Nasce in Giappone la fattoria robotica del futuro

Nel paese del Sol Levante, entro il 2017, sarà realizzata la prima fattoria interamente gestita da robot, in cui l'intervento umano sarà limitato allo stretto necessario, ponendo le basi per l'agricoltura del futuro.

Nasce in Giappone la fattoria robotica del futuro
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Sin dagli albori l'agricoltura è stata per l'uomo una delle fonti primarie di cibo. Essa si è sviluppata molto nel corso del tempo, introducendo nuove tecniche di coltura e nuovi strumenti, sempre più innovativi. Ovviamente ai giorni nostri l'umanità è arrivata all'apice dello sviluppo tecnologico per la coltivazione di piante da frutta e verdura, basti pensare ai discussi prodotti OGM, oppure alla presenza sempre più massiccia della tecnologia in campo agrario, per poi arrivare agli ultimi ritrovati nel campo della lotta ai parassiti. Ma potrebbe esserci un ulteriore "scalino" evolutivo nell'agricoltura? La risposta è si e ovviamente arriva dal Giappone. A Kyoto, patria della tecnologia robotica, da poco è stato progettato il primo complesso agricolo gestito unicamente da robot: l'unico intervento umano avviene per collocare il seme sottoterra, mentre le macchine si occupano di tutto il resto, monitorando passo passo la nascita e il mantenimento delle specie coltivate, nello specifico si tratta di una coltivazione di lattuga. L'azienda che ha deciso di investire in questa tecnologia innovativa è la Spread, che grazie ai fondi raccolti conta di fondare la prima fattoria interamente gestita da robot entro il prossimo anno. Ma quanto sarà grande questa struttura?

Un caso unico al mondo

Attualmente il progetto prevede una struttura al chiuso con una superficie di 4.400 metri quadrati, specializzata nella coltivazione di insalata. L'ambiente è estremamente controllato, grazie ai moltissimi sensori al suo interno, garantendo anche l'assenza di pesticidi o derivati. Non essendo necessaria manodopera umana, il risparmio finale sarà estremamente elevato, merito anche dell'attenzione riposta nel risparmio energetico (l'azienda sostiene di riuscire in futuro a diminuire lo spreco di energia di un terzo). Quello che però ci ha colpito notevolmente è l'ottimismo della Spread: le previsioni parlano di 30.000 teste di insalata al giorno, ma entro cinque anni questa cifra aumenterà in maniera vertiginosa arrivando addirittura a 500.000. Questi numeri non devono far pensare solamente a delle entrate a livello monetario, ma anche all'importante risvolto che questa nuova tecnologia potrebbe avere a livello umanitario, se applicata su larga scala. Con la popolazione mondiale in continuo aumento, la possibilità di produrre una tale quantità di cibo, in maniera efficiente, potrebbe veramente segnare un cambiamento importante nell'agricoltura.
Tornando ai costi, la realizzazione della struttura necessita di un investimento di 14 milioni di Dollari, che comprendono sia i costi dei macchinari che la costruzione della struttura stessa.

Come anticipato, all'interno sono installati dei sensori, con il compito di allertare gli unici addetti umani nel caso in cui una pianta non cresca in maniera perfetta o ci siano anomalie di varia natura. Per quanto riguarda la composizione, l'edificio sarà dotato di ben sedici livelli, realizzati verticalmente. In ognuno di essi sono collocate decine di lampade a LED, con oltre 18 tipologie di piante che crescono all'interno. Spread ovviamente ha dichiarato di voler riuscire ad automatizzare al 100% questa "fattoria robotica", eliminando quindi, quasi del tutto, l'attività umana. L'impianto sorgerà a Kizugawa ed i lavori inizieranno entro la prossima primavera, per poi concludersi entro l'estate; i primi prodotti saranno spediti nella seconda metà del 2017.

Fattorie robotiche La “Fattoria Robotica”, se davvero riuscirà ad entrare in attività, potrebbe segnare un nuovo salto evolutivo per l’agricoltura, ma tutto dipenderà dall’applicazione di queste tecnologie anche nelle produzioni industriali su larga scala. I vantaggi sono evidenti: grazie ai rigidi controlli imposti dal ciclo di produzione, sarà possibile coltivare senza l’utilizzo di alcun tipo di pesticida e in un ambiente quasi al 100% asettico. Riusciranno queste tecnologie ad andare oltre a questo progetto? Non è facile a dirsi, tutto dipenderà dallo sviluppo e dalla diffusione delle tecniche produttive che stanno dietro alle “fattorie robotiche”, che necessitano certamente di maggiori sviluppi e finanziamenti per espandere la loro potenzialità.