Speciale L'invasione degli Smart Glasses

Dopo i Google Glass del colosso di Mountain View, i device indossabili più interessanti dell'ultimo CES di Las Vegas.

Speciale L'invasione degli Smart Glasses
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Con l’annuncio del remake del film Robocop, in uscita al cinema agli inizi di Febbraio, ci sono tornate in mente tutte le meraviglie tecnologiche raccontate nel capitolo originale; in particolar modo il visore all’interno del casco, che al pari di quello di tanti altri film classici di fantascienza, permetteva al protagonista di identificare i delinquenti di turno tramite il riconoscimento facciale e di avere tutta una serie di informazioni utili all'agente di polizia. Elucubrazioni fantascientifiche di chi ha vissuto gli anni '80 e primi '90 con gli occhi sempre colmi di stupore per ogni innovazione tecnologica.
Dal film originale ad oggi sono passati 27 anni, e quella che allora era pura fantascienza oggi risulta essere una tecnologia pronta all'uso. Sono sempre di più le industrie che, sull’onda dei Google Glass dell'azienda omonima, si stanno buttando a capofitto in questo nuovo mercato, nel (forse vano) tentativo di proporre qualcosa di alternativo o ugualmente sorprendente. Quando l’azienda di Mountain View presentò il suo prodotto, la stampa accolse la notizia con tanta curiosità, ma con tutti i dubbi del caso: potrebbe davvero rivoluzionare la vita di tutti i giorni? Si tratta di una vera necessità o di un dispositivo di realtà aumentata fine a sé stesso? L’idea che sta alla base di questo dispositivo è quella di avere tutto a “portata di occhio” lasciando così le mani libere da impicci e unendo quindi tecnologia e fruibilità in un accessorio il più possibile pratico e immediato. Con Google Glass potremo ottenere indicazioni stradali, lo stato del traffico, il meteo e non solo; potremo disporre di informazioni in tempo reale sul luogo o gli edifici che stiamo osservando, il tutto con un semplice comando vocale e interfacciando i nostri occhiali con uno smartphone o un tablet di ultima generazione; a questo aggiungiamo la possibilità di fotografare o filmare, mandare messaggi o consultare i social network.
Con l'ultima edizione del CES di Las Vegas, altre interessanti proposte sono giunte agli occhi di pubblico e stampa. Ecco una panoramica sulle soluzioni più interessanti e sulle aziende più promettenti del settore.

IL CAPOSTIPITE

Il capostipite di questi nuovi dispositivi indossabili è Google Glass. Dal punto di vista tecnico abbiamo una montatura da occhiali abbastanza tradizionale, su cui è posto un piccolo schermo trasparente da 640 x 360 pixel, la cui vicinanza all’occhio rende la visione comparabile a quella di un monitor da 25” posto a due metri di distanza. Gli occhiali sono dotati di un’unità di memoria interna di tipo flash da 16 GB e di 1 GB di RAM; dei 16GB di memoria ne risultano fruibili solamente 12 (probabilmente i restanti 4 sono impegnati dal software), Il dispositivo è naturalmente sincronizzato con il servizio cloud di Google, quindi in virtù di una connessione stabile e veloce, possiamo avvalerci di uno spazio cloud pressoché infinito. Per quanto riguarda l’audio gli occhiali non dispongono di speaker integrati, ma sfruttano una particolare tecnologia che si avvale della conduzione ossea (già usata in ambito militare), con un suono veicolato all’interno dell’orecchio attraverso le ossa del cranio (naturalmente parliamo dell'attuale modello Beta “Explorer”). A questo fanno da corredo una fotocamera da 5 megapixel, in grado di registrare video a 720p, un microfono per i comandi vocali, Bluetooth e WiFi, gestiti dal sistema operativo della casa di Mountain View, il tutto su base software Android nella sua versione KitKat 4.0.3. Tutta questa tecnologia non è ancora disponibile al grande pubblico ma solo a chi ha aderito al programma di sviluppo Glass Explorer, alla “modica” cifra di 1500 dollari.
La commercializzazione è prevista per il mese Aprile ed il prezzo all’utente finale dovrebbe aggirarsi intorno ai 600 dollari.

L'AGGUERRITA CONCORRENZA

La risposta della concorrenza non si è fatta attendere e mentre si aspetta qualche annuncio da parte di Apple e di Samsung sono tanti i produttori più o meno conosciuti che hanno o vogliono approcciare questo mercato. Tra i colossi dell’elettronica troviamo infatti EPSON, che ha presentato al recente CES di Las Vegas i suoi MOVERIO BT-200; questi smart glasses hanno una montatura più “importante” rispetto alla controparte di Google, ma esattamente come i primi offrono la possibilità di inserire delle lenti graduate al loro interno. Le caratteristiche di rilievo annoverano due schermi, rispettivamente centrati sul campo visivo di ogni singolo occhio, per una risoluzione pari a 960 x 540 pixel con capacità 3D, una videocamera frontale, un sensore di movimento ed un impianto audio Dolby Digital Plus. Gli occhiali sono collegati via cavo ad un controller della dimensione di un piccolo smartphone, dotato di slot per Micro SD, Wi-Fi e Bluetooth e touch pad, tutto gestito da sistema operativo Android in versione 4.0. I MOVERIO BT-200 non sono ancora disponibili sul mercato, ma tramite il sito EPSON è possibile preordinarli a 699 dollari con consegna prevista tra un paio di mesi circa. Diversamente dai Google Glass, che sembrano un’evoluzione moderna degli occhiali, questo dispositivo sembra essere meno integrato alla vita di tutti i giorni e soprattutto più ingombrante; la presenza di una unità di controllo separata dagli occhiali sembra penalizzare non poco il suo utilizzo e la sua portabilità.


Un altro progetto degno di nota, dall’origine tutta italiana, prende il nome di GLASS UP. La start-up italiana, il cui progetto è stato finanziato tramite croudfunding, era presente al CES 2014 con un prototipo di questi occhiali le cui caratteristiche risultano, almeno sulla carta, molto convincenti. Questi smart glasses sono interfacciabili allo smartphone tramite collegamento Bluetooth diventando in tutto e per tutto un’estensione dello stesso. Sono dotati di accelerometro, bussola, sensore di luce ambientale ma nessun GPS - poiché sfruttano quello integrato al telefono cellulare - il tutto in soli 70 grammi di peso. Il sistema ottico è corredato da un set di lenti e specchi che proiettano le informazioni sugli occhiali con una risoluzione pari a 320x240 pixel rendendo di fatto il dispositivo privo di un display dedicato; resta comunque da vedere se, in presenza di lenti graduate, le immagini possano risultare prive di disturbi e distorsioni. Pur essendoci la possibilità di preordinarli a soli 299 dollari, non c’è alcun riferimento alla data di rilascio, il che fa presupporre che il lavoro da fare sia ancora tanto e che non vedremo questi occhiali sul mercato prima della fine dell'anno. Il progetto sembra comunque partito molto bene e le potenzialità per diventare la vera alternativa alla controparte Google ci sono tutte, complice un prezzo dichiarato decisamente inferiore al progetto della grande G. A testimonianza di ciò che di buono è stato fatto e soprattutto del fatto che il colosso statunitense tema la concorrenza della GlassUp s.r.l., Google ha fatto causa alla start-up italiana per l’uso del marchio registrato GLASS. È ironico vedere che, non avendo appigli a brevetti tecnologici (la tecnologia alla base dei due prodotti è diversa infatti), pur di fermare la concorrenza venga contestato l’uso di un termine del tutto generico quale glass.


Dopo aver esaminato il capostipite, l’alternativa Epson e la soluzione nostrana, passiamo a quelli che la stessa casa produttrice definisce come ”I primi Smart Glasses disponibili sul mercato”: i VUZIX Smart Glasses M100. Rispetto a tutti gli altri dispositivi illustrati precedentemente, l’ M100 assomiglia più ad un grosso auricolare con display che ad un paio di occhiali; può essere utilizzato in modalità stand alone, usando le applicazioni precaricate direttamente sul dispositivo, oppure in accoppiata con uno smartphone. Tra le specifiche troviamo un display a colori WQVGA (480x270 pixel) in formato 16:9, processore ad 1 GHz ed 1GB di memoria RAM; l'accessorio supporta anche memorie flash di tipo microSD per un taglio massimo di 32 GB. A questo si affianca una videocamera da 5 megapixel in grado di registrare video fino a 1080p, un giroscopio, un accelerometro e una bussola completa la dotazione un sensore in grado di tracciare i movimenti della testa. Un opzione davvero interessante dell’ M100 è quella di poter essere usato senza occhiali, oppure agganciato alla montatura tramite il Safety Glasses (incluso nella confezione), inoltre può’ essere utilizzato sia con l’occhio destro che con quello sinistro. La VUZIX propone i suoi smart glasses al prezzo di 999 dollari, ma è previsto un rapido calo non appena il mercato verrà invaso da una sempre più agguerrita concorrenza.

CES 2014 Da un punto di vista tecnico e delle potenzialità siamo di fronte ad una probabile rivoluzione; rimangono però alcune perplessità per quanto riguarda il reale utilizzo di questi dispositivi. In primis la durata delle batterie (si parla di un massimo di sei ore di utilizzo), in secondo luogo il costo, probabilmente non accessibile a tutti, e ultimo ma non per importanza l’impiccio. Perché se è vero che chi porta gli occhiali da vista si ritroverebbe con una montatura “esclusiva”, chi invece non ha questa necessità avrebbe da gestire un accessorio in più: per la tecnologia questo ed altro, ma tutto ciò risulta in netto contrasto con la tendenza degli ultimi anni di racchiudere tutto - lettore multimediale, agenda elettronica, cellulare, orologio - in un unico oggetto, il meno ingombrante e il più pratico possibile. Con molta probabilità, prima di approdare al mercato consumer, Smart Glass e soci saranno delegati ad un ambito prettamente scientifico e industriale: medici e tecnici specializzati saranno certamente tra le prime categorie che vedranno adoperati questi dispositivi nel lavoro quotidiano. Per chi porta gli occhiali da vista o non può fare a meno di indossare quelli da sole, le aziende produttrici di lenti si stanno avvicinando al mercato, proponendo soluzioni apposite a questi smart glasses.