L'uso scorretto del cellulare può provocare tumore al cervello, c'è la sentenza

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Il Tribunale di Ivrea ha intimato l’Inail a pagare una rendita perpetua ad un uomo che si era ammalato di cancro a causa dell’utilizzo scorretto del cellulare per quindici anni e per più di tre ore al giorno.

Il verdetto è stato emesso lo scorso 11 Aprile e “riconosce il legame causale tra un tumore al cervello e l’uso di un telefono cellulare”, come spiegato dai legali Renato Ambrosio e Stefano Bertone, che hanno portato a casa una sentenza destinata a far discutere a lungo, nonostante gli effetti cancerogeni delle onde elettromagnetiche degli smartphone fossero già stati riconosciuti nel 2011.
Il fatto che nel 2017 i tribunali italiani riconoscano già in primo grado la causa oncogena insita nei campi elettromagnetici generati dal cellulare è il segno del continuo avanzamento delle conoscenze scientifiche” ha affermato l’avvocato Bertone, che ha difeso la causa del dipendente Telecom Roberto Romeo, a cui era stato diagnosticato un neurinoma, ovvero un cancro al cervello benigno.
Non voglio demonizzare l’uso del telefono cellulare ma per evitare quello che mi è successo bisogna saperlo utilizzare in modo corretto. all’inizio pensavo di essermi preso un’infezione all’orecchio ma poi ho capito che la cosa era bene più grave. Per 15 anni ho fatto innumerevoli telefonate anche di venti e trenta minuti, a casa, in macchina. Poi ho iniziato ad avere la continua sensazione di orecchie tappate, di disturbi all'udito. E nel 2010 mi è stato diagnosticato il tumore. Ora non sento più nulla dall'orecchio destro perché mi è stato asportato il nervo acustico”, ha affermato lo stesso Romeo a repubblica.it, a margine della sentenza.