L'era dei display MicroLED è iniziata. Samsung ha lanciato la nuova generazione di schermi The Wall, la prima ad arrivare in commercio dopo aver fatto il giro di tutte le più importanti fiere dell'elettronica globali. Si tratta di un momento importante per l'azienda coreana, che crede fermamente nella tecnologia MicroLED. Per ora la destinazione d'uso di questi schermi è lontana dal mondo consumer, dimensioni e costo non li rendono accessibili al mercato di massa; si tratta di pannelli che verranno impiegati nelle hall dei grandi alberghi, nei musei e perché no, nella case di chi potrà permetterselo. La tecnologia MicroLED è però solo la punta dell'iceberg, gli schermi The Wall infatti sono i primi ad essere completamente configurabili nelle dimensioni e nella forma, per una versatilità di installazione senza precedenti.
La tecnologia MicroLED
Quando si parla di MicroLED è facile fare confusione con i MiniLED, ma si tratta di due tecnologie totalmente differenti. I MiniLED sono pensati per spingere i sistemi di retroilluminazione dei pannelli LCD al loro limite, semplicemente aumentando la quantità di LED e quindi di zone gestibili dal local dimming. La tecnologia MicroLED invece è self-emitting, non ha bisogno di retroilluminazione per funzionare, esattamente come accade con i pannelli OLED, che però utilizzano un materiale organico e, in quanto tale, soggetto a degradazione nel tempo. In un display MicroLED ogni pixel è formato da piccolissimi LED rossi, verdi e blu, capaci di generare autonomamente la luce, consentendo così neri assoluti, un contrasto elevatissimo e picchi luminosi che uno schermo OLED non può raggiungere, in pratica il Santo Graal della tecnologia legata alla riproduzione delle immagini.
L'utilizzo dei MicroLED finora è stato limitato dai costi, molto elevati, e soprattutto dalle tecnologie produttive: se ogni MicroLED deve rappresentare un pixel sullo schermo, allora devono essere estremamente piccoli per generare un'immagine omogenea, in cui i pixel stessi risultino invisibili. Un problema non da poco, basti pensare che uno schermo MicroLED 4K deve gestire 8 milioni di Pixel, per un totale di 24 milioni di LED, tre per ogni pixel (per rappresentare così il rosso, il verde e il blu). Fondamentale è dunque ridurre al minimo la dimensione di questi MicroLED, altrimenti i campi applicativi sarebbero limitati solo agli schermi di grandi dimensioni, quelli ad esempio degli stadi, o per i cartelloni pubblicitari: schermi da guardare da lontano, per evitare un fastidioso effetto mosaico.
In questi anni Samsung si è quindi concentrata sullo sviluppo di un processo produttivo incentrato sulla miniaturizzazione dei MicroLED, che hanno raggiunto oggi una larghezza di soli 0,84mm. Piccoli ma non ancora abbastanza per essere impiegati sui tradizionali formati dei televisori, ecco perché i tagli disponibili oggi partono dai 146" fino ad arrivare a modelli da ben 292", da 4K all'8K.
Nascono gli schermi componibili
Gli schermi The Wall sono i primi display componibili ad arrivare sul mercato. Componibili perché si può scegliere non solo la dimensione, ma anche la forma. I pannelli The Wall infatti sono costruiti, proprio come un muro, da mattonelle assemblabili a piacimento. Si possono quindi creare schermi Ultra Wide o verticali, come anche realizzare installazioni dalle forme particolari. Nelle prime versioni i punti di giunzione tra i pannelli erano visibili ma ora, con il miglioramento delle tecnologie produttive, anche a un solo metro di distanza non si notano. Stessa cosa si può dire per i pixel, e quindi per i MicroLED. Quando Samsung mostrò per la prima volta gli schermi The Wall fece mantenere una certa distanza dal pannello, per evitare che si vedessero i pixel, oggi invece, durante la presentazione milanese, era possibile osservare da vicino il traguardo raggiunto, e il risultato è stato ottimo: a un metro di distanza i pixel non erano distinguibili gli uni dagli altri, mostrando così un'immagine omogenea.
Il modello che abbiamo visto è stato creato per l'occasione e aveva una diagonale da 110", scelta per poter installare il pannello su un piedistallo, ma in realtà gli schermi The Wall vanno appesi, o anche incassati in un muro. A livello estetico la personalizzazione è massiccia ed è possibile applicare cornici di vario tipo, come nei TV The Frame, da cui è stata ripresa anche la Ambient Mode, per mimetizzare così lo schermo nell'ambiente in cui è installato.
Grazie alla particolare lavorazione del pannello questo è anche anti-riflesso, che unito all'elevata luminosità di picco permette un utilizzo ottimale anche in ambienti particolarmente luminosi. Le specifiche tecniche parlano di un refresh rate di 120 Hz e di un HDR capace di spingere fino a 2000 Nit. Quanto costa? Circa 400.000 euro per il "piccolo" da 146 pollici con risoluzione 4K. Oggi il costo elevato non permette ai display The Wall di essere appetibili nel mercato consumer, ma Samsung crede molto in questa tecnologia, che in futuro potrebbe espandere i suoi campi di utilizzo.
Samsung The Wall: il primo display MicroLED è realtà ed è impressionante
Samsung ha presentato a Milano i nuovi schermi The Wall, i primi ad arrivare sul mercato con tecnologia MicroLED.
L'era dei display MicroLED è iniziata. Samsung ha lanciato la nuova generazione di schermi The Wall, la prima ad arrivare in commercio dopo aver fatto il giro di tutte le più importanti fiere dell'elettronica globali. Si tratta di un momento importante per l'azienda coreana, che crede fermamente nella tecnologia MicroLED.
Per ora la destinazione d'uso di questi schermi è lontana dal mondo consumer, dimensioni e costo non li rendono accessibili al mercato di massa; si tratta di pannelli che verranno impiegati nelle hall dei grandi alberghi, nei musei e perché no, nella case di chi potrà permetterselo.
La tecnologia MicroLED è però solo la punta dell'iceberg, gli schermi The Wall infatti sono i primi ad essere completamente configurabili nelle dimensioni e nella forma, per una versatilità di installazione senza precedenti.
La tecnologia MicroLED
Quando si parla di MicroLED è facile fare confusione con i MiniLED, ma si tratta di due tecnologie totalmente differenti. I MiniLED sono pensati per spingere i sistemi di retroilluminazione dei pannelli LCD al loro limite, semplicemente aumentando la quantità di LED e quindi di zone gestibili dal local dimming. La tecnologia MicroLED invece è self-emitting, non ha bisogno di retroilluminazione per funzionare, esattamente come accade con i pannelli OLED, che però utilizzano un materiale organico e, in quanto tale, soggetto a degradazione nel tempo.
In un display MicroLED ogni pixel è formato da piccolissimi LED rossi, verdi e blu, capaci di generare autonomamente la luce, consentendo così neri assoluti, un contrasto elevatissimo e picchi luminosi che uno schermo OLED non può raggiungere, in pratica il Santo Graal della tecnologia legata alla riproduzione delle immagini.
L'utilizzo dei MicroLED finora è stato limitato dai costi, molto elevati, e soprattutto dalle tecnologie produttive: se ogni MicroLED deve rappresentare un pixel sullo schermo, allora devono essere estremamente piccoli per generare un'immagine omogenea, in cui i pixel stessi risultino invisibili. Un problema non da poco, basti pensare che uno schermo MicroLED 4K deve gestire 8 milioni di Pixel, per un totale di 24 milioni di LED, tre per ogni pixel (per rappresentare così il rosso, il verde e il blu).
Fondamentale è dunque ridurre al minimo la dimensione di questi MicroLED, altrimenti i campi applicativi sarebbero limitati solo agli schermi di grandi dimensioni, quelli ad esempio degli stadi, o per i cartelloni pubblicitari: schermi da guardare da lontano, per evitare un fastidioso effetto mosaico.
In questi anni Samsung si è quindi concentrata sullo sviluppo di un processo produttivo incentrato sulla miniaturizzazione dei MicroLED, che hanno raggiunto oggi una larghezza di soli 0,84mm. Piccoli ma non ancora abbastanza per essere impiegati sui tradizionali formati dei televisori, ecco perché i tagli disponibili oggi partono dai 146" fino ad arrivare a modelli da ben 292", da 4K all'8K.
Nascono gli schermi componibili
Gli schermi The Wall sono i primi display componibili ad arrivare sul mercato. Componibili perché si può scegliere non solo la dimensione, ma anche la forma. I pannelli The Wall infatti sono costruiti, proprio come un muro, da mattonelle assemblabili a piacimento. Si possono quindi creare schermi Ultra Wide o verticali, come anche realizzare installazioni dalle forme particolari.
Nelle prime versioni i punti di giunzione tra i pannelli erano visibili ma ora, con il miglioramento delle tecnologie produttive, anche a un solo metro di distanza non si notano. Stessa cosa si può dire per i pixel, e quindi per i MicroLED. Quando Samsung mostrò per la prima volta gli schermi The Wall fece mantenere una certa distanza dal pannello, per evitare che si vedessero i pixel, oggi invece, durante la presentazione milanese, era possibile osservare da vicino il traguardo raggiunto, e il risultato è stato ottimo: a un metro di distanza i pixel non erano distinguibili gli uni dagli altri, mostrando così un'immagine omogenea.
Il modello che abbiamo visto è stato creato per l'occasione e aveva una diagonale da 110", scelta per poter installare il pannello su un piedistallo, ma in realtà gli schermi The Wall vanno appesi, o anche incassati in un muro. A livello estetico la personalizzazione è massiccia ed è possibile applicare cornici di vario tipo, come nei TV The Frame, da cui è stata ripresa anche la Ambient Mode, per mimetizzare così lo schermo nell'ambiente in cui è installato.
Grazie alla particolare lavorazione del pannello questo è anche anti-riflesso, che unito all'elevata luminosità di picco permette un utilizzo ottimale anche in ambienti particolarmente luminosi. Le specifiche tecniche parlano di un refresh rate di 120 Hz e di un HDR capace di spingere fino a 2000 Nit.
Quanto costa? Circa 400.000 euro per il "piccolo" da 146 pollici con risoluzione 4K. Oggi il costo elevato non permette ai display The Wall di essere appetibili nel mercato consumer, ma Samsung crede molto in questa tecnologia, che in futuro potrebbe espandere i suoi campi di utilizzo.
Altri contenuti per Samsung The Wall