Anteprima OnePlus One

In attesa della presentazione ufficiale, facciamo il punto su OnePlus One.

Anteprima OnePlus One
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L’utente al centro di tutto. E’ questo che ha spinto Pete Lau e il suo team ad iniziare una nuova avventura nel settore mobile dando vita alla OnePlus dopo aver abbandonato la “casa sicura” targata Oppo. Lau era uno degli uomini chiave nelle operazioni della Oppo ma nel novembre del 2013 decise di rassegnare le dimissioni per contrasti con il consiglio direttivo, almeno così è stato dichiarato ufficialmente da entrambe le parti. Tuttavia le indiscrezioni sulla creazione di un nuovo progetto da parte dell’intraprendente dirigente già circolavano da tempo e dopo poche settimane ci fu la presentazione del nuovo marchio e l’annuncio di uno smartphone in via di sviluppo denominato OnePlus One.
Lau ha pensato bene di sviluppare un prodotto fatto “a misura del consumatore”, una sorta di smartphone dei desideri ma accessibile a tutti. Invece di chiudersi in una stanza fredda e buia con la sua schiera di ingegneri e cercare di capire quale potesse essere il miglior modo per esordire sul mercato mobile, il CEO della neonata società cinese ha pensato bene di mettere in atto una procedura molto semplice: ha chiesto agli utenti quali dovessero essere le caratteristiche del OnePlus One. Ascoltando la community durante la fase di progettazione e stimolandola a partecipare tramite discussioni ad-hoc e sondaggi (in questo modo è stata scelta, ad esempio, la frase da pronunciare per l’attivazione vocale dello smartphone) sono state fatte molte delle scelte chiave per hardware e software.

Never Settle

Il 90% del OnePlus One ha dunque avuto origine in un processo “democratico”, una genesi curiosa a cui guardare con grande attenzione. Da dicembre ad oggi, man mano che passavano le settimane, sono state rese note le specifiche hardware e software del OnePlus One. Innanzitutto il sistema operativo:una versione personalizzata di Android 4.4.2 KitKat basata sulla CyanogenMod 11S. La “S” indicherebbe un’ulteriore personalizzazione della CyanogenMod 11 sviluppata su misura per questo device. Purtroppo insieme al design finale, il comparto software è la parte di cui sappiamo meno. Sono stati pubblicati, per vie non ufficiali, pochissimi screenshot relativi all’interfaccia grafica in cui appare la schermata di sblocco arricchita da informazioni meteo, sull’autonomia e alcune notifiche. La partnership con il team Cyanogen va comunque oltre la pura adozione del sistema operativo open-source. Il CEO della Cyanogen Inc., Steve Kondik, ha sposato appieno la causa OnePlus ed ha più volte dichiarato che questo nuovo progetto cambierà totalmente il panorama mobile internazionale, soprattutto dal punto di vista dell’approccio con l’utenza. Kondik si è dichiarato molto felice di aver stretto questo accordo di collaborazione e ha riferito di aver accettato essenzialmente per due fattori. In primis, e ciò sottolinea la forte originalità del progetto OnePlus One, una progettazione basata esclusivamente su CyanogenMod. Prima di venire a conoscenza dell’hardware che sarebbe stato assemblato infatti, OnePlus aveva già stabilito la presenza della CyanogenMod 11S. In secondo luogo l’importante, se non fondamentale, ruolo svolto dalla community. I feed degli utenti sono stati analizzati e utilizzati per creare un prodotto “in grado di distinguersi”. Un mix unico e intelligente che, anche se non accontenterà tutti, dovrebbe accontentare "la maggioranza".
Dal punto di vista software OnePlus non si è voluta sbottonare più di tanto sul suo smartphone e probabilmente sarà solo l’evento del 23 aprile a svelare design e feature che caratterizzeranno la CyanogenMod 11S. Per quel che concerne l’hardware invece, la compagnia ha pubblicato ufficialmente le specifiche tecniche del OnePlus One e questo non ha fatto altro che aumentare l’hype della nuova community.

Dando un primo sguardo al comparto ingegneristico che troveremo nel device, non possiamo che confermare le serie intenzioni dei cinesi nel voler sfidare, sin da subito, i colossi del settore mobile. Partiamo dal processore: inizialmente i ragazzi di OnePlus avevano deciso di utilizzare lo Snapdragon 800 di Qualcomm, ma all’inizio di questo mese, accontentando l’utenza più esigente, non hanno esitato nel cambiare le carte in tavola optando per un più performante (e dotato di maggiore appeal) Snapdragon 801 da 2.5 GHz (lo stesso chip utilizzato da Samsung per il Galaxy S5). Tale SoC, insieme ai 3GB di RAM previsti, alla memoria eMMC 5.0 (un nuovo standard che offre importanti miglioramenti in termini di velocità dell'interfaccia che passa dai 200MB/s della precedente versione delle specifiche ai 400MB/s) dovrebbero garantire ai possessori del OnePlus One un prodotto difficilmente inferiore a quelli dei competitor, almeno in campo Android.

Tuttavia uno smartphone non è solo una potente macchina da calcolo e i contenuti multimediali hanno bisogno di strumenti adatti per esprimersi al meglio: un display da 5.5 pollici a 1080p (oltre 400ppi) realizzato da Japan Display Inc., scheda grafica Adreno 330, fotocamera posteriore Sony a sei lenti da 13 megapixel, anteriore da 5 megapixel e speaker Stereo. E se vi spaventano queste specifiche dal punto di vista dell’autonomia, tranquillizzatevi sin da subito: la batteria (non removibile) pensata da OnePlus sarà da 3100 mAh, in teoria sufficente ad assicurare una giornata di utilizzo senza problemi. Nelle intenzioni degli sviluppatori il display da 5.5 pollici non sarà causa di scarsa comodità nell’impugnatura. Gli ingegneri cinesi hanno pensato a particolari soluzioni di design (cornici estremamente sottili?) che rendono le dimensioni del OnePlus One identiche (è stata pubblicata una foto a proposito) a quelle di un Sony Xperia Z1. Essendo il dispositivo in questione basato sulle opinioni degli utenti, non poteva mancare un certo livello di personalizzazione che la neo-azienda asiatica ha pensato bene di applicare alla cover posteriore. I futuri acquirenti potranno divertirsi con le StyleSwap Covers, delle speciali “custodie” realizzate con diversi materiali e texture (Seta, Arenaria, Denim, Bamboo, Kevlar).

Il successo è (anche) questione di marketing

OnePlus ha sviluppato uno smartphone dalle grandi potenzialità, ma questo non basterà per affermarsi nell’affollato mercato mobile di questo periodo, né per solleticare la curiosità di coloro che non passano le giornate su siti e blog specialistici ad aggiornarsi sulle ultime novità in campo tech. Inoltre, cosa da non sottovalutare, OnePlus è un brand nuovo nel panorama smartphone e difficilmente verrà notato tra “i soliti noti”. Pete Lau ha già avuto esperienza come dirigente in una compagnia di “seconda fascia”, come Oppo, e sa benissimo che dove non può arrivare con il nome, per cui il successo dovrà arrivare con inventiva e qualche sacrificio.
In nome di questi due “umili” dettagli OnePlus ha improntato la campagna marketing che da tempo sta portando avanti online. L’originalità non è mancata in queste settimane antecedenti la presentazione dello One (sebbe il nome non aiuti a distinguerlo dal prodotto HTC paradossalmente....) dalle metodologie di comunicazione con l’utenza, passando per i teaser trailer fino ad arrivare agli inviti per il keynote spediti alla stampa fatti di vero sapone di “alta qualità” (un modo ironico per suggerire di “lavarsi le mani” di fronte ad un prodotto di alta qualità).
E i sacrifici? Ci riferiamo ovviamente al costo finale. Prima o poi il potenziale acquirente, dopo aver visto specifiche tecniche, design e cover personalizzate (si) chiederà:“Interessante, ma dovrò svenarmi per un gingillo del genere?”. No, o almeno non come se voleste acquistare un S5 di Samsung o un iPhone 5s della Apple, visto che andreste a sborsare (per la versione da 16GB) “meno di 350 euro”. Pete Lau ha specificato che tale decisione è stata presa in seguito alla constatazione dell’“enorme interesse che OnePlus One ha suscitato nel Vecchio Continente”. Un prezzo aggressivo e che potrebbe convincere molti appassionati di tecnologia.

La dichiarazione non fa una piega e considerando quanto se ne parla in giro potrebbe anche essere veritiera. Tuttavia notiamo che questo ennesimo episodio di “politica (economica) aggressiva di una società cinese sul suolo europeo” non fa altro che confermare una tendenza già avviata nei mesi scorsi da compagnie quali Huawei, Oppo o Xiaomi, leader indiscussi sul proprio territorio e alle prese con una migrazione in massa verso i paesi occidentali (spostamento di servizi, assistenza e centri di distribuzione), visti come terre di conquista su cui proliferare con il connubio “alta qualità dei prodotti e bassi costi finali”. OnePlus però, ha deciso di rischiare il tutto per tutto. Nessuna prova o test sul suolo casalingo, il lancio del suo primo prodotto avverrà contemporaneamente in 16 paesi a livello internazionale (per ora sono noti solo Germania e Austria), acquisti effettuabili esclusivamente online e magazzini di smistamento presenti localmente per evitare problemi di dogana e tempi di attesa lunghi. Non ci resta che attendere il 23 aprile per vedere all’opera OnePlus One e capire se vale la pena dare fiducia a chi, forse per la prima volta, ha trasformato in qualcosa di concreto le idee della community.