AirBnB: per una ricerca gli host tendono a respingere gli user con disabilità

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Ancora grane per AirBnB, l'app che permette di affittare la propria casa per brevi periodi con un click, dopo le accuse di razzismo che avevano portato lo Stato della California a prendere seri provvedimenti, ora gli host della popolare piattaforma sono tacciati di discriminare frequentemente gli utenti disabili. Lo rivela uno studio di Rutgers.

AirBnB, lo ricordiamo, non è un servizio alberghiero tradizionale ma si limita a mettere in contatto proprietari di case e turisti che desiderano soggiornare in una città per un breve periodo. Fatta la richiesta da parte di questi ultimi, sta al proprietario decidere se accettarla o meno.

A quanto pare gli utenti con disabilità hanno più probabilità di vedersi rifiutare la richiesta rispetto agli altri utenti. Un utente medio ottiene una pre-approvazione da parte dei proprietari di casa nel 74.5% dei casi, numeri che crollano drasticamente se si è un disabile. Ad esempio una persona affetta da nanismo ha il 60.9% di possibilità di essere approvato, mentre una persona cieca ha solo il 49.7% di chance di venire approvata.

Nel caso di paralisi cerebrale e di problemi che impediscono la deambulazione autonoma i numeri scendono addirittura al 43.4% e al 24.8%, anche se forse in quest'ultimo caso più che la voglia di discriminare incide la preoccupazione che la propria casa non sia idonea ad accogliere una persona in sedie rotelle, o almeno così si spera.

Lo studio è stato condotto nell'arco di sei mesi, con più di 3.800 richieste di prenotazione esaminate.