Speciale Windows 8

Primo sguardo al futuro degli OS Microsoft

Speciale Windows 8
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Nell'informatica, si sa, molto spesso l'evoluzione è preferita all'innovazione. Andando a guardare l'intera storia del personal computer dagli anni '70 ad oggi possiamo individuare solamente una rivoluzione vera, che ha cambiato completamente il paradigma d'uso del mezzo tecnologico così come lo conosciamo: l'interfaccia grafica. Il mouse, i primi sistemi operativi non da linea di comando, le schede acceleratrici; tutto è partito dallo Xerox Parc e, grazie alla lungimiranza di Jobs e Gates, ben presto ci siamo ritrovati fra le mani computer sempre più belli da vedere e facili da utilizzare. Il resto, come si dice è storia.
Oggi stiamo assistendo, per certi versi, a un processo di cambiamento molto simile: dopo il lancio di iPhone, improvvisamente, il classico PC desktop (o portatile) è diventato una specie di dinosauro e tutti hanno cominciato a parlare di era "postPC".
In effetti fra tablet, smartphone, nuvole e quant'altro diventa sempre più difficile capire dove si posizioni esattamente il nostro buon vecchio compagno di mille avventure, diventerà uno strumento esotico dedicato solo agli appassionati o saprà mantenere comunque il ruolo centrale per cui i suoi genitori putativi l'hanno incoronato, ovvero centro della vita digitale di milioni di persone?
A guardare le nuove proposte di Apple e Google, sembra che nella Silicon Valley abbiano già le idee piuttosto chiare, il re è morto, evviva il re. Nella visione di Cupertino e Mountain View il computer è quasi un ostacolo, un vecchio catafalco da sopportare, non certo capace di proporre più niente di innovativo. Per questo motivo sia Lion che il futuro ChromeOS puntano entrambi su una decisa semplificazione dell'esperienza d'uso, il primo mutuando alcune funzioni nate su dispositivi mobile, il secondo affidandosi completamente alle tecnologie di sincronizzazione cloud. Secondo gli analisti questa fase è solo il primo passo verso una convergenza totale fra l'ambiente mobile e quello home, dove le funzionalità di norma affidate alla struttura monolitica dei PC/Mac domestici, verranno via via spezzettate in tanti dispositivi che spaziano dagli smartphone, alle console, fino ai tablet. Vero o meno che sia, è innegabile che la battaglia per il controllo delle nostre scrivanie (ma anche delle nostre tasche, dei nostri salotti e dei nostri zaini) passerà per forza dall'integrazione e, a questo proposito, non si possono fare i conti senza l'Imperatore di Seattle, l'azienda che negli ultimi vent'anni ha modellato il mercato del software a sua immagine e somiglianza: Microsoft. Forse meno potente rispetto a un tempo ma ancora forte della sua posizione di pressoché totale monopolio del settore desktop, gli ex dipendenti di Bill Gates (ormai pensionato) si sono dati appuntamento in California, per svelare al mondo la loro risposta al mondo che cambia.

Signore e signori, ecco a voi Windows 8.
Non è mai facile immaginare un sistema operativo in grado di succedere a un prodotto Microsoft, al netto delle polemiche, infatti, Windows ha sempre avuto due grandi pregi: il primo è la sua elefantica retrocompatibilità (un programma ben scritto su Windows 98, con buone probabilità è in grado di funzionare senza troppi patemi anche su Seven), il secondo si configura nel saper offrire all'utenza un buon compromesso fra sicurezza, facilità d'uso e funzioni avanzate. Laddove Linux e Mac OS sono ancora percepiti l'uno come sistema da smanettoni e il secondo come OS "patinato" e poco personalizzabile, Windows non si è mai vergognato di mostrarsi in desabillè al suo pubblico. Certo, Windows non eccelle in quasi niente ma, soprattutto con XP e Seven, in casa Microsoft sembrano aver trovato il giusto equilibrio fra le necessità dell'utenza core e un'esperienza d'uso non (troppo) frustrante. Tuttavia il tempo passa e, probabilmente, a Redmond, qualche manager deve aver notato che ogni anno la concorrenza rosicchia qualche punto percentuale e, seppur lontano nel tempo, il rischio di perdere il primato si fa sempre più concreto. Per questo motivo, dopo quindici anni di onorato (almeno per alcuni) servizio e svariati restyle, Microsoft ha deciso di pensionare - almeno parzialmente - il classico Windows explorer, in favore di una nuova interfaccia battezzata Metro che strizza l'occhio ai dispositivi touch e recupera molte idee già viste all'opera negli Windows Phone. Una volta avviato il dispositivo (touch o con mouse e tastiera), anziché la classica barra Start e le familiari icone cui siamo abituati da anni, Windows 8 ci fa fare la conoscenza con Metro, strizzando l'occhio da una parte all'estetica minimal che va tanto di moda, dall'altro alla semplicità d'uso che caratterizza gli smartphone moderni. L'interfaccia si sviluppa in orizzontale e, passando il mouse (oppure il dito) sui vari blocchi che compongono una sorta di mosaico di tutte le nostre applicazioni possiamo aprire i programmi più utilizzati oppure accedere alle varie funzioni. Ogni elemento grafico non necessario è ridotto ai minimi termini, le barre degli strumenti (così come quelle di scorrimento) appaiono solo se esplicitamente richiamate, mentre le guidelines distribuite da Microsoft agli sviluppatori spiegano chiaramente come l'obiettivo della nuova interfaccia sia di mettere al centro l'esperienza d'uso più che le opzioni disponibili.
Data la natura di preview della release di Win8 disponibile in questi giorni le uniche applicazioni al 100% compatibili con Metro sono alcune miniApp che mostrano il meteo oppure le quotazioni azionarie e, soprattutto, il nuovo Internet Explorer 10 che, al momento del lancio, sarà disponibile sia su Metro che sull'interfaccia classica. Il browser sembra funzionare piuttosto bene e, almeno dalle prime prove, non mostra problemi di sorta ma, come sempre, la vera prova su strada la si avrà quando passerà le forche caudine di milioni di utenti diversi. Coerentemente con la sua tradizione, Microsoft ha deciso di non abbandonare totalmente il vecchio concept e, infatti, con un semplice click si potrà passare da Metro all'interfaccia classica, del tutto simile a quella che abbiamo imparato a conoscere su Seven, con le cartelle, il cestino, il pannello di controllo e tutto il resto. Il Sistema, dunque, sembra muoversi parallelamente su due binari, uno dedicato all'utenza domestica che, al giorno d'oggi, da un computer (o da un tablet) chiede principalmente un utilizzo user friendly e un altro che non dimentica i più smaliziati e gli offre un'interfaccia d'uso più classica ma meno costretta.
Alfiere di questo occhio di riguardo per i core user è la nuova versione di Visual Studio, inserita in Bundle in questa developer preview di Windows 8 che, oltre a funzionare solo ed esclusivamente in modalità desktop, offre fra i vari template sia la possibilità di usare l'interfaccia Metro che le API Microsoft classiche. Come sempre è possibile lavorare in diversi linguaggi (Java, Visual C, C++ e C#) e, grazie ai nuovi tool di sviluppo made in Redmond in molti casi si potrà lavorare solo sul codice di funzionamento dell'applicazione, adattando la componente grafica e, più in generale l'interfaccia, a entrambi i paradigmi senza intaccare le basi del software. Com'era lecito aspettarsi, dopo Android Market e AppStore, anche Microsoft sta pensando a un suo sistema di vendita diretta, tuttavia, stando alle dichiarazioni degli sviluppatori, il modello di business sarà molto più trasparente di quello adottato da Apple; a partire dalle esatte percentuali che l'azienda tratterà per se, fino alla procedura di certificazione delle applicazioni. Microsoft infatti sta mettendo a punto un sistema che sarà completamente a disposizione degli utenti e, all'interno della release finale di Visual Studio, saranno integrati dei tool di certificazione e controllo che gli sviluppatori potranno usare per pretestare il loro software prima di spedirlo a Microsoft, in modo tale da ridurre al minimo i rifiuti.
Tuttavia non avremo la possibilità di mettere le mani su questo Marketplace fino alla release ufficiale del sistema operativo, per cui, almeno per il momento tutte le promesse vanno prese con il beneficio d'inventario.

Dal punto di vista tecnico, Windows 8 promette un uso più intelligente dei processori (sarà infatti in grado di riconoscere l'architettura su cui gira e bilanciare di conseguenza le opzioni da attivare e il consumo energetivo) e, in generale, almeno dai test effettuati su questa build, appare meno esoso in termini di RAM rispetto al suo antenato Seven. Tuttavia per un test più approfondito dovremo aspettare il rilascio della versione definitiva o - almeno - di una Gold Master dato che questa preview, per stessa ammissione di Microsoft non integra molte delle ottimizzazioni di cui godrà la versione finale e, ovviamente, contiene un codice abbastanza "sporco" a uso e consumo degli sviluppatori che devono monitorare le varie funzionalità.

Windows 8 Windows 8 si presenta già da questa Developer Preview come un OS "di rottura"; Microsoft, dopo quasi vent'anni, si è infatti decisa ad abbandonare almeno in parte l'interfaccia utente classica e ad abbracciare le necessità di un mercato sempre più trainato dai device touch. La presenza di un doppio canale d'uso solleva più dubbi che sicurezze, mentre il nuovo Visual Studio si conferma un ottimo ambiente di sviluppo. Riviamo a una build più concreta impressioni più dettagliate, sperando che Microsoft non si perda per strada.