Nucleare e Fake News: ne parliamo con "L'Avvocato dell'Atomo" Luca Romano

Quanto è affidabile l'informazione riguardo il mondo del nucleare? Ne abbiamo parlato con Luca Romano, fondatore del progetto “l'Avvocato dell'Atomo”.

Nucleare e Fake News: ne parliamo con 'L'Avvocato dell'Atomo' Luca Romano
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Se pensate che per dare la caccia ad un falsario serva un esperto d'arte...vi sbagliate di grosso. Ogni giorno, mentre a suon di click o swipe sullo schermo del nostro smartphone ci districhiamo tra le miriadi di notizie che ci vengono presentate dalle nostre app, in realtà anche a noi tocca vestire i panni dell'investigatore alla ricerca del dettaglio che ci aiuti a capire se quanto stiamo leggendo, ascoltando o vedendo sia un fedele racconto della realtà o una più o meno voluta rivisitazione dei fatti.

Il Diavolo si nasconde nei dettagli

Saper riconoscere una Fake News è un aspetto sicuramente legato alla nostra capacità di notare quei particolari che possono aiutarci a comprendere la notizia che stiamo analizzando.

Termini utilizzati in modo anomalo, parole associate a un personaggio che tuttavia difficilmente utilizzerebbe tali espressioni, paragoni azzardati e cenni storici incoerenti costituiscono solitamente dei campanelli d'allarme in grado di far accendere nella nostra testa la proverbiale "lampadina" e farci capire che, forse, è il caso di cercare informazioni altrove.
Per quanto la nostra quotidiana esperienza possa tornarci d'aiuto, però, può capitare di doversi confrontare con tematiche piuttosto ostiche, complesse, che richiedono delle conoscenze tecniche di base che non sono proprio alla portata di tutti.

Il risultato è che, a quel punto, capire se la nostra fonte di informazioni sia affidabile o meno può diventare estremamente difficile, se non addirittura impossibile senza qualcuno che sia in grado di guidarci attraverso un labirinto di formule e termini tecnici di varia complessità.

Professione Debunker

Prendiamo ad esempio l'energia nucleare. Un campo tanto affascinante quanto complesso e vittima di una disinformazione che sicuramente ha contribuito a minare la fiducia che le persone nutrono nei suoi confronti.

I drammatici eventi delle ultime settimane, poi, non hanno sicuramente aiutato a farci dormire sonni tranquilli mentre nei bollettini di guerra tornavano prepotentemente alla ribalta nomi come Chernobyl, in grado di risvegliare ricordi di un passato non così lontano, in cui milioni di persone guardarono con il fiato sospeso a quanto stava accadendo vicino alla città di Prypjat. Sono stati scritti articoli, libri e prodotti film e serie TV, tra cui il recente prodotto HBO di cui abbiamo parlato nella nostra recensione della miniserie Chernobyl, che hanno tentato di raccontare nel modo più preciso possibile quanto avvenne in quei giorni, ma grande è stata anche la disinformazione che si è creata attorno a quei fatti, tendenza che purtroppo si è ripetuta anche in questi giorni.

Per cercare di fare un po' di chiarezza sulle notizie che sono giunte fino a noi da Chernobyl, Zaporizhzhia e le aree limitrofe, abbiamo contattato Luca Romano, conosciuto anche come l'Avvocato dell'Atomo sui social e su Twitch, che ha accettato di rispondere ad alcune nostre domande per aiutarci a capire quanto sta accadendo.

Everyeye: Chi è l'Avvocato dell'Atomo, e qual è la sua missione?

Luca: "L'Avvocato dell'Atomo è un progetto che nasce nell'aprile 2020, con l'idea di sfruttare il tempo per parlare di un argomento che mi appassiona, e ad oggi, comprende un gruppo di 17 persone, tra i quali troviamo ricercatori nell'ambito della fusione, fisici biomedici, studenti di ingegneria nucleare impegnati nel realizzare tesi sui reattori di quarta generazione, sui combustibili nucleari e sul trattamento delle scorie. Il progetto nasce dalla volontà di contrapporre alla disinformazione dilagante sul tema del nucleare una informazione più corretta. Il nome scelto gioca sull'assonanza con l'Avvocato del Diavolo, per il fatto che il nucleare è visto troppo spesso dalla stampa come il male assoluto, e noi riteniamo che anche il Diavolo abbia diritto ad un giusto processo".

Un messaggio rivolto ai giovani e non solo

Everyeye: Qual è il feedback che state avendo dalla community che vi ha scelti come punto di riferimento?

Luca:"I riscontri che abbiamo sono in gran parte estremamente positivi. La nostra community è molto coinvolta, abbiamo un alto livello di interazione con i nostri post, superiore anche a quello di pagine che possono contare su un maggior numero di followers. Attribuirei tutto questo a due elementi in particolare: per primo, il fattore conversione, cioè il modo in cui la gente si appassiona ad argomenti sui quali cambia opinione o ai quali ha iniziato da poco ad interessarsi, con quell'entusiasmo che in questi casi l'accompagna. Il secondo è il modo in cui noi parliamo del nucleare, affrontando il discorso da una prospettiva ambientalista. Veniamo da oltre un decennio di promesse mai mantenute nell'ambito delle energie rinnovabili, con l'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) che ogni anno disegna scenari sempre più pessimistici riguardo le emissioni a livello globale.

In contrapposizione a tutto questo noi portiamo un messaggio più positivo, mostrando come ci siano Paesi che hanno decarbonizzato, economie avanzate che hanno raggiunto una condizione di emissioni zero di C02, almeno per quanto riguarda la produzione di energia elettrica. L'elemento che accomuna queste nazioni, come ad esempio Svezia, Finlandia, Francia, Ontario, è proprio un massiccio ricorso all'energia nucleare. La nostra narrazione quindi vuole quindi offrire un messaggio di speranza, che in questo momento sembra essere colto con particolare interesse dai giovani, che compongono in maggioranza il nostro pubblico e che si appoggiano a noi per un'alternativa alle promesse mai realmente mantenute dei movimenti ambientalisti, che hanno portato ad enormi capitali investiti con risultati tuttavia poco convincenti".

Everyeye: Hai parlato di "conversione". Avete la percezione che effettivamente qualcosa si stia muovendo nella testa delle persone, che soprattutto a livello di generazioni più giovani stanno cercando di fare quel passo in più che permetta loro di sganciarsi dalla vecchia concezione e dalle vecchie paure da sempre associate al nucleare?

Luca: "Sebbene continuino a venir presentate le solite obiezioni, legate alla pericolosità delle scorie o alla possibilità di incidenti, qualcosa sta cambiando. Questo perché se da un lato abbiamo coloro che vengono dalla generazione X, cioè i nati tra il 1965 e il 1980, che presentano tali osservazioni ponendole come un muro invalicabile, dall'altro lato abbiamo i giovani, che pongono quel genere di domande mossi da una legittima curiosità, approcciando l'argomento con una prospettiva scettica ma una mentalità aperta, pronti quindi a cambiare idea. Questo accade anche tra le generazioni precedenti, ma in misura decisamente minore."

Guerra e Fake News: Chernobyl e Zaporizhzhia

Everyeye: Nelle ultime settimane, in mezzo alle notizie che arrivavano dai teatri di guerra, ci sono saltati all'occhio alcuni titoli in particolare che parlavano di quanto stava accadendo alla centrale di Chernobyl, e di quanto un attacco alla centrale di Zaporizhzhia avrebbe potuto causare un disastro superiore a quello avvenuto proprio a Chernobyl 35 anni fa. Attraverso i vostri profili avete cercato di spiegare alle persone quali fossero i legittimi timori e quali invece fossero paure del tutto infondate. In generale, quanta disinformazione c'è stata attorno a questi eventi?

Luca: "Il livello di disinformazione della stampa riguardo il tema del nucleare è estremamente elevato, al punto che sembra mancare la volontà di sforzarsi di approfondire i temi abbastanza da arrivare alla verità.

Spesso il nucleare è utilizzato come pretesto per una narrazione che si avvicina di più alla fantascienza distopica che alla cronaca. Dichiarazioni come "Poteva essere un disastro sei volte quello di Chernobyl", ad esempio, sono state rilasciate dal Ministero degli Esteri Ucraino, in parte anche con l'intento di forzare la mano alla Nato per una risposta decisa. Ai giornalisti, però, spetterebbe il compito di smorzare i toni e raccontare i fatti per quello che sono, ma questa missione la stampa italiana tende a tradirla troppo sovente. Nell'ultimo anno abbiamo letto titoli che sembrava fossero stati scritti con il solo intento di acchiappare qualche click in più, anche a costo di creare disinformazione o gettare il dubbio anche su temi che al contrario avrebbero avuto bisogno di un forte sostegno, come ad esempio la campagna vaccinale nata per contrastare il Covid. C'è una crisi a livello deontologico nel campo dell'informazione in Italia.

Andando ad analizzare gli eventi in questione dal punto di vista tecnico: la centrale di Chernobyl è spenta dal 1999, lo shutdown è avvenuto poi nel 2000, e il materiale radioattivo contenuto al suo interno è ormai freddo e non necessita di un raffreddamento costante.

Non ha senso pensare che la Russia abbia necessità di utilizzare questo materiale per diffonderlo a piacimento, in quanto essendo dotata di un proprio programma nucleare possiede tutte le tecnologie necessarie per produrre ciò di cui avrebbe bisogno in quel caso. Il trovarsi a Chernobyl è maggiormente legato a motivi di natura strategica, considerata la sua posizione, che ad altri motivi. Riguardo a Zaporizhzhia invece parliamo di una centrale in funzione, ma i cui reattori sono ad acqua pressurizzata, e che quindi non c'entra nulla con i reattori ad acqua-grafite come Chernobyl. Sarebbe come paragonare, in termini di sicurezza, un Boeing ed uno Zeppelin, solo perché entrambi volano.

La differente ingegnerizzazione fa si che la centrale di Zaporizhzhia non possa dare luogo ad incidenti come quello di Chernobyl, cosa che sarebbe stata tranquillamente verificabile confrontandosi con degli esperti del settore prima di iniziare a pubblicare alcuni dei titoli altisonanti che abbiamo letto. In alternativa sarebbe bastato prendere in esame uno dei comunicati rilasciati dalla IAEA, International Atomic Energy Agency, che parlavano sì di una preoccupazione per le condizioni di sicurezza dei lavoratori e per la mancanza di comunicazioni, ma che scongiuravano in quel frangente un rischio radiologico.

Il voler poi essere i primi a pubblicare la notizia ha sicuramente contribuito alla creazione di questa disinformazione; molte tra le più grandi testate giornalistiche internazionali stanno abbandonando un tipo di giornalismo basato sulla velocità nel diffondere una notizia in favore di una volontà di voler fornire l'approfondimento migliore. Sovente non vengono poi adeguatamente affrontate delle credenze diffuse come quella, ad esempio, che le centrali nucleari sono degli ordigni pronti ad esplodere. Concetti come questi sono di fatto delle falsità assolute.

L'Incidente di GoldsboroIl 23 gennaio 1961 un bombardiere pesante B-52 partito da una base nei pressi della città di Goldsboro, in North Carolina, registrò una pesante perdita di carburante dopo alcune ore di volo. Durante la procedura di atterraggio d'emergenza il velivolo subì dei danni strutturali che causarono la caduta al suolo di due bombe all'idrogeno di tipo Mark 29 che il bombardiere stava trasportando. La prima bomba si distrusse all'impatto con il terreno, la seconda invece, nonostante fosse stata armata durante lo sganciamento dal suo alloggiamento, a causa di un malfunzionamento non generò alcuna detonazione.

La reazione di fissione è molto difficile da ottenere e rendere stabile alla luce del fatto che tende a "morire" da sola. Per ottenere una reazione esplosiva bisogna ricorrere ad accorgimenti ingegneristici che comunque non sono in grado di dare l'assoluta certezza della detonazione. In passato abbiamo assistito a quelli che si chiamano Broken Arrow Accident, come ad esempio quello di Golsboro in North Carolina, nei quali la bomba non è esplosa. E' sufficiente una piccola imperfezione, ad esempio un'asimmetria nella shell di esplosivi che costituiscono l'innesco per avere un fallimento della reazione. Un reattore, che è proprio una cosa completamente diversa, semplicemente non può esplodere. La paura di assistere ad una detonazione causata da un proiettile vagante quindi è infondata, eppure è comunque qualcosa cui si attinge a piene mani per creare notizie che attirino l'attenzione".

Opporsi alla disinformazione

Everyeye: Quali sono le difficoltà che incontrate nello svolgere il vostro lavoro di debunking delle news legate al nucleare?

Luca: "Una difficoltà che attualmente non riscontriamo è quella di convincere le persone che quanto leggono sui giornali spesso non sia corretto. Ormai è noto che il livello di affidabilità della stampa italiana sull'argomento è basso, il vero problema è che non esistono alternative reali. Il giornalismo cartaceo da questo ragionamento non ne esce bene, e forse solo la parte online offre delle valide opportunità di trovare altre fonti di informazione.
Una delle difficoltà, che però costituisce anche la sfida più appassionante del nostro lavoro, è quella di riuscire a tradurre concetti complessi in un linguaggio alla portata di tutti. Questo però noi proviamo a farlo a prescindere dalle fake news, potremmo considerarlo la nostra missione, nella quale tutti noi crediamo fermamente
".

Everyeye: Quali strategie possono essere adottate da persone prive di conoscenze tecniche per smascherare una bufala, o semplicemente una notizia comprendente un fatto non correttamente riportato?

Luca: "Un buon elemento da cui partire è il fatto che l'articolo citi delle opinioni di giornalisti, o altre eventuali persone terze intervistate, oppure dei comunicati ufficiali. Nel primo caso è importante andare a verificare con attenzione chi siano questi personaggi interpellati, per evitare di finire ad ascoltare opinioni di persone non sufficientemente competenti per parlare con cognizione di causa dell'argomento in questione.

Mi è capitato di leggere un articolo dai toni catastrofistici nel quale veniva riportata l'opinione della figlia di un fisico, quasi come se la competenza potesse essere trasmessa per via ereditaria. Un parere del genere non può essere considerato rilevante. Questo genere di attenzione comunque non può fornire una garanzia assoluta, anche alla luce della tendenza di far parlare persone con una formazione scientifica ma un forte background ideologico, ma sicuramente può aiutare nel fare una prima scrematura degli articoli contenenti più "fuffa".

In generale è una buona pratica quella di verificare se ci sono comunicati ufficiali dagli enti di controllo, come appunto la IAEA, che vengono citati dall'autore del pezzo, e confrontare quanto letto da una singola fonte con la narrazione riportata da altre testate giornalistiche anche internazionali. Se uno conoscesse il francese potrebbe essere utile ed interessante leggere in che modo i giornalisti d'oltralpe riportano la stessa notizia, data la loro familiarità con il tema del nucleare e la loro capacità di trattare l'argomento con il supporto di esperti del settore. Questo ha permesso di avere una migliore informazione, ad esempio, per quanto riguarda l'incidente di Fukushima, sul quale invece da altre parti si è vista una proliferazione di fake news.

Affrontare le notizie lette con un certo scetticismo può essere d'aiuto, come anche cercare le giuste fonti online dalle quali trarre informazioni; chiaramente non raccomando i siti gestiti da complottisti, ma canali ufficiali nei quali vengono riportate opinioni di persone qualificate
".

Uno sguardo al futuro

Everyeye: Stiamo vivendo in questo momento una crisi su più fronti: da un lato le notizie che arrivano dai teatri di guerra, dall'altro le nostre problematiche casalinghe legate all'approvvigionamento energetico. Secondo te le persone continueranno a vedere soprattutto gli spauracchi legati al nucleare, fomentati ulteriormente dai recenti fatti in Ucraina, oppure si inizierà a tendere l'orecchio verso una visione più positiva?

Luca: "Io posso parlarti del feedback che ho dal mondo di internet, con il quale interagiamo maggiormente. Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad una crescita dei contatti verso le nostre pagine. Da una parte si è trattato di persone che volevano essere tranquillizzate riguardo ai fatti di cui abbiamo discusso finora, dall'alta abbiamo parlato con utenti interessati a saperne di più, a capire se di fronte a questa crisi energetica il nucleare può essere una soluzione, e se sì in quali termini e in quali tempi. Secondo me questa crisi porterà ad un maggiore interesse nei confronti dell'energia nucleare, anche se su questa previsione potrei sbagliare. In generale penso che il terrorismo psicologico che è stato fatto sia andato a rinsaldare le paure di chi già prima era convinto della pericolosità del nucleare, mentre chi nutriva dei dubbi ha avuto la possibilità di chiarirli grazie a chi come noi sta cercando di diffondere un messaggio diverso da quello cui siamo abituati.

Sicuramente anche l'aumento dei prezzi dell'energia ha giocato un ruolo importante nel rivalutare le proprie posizioni sul tema da parte di alcune persone.
Credo che questo momento di crisi a lungo andare favorirà la ripartenza del nucleare in Europa, anche se nel caso dell'Italia non saprei dire in quali tempi potrebbe avvenire tutto questo. In generale, comunque, resto positivo
".

Ora tocca a noi

Nella nostra chiacchierata con Luca Romano abbiamo percepito quanto sia importante un sano spirito critico da utilizzare per l'analisi delle notizie che ci troviamo davanti agli occhi. E se è vero che il mondo di Internet da un lato ci sottopone ad un bombardamento costante di notizie più o meno affidabili, dall'altro ci fornisce tutti gli strumenti necessari per poter riconoscere chi cerca di ottenere un nostro click, o una nostra visualizzazione, da chi invece cerca di informarci, di aiutarci a capire un concetto.

Citando Harlan Elllison, scrittore e sceneggiatore: "Non si ha il diritto di avere una opinione. Si ha il diritto di avere un'opinione informata. Nessuno ha il diritto di essere ignorante".


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