Provato Android Wear Marshmallow e LG Watch Urbane

L'aggiornamento 1.4 di Android Wear porta diverse novità, messe alla prova con un LG Watch Urbane, che ne espandono le funzionalità ma con alcuni limiti legati all'hardware utilizzato.

Provato Android Wear Marshmallow e LG Watch Urbane
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Google ha da poco rilasciato la versione 1.4 di Android Wear, il sistema operativo dedicato agli indossabili di Google, basata su Android Marshmallow. Dopo l'approdo iniziale su Motorola 360 nei giorni scorsi anche i due principali smartwatch di LG in commercio sul nostro mercato, G Watch R e Urbane, hanno ricevuto tramite OTA l'update. In attesa che tutti i produttori aggiornino i rispettivi device (la compatibilità con MM dovrebbe riguardare quasi la totalità dei dispositivi in commercio) abbiamo avuto modo di provare il Watch Urbane con la nuova release software. Nessuna rivoluzione rispetto al passato, ma qualche piccolo miglioramento è presente, ampliando le possibilità d'uso del prodotto.

Il nuovo Android Wear

Tramite Wi-Fi il download dell'aggiornamento ha richiesto circa mezz'ora (con adsl a 7 mega) e sono serviti almeno altri 10/15 minuti per installarlo ed ottimizzare le applicazioni (circa una ventina). Per poter effettuare il download il dispositivo ha richiesto di essere posto sulla base di ricarica, nonostante la batteria fosse carica per oltre il 70%.
Ad aggiornamene avvenuto, la prima cosa che si nota, oltre all'animazione di avvio lievemente modificata, è un deciso aumento delle dimensioni dei menu. Il testo e le icone sono nettamente più grandi e dunque ben visibili, anche con i caratteri impostati sulla dimensione minore possibile, riempiendo molto meglio il display, che su Lollipop spesso appariva piuttosto vuoto, con ampie zone bianche nel drawer.
Anche il menu opzioni è stato ingrandito e reso più leggibile e con il testo più ravvicinato, pur mantenendo per buona parte il layout esistente. Qui troviamo pure la possibilità di attivare nuove gesture per la gestione delle schede e delle app, che però non risultano all'atto pratico molto intuitive da usare (usare il touch rimane la scelta più comoda a meno di non avere l'altra mano occupata). Altra novità è la comparsa di un'opzione per attivare i feedback audio, che però risulta inutile con il Watch Urbane utilizzato per la prova, sprovvisto di altoparlante. L'assenza dello speaker non permette nemmeno la possibilità di effettuare chiamate tramite smartwatch, che è una delle maggiori novità di Android Wear 6.0, anche se rimane da capire quanto sia utilizzabile all'atto pratico.
A livello di Applicazioni l'unica novità è una funzione per aggiungere dei promemoria. Permane l'errore di traduzione di Google Keep che nell'elenco delle app compare ancora a nome "Conserva" e non col nome originario, come invece accade sugli smartphone. Il menu a tendina ha subito un leggero restyling, la novità principale è la semplificazione della scelta delle notifiche, in cui non compare più l'opzione per lasciare soltanto quelle prioritarie, ma soltanto un generico comando "non disturbare". Le altre funzioni che riguardano modalità cinema, aumento della luminosità e menu impostazioni sono rimaste invariate. L'ultima novità dell'aggiornamento, forse la più importante, riguarda la possibilità di inviare messaggi sulle principali applicazioni di messaggistica, come WhatsApp o Telegram, direttamente dallo smartwatch tramite comandi vocali. Una volta svegliato il dispositivo tramite la parola magica "Ok Google" è sufficiente pronunciare il comando "invia messaggio di Telegram a x" per attivare la funzione. Google Now riconosce il nome pronunciato (che deve essere quello impostato in rubrica) e fa apparire nuovamente il microfono per dettare il messaggio.

Analogamente a quanto già era possibile fare per rispondere ai messaggi ricevuti, è lo stesso Google Now a trasformare quanto dettato in testo, dando un breve lasso di tempo all'utilizzatore per leggere quanto trascritto e decidere se annullare o confermare la spedizione. Una funzione che si rivela piuttosto utile, ad esempio se si è alla guida di un veicolo permette di avvisare qualcuno di un eventuale ritardo senza dover distogliere lo sguardo dalla strada e senza dover prendere il cellulare di tasca. Dal punto di vista dell'autonomia non si notano sostanziali differenze, ma dopo qualche ciclo di carica/scarica il consumo dovrebbe essere lievemente minore rispetto ad Android 5, aumentando ancora la già buona autonomia del dispositivo, che riesce solitamente a coprire due giorni di utilizzo.
In definitiva l'update non ha rivoluzionato il modo d'uso del device, come ad esempio è accaduto in casa Pebble, ma ha introdotto degli aggiustamenti e delle funzioni interessanti che rendono ancora più completo un prodotto che, nonostante ormai sia in commercio da diversi mesi, rimane uno dei migliori indossabili sul mercato.