Google ha aggiornato circa un mese fa il suo assistente vocale Assistant introducendo la lingua italiana. Moltissimi i dispositivi compatibili, tutti montanti una versione di Android pari o superiore a Marshmallow. Dopo Cortana e Siri quindi anche Google può contare su un assistente vocale abilitato alla nostra lingua, con Samsung Bixby che rimane per ora fuori dai giochi. Tornando ad Assistant, l'introduzione del nostro idioma è certamente positiva, ma come vedremo siamo ancora lontani dal livello raggiunto dalla controparte inglese, che offre oggi un servizio più sviluppato.
Che cos'è Google Assistant?
Google Assistant è un assistente vocale come lo sono Siri di Apple e Cortana di Microsoft. Gli utenti Android fino ad un mese fa avevano già potuto fare i conti con un altro assistente vocale: Google Now. Tuttavia, la maggior parte era concorde nell'affermare che quest'ultimo fosse rimasto parecchio indietro rispetto alle controparti della concorrenza. Ecco, allora, che la società californiana è "corsa ai ripari" e ha sviluppato la naturale evoluzione di Now, Google Assistant appunto. Le novità sono moltissime, ma vi basti sapere che è possibile intrattenere una vera e propria conversazione con questo nuovo assistente vocale, che memorizza ed impara le nostre risposte.
Come si usa e cosa può fare
Per impostare Google Assistant vi basta solamente tenere premuto il pulsante Home, dare tutti i consensi necessari e configurarlo con la vostra voce. Dopo aver fatto questo, per utilizzarlo non dovrete far altro che dire la solita frase "Ok Google" oppure tenere premuto il pulsante Home. Una volta apertosi Google Assistant, avrete dinanzi a voi una miriade di possibilità. Potrete fargli semplici domande come "Chi è Donald Trump?" e "Che tempo farà domani a Milano?" oppure iniziare sin da subito a sfruttare le sue vere potenzialità ponendo domande in sequenza come "Come si dice ciao in Inglese?" seguita dalla frase "E in giapponese?". In quest'ultimo caso, Assistant memorizzerà la vostra prima domanda e successivamente capirà cosa intendete con la seconda in base al contesto.
Per la prova dell'app abbiamo scelto un Honor 7X, dotato di processore Kirin 659, 4 GB di RAM e display 18:9. Su questo smartphone l'applicazione gira alla perfezione e non abbiamo mai avuto problemi con i comandi vocali, con l'assistente che ha sempre riconosciuto correttamente la nostra voce. Oltre a questo, una volta apertosi, l'assistente potrà essere impostato in 18:9 grazie all'opzione "Visualizza a schermo intero". Honor 7x è acquistabile a questo link.
Insomma, l'assistente di Google starà al vostro passo. Oltre a questo, Assistant è in grado di darvi consigli sui luoghi nelle vostre vicinanze grazie al GPS oppure di attivare diverse tipologie di connessioni o sensori (come il Bluetooth, la connessione dati e la torcia). Non manca poi la possibilità di impostare impostare la sveglia o dei promemoria con una frase del tipo "Ricordami di andare a prendere Luca stasera alle 20:00". Interessante anche la possibilità di far lanciare virtualmente all'assistente i dadi o una moneta. Inoltre, Assistant può anche ricercare le nostre foto all'interno dell'account Google attraverso ordini come "Mostrami le mie foto in Inghilterra". Oltre a questo, non manca la parte irriverente dell'assistente che ha già fatto scatenare il web. Risposte esilaranti come "Sono ancora giovane, ma so già molte cose" alla domanda "Quanti anni hai?" oppure "Siri è la migliore Siri" in risposta all'affermazione "Siri è migliore di te", o ancora citazioni come "Il mio nome è Google. Assistente Google" alla domanda "Come ti chiami?". Altra cosa molto interessante è il suo apprendimento relativo alle nostre risposte. Abbiamo provato, ad esempio, a chiedere all'assistente "Come mi chiamo?" e lui inizialmente ha risposto con frasi come "Puoi dirmelo", mentre in seguito alla nostra risposta ora risponde deciso "Ti chiami Andrea". Su Honor 7X tutto questo gira alla perfezione e non abbiamo mai avuto problemi con i comandi vocali, con l'assistente che ha sempre riconosciuto correttamente la nostra voce. Chiaramente, qui Google Assistant è preinstallato e di facile configurazione per spingere gli utenti a provarlo. Oltre a questo, una volta apertosi, l'assistente potrà essere impostato in 18:9 grazie all'opzione "Visualizza a schermo intero". In definitiva, ci riteniamo soddisfatti dall'esperienza utente.
Siamo al pari dell'inglese?
Ottimo punto di partenza ma non l'assistente definitivo. Questo perché Assistant diventa tutt'altra cosa quando cambiamo la lingua da italiano a inglese. Infatti, l'assistente vocale inizierà a rispondere molto più dettagliatamente alle nostre domande attingendo a varie fonti e leggendo quasi sempre la risposta piuttosto che mostrarla a schermo, cosa che purtroppo in italiano avviene ancora spesso. Oltre a questo, le domande nella nostra lingua devono essere impostate in un certo modo ed essere il meno complicate possibili, visto che l'assistente potrebbe non riuscire a rispondervi correttamente in alcuni casi, cosa che in inglese non avviene praticamente mai. Insomma, per quanto riguarda l'italiano siamo ad un buon livello ma la versione anglofona dimostra come Assistant abbia ancora molto spazio per migliorarsi.
Google Assistant: alla prova l'assistente vocale di Google in Italiano
Abbiamo provato il nuovo assistente di Google nella sua versione in Italiano, giunta da poco nel nostro idioma. Vediamo insieme come è andata.
Google ha aggiornato circa un mese fa il suo assistente vocale Assistant introducendo la lingua italiana. Moltissimi i dispositivi compatibili, tutti montanti una versione di Android pari o superiore a Marshmallow. Dopo Cortana e Siri quindi anche Google può contare su un assistente vocale abilitato alla nostra lingua, con Samsung Bixby che rimane per ora fuori dai giochi. Tornando ad Assistant, l'introduzione del nostro idioma è certamente positiva, ma come vedremo siamo ancora lontani dal livello raggiunto dalla controparte inglese, che offre oggi un servizio più sviluppato.
Che cos'è Google Assistant?
Google Assistant è un assistente vocale come lo sono Siri di Apple e Cortana di Microsoft. Gli utenti Android fino ad un mese fa avevano già potuto fare i conti con un altro assistente vocale: Google Now. Tuttavia, la maggior parte era concorde nell'affermare che quest'ultimo fosse rimasto parecchio indietro rispetto alle controparti della concorrenza. Ecco, allora, che la società californiana è "corsa ai ripari" e ha sviluppato la naturale evoluzione di Now, Google Assistant appunto. Le novità sono moltissime, ma vi basti sapere che è possibile intrattenere una vera e propria conversazione con questo nuovo assistente vocale, che memorizza ed impara le nostre risposte.
Come si usa e cosa può fare
Per impostare Google Assistant vi basta solamente tenere premuto il pulsante Home, dare tutti i consensi necessari e configurarlo con la vostra voce. Dopo aver fatto questo, per utilizzarlo non dovrete far altro che dire la solita frase "Ok Google" oppure tenere premuto il pulsante Home. Una volta apertosi Google Assistant, avrete dinanzi a voi una miriade di possibilità. Potrete fargli semplici domande come "Chi è Donald Trump?" e "Che tempo farà domani a Milano?" oppure iniziare sin da subito a sfruttare le sue vere potenzialità ponendo domande in sequenza come "Come si dice ciao in Inglese?" seguita dalla frase "E in giapponese?". In quest'ultimo caso, Assistant memorizzerà la vostra prima domanda e successivamente capirà cosa intendete con la seconda in base al contesto.
Per la prova dell'app abbiamo scelto un Honor 7X, dotato di processore Kirin 659, 4 GB di RAM e display 18:9. Su questo smartphone l'applicazione gira alla perfezione e non abbiamo mai avuto problemi con i comandi vocali, con l'assistente che ha sempre riconosciuto correttamente la nostra voce. Oltre a questo, una volta apertosi, l'assistente potrà essere impostato in 18:9 grazie all'opzione "Visualizza a schermo intero".
Honor 7x è acquistabile a questo link.
Insomma, l'assistente di Google starà al vostro passo. Oltre a questo, Assistant è in grado di darvi consigli sui luoghi nelle vostre vicinanze grazie al GPS oppure di attivare diverse tipologie di connessioni o sensori (come il Bluetooth, la connessione dati e la torcia).
Non manca poi la possibilità di impostare impostare la sveglia o dei promemoria con una frase del tipo "Ricordami di andare a prendere Luca stasera alle 20:00". Interessante anche la possibilità di far lanciare virtualmente all'assistente i dadi o una moneta. Inoltre, Assistant può anche ricercare le nostre foto all'interno dell'account Google attraverso ordini come "Mostrami le mie foto in Inghilterra". Oltre a questo, non manca la parte irriverente dell'assistente che ha già fatto scatenare il web. Risposte esilaranti come "Sono ancora giovane, ma so già molte cose" alla domanda "Quanti anni hai?" oppure "Siri è la migliore Siri" in risposta all'affermazione "Siri è migliore di te", o ancora citazioni come "Il mio nome è Google. Assistente Google" alla domanda "Come ti chiami?". Altra cosa molto interessante è il suo apprendimento relativo alle nostre risposte. Abbiamo provato, ad esempio, a chiedere all'assistente "Come mi chiamo?" e lui inizialmente ha risposto con frasi come "Puoi dirmelo", mentre in seguito alla nostra risposta ora risponde deciso "Ti chiami Andrea". Su Honor 7X tutto questo gira alla perfezione e non abbiamo mai avuto problemi con i comandi vocali, con l'assistente che ha sempre riconosciuto correttamente la nostra voce. Chiaramente, qui Google Assistant è preinstallato e di facile configurazione per spingere gli utenti a provarlo. Oltre a questo, una volta apertosi, l'assistente potrà essere impostato in 18:9 grazie all'opzione "Visualizza a schermo intero". In definitiva, ci riteniamo soddisfatti dall'esperienza utente.
Siamo al pari dell'inglese?
Ottimo punto di partenza ma non l'assistente definitivo. Questo perché Assistant diventa tutt'altra cosa quando cambiamo la lingua da italiano a inglese. Infatti, l'assistente vocale inizierà a rispondere molto più dettagliatamente alle nostre domande attingendo a varie fonti e leggendo quasi sempre la risposta piuttosto che mostrarla a schermo, cosa che purtroppo in italiano avviene ancora spesso. Oltre a questo, le domande nella nostra lingua devono essere impostate in un certo modo ed essere il meno complicate possibili, visto che l'assistente potrebbe non riuscire a rispondervi correttamente in alcuni casi, cosa che in inglese non avviene praticamente mai. Insomma, per quanto riguarda l'italiano siamo ad un buon livello ma la versione anglofona dimostra come Assistant abbia ancora molto spazio per migliorarsi.
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