Primo contatto con LG G3: i TV OLED non smettono di evolversi

Abbiamo dato un primo sguardo al nuovo televisore di LG, che promette picchi luminosi mai visti prima su uno schermo OLED.

Primo contatto con LG G3: i TV OLED non smettono di evolversi
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Ogni anno l'evoluzione degli schermi OLED sembra arrivata al suo apice, poi LG riesce sempre a tirare fuori qualcosa di più. Il nuovo G3 è la dimostrazione che per salire con la luminosità con i pannelli organici non bisogna andare per forza sui QD-OLED, senza contare che questa non è la sola cosa che distingue il G3 dagli altri televisori. Dalle soluzioni scelte per il design al trattamento anti riflesso le novità sono diverse, per un televisore destinato a segnare nuovi standard tecnologici e prestazionali.

Pensato per essere appeso

LG G3 è un televisore pensato per essere appeso, con soluzioni tecniche e di design studiate appositamente per questo. Durante il nostro primo incontro lo abbiamo però visto posizionato su un classico piedistallo, considerate però che questo non è il modo di utilizzo ideale.

Perchè? Perché il design del G3 ha un costo ed è un peccato non sfruttarne le caratteristiche. Basta un semplice colpo d'occhio per notare le differenze rispetto agli altri modelli, a partire dalla parte posteriore, completamente piatta per aderire al meglio a un muro. Un G3 può essere installato radente al muro, per creare una sorta di effetto quadro che lo rende decisamente più attraente alla vista. Rispetto al modello dello scorso non ci sono modifiche evidenti all'estetica, ma non ce n'era bisogno perchè visto frontalmente non ci sono dettagli particolari, di fatto è un televisore dalle cornici sottili pensato per mettere in evidenza il contenuto più che il suo aspetto.
Il sistema operativo WebOS è stato invece leggermente rivisto nelle soluzioni grafiche, con un menù principale meno dispersivo, i pannelli tra cui scorrere sono stati ridotti a tre, mentre entrando nelle impostazioni è ora possibile avere accesso a più opzioni di controllo rapide. Dal preset di immagine alla modalità audio, passando per la luminosità e per il Game Optimizer, l'accesso a queste funzioni è stato semplificato rendendo più immediato l'accesso a quelle che sono le funzionalità più utilizzate. A proposito del Game Optimizer, questo ha mutuato alcune delle funzioni viste nei monitor da gaming OLED di LG, piccole accortezze che lo rendono ancora più completo, inoltre il TV è compatibile con lo standard Matter e può funzionare da centro di controllo per i dispositivi domotici della casa.

Un primo contatto convincente

Ci sono tanti motivi per cui LG G3 ci ha convinto fin dal primo contatto, alcuni riguardano le novità introdotte, altri invece delle consolidate certezze, come le HDMI 2.1.

LG offre da anni ormai quattro porte che possono veicolare il 4K a 120 Hz con tutte le funzioni oggi disponibili, dal VRR all'ALLM, passando poi per eARC (questa su una sola porta), FreeSync Premium e addirittura G-Sync (funzionante in modalità compatibilità). Non va poi dimenticato il supporto a tutti gli standard video, dal Dolby Vision all'HLG (manca invece HDR10+). In realtà una novità c'è ed è l'introduzione del QMS, il Quick Media Switching. Questa permette, in presenza di una catena video totalmente compatibile, di non vedere più le schermate nere quando si cambia refresh rate sullo schermo, migliorando così la continuità nell'esperienza d'uso.
L'incredibile evoluzione nella luminosità di picco è invece data da una serie di fattori, che vanno dal nuovo processore d'immagine Alpha 9 Gen 6 alla tecnologia Brightness Booster Max fino ai pannelli OLED MLA impiegati su questo modello, che sulla carta promette fino a 2000 nit di picco in particolari contesti, con modalità dinamica attiva. La modalità dinamica è meglio metterla da parte tuttavia perché rende le immagini troppo artefatte, la cosa incredibile è la luminosità raggiungibile in Filmmaker Mode, nettamente superiore allo scorso anno e ben al di sopra dei 1000 nit in base al contenuto. Il merito va anche al Tone Mapping Dinamico, che quest'anno viene gestito con un algoritmo che analizza 20000 zone dell'immagine visualizzata sullo schermo, contro le 5000 dello scorso anno.

Il risultato sono immagini con una luminosità che non ci saremmo mai aspettati di vedere su uno schermo OLED, la nostra prova con 6 Underground ha mostrato una gestione della luce davvero eccezionale, per di più in un ambiente di prova tutt'altro che ottimale. Il televisore era infatti piazzato molto vicino a una grande finestra che illuminava la stanza, ma nemmeno questo è riuscito a rendere meno d'impatto i picchi luminosi del G3.
In realtà l'ambiente di prova è stato funzionale per mostrare le capacità del nuovo TV e soprattutto il suo nuovo filtro anti riflesso, che è riuscito a fare un ottimo lavoro, rendendo il G3 perfetto anche per gli ambienti molto illuminati. Insomma, viste le premesse non vediamo l'ora di fare una prova più approfondita con il nuovo OLED di casa LG.