Telecom sfida il Governo per la fibra di Stato: è scontro tra le parti

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E’ scontro totale tra Telecom Italia ed il Governo per la così detta Fibra di Stato. A rivelarlo è lo stesso Ministero dello Sviluppo Economico, attraverso un comunicato pubblicato nella giornata di ieri sul proprio sito.

Nel primo bando di gara TIM ha partecipato e presentato offerte per tutti i lotti. Il 5 dicembre all’esito della fase di prequalifica del secondo bando, TIM ha dichiarato di voler partecipare alla gara. Il 23 dicembre TIM ha invece comunicato la modifica del suo piano di investimenti e di voler intervenire direttamente in alcune aree bianche, meno del 10% di quelle oggetto del bando di gara, e di non aver più interesse ad intervenire in alcune aeree grigie a parziale fallimento di mercato” si legge nella news, in cui il governo precisa che “non può ridefinire i contenuti di un progetto prioritario per il paese, che comporta procedure di gara lunghe e complesse, che necessitano tra l’altro dell’approvazione europea, sulla base dei cambiamenti di strategia di un operatore, comunicati fuori dalle procedure previste. In questo senso il Governo ha prontamente risposto alla comunicazione di TIM”.
E’ altresì vero, inoltre che il cambio di piani di TIM, che ha annunciato un piano di cablaggio per le aree bianche, ovvero a fallimento di mercato, “rischia di squilibrare il conto economico della concessione per la gestione della rete pubblica i cui calcoli sono stati fatti sulla base dell’intera area oggetto del bando. Il Governo italiano non ha ovviamente alcuna intenzione di impedire o ostacolare investimenti di TIM che risultino compatibili con gli impegni legali assunti e la normativa comunitaria di riferimento.
Qualora invece mancassero questi presupposti il Governo agirà, com’è doveroso, per tutelare l’interesse pubblico.”
A breve è previsto un incontro con i vertici di TIM per chiarire la situazione, ma l’amministratore delegato della compagnia, Flavio Cattaneo ha duramente attaccato il governo, etichettando l’attacco come “degno di un Paese dirigistico. Noi siamo un'impresa privata e in Italia c'è libertà di impresa. Nessuno può impedire a una società privata di investire nel core business, perché è il suo mestiere. Tim rischia i propri soldi. Tutti sapevano tutto: non so che danni possano reclamare. Questa posizione non è comprensibile, ma non ci ferma. I lavori sono già partiti, già appaltati e finanziati e nei primi mesi del 2018 saranno coperte tutte le aree dove abbiamo dichiarato di voler investire, due anni prima degli altri e a miglior prezzo con la formula dell’FTTC”.