Criptovalute, Blockchain, NFT e Metaverso: il glossario dei termini tecnici

La tecnologia blockchain si sta diffondendo a macchia d'olio, l'ultima frontiera i videogiochi. Scopriamo i termini più ricorrenti.

Criptovalute, Blockchain, NFT e Metaverso: il glossario dei termini tecnici
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L'anno d'oro degli NFT si è appena concluso aprendo le porte all'era dei Metaversi, il tutto sotto l'egida della tecnologia blockchain.
Tutto nasce dall'ideale della finanza decentralizzata: un'idea messa in pratica dalla figura di Satoshi Nakamoto, ad oggi ancora avvolta nel mistero. La nascita di Bitcoin avviene il 3 gennaio 2009 alle ore 18.18, ora esatta in cui viene inaugurato il blocco di genesi della prima blockchain. Da allora l'ascesa della prima moneta digitale è stata inarrestabile, seppur costellata di scetticismo ed entusiasmo. Per scoprire tutto sulle sue origini, suggeriamo di dare un'occhiata al nostro speciale sulla storia di Bitcoin.

Mentre migliaia di persone ogni giorno vengono attirate dai misteri e dalle meraviglie della blockchain, diventa sempre più importante scoprire i termini tecnici e i concetti fondamentali di questa tecnologia.

Glossario (in ordine alfabetico)

Altcoin: se Bitcoin è la prima moneta digitale, le criptovalute alternative sono il risultato di un processo naturale di espansione della tecnologia. Oggi esistono migliaia di criptovalute di questo tipo e tantissime ne nascono giornalmente. Ognuna si propone come un'alternativa più rapida, sicura o veloce a Bitcoin, ma non tutte riescono davvero a mantenere le promesse. Molte si poggiano su blockchain già esistenti, altre ne vengono create apposta, come la Binance Smart Chain o l'ecosistema Ethereum.

Blockchain: è come un infinito archivio pieno di faldoni, in cui ogni faldone rappresenta un blocco pieno di informazioni registrate e validate, che non possono essere in alcun modo modificate o cancellate. Si parla di catena, blockchain, appunto, perché ogni singolo blocco è collegato al precedente e al successivo con una chiave crittografica.

Bridge: o ponti blockchain, consentono di trasferire informazioni tra una chain e l'altra. Abbiamo già parlato della presenza di più blockchain e fino a poco tempo fa il mondo delle criptovalute procedeva in questa direzione senza porsi il problema. L'avvento delle nuove tecnologie e l'aumento esponenziale del traffico sulle blockchain principali hanno reso sempre più necessario conferire la caratteristica dell'interoperabilità alle catene, ovvero la possibilità di spostare, ad esempio, un'applicazione da Ethereum su un altro sistema, più rapido e meno congestionato, a beneficio di entrambe le piattaforme.

Criptovaluta: le monete virtuali si chiamano così proprio per questo motivo. Non solo i blocchi sono legati tra loro in questo modo, ma anche ogni singola operazione registrata sul blocco (ad esempio un pagamento su internet) risulta protetta con chiavi crittografiche, così come anche gli indirizzi del pagante e del ricevente.

DAO: quello di Organizzazione Autonoma Decentralizzata è un concetto estremamente affascinante, che si collega perfettamente a ciò che accade nel mondo dei giochi play-to-earn e ad alcuni metaversi. Un progetto su blockchain si definisce, o diventa, una DAO nel momento in cui la sua rete diventa completamente autogestita e autosostenibile. Questo significa che non ci saranno più delle cariche che possano espletare poteri esecutivi al suo interno, demandando l'intero processo decisionale ai titolari di token di quella specifica blockchain.

dAPP: sono delle vere e proprie applicazioni decentralizzate che si poggiano per il loro funzionamento sulla blockchain e, in particolare, sugli smart contract. Un loro comune utilizzo è proprio quello di mettere in comunicazione il venditore di un servizio o nft con gli acquirenti in maniera semplice e intuitiva.

DeFi: è l'abbreviazione di finanza decentralizzata, il concetto attorno al quale gira tutto il sistema economico della blockchain.

ERC20: è uno standard utilizzato sulla rete Ethereum che introduce una serie di regole per l'emissione di token sulla base di uno Smart Contract.

GAS: sentiamo spesso parlare di gas fee quando si parla dello spazio cripto. Come le macchine hanno bisogno di benzina, anche gli enormi impianti da mining hanno bisogno di pagare la bolletta e trarre un guadagno dal lavoro. Le transazioni effettuate su blockchain sono quindi soggette a specifiche e precise commissioni per premiare i miner, senza le quali le transazioni non potrebbero andare a termine.

Hashrate: è la capacità di mining di un determinato hardware. Maggiori gli hash al secondo e maggiori saranno i guadagni derivanti dal suo utilizzo. Le schede video sono principalmente usate nella rete Ethereum, in cui le prestazioni sono ancora valutate in Megahash al secondo. Per Bitcoin le cose stanno diversamente. È molto più complesso fare mining sulla madre delle blockchain e servono macchinari specifici, gli ASIC, con capacità di calcolo di svariati Terahash al secondo. Pensate che una RTX 3090 ha prestazioni che oscillano tra i 100 e i 150 Megahash su Ethereum, mentre i più comuni ASIC per Bitcoin hanno performance nell'ordine degli 80-90 Terahash. Sebbene questi numeri non siano direttamente paragonabili, probabilmente rendono lo stesso l'idea.

HODLER: è parte dello slang utilizzato nel mondo cripto per indicare chi acquista moneta per mantenerla a lungo termine. Questa parola deriva da un errore di battitura di "HOLD" effettuato da un utente sedicente ubriaco sul forum di Bitcointalk in un thread del 2013, commentando l'enorme volatilità di bitcoin. Un hodler semplicemente ignora le fluttuazioni di mercato, anche a fronte di grosse perdite. Il suo obiettivo è guardare al domani in prospettiva senza rischiare il proprio capitale con movimenti sbagliati.

ICO: o Initial Coin Offering, è il processo di lancio sul mercato di una nuova moneta non ancora disponibile. Attraverso l'ICO, uno sviluppatore può raccogliere i fondi per il finanziamento del suo progetto crypto e in cambio offrirà ai suoi finanziatori un quantitativo di criptovaluta a prezzo fisso una volta approdata sul mercato.

Market Cap: è uno dei parametri più importanti da tenere in considerazione per valutare la solidità e la fiducia che il mercato ha nei confronti di una moneta. Si chiama anche capitalizzazione di mercato e il suo valore non è altro che il prodotto tra il numero di monete emesse e il quello di un singolo token. Il totale decreta il valore sul mercato di un determinato sistema. Nel caso di BTC, che è la moneta con il più elevato Market Cap di tutte, si dovrebbe moltiplicare il valore attuale (agli inizi del 2022 di 42000 dollari) per i quasi 19 milioni di monete circolanti, per un totale di oltre 800 miliardi di dollari. Ether, con i suoi circa 3000 dollari per un ETH a inizio 2022, ha un Market Cap di 400 mililardi, la metà del valore e non un decimo come si potrebbe erroneamente immaginare.

Metaverso: secondo il significato più comune e semplice del termine, è un universo digitale in cui gli utenti possono svolgere le attività più disparate, con o senza realtà virtuale. Se la filosofia di metaverso non prevede la blockchain come caratteristica propedeutica, lo è all'atto pratico grazie agli NFT. Ultimamente moltissimi giochi si stanno estendendo a questo concetto e tra gli esempi più illustri possiamo nominare Decentraland e The Sandbox, dove si può fare davvero di tutto, comprare e vendere terreni o accessori. Ogni singolo elemento, nel Metaverso, corrisponde a un token, cioè a un NFT.

Mining: è una pratica fondamentale l'economia delle criptovalute, che consente a questi sistemi monetari di restare decentralizzati. Senza un organismo centrale, cioè una banca, qualcuno dovrà pur verificare che le transazioni presenti nei blocchi siano autentiche, altrimenti chiunque potrebbe attribuirsi un milione di dollari semplicemente scrivendolo sulla blockchain. Ebbene, i dispositivi utilizzati per il mining servono proprio per risolvere la crittografia di tutte le transazioni e verificare che siano autentiche. A loro volta anche i miner sono soggetti a controllo, perché altrimenti potrebbero loro stessi intestarsi delle transazioni illegittime. Per questo si parla di meccanismi di consenso. Ne esistono tanti e ogni blockchain ha il suo, Bitcoin procede per maggioranza assoluta, segnando come autentica una transazione verificata dal 51% dei miner attivi sulla rete.

NFT: diretta conseguenza dei contratti intelligenti, i token non fungibili sono degli oggetti digitali di qualunque tipo, forma o dimensione, che possono essere registrati attraverso un contratto che ne stabilisce la proprietà. In poche parole, se acquistiamo un NFT all'asta, sulla blockchain verrà registrata in maniera certificata, verificata e dimostrabile la nostra proprietà di quel bene.

Play-to-earn: ultimamente si parla sempre più spesso di questo modello. I giochi che abbracciano questa nuova filosofia sono ben distanti dall'attuale modello vigente, in cui all'interno dei giochi si possono comprare accessori estetici e perk che migliorano le nostre statistiche e le nostre possibilità di vincita, il tutto però con una semplice concessione di utilizzo. I giochi play-to-earn invece, sono basati sulla blockchain e tutto ciò che compriamo sarà nostro per sempre, certificato come NFT e quindi anche rivendibile e presto, si spera, anche interoperabile tra più metaversi. In molti giochi è possibile anche guadagnare criptovalute e NFT semplicemente giocando. In questo modo, si conferisce al giocatore un ruolo chiave all'interno del sistema e non più quello di spettatore pagante all'interno di un sistema che comunque andrebbe avanti con o senza di lui.

Smart contract: sono protocolli, istruzioni e semplici programmi if/only che possono essere registrati ed eseguiti sulla blockchain. Questa, infatti, si presta molto bene a registrare operazioni di scambio di denaro, però c'è chi ha pensato bene di utilizzarla per registrare anche informazioni differenti. Se la creazione della blockchain ha come fine ultimo quello di eliminare gli intermediari, cioè le banche, dal sistema finanziario, con gli smart contract l'obiettivo è quello di eliminare dall'equazione anche i rappresentanti legali. Pensiamo a un atto notarile o a un passaggio di proprietà. Lo smart contract è un programma, un codice, che può essere registrato sulla blockchain e che può stabilire che al pagamento di una cifra prestabilita, il ricevente conferisce la proprietà di un bene al pagatore.

Stablecoin: a differenza di Bitcoin e Altcoin, sono dei punti di riferimento del mercato che spesso ricalcano il valore di monete reali come dollaro o euro. In questo modo puntano a eliminare o perlomeno minimizzare la volatilità del valore delle criptovalute. Un esempio su tutti Tether (USDT), progettato per mantenere nel tempo un valore quanto più vicino possibile a un dollaro.

Wallet: ci si riferisce spesso a questo termine chiamandolo portafogli. Come nel mondo reale, anche le criptovalute hanno bisogno di essere accumulate in un posto specifico che ne definisca il proprietario. Per questo motivo, chiunque può creare il proprio wallet crittografato ed esistono centinaia di alternative completamente gratuite sul web, oltre a dei wallet fisici, come delle chiavette USB, dove proteggere il proprio valore offline.

Whale: nel mercato, c'è chi sfrutta il momento per comprare e vendere secondo le oscillazioni. A dominare questi movimenti sono le cosiddette whale, ovvero persone fisiche oppure collettivi con una grossa disponibilità economica, tale da possedere una buona fetta della valuta circolante e in grado, tramite acquisto e liquidazione, di decretarne il valore tramite la legge della domanda e dell'offerta.