500 milioni di PC utilizzati per minare criptovalute all'insaputa degli utenti

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Un nuovo report di Adguard ci fa sapere che, dopo il caso The Pirate Bay, centinaia di siti web stanno ora utilizzando i PC degli ignari utenti per minare criptovalute.

Per chi non lo sapesse, circa un mese fa, il famoso portale The Pirate Bay, utilizzato principalmente per scaricare torrent, ha fatto sollevare un polverone dopo che i visitatori hanno notato che l'utilizzo della loro CPU aumentava ogni volta che si apriva una pagina del sito. Si è poi scoperto che i gestori del portale stavano sperimentando lo script di CoinHive per minare criptovalute, in questo caso Monero. Il tutto era stato implementato in modo che gli utenti non fossero avvisati e che pensassero semplicemente di stare visitando un normale sito web.

La notizia di oggi, però, è ancora più preoccupante. Infatti, stando ad un nuovo report di Adguard, in un paio di settimane dalla diffusione della notizia relativa a The Pirate Bay, il 2.2% dei primi 100.000 siti web dell'elenco Alexa sta ora utilizzando la CPU dei propri visitatori per minare criptovalute. Potrebbe sembrare una percentuale irrisoria, ma stiamo parlando di ben 220 siti che avviano script di questo tipo all'insaputa dell'utente. Il tutto avrebbe coinvolto circa 500 milioni di dispositivi.

CoinHive e JSEcoin sono attualmente gli script più popolari per questo tipo di attività e Adguard stima che questi due domini abbiano guadagnato circa 43.000 dollari in tre settimane. Il tutto con un investimento iniziale irrisorio. Insomma, un vero e proprio business molto redditizio. Per farvi un altro esempio, secondo le stime The Pirate Bay guadagnerebbe circa 12.000 dollari al mese dal mining di Monero.

Non si sa con precisione, purtroppo, quali siano questi 220 siti ma pensate che qualche tempo fa anche Showtime è stato beccato ad utilizzare uno script per minare criptovalute. Insomma, quello del "mining nascosto" è un problema sempre più diffuso.