Trappist-1 è un sistema planetario più anziano di quello solare

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Per sapere le condizioni di abitabilità di un pianeta al di fuori del nostro sistema solare, è importante calcolare quanto è vecchia la stella che lo ospita. Una stella giovane rilascia radiazioni ad alta energia che possono surriscaldare la superficie di un pianeta, mentre una più anziana ha già inviato un quantitativo di radiazioni enorme al suo sistema.

Alcuni scienziati sono riusciti finalmente a dare un'età della stella Trappist-1, il sistema extra-solare di sette pianeti di dimensioni paragonabili a quelle della terra: secondo le stime sarebbe più anziana del Sole con un'età tra i 5,4 e i 9,8 miliardi di anni, molti più della nostra stella con i suoi 4,5 miliardi di anni circa.

I risultati del nuovo studio impongono finalmente un vincolo all'evoluzione di Trappist-1 che aiuta a ricostruirne la sua storia e quella della formazione dei sette pianeti. Essendo la stella molto vecchia da una parte si può dire che produca meno eruzioni stellari delle stelle più giovani, dall'altra però ha rilasciato radiazioni sui pianeti per un periodo di tempo estremamente elevato, tanto da poter pensare che non siano più abitabili, contando che sono molto vicini a Trappist-1.

Marte è un esempio di un pianeta che verosimilmente una volta ospitava acqua liquida, che nel tempo è sparita insieme all'atmosfera a causa di miliardi di anni di radiazioni ad alta energia. Queste supposizioni però non implicano che i sette pianeti del sistema Trappist-1 siano privi di atmosfera: ad esempio la loro bassa densità rispetto alla terra potrebbe aver contribuito alla formazione di riserve di acqua che riuscirebbero a creare un'atmosfera spessa che protegge la superficie dalle radiazioni. Oppure quest'atmosfera agisce come i gas serra e impedisce al calore di disperdersi, surriscaldando la superficie ed impedendo la vita. Quel che è chiaro è che se ci fosse vita su quei pianeti, avrebbe dovuto resistere a scenari catastrofici per miliardi di anni.

Trappist-1 è una stella con poca massa (l'8% circa di quella del Sole) e mantiene una temperatura e una luminosità costante, con eruzioni stellari occasionali. Teoricamente potrebbe continuare a brillare per un tempo pari a 900 volte quello dell'attuale vita dell'universo. Per avere dati più sicuri bisognerà attendere il lancio del James Webb Space Telescope della NASA atteso per Ottobre 2018.