Presto torneremo sulla Luna: il futuro dell'uomo passa per il nostro satellite

Torneremo sulla Luna! L'annuncio della NASA riporta l'attenzione sui viaggi spaziali, ma non è l'unica ad aver grandi piani per il futuro!

Presto torneremo sulla Luna: il futuro dell'uomo passa per il nostro satellite
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Questo è il nostro momento Sputnik. Così nell'estate 2016, Jim Bridenstine, nominato a inizio settembre come futuro leader della NASA da Trump, intitolava e concludeva un articolo sul suo blog personale, per poi continuare con "L' America deve essere per sempre la nazione preminente per i viaggi spaziali e la Luna è la strada per iniziare far sì che ciò sia vero". A un mese di distanza dalla nomina di Bridenstine, il panorama spaziale si infiamma nuovamente con il tanto atteso annuncio del vicepresidente americano Mike Pence: la NASA porterà l'uomo sulla Luna, di nuovo.

Il progetto della NASA

I piani della NASA, dopo un momento di stallo, sembrano essere ritornati alla visione del presidente Bush: il punto focale non è più Marte, ma la più vicina Luna.
Sul breve termine il progetto riparte sfruttando i traguardi dell'era Obama, ossia lo sviluppo dello "Space Launch System" e di "Orion", rispettivamente un razzo e un veicolo spaziale originalmente ideati per il programma "Constellation", iniziato da Bush per portare l'uomo al di là dei limiti spaziali. Il progetto attuale prevede di utilizzare queste due risorse sotto sviluppo ormai da più di dieci anni come mezzi di trasporto, per permettere di costruire una nuova stazione aerospaziale, nei pressi della Luna denominata Deep Space Gateway. Questa servirebbe da base per gli astronauti che potrebbero prepararsi e fare rifornimento prima di una successiva esplorazione dello spazio profondo. Alternativamente sarebbe possibile modificare i mezzi in costruzione per adattarli alla superficie lunare. Il futuro dell'esplorazione spaziale tuttavia non si limita alla NASA e, specialmente nell'ultimo periodo, sta vedendo una espansione dei propri confini con l'introduzione di diverse società private tra cui SpaceX, Blue Origin e Boeing. Queste ultime lavorano su due fronti, da una parte affiancandosi direttamente alla NASA con delle partnership e dall'altra sviluppando le proprie soluzioni per l'esplorazione spaziale.

Il progetto di SpaceX

Recentemente SpaceX, seppur continuando a mantenere la propria attenzione sul pianeta rosso, ha mostrato interesse nei confronti della Luna, rilasciando anche alcuni render sul proprio account Twitter. È stato così rivelato ufficialmente il BFR, un nuovo veicolo spaziale presentato poi in occasione del Congresso Astronautico Internazionale tenutosi ad Adelaide, in Australia. Il BFR, acronimo per Big Fucking Rocket, dovrebbe vedere la luce entro cinque anni e permetterà all'uomo di raggiungere comodamente la superficie del nostro satellite. Dopo aver costruito un primo avamposto sulla Luna, quindi, si punterà verso Marte per iniziarne la colonizzazione.

Il progetto di Blue Origin

Così come SpaceX, anche Blue Origin, la società spaziale di Jeff Bezos, CEO di Amazon, sta compiendo grossi investimenti in vista di un futuro sul nostro satellite. Il pensiero di Bezos, infatti, immagina frontiere ben al di là della Terra tanto da progettare una colonia umana permanente su uno dei due poli della Luna. Secondo il parere del miliardario, i poli sarebbero la posizione perfetta per una base spaziale perché, secondo recenti studi, alcuni crateri presenti in queste regioni, non essendo raggiunti dalla luce del sole, potrebbero contenere acqua ghiacciata utilizzabile come riserva potabile o come fonte per estrarre idrogeno da sfruttare come carburante o ossigeno respirabile. In una intervista tenutasi quest'anno al Museo del Volo di Seattle, Bezos ha sottolineato la necessità per la specie umana di espandere i propri confini per far fronte alla continua crescita demografica e all'incessante richiesta di materie prime.

Le parole di Bezos non sono pura speculazione, ma trovano riscontro anche nelle stime dell'ONU: si prevede che la popolazione mondiale arriverà a toccare dieci miliardi in meno di quarant'anni. Diventa quindi concreta l'idea di sfruttare le risorse di altri pianeti o satelliti e, senza ombra di dubbio, quello più comodo risulta essere proprio la Luna. Sempre secondo le visioni di Bezos, inoltre, sarà possibile sfruttare l'intelligenza artificiale affinché unità robotiche complesse effettuino i primi viaggi sulla Luna e preparino il campo per un successivo approdo umano. Dotando i robot delle giusta strumentazione, questi ultimi sarebbero in grado di costruire la prima base lunare sfruttando un avanzato sistema di machine-learning. Una volta stanziata la prima comunità umana, questa otterrà approvvigionamenti direttamente sulla Luna attraverso spedizioni dalla Terra. Quest'ultimo progetto, parte del programma Blue Moon, immagina una collaborazione tra Amazon e Blue Origin, le due società di Jeff Bezos, che elaborerà un prototipo di e-commerce spaziale, utilizzabile dai coloni lunari per richiedere, in tempi brevi, strumentazioni e materie prime direttamente dalla Terra. Blue Origin ha più volte invitato alla collaborazione, sostenendo che un futuro al di là dei confini terresti sarà sempre irraggiungibile se cercato individualmente dal settore privato o da quello pubblico. Bensì dovrà essere frutto di uno sforzo condiviso che vedrà una stretta collaborazione tra la NASA e le singole società private. Sperando che le parole di Mike Pence, vicine a questa visione, rispecchino i passi futuri dell'agenzia spaziale statunitense, rimaniamo in attesa dei prossimi sviluppi, con il riecheggio nel cuore delle parole di Jeff Bezos: "It's time to go back to the moon, but this time to stay".