Meteo e Previsioni: La tecnologia contro i disastri della natura

Prima Harvey e ora Irma. Con gli Stati Uniti colpiti dalla furia del tempo sono diventate molto importanti le tecnologie di previsione di questi fenomeni.

Meteo e Previsioni: La tecnologia contro i disastri della natura
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Un po' amica e un po' nemica dell'uomo, Madre Natura ha sempre condizionato le nostre vite. Da secoli proviamo a controllarla e a prevenire le sue mosse, ma quasi sempre con scarsi risultati. Nelle ultime settimane gli Stati Uniti sono stati devastati dalla furia di ben due uragani. Il primo, Harvey, ha sconvolto il Texas e la Louisiana, il secondo, Irma, ha colpito la Florida, rivelandosi ancora più devastante del precedente. Gravissimi i disagi, ingenti i danni e mortali le conseguenze per fenomeni impossibili da controllare e difficili da prevedere. In questo senso la meteorologia continua incessante ad affinare i suoi studi, sperando un giorno di rendere ancora più affidabile il difficile settore delle previsioni meteo, fondamentale soprattutto in casi così gravi come questi.

Una scienza esatta?

Dal Cinquecento l'uomo ha cercato di fare il possibile per prevedere il tempo, i suoi movimenti e i suoi fenomeni. Barometri e termometri sono sempre stati alla base della meteorologia e, seppur con tutte le migliorie degli ultimi anni, continuano ad essere la base fondante di ogni studio sui fenomeni atmosferici. Oggi abbiamo naturalmente a che fare con strumenti ben più complessi e affidabili, ma i problemi delle previsioni sono rimasti gli stessi di 500 anni fa. Gli strumenti a disposizione dell'uomo permettono di studiare una serie praticamente infinita di parametri, tutti elaborati grazie all'aiuto indispensabile di software dedicati. Le classiche stazioni meteorologiche terrestri sono affiancate da strumenti presenti nell'atmosfera come palloni sonda, radar e satelliti, capaci di raccogliere in tempo reale e con grande efficacia temperatura, umidità e pressione dell'aria. Tutti questi dati vengono immagazzinati dalle macchine e tradotti in veri e propri modelli matematici che gli esperti studiano per provare a prevedere i movimenti del tempo. Una mole di dati impressionante che però non ha mai del tutto eliminato uno dei problemi più classici della meteorologia: se le previsioni a breve termine si rivelano veritiere nella maggior parte dei casi, così non è per quelle a medio e lungo raggio, ancora oggi incerte e inesatte.

Previsioni a "breve termine"

Tecnologie e strumenti hanno reso più facile comprendere l'atmosfera e l'evolversi dei fenomeni al suo interno ma le variabili, le possibilità e i fattori che la influenzano sono talmente tanti da rendere quasi impossibile fare previsioni nel lungo periodo. Per questo i dati più precisi continuano a rimanere quelli compresi tra gli uno e i cinque giorni, nonostante anche questi rimangano comunque soggetti a errori o inesattezze. I computer aiutano nell'elaborazione di modelli matematici di previsione precisi e accurati, ma è ancora la mano dell'uomo a dare un senso a questi modelli: è lo studioso che prova a selezionare quello migliore e più attendibile, è lui con le sue conoscenze e la sua esperienza che prova a capire quale meglio si adatta ad ogni caso. Proprio la mano imperfetta dell'uomo, unita alle difficoltà di leggere con esattezza tutti i dati e disposizione, al caos intrinseco dell'atmosfera e alla conoscenza ancora parziale di alcuni comportamenti, porta a modelli sempre meno accurati man mano che aumenta l'intervallo temporale della previsione. Il metodo ad oggi più efficace per prevedere l'evolversi del tempo è quello della previsione per insieme, dove è lo stesso meteorologo a creare previsioni multiple basate su uno stesso modello e provando a selezionare quello più probabile a seconda delle condizioni presenti.

Storia globale

La complessità del mondo delle previsioni e dello studio della Terra e dell'atmosfera hanno reso sempre più necessaria una reale collaborazione tra vari istituti ed un marcato studio di quello che è stato lo sviluppo del tempo nel corso degli anni. Immagini satellitari e radar locali non bastano più, servono dei confronti diretti con i dati esteri: questo ha portato molti meteorologi a provare a studiare le tendenze del tempo su un arco di circa dieci giorni, nonostante sia ancora quasi impossibile comprendere dettagli precisi di fenomeni così lontani nel tempo. Studiare le tendenze non può inoltre prescindere dalla storia passata di determinate zone; è diventato infatti di fondamentale importanza analizzare in che modo si sono evoluti i fenomeni nel corso della storia. Creare una linea cronologica del clima nel lungo periodo è fondamentale per capirne le evoluzioni nel corso dei giorni, dei mesi e degli anni. Si tratta pur sempre di tendenze e non di previsioni esatte, ma anche questi dati non possono essere sottovalutati per costruire una mappa del tempo capace di abbracciare tutto il mondo e la sua storia e di fornire ancora più dati per creare modelli di previsione più attendibili e precisi possibile.

Il problema uragani

Irma e Harvey hanno recentemente dimostrato quanto possano diventare importanti le previsioni del tempo in caso di eventi potenti, catastrofici e letali come uragani e tempeste. Questi fenomeni, oltre al loro alto tasso distruttivo, sono tra i più difficili da prevedere e studiare per la profonda mutevolezza delle variabili che li compongono; è proprio in questi casi che la meteorologia deve compiere un salto ulteriore per provare a stare al passo. In questo senso sta risultando molto utile l'utilizzo di alcuni satelliti italiani, denominati Cosmo-SkyMed, che sono stati utilizzati in Texas per monitorare la situazione dell'uragano Harvey. Si tratta di strumenti ad altissimo tasso tecnologico, capaci di monitorare in tempo reale l'evolversi della situazione e di tracciare immagini piuttosto approfondite e ad altissima qualità anche durante la notte o attraverso le nuvole. Negli ultimi anni gli studi sugli uragani hanno fatto passi avanti piuttosto importanti, anche se risulta ancora piuttosto difficile per gli studiosi prevedere con esattezza i movimenti di questi fenomeni e la loro evoluzione. Droni e satelliti per ora non sono abbastanza per capire a pieno tutte le interazioni che formano, modificano, accrescono e spostano queste terribili tempeste. Da qui i continui errori di valutazione e la possibilità di prevedere la formazione della tempesta solo a pochi giorni dal suo effettivo sviluppo.

In questo senso il National Hurricane Center negli Stati Uniti continua a fare passi da gigante nello studio di questi fenomeni, raccogliendo dati e creando modelli matematici di previsione sempre più approfonditi e precisi. L'incertezza rimane ancora il problema più palese per tutti gli studiosi del settore, ma i passi da gigante degli ultimi anni sono stati notevoli. Fino a dieci anni fa non era infatti possibile prevedere un potenziale ciclone tropicale o capire quale di questi si sarebbe realmente trasformato in un fenomeno dannoso. Nel 1982 il National Hurricane Center pubblicava previsioni solo a due giorni di distanza, nel 2003 si è passati a cinque giorni e negli ultimi tempi si sta provando a spingersi oltre, arrivando addirittura a sette. Come per tanti altri settori il progresso sembra muoversi velocità sempre maggiori e mai come in questo caso i miglioramenti saranno importanti per arginare problemi ed evitare tragedie. Madre Natura non può essere controllata, ma fare il possibile per prevederne i movimenti è importante, soprattutto in tempi come questi dove i cambiamenti climatici sono tanto palesi quanto paurosi.