Spesso, al giorno d'oggi, ci lamentiamo della mancanza di giornalismo accurato e affidabile e, non di rado, la nostra esperienza ci da ragione. Tuttavia, faremmo bene a chiederci se questa sfiducia non porti anche ad una chiusura dal punto di vista esplorativo verso nuove testate, soprattutto online, che stanno nascendo numerose in questi anni e che si rivelano spesso più autorevoli di quelle classiche. Pensiamo sia opportuno, ogni tanto, andare alla ricerca di queste perle e portarle alla luce come meritano. Di recente abbiamo portato su queste pagine un po' di debunking sul nucleare nella nostra intervista all'Avvocato dell'Atomo. Oggi, invece, vi parliamo di una novità nel campo dell'informazione scientifica a tema spaziale, che ha già attirato molta attenzione su di sé per cura e affidabilità.
Astrospace è una startup innovativa, che si occupa di giornalismo in ambito tecnologico e scientifico e più in generale di tutto ciò che riguarda lo spazio. Gli argomenti sono molteplici, dall'astronautica all'esplorazione spaziale fino all'astrofisica, mentre le collaborazioni sono innumerevoli e di altissimo livello. Possiamo tranquillamente affermare che Astrospace rappresenta oggi un'eccellenza tutta italiana nell'informazione scientifica.
Abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Stefano Piccin, fondatore e responsabile di Astrospace; attualmente Stefano è a capo di una redazione di circa 15 persone tra giornalisti, scienziati e studenti universitari e altrettanti collaboratori che si occupano di scrittura, dirette su YouTube, gestione dei Social Network, newsletter e, non ultime, le guide di Astrospace, veri e propri editoriali estremamente accurati e completi con tutto quello che c'è da sapere su un argomento specifico.
Intervista a Stefano Piccin fondatore di Astrospace
Everyeye: Spiegaci, a parole tue, cos'è Astrospace e come è nato. Stefano Piccin: Astrospace è nato ad inizio 2020, subito prima della Pandemia, il progetto si è formato con l'idea di costruire un portale web che portasse informazione di qualità medio/alta per appassionati del settore spaziale o per gli addetti ai lavori.
Il progetto è nato con l'idea di parlare di spazio in generale, non abbiamo scelto un argomento specifico, ma un vero e proprio ambiente come target. Su Astrospace infatti, non vogliamo parlare solamente di scienza o di tecnologia ma di qualsiasi disciplina che vada a toccare lo spazio, dalla storia alla filosofia, alla letteratura, all'economia, etc. Il metodo è quello di dare più visibilità possibile a ricercatori, professionisti, scienziati ma anche studenti del settore ingegneristico, astrofisico o di economia, studenti che collaborano a tutti gli effetti con Astrospace per produrre contenuti di qualità. L'idea di proseguire e rendere il progetto una realtà a tutti gli effetti è nata anche dalla richiesta dei lettori di parlare di questi argomenti in modo esaustivo: in Italia, ancora non esisteva una testata che si occupasse solo ed in toto di questo. Quindi, in poche parole, la Startup nasce da un'enorme passione per il settore a 360° da parte di tante persone, lo valuto un progetto corale, in tanti avevamo il bisogno di comunicare e di leggere riguardo lo spazio.
Everyeye: Astrospace sembra essere un giornale per gli addetti ai lavori, non improntato alla lettura da parte di chiunque sia a digiuno di scienza, forse uno degli aspetti più interessanti del vostro stile è proprio quello di non voler semplificare nulla ma anzi di cercare di approfondire gli argomenti in modo estremamente esaustivo. In Italia, invece, la tendenza è quella di semplificare con lo scopo di arrivare ad intrattenere con la scienza il maggior numero di persone possibili. Partendo da questa considerazione, come si è formato il "metodo Astrospace"? È stata una visione chiara fin da subito? Quali sono i suoi reali obiettivi?
S.P.:"Il concetto è esattamente questo: prima di aprire Astrospace mi piaceva moltissimo leggere saggi di divulgazione scientifica; tuttavia, mi sono reso conto con il tempo che moltissimi di questi saggi erano proprio dei libri di intrattenimento con uno sfondo scientifico. Come dici tu, mi sono reso conto che era piacevole ma non soddisfacente. Mi rendo conto sia importantissimo anche questo tipo di divulgazione perché è fondamentale appassionare alla scienza partendo dalle basi, ma non era ciò che cercavo e mi sono reso conto che questo tipo di informazione mancava totalmente in Italia. Io credo che i saggi scientifici, quelli che parlano in modo approfondito di determinati argomenti scientifici, siano al giorno d'oggi difficili da trovare. Parlo di elaborati sul filo del rasoio, che trattano quel tipo di informazione al limite tra divulgazione e pubblicazione su riviste specialistiche e non parlo solo di scienza ma anche di filosofia, economia, geopolitica etc. Noi ci siamo creati uno spazio proprio su questo limite.
Everyeye: Alla luce di ciò che ci siamo appena detti vorrei citare una vostra frase: "In Astrospace.it crediamo che un certo tipo di giornalismo sia morto. Quel giornalismo a cui ci si poteva affidare, quel giornalismo che spiegava, raccontava, a volte anche emozionava.
Quel giornalismo, soprattutto scientifico è morto. Noi siamo qui per riportarlo in vita." Questo è ciò che si può leggere nella homepage del sito: Stefano, cosa intendi con "crediamo che un certo tipo di giornalismo sia morto"? S.P: questa vuole ovviamente essere una frase provocatoria, che lascia un po' il tempo che trova, anche se, come abbiamo detto prima, in parte può essere vera. Questo tipo di giornalismo è morto e i motivi possono essere molteplici tra cui l'evoluzione sociale delle testate e dei lettori, ma anche evoluzione economica, in quanto se non c'è un mercato per farlo sopravvivere questo non può far altro che perire. Quindi, quando dico che vogliamo riportarlo in vita, è una mezza bugia in quanto noi vogliamo riportarlo in vita ma solo per rubargli le cose che potrebbero ancora funzionare e lasciando indietro i motivi per i quali è morto.
Quello che dico spesso alla redazione e ai vari collaboratori è che noi dobbiamo fornire un contenuto di qualità, accurato, tecnico e approfondito ma noi siamo qui per rispondere a chiunque abbia domande su quel contenuto, a chiunque voglia capirlo e magari non ci riesca subito. Non è che, dato che scriviamo dei contenuti di medio/alta difficoltà, chi non li capisce non può essere un lettore di Astrospace, ma assolutamente: noi siamo qui per chiarire, aiutare e informare diversamente chiunque ne abbia bisogno, tramite canali Telegram, E-mail, social e mille altri strumenti.
Infine, sono stati anni statici per l'informazione spaziale, in molte testate si sono disinteressate perché spesso c'è stato poco da raccontare. Tuttavia, in questi ultimi cinque o sei anni il settore spaziale ha ripreso un'ascesa che era stata quasi dimenticata ed è una cosa emozionante quasi quanto lo sbarco sulla luna.
Everyeye: E proprio a proposito di emozioni e contesto dell'esplorazione spaziale, ti vogliamo chiedere chi sono secondo te le agenzie o gli enti da tenere più a vista e dove dovremo rivolgere lo sguardo prossimamente?
S.P: sicuramente merita un'attenzione particolare la nuova (nuova agli onori di cronaca ma ormai iniziata alcuni anni fa) corsa allo spazio che sta conducendo internamente la Cina, per vincere la competizione con gli USA. Anche se così può sembrare che la Cina possa competere ad armi pari con gli Stati Uniti, ci tengo a chiarire che non è così, alcuni parlano addirittura di un superamento recente della Cina, questo non è assolutamente vero, nel settore spaziale, ci tengo a sottolinearlo. Tuttavia, la Cina ha grandissime ambizioni nello spazio e tanti progetti interessanti che ha intenzione di ultimare nei prossimi anni e sarà interessante vedere cosa succederà.
Everyeye: In ambito di Space Economy, cosa ne pensi degli investimenti sempre maggiori da parte di aziende private come Amazon, SpaceX ed altri? Alcuni scienziati pensano che questa nuova corsa allo spazio possa avere dei nuovi risvolti economici di privatizzazione dei corpi celesti e di riduzione dell'indipendenza della ricerca scientifica con conseguente danno alla ricerca scientifica pura. Altri pensano, invece, che un maggiore interesse privato possa portare solo ad un incremento dei finanziamenti e a nuove scoperte di cui potranno poi giovare tutti. Il pensiero di Astrospace?
S.P: adesso la nuova frontiera del mondo spaziale occidentale sono a tutti gli effetti le aziende. Non perché abbiano superato le agenzie spaziali, ma perché in tutto il mondo occidentale, da Stati Uniti all'Europa, si sta trovando un equilibrio tra pubblico e privato, ci si sta dividendo i ruoli. Ciò che possono fare le Agenzie Spaziali lo fanno e ciò che possono delegare alle aziende viene lasciato a loro, in modo da raddoppiare le energie e quindi anche i risultati. Parere mio personale, per quanto riguarda la presenza di aziende private nella ricerca scientifica spaziale, penso che sia giusto mantenere una cauta via di mezzo. Io sono ottimista nei confronti di un'apertura alle aziende con un incremento di finanziamenti e di energie che possa portare a grandi scoperte prossimamente, tuttavia, non a cuor leggero.
Se si formasse un sistema concorrenziale sano, in cui nessuno ha il monopolio assoluto, esso potrebbe portare solo ad un miglioramento della ricerca spaziale, penso che la divisione dei ruoli sia la strada futura migliore che ci possiamo aspettare.
Faccio un paragone già assodato, quello del mondo farmaceutico, se la ricerca farmaceutica fosse stata solo in mano agli enti pubblici, ad esempio, non avremmo potuto avere un vaccino anti-Covid così velocemente. Il privato ha moltissime risorse e vive in un sistema concorrenziale per il quale non bada a spese in ricerca e sviluppo per cercare di arrivare primo, ovviamente con il controllo e la regolazione da parte degli enti pubblici. La stessa cosa spero succeda anche nel settore spaziale, come in parte sta già succedendo. Ad esempio, la NASA, al giorno d'oggi, non fa più tantissime cose di cui si occupava anche solo dieci anni fa. Invece, apre una gara d'appalto per privati e la corsa che genera questa gara provoca un'esponenziale innovazione nel mondo spaziale, mondo che era ormai stagnante quindici anni fa. Quindi, si potrebbe dire che proprio grazie alla NASA, che ha iniziato questo sano sistema concorrenziale tra aziende private ormai circa vent'anni fa, la situazione relativa alla ricerca spaziale si sia sbloccata e si trovi ora in piena ascesa.
Everyeye: Sono tutti argomenti molto interessanti e non scontati, tuttavia, come dicevamo prima, sono anche argomenti estremamente difficili di cui parlare in modo esaustivo. Astrospace, però, ha trovato il modo per parlare in modo completo di un argomento scientifico. Parlaci delle guide di Astrospace, punto di forza del tuo progetto in quanto ad ora in Italia nessuno ha mai proposto degli elaborati così esaustivi e completi di argomenti così diversi tra loro, come è nata l'idea?
S.P: le guide in realtà sono nate in modo totalmente spontaneo. La prima guida è nata dalla necessità di spiegare in modo esaustivo un argomento, ci siamo resi conto che non potevamo farlo in un singolo articolo e farne uscire tanti diversi sarebbe risultato dispersivo. Abbiamo dunque deciso di pubblicare uno speciale e qualcuno in redazione l'ha chiamata guida, da lì il nome è rimasto perché rendeva perfettamente l'idea. Sono appunto degli articoli molto approfonditi su un singolo tema, abbiamo quello sul James Webb space telescope, quello sula Tiangong appunto la stazione spaziale cinese, c'è la guida a starbase, al momento della pubblicazione dell'articolo sarà già uscita la guida su quanto e come inquina un razzo spaziale.
Ad esempio, teniamo moltissimo a quest'ultima guida in quanto è stata forse una delle più difficili mai scritte per la complessità del tema e per i pochissimi dati a disposizione. Le guide non sono comunque un argomento tecnico ad ogni costo, sono una trattazione completa di un argomento, vuoi saperne il più possibile di un argomento specifico? Leggi la guida che ti permette uno sguardo a 360° e poi decidi come approfondire con l'aiuto dei nostri link.
Viviamo in un mondo che ogni giorno, ora, minuto, diviene sempre più complesso, mentre la nostra soglia dell'attenzione diventa ogni giorno, ora, minuto sempre più bassa e sono due cose estremamente legate tra loro. In un mondo sempre più complesso ci sono sempre più informazioni, sempre più stimoli e il nostro cervello non può cogliere tutto ciò. Tuttavia, cerca di assorbire tutto ciò che può dedicando a queste informazioni sempre meno attenzione. Noi con le guide vogliamo dare uno strumento con il quale ci si possa soffermare su un argomento dedicandoci tempo ed attenzione, se vuoi informarti in modo più approfondito, puoi farlo senza avere tutto condensato in un minuto. Infine, le guide sono un progetto sul quale ci piace proprio lavorare in redazione poiché è un lavoro di gruppo, sono sempre scritte a più mani. Solitamente viene proposto un argomento e facciamo una call a chiunque voglia parteciparvi, questo rende le guide ancora più complete grazie ad un lavoro totalmente corale, curato da tante persone con background molto diversi.
Everyeye: Considerando che uno dei punti di forza di Astrospace è proprio la vostra coralità, volevamo chiederti quali sono ad oggi le collaborazioni delle quali siete più orgogliosi? Su cosa vi state concentrando di più al momento? Altre collaborazioni o progetti in arrivo?
S.P: Collaboriamo da tanto, ed è una delle cose che mi rende più fiero di Astrospace, con associazioni studentesche come quelle del politecnico di Milano e di Torino, ma anche studenti di fisica e altri studenti universitari. Crediamo che gli studenti in ambito universitario siano coloro che più sono interessati a questo tipo di informazione, inoltre come progetto futuro vorremmo proprio approcciarci a loro in modo diverso. Nel 2023 abbiamo intenzione di incrementare un servizio in cui potremmo collaborare con aziende avvicinandole agli studenti e viceversa, ma di questo parleremo l'anno prossimo. A breve invece abbiamo dei progetti relativi a nuove newsletter e ad un podcast, un altro progetto è quello di produrre delle guide in formato video, insomma abbiamo parecchio lavoro da fare. In tutto questo, abbiamo comunque intenzione di aumentare le nostre collaborazioni anche a livello europeo e mondiale e di portare Astrospace ad eventi internazionali, ad esempio siamo stati invitati allo IAC (international Astronautical Congress) di Parigi a settembre e potremo portare un sacco di contenuti relativi a questo evento. Inoltre, questo evento nel 2024 verrà tenuto a Milano e anche per questo ci stiamo preparando in grande stile.
Everyeye: Una domanda un po' provocatoria per concludere la nostra chiacchierata: Elon Musk supervillain o supereroe senza il mantello?S.P: Elon Musk è un personaggio estremamente complesso con una serie di progetti innumerevoli; è una figura poliedrica con molti interessi personali ed economici.
Da Tesla, Neuralink, Hyperloop, insomma, sono tantissimi progetti e giudicarlo è difficile perché o lo si giudica per ogni singola attività o nel complesso risulta quasi impossibile. Io posso esprimermi in ambito spaziale: io credo che con SpaceX gli si possa solo fare i complimenti. SpaceX ha cambiato totalmente come negli Stati Uniti d'America viene visto lo spazio, non solo da parte del pubblico ma anche dai politici, dall'economia e dalla scienza. Come vi dicevo prima la NASA, aveva iniziato ad appaltare alle aziende circa vent'anni fa, ma una delle prime aziende a fare davvero la differenza con questi appalti è stata proprio SpaceX, ha cambiato l'intero mondo aerospaziale la prima volta con i razzi riutilizzabili, la seconda con le capsule per il trasporto di esseri umani, cargo riutilizzabili di cui la prima portava solo rifornimenti ed è stata la prima nella storia riutilizzabile.
Attualmente lo sta cambiando per la terza volta con Starship, che per ora non è operativo, ma quando lo sarà, penso arriverà a cambiare la mentalità a livello mondiale con cui ci si approccia allo spazio, sarà la prima volta che avremo a disposizione un mezzo per raggiungere altri pianeti. Quindi un parere su Elon Musk in ambito spaziale può essere solo che positivo. Everyeye: Grazie Stefano per il tuo tempo.
Quattro chiacchiere con il fondatore di Astrospace Stefano Piccin
Abbiamo intervistato il fondatore del progetto Astrospace, sito di informazione che si occupa di tutto ciò che riguarda lo spazio in Italia
Spesso, al giorno d'oggi, ci lamentiamo della mancanza di giornalismo accurato e affidabile e, non di rado, la nostra esperienza ci da ragione.
Tuttavia, faremmo bene a chiederci se questa sfiducia non porti anche ad una chiusura dal punto di vista esplorativo verso nuove testate, soprattutto online, che stanno nascendo numerose in questi anni e che si rivelano spesso più autorevoli di quelle classiche. Pensiamo sia opportuno, ogni tanto, andare alla ricerca di queste perle e portarle alla luce come meritano.
Di recente abbiamo portato su queste pagine un po' di debunking sul nucleare nella nostra intervista all'Avvocato dell'Atomo. Oggi, invece, vi parliamo di una novità nel campo dell'informazione scientifica a tema spaziale, che ha già attirato molta attenzione su di sé per cura e affidabilità.
Astrospace è una startup innovativa, che si occupa di giornalismo in ambito tecnologico e scientifico e più in generale di tutto ciò che riguarda lo spazio. Gli argomenti sono molteplici, dall'astronautica all'esplorazione spaziale fino all'astrofisica, mentre le collaborazioni sono innumerevoli e di altissimo livello. Possiamo tranquillamente affermare che Astrospace rappresenta oggi un'eccellenza tutta italiana nell'informazione scientifica.
Abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Stefano Piccin, fondatore e responsabile di Astrospace; attualmente Stefano è a capo di una redazione di circa 15 persone tra giornalisti, scienziati e studenti universitari e altrettanti collaboratori che si occupano di scrittura, dirette su YouTube, gestione dei Social Network, newsletter e, non ultime, le guide di Astrospace, veri e propri editoriali estremamente accurati e completi con tutto quello che c'è da sapere su un argomento specifico.
Intervista a Stefano Piccin fondatore di Astrospace
Everyeye: Spiegaci, a parole tue, cos'è Astrospace e come è nato.
Stefano Piccin: Astrospace è nato ad inizio 2020, subito prima della Pandemia, il progetto si è formato con l'idea di costruire un portale web che portasse informazione di qualità medio/alta per appassionati del settore spaziale o per gli addetti ai lavori.
Il progetto è nato con l'idea di parlare di spazio in generale, non abbiamo scelto un argomento specifico, ma un vero e proprio ambiente come target. Su Astrospace infatti, non vogliamo parlare solamente di scienza o di tecnologia ma di qualsiasi disciplina che vada a toccare lo spazio, dalla storia alla filosofia, alla letteratura, all'economia, etc.
Il metodo è quello di dare più visibilità possibile a ricercatori, professionisti, scienziati ma anche studenti del settore ingegneristico, astrofisico o di economia, studenti che collaborano a tutti gli effetti con Astrospace per produrre contenuti di qualità.
L'idea di proseguire e rendere il progetto una realtà a tutti gli effetti è nata anche dalla richiesta dei lettori di parlare di questi argomenti in modo esaustivo: in Italia, ancora non esisteva una testata che si occupasse solo ed in toto di questo. Quindi, in poche parole, la Startup nasce da un'enorme passione per il settore a 360° da parte di tante persone, lo valuto un progetto corale, in tanti avevamo il bisogno di comunicare e di leggere riguardo lo spazio.
Everyeye: Astrospace sembra essere un giornale per gli addetti ai lavori, non improntato alla lettura da parte di chiunque sia a digiuno di scienza, forse uno degli aspetti più interessanti del vostro stile è proprio quello di non voler semplificare nulla ma anzi di cercare di approfondire gli argomenti in modo estremamente esaustivo. In Italia, invece, la tendenza è quella di semplificare con lo scopo di arrivare ad intrattenere con la scienza il maggior numero di persone possibili. Partendo da questa considerazione, come si è formato il "metodo Astrospace"? È stata una visione chiara fin da subito? Quali sono i suoi reali obiettivi?
S.P.: "Il concetto è esattamente questo: prima di aprire Astrospace mi piaceva moltissimo leggere saggi di divulgazione scientifica; tuttavia, mi sono reso conto con il tempo che moltissimi di questi saggi erano proprio dei libri di intrattenimento con uno sfondo scientifico. Come dici tu, mi sono reso conto che era piacevole ma non soddisfacente.
Mi rendo conto sia importantissimo anche questo tipo di divulgazione perché è fondamentale appassionare alla scienza partendo dalle basi, ma non era ciò che cercavo e mi sono reso conto che questo tipo di informazione mancava totalmente in Italia. Io credo che i saggi scientifici, quelli che parlano in modo approfondito di determinati argomenti scientifici, siano al giorno d'oggi difficili da trovare. Parlo di elaborati sul filo del rasoio, che trattano quel tipo di informazione al limite tra divulgazione e pubblicazione su riviste specialistiche e non parlo solo di scienza ma anche di filosofia, economia, geopolitica etc. Noi ci siamo creati uno spazio proprio su questo limite.
Everyeye: Alla luce di ciò che ci siamo appena detti vorrei citare una vostra frase: "In Astrospace.it crediamo che un certo tipo di giornalismo sia morto. Quel giornalismo a cui ci si poteva affidare, quel giornalismo che spiegava, raccontava, a volte anche emozionava.
Quel giornalismo, soprattutto scientifico è morto. Noi siamo qui per riportarlo in vita." Questo è ciò che si può leggere nella homepage del sito: Stefano, cosa intendi con "crediamo che un certo tipo di giornalismo sia morto"?
S.P: questa vuole ovviamente essere una frase provocatoria, che lascia un po' il tempo che trova, anche se, come abbiamo detto prima, in parte può essere vera. Questo tipo di giornalismo è morto e i motivi possono essere molteplici tra cui l'evoluzione sociale delle testate e dei lettori, ma anche evoluzione economica, in quanto se non c'è un mercato per farlo sopravvivere questo non può far altro che perire.
Quindi, quando dico che vogliamo riportarlo in vita, è una mezza bugia in quanto noi vogliamo riportarlo in vita ma solo per rubargli le cose che potrebbero ancora funzionare e lasciando indietro i motivi per i quali è morto.
Quello che dico spesso alla redazione e ai vari collaboratori è che noi dobbiamo fornire un contenuto di qualità, accurato, tecnico e approfondito ma noi siamo qui per rispondere a chiunque abbia domande su quel contenuto, a chiunque voglia capirlo e magari non ci riesca subito.
Non è che, dato che scriviamo dei contenuti di medio/alta difficoltà, chi non li capisce non può essere un lettore di Astrospace, ma assolutamente: noi siamo qui per chiarire, aiutare e informare diversamente chiunque ne abbia bisogno, tramite canali Telegram, E-mail, social e mille altri strumenti.
Infine, sono stati anni statici per l'informazione spaziale, in molte testate si sono disinteressate perché spesso c'è stato poco da raccontare. Tuttavia, in questi ultimi cinque o sei anni il settore spaziale ha ripreso un'ascesa che era stata quasi dimenticata ed è una cosa emozionante quasi quanto lo sbarco sulla luna.
Everyeye: E proprio a proposito di emozioni e contesto dell'esplorazione spaziale, ti vogliamo chiedere chi sono secondo te le agenzie o gli enti da tenere più a vista e dove dovremo rivolgere lo sguardo prossimamente?
S.P: sicuramente merita un'attenzione particolare la nuova (nuova agli onori di cronaca ma ormai iniziata alcuni anni fa) corsa allo spazio che sta conducendo internamente la Cina, per vincere la competizione con gli USA. Anche se così può sembrare che la Cina possa competere ad armi pari con gli Stati Uniti, ci tengo a chiarire che non è così, alcuni parlano addirittura di un superamento recente della Cina, questo non è assolutamente vero, nel settore spaziale, ci tengo a sottolinearlo. Tuttavia, la Cina ha grandissime ambizioni nello spazio e tanti progetti interessanti che ha intenzione di ultimare nei prossimi anni e sarà interessante vedere cosa succederà.
Everyeye: In ambito di Space Economy, cosa ne pensi degli investimenti sempre maggiori da parte di aziende private come Amazon, SpaceX ed altri? Alcuni scienziati pensano che questa nuova corsa allo spazio possa avere dei nuovi risvolti economici di privatizzazione dei corpi celesti e di riduzione dell'indipendenza della ricerca scientifica con conseguente danno alla ricerca scientifica pura. Altri pensano, invece, che un maggiore interesse privato possa portare solo ad un incremento dei finanziamenti e a nuove scoperte di cui potranno poi giovare tutti. Il pensiero di Astrospace?
S.P: adesso la nuova frontiera del mondo spaziale occidentale sono a tutti gli effetti le aziende. Non perché abbiano superato le agenzie spaziali, ma perché in tutto il mondo occidentale, da Stati Uniti all'Europa, si sta trovando un equilibrio tra pubblico e privato, ci si sta dividendo i ruoli. Ciò che possono fare le Agenzie Spaziali lo fanno e ciò che possono delegare alle aziende viene lasciato a loro, in modo da raddoppiare le energie e quindi anche i risultati.
Parere mio personale, per quanto riguarda la presenza di aziende private nella ricerca scientifica spaziale, penso che sia giusto mantenere una cauta via di mezzo. Io sono ottimista nei confronti di un'apertura alle aziende con un incremento di finanziamenti e di energie che possa portare a grandi scoperte prossimamente, tuttavia, non a cuor leggero.
Se si formasse un sistema concorrenziale sano, in cui nessuno ha il monopolio assoluto, esso potrebbe portare solo ad un miglioramento della ricerca spaziale, penso che la divisione dei ruoli sia la strada futura migliore che ci possiamo aspettare.
Faccio un paragone già assodato, quello del mondo farmaceutico, se la ricerca farmaceutica fosse stata solo in mano agli enti pubblici, ad esempio, non avremmo potuto avere un vaccino anti-Covid così velocemente. Il privato ha moltissime risorse e vive in un sistema concorrenziale per il quale non bada a spese in ricerca e sviluppo per cercare di arrivare primo, ovviamente con il controllo e la regolazione da parte degli enti pubblici. La stessa cosa spero succeda anche nel settore spaziale, come in parte sta già succedendo.
Ad esempio, la NASA, al giorno d'oggi, non fa più tantissime cose di cui si occupava anche solo dieci anni fa. Invece, apre una gara d'appalto per privati e la corsa che genera questa gara provoca un'esponenziale innovazione nel mondo spaziale, mondo che era ormai stagnante quindici anni fa. Quindi, si potrebbe dire che proprio grazie alla NASA, che ha iniziato questo sano sistema concorrenziale tra aziende private ormai circa vent'anni fa, la situazione relativa alla ricerca spaziale si sia sbloccata e si trovi ora in piena ascesa.
Everyeye: Sono tutti argomenti molto interessanti e non scontati, tuttavia, come dicevamo prima, sono anche argomenti estremamente difficili di cui parlare in modo esaustivo. Astrospace, però, ha trovato il modo per parlare in modo completo di un argomento scientifico. Parlaci delle guide di Astrospace, punto di forza del tuo progetto in quanto ad ora in Italia nessuno ha mai proposto degli elaborati così esaustivi e completi di argomenti così diversi tra loro, come è nata l'idea?
S.P: le guide in realtà sono nate in modo totalmente spontaneo. La prima guida è nata dalla necessità di spiegare in modo esaustivo un argomento, ci siamo resi conto che non potevamo farlo in un singolo articolo e farne uscire tanti diversi sarebbe risultato dispersivo. Abbiamo dunque deciso di pubblicare uno speciale e qualcuno in redazione l'ha chiamata guida, da lì il nome è rimasto perché rendeva perfettamente l'idea. Sono appunto degli articoli molto approfonditi su un singolo tema, abbiamo quello sul James Webb space telescope, quello sula Tiangong appunto la stazione spaziale cinese, c'è la guida a starbase, al momento della pubblicazione dell'articolo sarà già uscita la guida su quanto e come inquina un razzo spaziale.
Ad esempio, teniamo moltissimo a quest'ultima guida in quanto è stata forse una delle più difficili mai scritte per la complessità del tema e per i pochissimi dati a disposizione. Le guide non sono comunque un argomento tecnico ad ogni costo, sono una trattazione completa di un argomento, vuoi saperne il più possibile di un argomento specifico? Leggi la guida che ti permette uno sguardo a 360° e poi decidi come approfondire con l'aiuto dei nostri link.
Viviamo in un mondo che ogni giorno, ora, minuto, diviene sempre più complesso, mentre la nostra soglia dell'attenzione diventa ogni giorno, ora, minuto sempre più bassa e sono due cose estremamente legate tra loro. In un mondo sempre più complesso ci sono sempre più informazioni, sempre più stimoli e il nostro cervello non può cogliere tutto ciò.
Tuttavia, cerca di assorbire tutto ciò che può dedicando a queste informazioni sempre meno attenzione. Noi con le guide vogliamo dare uno strumento con il quale ci si possa soffermare su un argomento dedicandoci tempo ed attenzione, se vuoi informarti in modo più approfondito, puoi farlo senza avere tutto condensato in un minuto. Infine, le guide sono un progetto sul quale ci piace proprio lavorare in redazione poiché è un lavoro di gruppo, sono sempre scritte a più mani.
Solitamente viene proposto un argomento e facciamo una call a chiunque voglia parteciparvi, questo rende le guide ancora più complete grazie ad un lavoro totalmente corale, curato da tante persone con background molto diversi.
Everyeye: Considerando che uno dei punti di forza di Astrospace è proprio la vostra coralità, volevamo chiederti quali sono ad oggi le collaborazioni delle quali siete più orgogliosi? Su cosa vi state concentrando di più al momento? Altre collaborazioni o progetti in arrivo?
S.P: Collaboriamo da tanto, ed è una delle cose che mi rende più fiero di Astrospace, con associazioni studentesche come quelle del politecnico di Milano e di Torino, ma anche studenti di fisica e altri studenti universitari. Crediamo che gli studenti in ambito universitario siano coloro che più sono interessati a questo tipo di informazione, inoltre come progetto futuro vorremmo proprio approcciarci a loro in modo diverso. Nel 2023 abbiamo intenzione di incrementare un servizio in cui potremmo collaborare con aziende avvicinandole agli studenti e viceversa, ma di questo parleremo l'anno prossimo. A breve invece abbiamo dei progetti relativi a nuove newsletter e ad un podcast, un altro progetto è quello di produrre delle guide in formato video, insomma abbiamo parecchio lavoro da fare. In tutto questo, abbiamo comunque intenzione di aumentare le nostre collaborazioni anche a livello europeo e mondiale e di portare Astrospace ad eventi internazionali, ad esempio siamo stati invitati allo IAC (international Astronautical Congress) di Parigi a settembre e potremo portare un sacco di contenuti relativi a questo evento. Inoltre, questo evento nel 2024 verrà tenuto a Milano e anche per questo ci stiamo preparando in grande stile.
Everyeye: Una domanda un po' provocatoria per concludere la nostra chiacchierata: Elon Musk supervillain o supereroe senza il mantello?S.P: Elon Musk è un personaggio estremamente complesso con una serie di progetti innumerevoli; è una figura poliedrica con molti interessi personali ed economici.
Da Tesla, Neuralink, Hyperloop, insomma, sono tantissimi progetti e giudicarlo è difficile perché o lo si giudica per ogni singola attività o nel complesso risulta quasi impossibile.
Io posso esprimermi in ambito spaziale: io credo che con SpaceX gli si possa solo fare i complimenti. SpaceX ha cambiato totalmente come negli Stati Uniti d'America viene visto lo spazio, non solo da parte del pubblico ma anche dai politici, dall'economia e dalla scienza.
Come vi dicevo prima la NASA, aveva iniziato ad appaltare alle aziende circa vent'anni fa, ma una delle prime aziende a fare davvero la differenza con questi appalti è stata proprio SpaceX, ha cambiato l'intero mondo aerospaziale la prima volta con i razzi riutilizzabili, la seconda con le capsule per il trasporto di esseri umani, cargo riutilizzabili di cui la prima portava solo rifornimenti ed è stata la prima nella storia riutilizzabile.
Attualmente lo sta cambiando per la terza volta con Starship, che per ora non è operativo, ma quando lo sarà, penso arriverà a cambiare la mentalità a livello mondiale con cui ci si approccia allo spazio, sarà la prima volta che avremo a disposizione un mezzo per raggiungere altri pianeti. Quindi un parere su Elon Musk in ambito spaziale può essere solo che positivo.
Everyeye: Grazie Stefano per il tuo tempo.
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