Android Go: cos'è e come funziona, la nostra prova

Vediamo assieme a 360 gradi la Go Edition di Android: ecco perché le società produttrici di smartphone ne avevano bisogno.

Android Go: cos'è e come funziona, la nostra prova
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Negli scorsi giorni, durante il Mobile World Congress di Barcellona, svariate società produttrici di smartphone, tra cui figurano Nokia, Wiko e Alcatel, hanno presentato dei dispositivi low-end montanti la Go Edition di Android Oreo. Probabilmente gli appassionati più incalliti sanno già di cosa parliamo, sono invece in molti a non sapere le caratteristiche di questa nuova versione del robottino verde, che si appresta a modificare l'esperienza d'uso su terminali di fascia bassa.

1GB di RAM per Android Oreo?

Ottimizzare e mantenere aggiornato Android, nei dispositivi di fascia, è un compito non sempre semplice. Lo sviluppo di nuove funzionalità di Android procede più velocemente che mai e le aziende sono spesso costrette a lasciare nel dimenticatoio gli smartphone venduti a un prezzo contenuto, che dunque finiscono per non far girare il robottino verde come si deve. Questo ha creato una grande discussione attorno all'argomento nel corso degli ultimi anni, con chi sostiene che sia una normale conseguenza del progresso e chi accusa le aziende di pensare unicamente al business favorendo l'obsolescenza programmata. Ecco allora che Google è corsa ai ripari e ha sviluppato Android Oreo Go Edition che dovrebbe risolvere queste problematiche.

A Barcellona abbiamo visto i primi smartphone montanti il suddetto sistema operativo. Si tratta di una versione ottimizzata al massimo di Android Oreo, con tanto di apposite applicazioni Go che richiedono al dispositivo meno risorse e spazio disponibile per girare fluidamente. Il tutto è pensato in modo specifico per gli smartphone montanti 512MB o 1GB di RAM, che normalmente non riuscirebbero a garantire all'utente un'esperienza senza lag e crash. Il tutto senza rinunciare ad app come Google Assistant, Chrome, Maps e Gmail, solo per citarne alcune. Ebbene, durante il Mobile World Congress abbiamo potuto testare il tutto con mano su Nokia 1 e Wiko Tommy3 e dobbiamo dire che la fluidità che riesce a garantire questo sistema operativo sembra essere veramente buona, soprattutto considerato l'hardware basilare su cui lo abbiamo visto funzionare.
Le app sono un po' diverse da quelle a cui siamo abituati e presentano un design minimale, ma le funzionalità sono le stesse e le nostre prime impressioni in merito sono indubbiamente positive. Altro fattore molto interessante è la promessa di Google in merito agli aggiornamenti. L'obiettivo della società californiana è quello di garantire a questi smartphone due anni di update software e tre anni di aggiornamenti legati alle patch di sicurezza. Insomma, se Google manterrà le promesse, siamo dinanzi a una vera e propria rivoluzione per la fascia bassa.