici di terze parti come Unity o il famoso Unreal Engine. iPhone 8 Plus e iPhone 8 sono stati ottimizzati espressamente per l'AR, con un'attenta calibrazione della fotocamera e l'inserimento di un giroscopio e di un accelerometro dedicati, senza dimenticare che ARKit è espressamente ottimizzato per il chip A11 Bionic. Il funzionamento è garantito ovviamente con tutti i dispositivi dotati di SoC A9 e A10, come detto in precedenza, ma secondo Apple è solo con gli ultimi melafonini che si può ottenere la miglior esperienza d'uso con l'AR. Insomma, ARKit è una base di partenza pronta all'uso per gli sviluppatori di app, che possono oggi portare la realtà aumentata in tantissime applicazioni differenti sfruttando al meglio l'hardware degli iPhone compatibili.

Il fenomeno IKEA

Il nome IKEA non ha certo bisogno di presentazioni, come del resto l'app Ikea Place, utilizzata spesso per dimostrare le potenzialità di ARKit e in generale della realtà aumentata. Il suo funzionamento è molto semplice e intuitivo. Una volta avviata l'app basta eseguire una scansione del pavimento della stanza, procedimento che si completa in pochi istanti muovendo lo smartphone in modo tale da rilevare lo spazio in cui inserire i mobili del colosso svedese. Questo processo viene enfatizzato dalla comparsa sullo schermo di alcune luci che avvertono l'utente del rilevamento dell'ambiente. Una volta fatto l'interfaccia è molto semplice. Tramite il tasto "+" si possono aggiungere i mobili o gli accessori del catalogo IKEA all'ambiente per vederli così rappresentati nella scena reale. Scelto il prodotto desiderato basta posizionarlo nel luogo idoneo ad ospitarlo e questo diventa a tutti gli effetti parte della scena. L'effetto è incredibilmente realistico e anche se le texture non sono proprio efficaci è decisamente il modo migliore per capire come un determinato mobile possa cambiare l'aspetto della propria casa. L'app non perde mai la bussola, si può girare intorno all'oggetto, avvicinarsi per osservare i dettagli senza mai problemi di prospettiva. Si tratta probabilmente dell'esempio più lampante di come l'AR possa creare le condizioni per la realizzazione di applicazioni di nuova generazione, semplici da usare ma anche utili, che non rimangono semplici tech demo o fini a sé stesse.

The Machines: quando il gaming prende vita

The Machines è un MOBA che prende spunto da titoli come Dota 2 ma a differenza del gioco Valve utilizza il mondo reale per rappresentare gli scontri, sia in multiplayer che in singolo. Si tratta a nostro avviso del titolo che più di tutti mostra le potenzialità dell'AR nel gaming. Come nel caso dell'app IKEA, una volta aperta l'app la prima cosa da fare è scansionare la stanza per scegliere il punto in cui "creare" l'ambiente di gioco. Questo può essere un tavolo o anche il pavimento, con la seconda scelta da preferire se si vuole la massima libertà di movimento. Una volta fatto, sul campo di battaglia compaiono alcuni dei personaggi che si useranno durante il gioco e un menù da cui scegliere la modalità desiderata tra gioco in singolo o in multiplayer. Già a questo punto la grafica è di sicuro effetto, ma è avviata la prima partita che si rimane a bocca aperta. Sullo schermo infatti viene riprodotta per intero la mappa di gioco, con montagne che si innalzano nel cielo e personaggi che si muovono e lottano sullo schermo, esattamente come accade nei MOBA tradizionali. Ci sono i creep che attaccano automaticamente le postazioni nemiche più vicine, seguendo le classiche tre lane che abbiamo visto anche in Dota 2. Al giocatore è lasciato il controllo di due "eroi" nettamente più forti e con poteri speciali, che possono ribaltare le sorti dello scontro. Le meccaniche di gioco sono quelle tipiche dei MOBA, possono piacere o meno, ma l'effetto wow è assicurato.

Gli ambienti di gioco sono infatti ricchi di dettagli e offrono una resa ottima sia osservando l'ambiente di gioco in tutta la sua interezza, sia avvicinandosi. Proprio avvicinandosi agli scontri si percepisce tutto il potenziale di questa tecnologia: basta infatti spostarsi fisicamente inquadrando l'area interessata, che può essere vista anche da pochi millimetri di distanza, per osservare anche i minimi particolari, dalle asperità del terreno fino a ai modelli poligonali dei personaggi. Il risultato finale è davvero ottimo e andrebbe provato dal vivo per capirne davvero il potenziale. The Machines purtroppo non è gratuito e costa 5.49€, un cifra non da poco ma che permette di avere un titolo divertente da giocare e anche spettacolare da vedere.