Nuovo studio sul materiale che circonda i buchi neri supermassicci

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Cristina Ramos Almeida dell'AIC e Claudio Ricci dell'università Católica del Cile hanno pubblicato un paper sul materiale che oscura il nucleo galattico, il centro delle galassie attive che non è altro che una regione estremamente luminosa, il cui eccesso di luminosità però non dipende dalle stelle.

Ad oggi si crede che una galassia attiva abbia nel suo nucleo galattico un buco nero supermassiccio che influenza tutto il disco e ne consuma il suo materiale attirandolo verso di sé. Nel processo di sviluppo della galassia stessa il nucleo galattico (che d'ora in poi chiameremo AGN, active galactic nuclei) gioca un ruolo fondamentale perché riscalda, distrugge, consuma e rimuove il gas disponibile per la formazione di nuove stelle, impedendo a tutto il sistema di crescere.

L'effetto dell'AGN è noto come AGN feedback e la nuova ricerca mette in luce la sua importanza nella storia della galassia: in particolare è necessario considerarlo per effettuare delle simulazioni che restituiscano dati vicini alla realtà dei fatti, ovvero che riescano a riprodurre la situazione attuale che osserviamo con i telescopi. In fondo alla news trovate un AGN con il relativo ingrandimento rispetto alla galassia che lo ospita.

Il materiale che collega l'AGN e la galassia che lo ospita risiede esattamente fra di loro ed è composto da gas e polveri che possono essere studiati alle frequenze dell'infrarosso e dei raggi-X. Lo studio ha riguardato la dinamica di questo materiale e sono emersi pattern più variabili e complessi di quelli che si conoscevano fino ad oggi. Si presenta infatti come compatto ed orbitante attorno al buco nero supermassiccio dell'AGN, e presenta degli andamenti dei gas che si avvicinano ed allontanano dal resto della galassia.

Nuovo studio sul materiale che circonda i buchi neri supermassicci