Motorola Razr: l'innovazione non passa più dalla scheda tecnica

Abbiamo provato il nuovo Motorola Razr, il primo smartphone clamshell con display flessibile ad arrivare sul mercato.

Motorola Razr: l'innovazione non passa più dalla scheda tecnica
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Da un po' di tempo a questa parte l'innovazione negli smartphone Android è guidata da due attori principali, Samsung e Huawei. Dai display alle fotocamere, passando per le batterie, le due aziende asiatiche sono state le protagoniste del 2019, del resto stiamo parlando dei principali produttori di smartphone al mondo, escludendo Apple.
Anche nel campo degli schermi flessibili Samsung e Huawei si sono dati battaglia fin da subito, il Galaxy Fold arriverà presto in Italia mentre Huawei Mate X ancora no, complice anche il periodo difficile della casa cinese, alle prese con un Donald Trump più agguerrito che mai. In quella che sembrava una lotta a due si è però ora inserita Motorola e il suo Razr, un prodotto ripreso dal passato ma altamente tecnologico, impossibile da realizzare senza le possibilità offerte dagli schermi flessibili.

Il ritorno di Motorola e lo schermo di servizio

Motorola Razr potrebbe riportare il brand americano tra i grandi nomi della telefonia, almeno a livello di immagine. I volumi di vendita di un dispositivo da oltre 1500€ sono per forza di cose bassi, ma quello che conta è che la casa americana ha ora un prodotto che la posiziona nella fascia alta del mercato e senza alcun concorrente diretto. Nell'ultimo anno Motorola si è concentrata nella fascia bassa e media del mercato, l'arrivo di un dispositivo di come il Razr potrebbe fare da traino alle vendite per tutti gli altri modelli, mettendo Motorola sotto i riflettori. Attenzione del tutto meritata, perché creare un telefono come il Razr è complesso, anche perché tra i dispositivi flessibili sembra essere quello più avanti nello sviluppo. Il nostro primo contatto ci ha messo di fronte uno smartphone che sembra tutto fuorché un prototipo, con un concept di utilizzo chiaro fin dal primo sguardo.

Centrale, in questo senso, è lo schermo esterno da 2.7 pollici OLED da 600x800 pixel. Per mantenere dimensioni e peso contenuti, oltre che per bilanciare il telefono, Motorola ha dovuto installare una batteria più piccola della media, da 2510 mAh, di cui non conosciamo ancora l'autonomia effettiva.
La centralità degli schermi di servizio è ormai chiara negli smartphone pieghevoli, tutti quelli usciti quest'anno ne hanno uno, nel caso del Razr le dimensioni non permettono un utilizzo a tutto tondo del telefono, come avviene ad esempio nel Galaxy Fold, ma consentono di non dover aprire sempre lo schermo principale, almeno per i compiti più basilari.

Motorola ci ha mostrato qualche esempio, dallo schermo esterno si possono controllare la riproduzione musicale, oppure rispondere rapidamente ai messaggi e alle mail, almeno quelle più brevi. Dallo schermo esterno infatti si possono utilizzare, in questi casi, solo risposte pre-impostate, oppure dettarne una tramite Google Assistant.
Lo schermo di servizio è importante per preservare la batteria, ma l'elemento che colpisce di più del Razr, da chiuso, sono le sue dimensioni, di 72x94 mm con uno spessore di 14 mm, praticamente scompare il tasca. Abituati oramai da tempo a telefoni da oltre 6 pollici, poter mettere in tasca un dispositivo così piccolo ci ha riportato indietro nel tempo, anche se il peso di 205 grammi si fa sentire, del resto la sola cerniera che collega le due parti dello smartphone è formata da tanti elementi, con l'utilizzo dell'acciaio inossidabile a dare maggiore resistenza all'insieme. La qualità costruttiva è molto elevata, unico punto debole è la resistenza alle impronte digitali, il materiale scelto sembra trattenerle con facilità.

La magia dello schermo flessibile

Una volta aperto il Razr mostra il suo display flessibile e comincia la magia. Si, perché nel prezzo di 1599€ è compreso anche lo stupore di chi vi vedrà utilizzare un dispositivo di questo tipo, che lascia a bocca aperta. Anche a livello uditivo il feedback è quello di un tempo, il suono del telefono che si chiude è un altro elemento che scatena l'effetto nostalgia, su cui Motorola punta molto.
La prima cosa che si nota è l'ottima tensione del display da 6.2 pollici pOLED da 2142x876 pixel. Motorola non ha reso flessibile tutto lo schermo, ma solo la parte centrale, le altre due sono perfettamente aderenti alla scocca. Un piccolo trucco che si rivela però pratico e funzionale con questo form factor. Il risultato è che anche guardando la zona centrale dello schermo di lato, a filo con la scocca, non si nota alcuna piega.

L'aderenza di questo sottile strato di polimeri è totale, anche nella zona dove la piegatura è al massimo non ci sono problemi, solo passando il dito si avverte una leggerissima "onda" nella zona della cerniera. Niente di preoccupante, siamo di fronte al display flessibile più "teso" che abbiamo visto finora, senza ombra di dubbio.
Peccato solo per la forma irregolare dello schermo, sia in alto che in basso il display è sagomato, ma si tratta di una piccola rinuncia in confronto alla comodità e al senso di stupore che il Razr è in grado di offrire.

Le specifiche tecniche contano sempre meno

Motorola ha dovuto fare delle scelte con Razr, a causa del poco spazio disponibile all'interno della scocca. Il Razr non è un telefono con un processore di fascia alta o con tante fotocamere, non è stato pensato per questo. In molti hanno criticato l'utilizzo del processore Snapdragon 710 (con 6 GB di RAM e 128 GB di ROM), ma non tutti i SoC sono adatti a tutti i form factor.

Mettere uno Snapdragon 855 in questa scocca è come installare un i9-9900K in un Ultrabook, non ha senso e porterebbe problemi di dissipazione termica difficilmente risolvibili, oltre che consumi nettamente superiori. Del resto, serve davvero di più in un telefono di questo tipo?

Lo Snapdragon 710, unito al sistema operativo di Motorola, da sempre leggerissimo, offre prestazioni di alto livello nell'uso quotidiano, nel gaming basta per giocare, ma non è questo l'utilizzo prediletto del Razr, che anche a livello di ergonomia non è il massimo in questo ambito. La fotocamera installata inoltre, da 16 Megapixel e apertura f/1.7, non può competere con i complessi sistemi di scatto di telefoni come il P30 Pro o iPhone 11 Pro.
Motorola Razr nasce innanzitutto per stupire e per far capire che l'era del form factor unico è alla fine. Inutile fare comparative sulla potenza del processore se quello installato fa bene tutto quello che si richiede in ambito mobile. Altri telefoni fanno meglio, questo è vero, ma basta provare a richiuderli su se stessi per capire che si tratta di prodotti non paragonabili.