Speciale iWatch, iTv e iPad

Prevedere i piani della Mela è sempre stata un’impresa titanica in passato, ma cerchiamo di fare il punto della situazione scoprendo quali potrebbero essere i nuovi dispositivi Apple.

Speciale iWatch, iTv e iPad
INFORMAZIONI SCHEDA
Articolo a cura di

Attualmente Apple è considerata una sorta di azienda-cornucopia, pronta a svelare al mondo un numero indefinito di prodotti segreti in sviluppo da diversi anni e in grado di “cambiare il mondo”. Da quando l’ex CEO, nonché co-fondatore della compagnia californiana, Steve Jobs, è passato a miglior vita, tutti gli appassionati della Mela e, in generale, di tecnologia, sperano che la sua eredità concettuale e imprenditoriale non sia andata definitivamente perduta, nonostante a continuare l’opera ci siano i suoi fedelissimi. Se consideriamo i “freddi” dati delle vendite è indubbio che Tim Cook sino ad oggi ha svolto un lavoro eccellente, con iPhone e iPad su tutti, che hanno infranto record su record anno dopo anno. Bisogna anche dire però che la nuova gestione non ha svelato nuove categorie di device né ha introdotto cambiamenti epocali sui prodotti lanciati negli ultimi tre anni, limitandosi a cavalcare l’onda del successo con upgrade più o meno consistenti di quanto già presente in catalogo. L’unica vera “rivoluzione” è avvenuta a livello software, con l’introduzione di iOS 7 nel 2013. La nuova versione, la cui grafica minimal molto deve a John Ive, ha influenzato anche le piattaforme concorrenti, che da quel momento hanno iniziato a caratterizzarsi con menù ed interfacce dotati di uno stile essenziale, rendendo obsoleto tutto ciò che era stato sviluppato precedentemente. Tuttavia il 2014, secondo le indiscrezioni più o meno affidabili che circolano in rete e in base a quanto più volte sostenuto nei mesi scorsi da Tim Cook stesso (“ho fiducia su quello che sta per arrivare. Ho molta fiducia ed è più vicino di quanto non lo sia mai stato”), nonché recentemente da Eddy Cue (“quella che vedremo a fine anno sarà la migliore line-up di prodotti che Apple ha presentato negli ultimi 25 anni") sarà l’anno della verità per il nuovo ciclo, in cui, per la prima volta, la gestione Cook si metterà davvero in gioco e mostrerà al mondo la propria “visione” del mondo Apple.

E’ l’ora degli smartwatch

Formalmente ancora nulla è stato annunciato, ma l’esistenza del progetto iWatch (o iTime, come suggerito da un recente brevetto) è quasi un dato di fatto e ormai non si fa altro che parlarne. La concorrenza, tra cui Samsung, Sony e Pebble, ha iniziato da poco meno di un anno a svelare i primi smartwatch, ma spesso si è trattato di prodotti ibridi o mal concepiti. Con l’introduzione dell’ottima piattaforma Android Wear da parte di Google e con il lancio dei primi dispositivi dotati di tale software, l’LG G Watch e il Samsung Gear Live (in attesa del Motorola Moto 360), la Mela è quasi obbligata ad esordire nel mercato degli indossabili, per non perdere ulteriore terreno nei confronti del robottino verde. A Cupertino però, si sa, il processo di sviluppo di un nuovo prodotto mira alla creazione di un modello per l’intero settore, qualcosa che lo identifichi a 360 gradi e, considerando quanto giovane sia il segmento degli indossabili, l’iWatch potrebbe davvero sbaragliare la concorrenza e diventare ciò che è stato l’iPod per il settore dei lettori mp3, o l’iPad per quello dei tablet. D’altra parte Tim Cook ha più volte ribadito che Apple non vuole essere “la prima compagnia a scendere in campo, bensì vuole essere la compagnia che fa il miglior prodotto sul mercato”. Per fare ciò Apple si affiderà a materiali di indubbio valore e, si presume, ad un design che poco avrà da rimpiangere a veri e propri gioielli. Il display sarà di dimensioni pari a 1.6 e 1.8 pollici (si prevedono più modelli) e ricoperto da vetro di zaffiro. Diversi i sensori integrati che forniranno informazioni sulla salute e sulle prestazioni sportive dell’utente; l’elenco potrebbe comprendere quello per il battito cardiaco, per la pressione del sangue, per i livelli di glucosio, un esposimetro per i raggi UV, un conta-calorie e un contapassi. Tutti questi dati saranno gestiti dall’applicazione HealthKit, svelata durante il WWDC 2014 e integrata in iOS 8.

Sulla diversità dei modelli che Apple potrebbe presentare ci sono poche certezze e molte sono le ipotesi che vengono vagliate dalle testate giornalistiche di tutto il mondo. Apple potrebbe rilasciare una versione “sportiva” fatta con materiali meno ricercati, più comodi da indossare, anti-usura e resistenti a polvere e acqua, e una “chic”, indirizzata ad una clientela più esigente, che preferisce materiali e design simili ad un vero e proprio orologio di qualità. Si parla anche di modelli personalizzati per uomini e donne, ma finora nulla è trapelato su quelle che potrebbero essere le differenze. In merito all’alimentazione e ai metodi di ricarica l’iWatch dovrà assicurare una autonomia quantomeno pari a 24 ore “piene” (Apple Insider parla di una batteria da 250 mAh) ed essere dotato di metodi alternativi di ricarica, come l’energia solare, quella cinetica o, nella peggiore delle ipotesi, quella wireless. Infine lo smartwatch della Mela si interfaccerà con dispositivi di terze parti dedicati alla gestione della casa e gestirà il tutto tramite la piattaforma HomeKit, anch’essa mostrata da Craig Federighi durante la WWDC 2014.
Secondo il Wall Street Journal, a Cupertino si aspettano di vendere fra 10 e 15 milioni di iWatch solo quest’anno. Per capirci, appena uscito, l’iPhone ne vendette 1,1 milioni in un anno. Rispetto al 2007 però, la situazione appare nettamente diversa. Il settore della telefonia mobile aveva già dei protagonisti indiscussi del mercato e l’utenza aveva le sue certezze , Nokia e BlackBerry in primis. L’iPhone non poteva fare subito “il botto”, ma con iWatch sarà diverso: il marchio Apple è diventato uno dei più noti al mondo e qualunque prodotto essa introdurrà sul mercato, meglio ancora se appartenente ad una categoria esordiente, verrà “spinto” dalla fama del brand e dal successo ancora attuale di iPhone e iPad.

iTV o Apple TV migliorata?

Prima che i rumor sull’iWatch inondassero la rete, quasi quotidianamente i principali blog di settore erano convinti che Apple fosse pronta ad invadere il mercato delle televisioni con un dispositivo rivoluzionario, che avrebbe cambiato per sempre il nostro modo di usufruire dei contenuti multimediali. La Apple TV, il set top-box che recentemente ha raggiunto il numero di 20 milioni di unità, è stata spesso considerata un prodotto troppo limitato e fonti di varia affidabilità hanno riportato più volte l’esistenza di prototipi di veri e propri televisori dotati di interfaccia utente realizzata ad-hoc. A pensarci bene Apple avrebbe a disposizione infinite possibilità di sviluppo di un prodotto del genere, se consideriamo l’“armamentario” di cui gode: comandi vocali via assistente vocale Siri, vasta gamma di applicazioni intelligenti da distribuire via App Store, funzionalità di mirroring via iPad, videochiamate con FaceTime e tanto altro. Tuttavia il problema principale per l’approvazione del progetto iTV non sarebbe legato alle funzionalità di cui dovrebbe essere dotato, bensì ai contenuti. Eddy Cue, capo del team che lavora ai servizi internet ed iTunes, ha ammesso, in un’intervista rilasciata alla conferenza ReCode tenutasi a fine maggio, che Apple sta sì lavorando ad una iTV, dichiarando però che “creare un prodotto rivoluzionario in questo campo è davvero complicato”, a causa delle “diverse parti coinvolte”. Naturalmente Cue si riferiva ai possessori dei diritti dei contenuti e alla mancanza di standard globali. Apple infatti, nello sviluppo della iTV, si trova da tempo impelagata nelle trattative con colossi dell’industria televisiva e cinematografica, come ESPN, HBO, Viacom e tanti altri. Tuttavia non c’è bisogno che tutti i fornitori di contenuti saltino sul treno prima del lancio del nuovo prodotto. Ad Apple serve giusto qualche titolo di prim’ordine per far capire il concetto a utenti e investitori: poi, come è successo con iTunes e iBookstore, sarà la stessa forza del marchio e dell’ecosistema ad attirare i disertori.

Tralasciando l’aspetto contenutistico dell’iTV, diamo uno sguardo a ciò che riguarda il form-factor. Le misure prese in considerazione dallo staff di Cupertino sarebbero due: una “base” da 37 pollici, che andrebbe incontro alla maggior parte delle esigenze dell’utenza mondiale, e una “premium” da 50 pollici, a cui John Ive starebbe ancora facendo gli ultimi ritocchi. Un nuovo brevetto ha rivelato che il noto designer starebbe lavorando ad un metodo per fondere il Gorilla Glass, il materiale ultra-resistente che protegge i display di iPhone e iPad, al corpo del televisore, per rendere il tutto più forte e allo stesso tempo più sottile. Tale tecnica, utilizzata anche sugli iPhone a partire dal 4s, non sarebbe di semplice applicazione su un dispositivo grande come l’iTV e questo sembra essere un altro dei motivi per cui il tutto viene ogni volta rimandato.
L’iTV non sarà un semplice televisore. Apple vuole farne un centro d’intrattenimento domestico e l’ecosistema messo su da Cupertino non farà altro che facilitare le cose. iOS sarà integrato e ciò consentirà di avere a disposizione, sin da subito, una vasta gamma di applicazioni e di giochi. Come ha spiegato l’analista Gene Munster, “L’abilità e la possibilità di Apple nel fornire hardware, software e contenuti in un’unica soluzione la mette in una posizione unica per il lancio di un dispositivo del genere”. La Mela ha tutti gli ingredienti utili a differenziarsi dalla concorrenza e ciò non può che significare una cosa: il successo anche nel mercato della TV. Attualmente mancano del tutto informazioni sulla modalità di connessione al web (wireless o via cavo) e sulla presenza di un hard disk integrato che consenta agli utenti di memorizzare i contenuti per la visualizzazione offline.
Alla WWDC 2014 ci si attendeva qualche novità in più sull’iTV, soprattutto a livello software, ma purtroppo nulla è stato svelato. A settembre Apple terrà il keynote di presentazione dell’iPhone 6 e difficilmente sapremo qualcosa di questo dispositivo. Flebili speranze ci sono per ottobre e novembre, mesi in cui Tim Cook ci illuminerà sulle novità in arrivo tanto decantate e chissà se per le festività natalizie riusciremo a mettere le mani, e gli occhi, su una iTV.

Gli iPad, modello Pro in arrivo?

Tra dubbi e incertezze relative ai nuovi prodotti che Apple lancerà sul mercato a fine anno ci sono alcune sicurezze che difficilmente verranno a mancare. Tra queste troviamo il consueto aggiornamento degli iPad, Air e mini, soprattutto dopo che i dati dell’ultimo trimestre fiscale hanno accertato una flessione nelle vendite. Come saranno e quali feature offriranno?
Lo scorso anno l’iPad Air ha dimostrato, se ancora ce ne fosse bisogno, che in quanto a design Apple non ha nulla da invidiare alla concorrenza. Il suo spessore sottilissimo (7.5 millimetri), il peso pari solo a 469 grammi e la solita attenzione alle rifiniture e alla qualità del display ne fanno ancora oggi uno dei prodotti più belli e versatili del mercato tech. A quanto pare però, a Cupertino non vogliono fermarsi. L’iPad Air 2 potrebbe essere ancora più sottile e leggero, anche se non sono emerse indicazioni precise a tal proposito. Tuttavia se Apple vuole battere la concorrenza, dovrà fare meglio di Sony, il cui Xperia Z2 Tablet è spesso 6.4 millimetri e pesa solo 426 grammi. Il form-factor della nuova generazione di iPad Air sarà identico, ma alcuni particolari potrebbero cambiare. In base alle poche immagini leaked della scocca trapelate, il tasto dedicato all’impostazione mute scomparirà (la modifica avverrà via software), le griglie delle casse stereo posizionate in basso verranno ridisegnate e i pulsanti fisici per il volume verranno allungati e sporgeranno impercettibilmente dal tablet. Infine, ma ciò non provocherà una modifica del design percettibile a prima vista, verrà introdotto il Touch ID sotto il tasto Home, come avvenuto su iPhone 5s. Nessun cambiamento dovrebbe riguardare il display, sia per quanto concerne le dimensioni che la risoluzione, rispettivamente pari a 9.7 pollici e 1536x2048 pixel, per una densità di 264 PPI. La copertura in vetro di zaffiro per il display, in arrivo su iPhone 6, non dovrebbe riguardare anche l’iPad Air 2, che manterrà la solita protezione in Gorilla Glass. Le novità più consistenti saranno legate all’hardware e in particolare al processore, che dovrebbe essere un SoC A8 da 2.6 GHz a 20 nm e 64 bit, notevolmente migliorato rispetto agli 1.4 GHz del precedente modello. A livello software l’iPad Air 2 integrerà iOS 8, mentre tra le feature apportate dal nuovo sistema operativo, quella più importante per l’iPad sarà la modalità split-screen, che permetterà per la prima volta su iPad di utilizzare più applicazioni contemporaneamente, senza dover obbligatoriamente passare da una schermata ad un’altra. Come per le precedenti versioni, anche l’iPad Air 2 sarà disponibile nei tagli da 16, 32, 64 e 128 GB, solo Wi-Fi e Wi-Fi+LTE. La disponibilità dovrebbe essere prevista per la fine del mese di ottobre.

Due anni fa Apple allargò la categoria tablet con l’introduzione dell’iPad mini. Il piccolo dispositivo esordì sul mercato tra lo scetticismo generale, ma con il passare delle settimane gli utenti si resero conto che Apple aveva di nuovo fatto centro. Preferendo la misura degli otto pollici a quella dei sette, Cupertino aveva in un colpo solo diversificato il proprio prodotto da quelli della concorrenza, creando un tablet che stava in una mano e che consentiva ugualmente di usufruire di app, giochi, film e immagini senza compromessi. Lo scorso anno l’iPad mini fu ulteriormente migliorato, oltre che dal punto di vista prestazionale con un processore più performante, anche da quello della visualizzazione dei contenuti, con l’introduzione del display Retina, vera e propria killer feature che lo ha reso un prodotto completo. In virtù di ciò sarà difficile immaginare un upgrade sostanzioso, ma a quanto pare potremmo sbagliarci. Secondo alcuni rapporti provenienti da fonti vicine alla società diretta da Tim Cook, l'iPad Mini 3 Retina sarà più sottile del 30% rispetto al suo predecessore (l’attuale iPad Mini Retina misura 7,5 millimetri, quindi l'iPad Mini 3 dovrebbe essere sottile solo 5,25 millimetri) ed Apple potrebbe decidere di cambiargli il nome in iPad Mini Air, rendendo omogenea dal punto di vista della nomenclatura la categoria. Ancora una volta verrà migliorato il comparto computazionale con l’introduzione del SoC Apple A8 prodotto da TSMC.
Le novità Apple della gamma iPad potrebbero non finire qui. Quest’anno la compagnia di Cupertino avrebbe in programma il lancio di un nuovo prodotto: l’iPad Pro da 12.9 pollici. I rumor su questo tablet gigante sono scarsi e anche contraddittori. Il display sarà di alta qualità e alcune fonti cinesi parlano addirittura di due modelli in lavorazione: uno con schermo 2K (2560 x 1600 pixel) e l’altro con schermo 4K (4096 x 3072 pixel). Il processore potrebbe essere il medesimo dell’iPad Air 2 e dell’iPad mini Air, il SoC A8 da 2.6 GHz, ma dotato di un maggior quantitativo di RAM, almeno 2GB. Lo storage interno disponibile sarà da almeno 64GB e potrebbe essere introdotto il taglio da 256GB. Previsti anche accessori utili per l’interazione con il largo display, una iPen e una Smart Cover con tastiera integrata, di cui Apple ha ottenuto nei mesi scorsi l’approvazione di diversi brevetti. I rumor finiscono qua, ma Apple potrebbe sorprenderci svelando il dispositivo a fine anno, in un keynote memorabile per la quantità di nuovi prodotti, lanciandolo sul mercato nei mesi successivi, magari inizialmente nel settore educational per il quale l’iPad Pro sarebbe stato pensato.

Apple Non considerando il keynote tenutosi in occasione della WorldWide Developer Conference 2014, in cui, peraltro, Apple non ha svelato nessun tipo di hardware, il prossimo evento di presentazione di nuovi prodotti (iPhone 6 a settembre) sarà organizzato a distanza di quasi un anno dal precedente, tenutosi nell’ottobre 2013. Prevedere i piani della Mela è sempre stata un’impresa titanica in passato, ma soprattutto con la gestione Cook le anticipazioni sui nuovi prodotti ci hanno quasi sempre azzeccato. Quello a cui stiamo andando incontro sarà un periodo cruciale per Ive e soci e la scelta dei prodotti da portare alla ribalta, tra i tanti che vengono sviluppati nei laboratori segreti di Cupertino, sarà fondamentale per la permanenza di Apple al vertice del settore tecnologico. Abbiamo analizzato, al netto delle informazioni finora emerse online, quelle che potrebbero essere “le nuove categorie di prodotto” che Tim Cook ha promesso ai fan sin dai primi mesi del 2014: l’iWatch, l’iTV, l’iPad Pro. Nulla toglie che il CEO “gentiluomo” possa finalmente sorprenderci con qualcos’altro, ma abbiamo l’impressione che i tempi del “One more thing” siano terminati con la morte di Jobs e che dobbiamo abituarci all’idea che Apple abbia intrapreso un altro tipo di percorso, in cui dall’alto delle sue enormi disponibilità economiche non è più chiamata a rischiare e a creare mercati, ma a valutare quale trend bisogna seguire.