Medici e medicina su internet: le nuove frontiere nella cura dei pazienti

Sono sempre più numerosi i pazienti che scelgono la via virtuale per risolvere i loro problemi di salute, aprendo ad una nuova concezione della medicina.

Medici e medicina su internet: le nuove frontiere nella cura dei pazienti
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Si chiama telemedicina e rappresenta una nuova frontiera per la cura delle malattie, lo svolgimento delle visite e la gestione dei rapporti medico paziente. Sta infatti prendendo sempre più piede, almeno negli Stati Uniti, la pratica di farsi visitare dal medico di base senza andare in nessun studio o clinica ma semplicemente utilizzando un computer. I pazienti stabiliscono un contatto diretto con il personale sanitario grazie a portali specifici che consentono di effettuare vere e proprie visite virtuali tramite video-conferenza o semplicemente tramite uno scambio di domande e risposte. Un servizio sempre più apprezzato dall'utente, che vede risolti i suoi problemi in tempi molto più rapidi, e una nuova frontiera per una medicina diversa, moderna, ma per certi versi rischiosa, ben lontana dal suo concetto più classico, quello dove il contatto diretto medico-paziente è caratteristica irrinunciabile.

Il caso MyNovant

Un rapporto sul sito della American Medical Association ha svelato le recenti preferenze degli utenti in fatto di medicina virtuale. Sarebbero già 720 mila gli iscritti al rivoluzionario portale MyNovant, un sito che affianca servizi innovativi a quelli tipicamente già presenti in qualsiasi studio o clinica medica. Gli iscritti hanno possibilità di prenotare visite classiche con i medici delle cliniche del gruppo, richiedere ricette senza fare la fila e monitorare la propria situazione medica in tempo reale. Tra le opzioni a disposizione ve ne sono due rivoluzionarie e parecchio apprezzate: una visita virtuale con un medico collegato in videoconferenza e una che offre un consulto tramite risposte a domande in tempo reale. Questo servizio ha trovato il gradimento del 95% dei pazienti che ne hanno usufruito. Sarebbero 16 mila le visite virtuali effettuate dal portale per un prezzo però parecchio alto e che arriva anche a 30 dollari a visita per gli utenti sprovvisti di assicurazione sanitaria. Sarebbero addirittura 67 su 100 i genitori che in futuro vorrebbero questo sistema per la cura dei loro figli. Si tratta a tutti gli effetti di un primo e decisivo passo verso una telemedicina evoluta e capace di sfruttare al meglio le novità tecnologiche per offrire servizi alternativi e a basso costo, veloci, rapidi e convenienti per gli utenti, che possono vedere risolti i loro problemi da casa, e per i medici, che effettuano le loro prestazioni in un periodo di tempo molto più breve.

Le nuove frontiere della medicina

Lo studio a distanza delle condizioni cliniche e lo snellimento delle pratiche da effettuare faccia a faccia sono sempre stati due degli obiettivi portanti della diagnostica clinica. Il progredire delle tecnologie, delle competenze e degli strumenti informatici ha elevato e moltiplicato le possibilità di applicazione. La diffusione sempre più marcata di app dedicate alla salute e la possibilità di monitorare alcune delle nostre più basilari funzioni vitali in tempo reale ha aperto ad un nuovo modo di concepire lo studio della salute e delle proprie condizioni cliniche. Siamo molto più padroni di tutto ciò che ci gravita attorno e anche i medici, potenzialmente, hanno la possibilità di conoscere con più facilità il nostro stato di salute. Si tratta di dati semplici, facilmente comprensibili e alla portata di tutti, ma non è lontano il momento in cui applicativi più complessi riusciranno ad accedere a dati ben più approfonditi e complicati. Potenzialmente un medico del futuro potrebbe avere accesso in tempo reale ai dati di ogni paziente e risolvere in modo più rapido i problemi che gli si presentano. I nuovi esperimenti negli Stati Uniti vanno proprio in questa direzione. Ogni utente ha un profilo facilmente consultabile e gestibile: la possibilità di "farvi visitare" direttamente dallo schermo del proprio computer o smartphone è solo il secondo passo verso una medicina che ha il desiderio di diventare molto più rapida ed economica. Le potenzialità in termini di risparmio di tempo e costi sono enormi: meno file in clinica, dal dottore o negli ospedali, possibilità di effettuare operazioni semplici senza più perdite di tempo, contatto diretto con il proprio medico.

Le criticità

Tutto questo progresso nasconde naturalmente delle insidie. L'accesso totale degli utenti a informazioni mediche piuttosto complesse ha portato molti a cercare risposte sulla propria salute in rete piuttosto che affidarsi a specialisti o medici, creando di riflesso ansie, psicosi e preoccupazioni. Spersonalizzare ancora di più la medicina allontanando ulteriormente medico e paziente potrebbe portare ad un riconoscimento di internet come principale strumento di cura e diagnosi: secondo una ricerca del 2015 de La Sapienza il 74% degli italiani ritiene la rete il secondo punto di riferimento per avere informazioni e consigli sulla salute. La telemedicina dovrebbe quindi essere sfruttata in modo molto oculato e solo per problematiche semplici e di facile risoluzione. La via tracciata dagli Stati Uniti potrebbe essere in parte giusta ma i dubbi sulla reale efficacia di visite senza nemmeno un contatto visivo e solo tramite la risposta online a domande pare un eccesso costoso che, più che risolvere i problemi potrebbe portarne di nuovi.

Snellire le pratiche e velocizzare le diagnosi grazie alla rete è un conto, alla fine i medici già lo fanno tramite la lettura di esami, cartelle cliniche e dati, ma basare le proprie scelte su semplici risposte impossibili da verificare sul campo rappresenta un passo forse troppo grande e rischioso. Gli strumenti tecnologici a nostra disposizione potrebbero essere utilizzati per aumentare il monitoraggio e per rendere più accurate e puntuali le nostre cure, per dare al medico un quadro più completo, ma il contatto umano, soprattutto nei casi più complicati, non dovrebbe mai mancare. La telemedicina dovrebbe essere uno strumento in più, non l'ennesimo schermo che ci separa dalla vita e dalle persone reali, soprattutto quando queste persone potrebbero salvarci la vita.