NVIDIA Max-Q, le tecnologie notebook per il gaming sul banco di prova

Le tecnologie Max-Q di nuova generazione sono pensate da NVIDIA per fornire la migliore esperienza possibile in più scenari d'uso.

NVIDIA Max-Q, le tecnologie notebook per il gaming sul banco di prova
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Abbiamo messo alla prova le nuove tecnologie Max-Q di NVIDIA per laptop animati da schede video RTX di Serie 30, sviluppate per ottenere un framerate stabile, un maggior controllo della rumorosità e delle temperature e, ovviamente, una complessiva esperienza d'uso più piacevole che in passato. L'approccio di NVIDIA si basa su molteplici fattori. Abbiamo già avuto il piacere di percorrere insieme il seppur breve viale dei ricordi con le tecnologie RTX, fra Ray Tracing e Intelligenza Artificiale. Ci siamo quindi soffermati sul DLSS e sul modello che permette di ottenere un incredibile boost prestazionale senza intaccare la qualità complessiva. Oggi ci concentreremo su altre tecniche di ottimizzazione messe a puntino dal team green per l'utenza che predilige il gaming in mobilità.

Resizable BAR, perché proprio ora?

Uno dei punti di maggior interesse è sicuramente la barra ridimensionabile o Resizable BAR, messa a disposizione sin dall'inaugurazione della linea Mobility su tutta la gamma di GPU con architettura Ampere, a differenza della linea desktop la cui apripista è stata la RTX 3060 lanciata proprio negli scorsi mesi.
La barra ridimensionabile non è una questione di poco conto. Permette infatti di dare alla CPU libero accesso all'intero framebuffer della scheda video, senza limitarne l'accesso ai canonici 256MB e dunque costringerla a creare stack di comandi. Gran parte delle configurazioni portatili attiva questa modalità out-of-the-box, quindi non sarà necessario attuare alcun tipo di intervento manuale per beneficiarne. Tutto ciò che ci viene in mente quando pensiamo alla logica dietro a tecnologie come Resizable BAR è una sola, semplice domanda: perché non prima?

Questa modalità di comunicazione fra la CPU e i dispositivi PCI-Express non è arrivata sul mercato prima di questa generazione per motivi ben precisi. Primo fra tutti, il peso intrinseco dei titoli più moderni ha reso necessaria una "chiamata alle armi" per migliorare il più possibile l'ottimizzazione di tutti gli elementi che concorrono alla resa finale. Fra questi, il maggior peso specifico potrebbe averlo dato il DLSS, con degli incrementi talvolta vicini anche al 50% del framerate di partenza.

In particolare, ciò che ci interessa maggiormente in questo caso sono gli asset di gioco, caricati di volta in volta nella memoria a disposizione della GPU per essere accessibili durante la pipeline. Cosa è cambiato dunque rispetto al passato? Ebbene, se guardiamo al gaming moderno, nel giro di pochissimi anni siamo passati da schede video di fascia alta con tagli di memoria da 320MB a uno spazio a disposizione raramente al di sotto degli 8GB, come dimostrato anche dai più recenti sondaggi di Steam. È chiaro che tutto acquisisce un senso ben preciso se contestualizzato in questa maniera poiché, se un decennio fa lo spazio a disposizione per le istruzioni della CPU era tendenzialmente sovrapponibile all'intera memoria, oggi si parla di minuscoli segmenti rispetto alla totalità del framebuffer. Non meno importante l'indice di complessità delle istruzioni che verranno poi inviate, che concorreranno a creare la pila dei comandi in attesa del loro turno.

Attualmente Resizable BAR è in grado di fornire un corposo aumento prestazionale in alcuni, selezionatissimi titoli. Come suggerito dalla stessa NVIDIA e verificato anche sul campo, questa tecnologia non può fornire un vantaggio senza un certosino lavoro di ottimizzazione all'interno del motore di gioco. Alcuni titoli, per loro conformazione, saranno in grado di ottenere boost anche fino al 10-12% senza alcun intervento esterno, mentre per altri potrebbero verificarsi addirittura dei cali. Per questo motivo, sarà NVIDIA a vegliare sulle nostre GPU, testando individualmente i titoli sul mercato e garantendo il supporto per quelli che risulteranno in grado di beneficiare appieno di Resizable BAR.
Fra i titoli che abbiamo avuto modo di provare, notevole è stato l'impatto su Assassin's Creed: Valhalla con un aumento di 6-8 FPS su una base media di 70, capitalizzando una nuova decina e rendendo ancora più stabile il framerate. Piccolo ma non impercettibile l'impatto sugli FPS minimi. Un'altra esperienza interessante è stata Metro Exodus sia in versione originale che nella recente Enhanced Edition, in cui abbiamo potuto apprezzare la straordinaria stabilità del flusso video senza alcun tipo di incertezza.

Dynamic Boost 2.0 e il TGP

Abbiamo poi provato il resto del bagaglio Max-Q di NVIDIA. Un'altra arma a nostra disposizione da questo punto di vista è l'ottima Dynamic Boost di seconda generazione. Nella sua prima versione consentiva di abbattere le barriere imposte dal design termico, superando i limiti prestabiliti in maniera univoca. In questo modo, la scheda video poteva attingere energia da quella riservata alla CPU. Oggi questa tecnologia permette di effettuare un vero e proprio shift intelligente della potenza, in entrambe le direzioni. Vien da sé che adesso anche i task più CPU-intensive ne beneficeranno.

Ciò che ci interessa maggiormente però è cercare di capire fino a che punto una tecnologia di questo genere possa avvantaggiarci in una situazione particolarmente limitata, rappresentata nel nostro caso da una RTX 3080 a 85W. Siamo di fronte a una configurazione molto particolare poiché il limite di 85W in linea teorica comporta un sensibile collo di bottiglia per le potenzialità di una GPU tanto prestante. Questo limite si manifesta maggiormente in contesti di rasterizzazione tradizionale. Nei titoli più moderni, l'implementazione del Ray Tracing va a interpellare le altre unità di calcolo presenti nella GPU, ovvero gli RT Core e i Tensor Core, limando drasticamente l'influenza del limite di alimentazione.

Non potevamo certo esimerci dal provare Dynamic Boost 2.0 da un lato per vedere se effettivamente si potesse ottenere un guadagno reale, dall'altro per capire fino a dove si potesse spingere questa scheda. Per prima cosa, occorre specificare che Dynamic Boost 2.0 non può essere disattivato tramite uno switcher apposito, bensì disabilitando l'apposita voce nella Gestione Dispositivi di Windows. Per ovvi motivi, consigliamo di lasciare inalterati tali valori e procedere come progettato dal produttore.

Per la prima prova sul campo abbiamo interpellato un titolo tradizionale. Forza Horizon 4 a dettagli Ultra e con risoluzione FullHD ci ha permesso di valutare e quantificare l'impatto di Dynamic Boost 2.0 e dobbiamo ammettere che effettivamente la differenza c'è ed è sensibile. Numericamente siamo di fronte a un titolo ampiamente giocabile in entrambi i casi ma lo spegnimento di Dynamic Boost comporta una perdita del 3% in termini di framerate, con un passaggio istantaneo da 200 a 193 FPS. Un guadagno c'è, ma certamente meno impattante, anche con Ray Tracing attivo. Per la prova, è venuto in nostro soccorso l'ottimo Metro Exodus. Abbiamo voluto fare qualche considerazione sia col titolo tradizionale che con la versione Enhanced. Nella prima versione del gioco abbiamo notato un guadagno minimo dell'1% con Ray Tracing attivo, che diventa un più generoso 4% spegnendo invece l'illuminazione globale di nuova generazione.

In Metro Exodus Enhanced Edition il Ray Tracing è, per definizione, una delle colonne portanti. Per questo motivo non può essere disattivato e il risultato ottenuto rispecchia i valori ottenuti in precedenza. Anche nella versione Enhanced del titolo di 4A Games abbiamo infatti ottenuto un guadagno di circa l'1% nel framerate medio, con e senza DLSS.
Numeri poi confermati su Control. Anche nel titolo di Remedy infatti, l'utilizzo dell'illuminazione in Ray Tracing comporta un livellamento generalizzato delle prestazioni, dove l'utilizzo dei Core dedicati a tali calcoli va a bilanciare enormemente i limiti imposti alla GPU. Anche qui viaggiamo all'interno dell'1% di guadagno netto, con un vantaggio in watt che in tutti i casi si attesta intorno ai 15 W. Dagli 85 dichiarati infatti, l'utilizzo di Dynamic Boost 2.0 ci ha permesso di superare abbondantemente i 95W e arrivare in alcuni casi anche a 99W.

Silenzio in sala, proviamo WhisperMode 2.0

Infine, vogliamo dedicare un paio di paragrafi a un'altra interessante tecnologia. Se finora ci siamo concentrati su delle metodiche che potessero permetterci di ottenere il massimo dal nostro computer, con WhisperMode 2.0 ci spostiamo su un concetto differente di Gaming in mobilità. Questa tecnologia infatti mira alla gestione acustica del sistema per bilanciare il livello di rumorosità del PC sulla base di una soglia prestabilita dall'utente. Con questo strumento, integrato all'interno di GeForce Experience, potremo scegliere una soglia di efficienza che ci permetta di ridurre il rumore in relazione al nostro "obiettivo" in termini di frame al secondo.
Ovviamente, anche questa tecnologia ha i suoi limiti. L'enorme eterogeneità dei sistemi notebook in termini di progettazione e design termico comporta un diverso impatto di questa modalità sull'esperienza complessiva. Per questo motivo, alcuni produttori hanno deciso di continuare ad affidarsi al software proprietario, evitando tali "ingerenze" sulle temperature e sulle performance. In realtà però, WhisperMode 2.0 si dimostra particolarmente efficiente quando disponibile.
Su questa tecnologia si può dire davvero tutto e il contrario di tutto. Siamo di fronte a uno strumento di ottimizzazione particolarmente funzionale e ad alto impatto sull'intero sistema. Bisogna però comprendere appieno su quali aspetti andrà ad agire a livello di sistema.

Con WhisperMode infatti, se da un lato abbiamo un target di rumorosità prestabilito, dall'altro abbiamo un limite massimo del framerate. Questo limite non va visto necessariamente come un abbassamento delle prestazioni: viene impostata una soglia massima, che il sistema non deve superare. Rinunciare a una manciata più o meno generosa di FPS però ha numerosi lati positivi, soprattutto se questo ci consente, ad esempio, di rimanere stabili sui 60 fotogrammi al secondo.

Se il limite massimo potrebbe, a livello numerico, influire sugli FPS medi di gioco, stabilizzare questo dato su un limite preimpostato può tradursi in una migliore esperienza complessiva, limitando le oscillazioni e dunque quel fastidioso effetto di cambio di marcia del gioco quando si verificano dei drastici cali di framerate. Di conseguenza, se l'obiettivo è quello di limitare il rumore, l'impatto maggiore sarà sulle temperature. Con WhisperMode, queste possono scendere anche di 20 gradi rispetto ai picchi sperimentati a prestazioni massime e questo a sua volta si tradurrà in una maggiore longevità della macchina stessa, oltre a essere motivo di comfort durante le sessioni più intense.

NVIDIA Nel complesso, tutte queste tecnologie concorrono in un modo o nell'altro nel migliorare l'esperienza complessiva. Qualunque sia il nostro obiettivo, se massimizzare le prestazioni oppure giocare in biblioteca, il nuovo bagaglio di tecnologie Max-Q saprà senza dubbio darci una risposta. Tolto WhisperMode dall'equazione, il resto del pacchetto mira a spremere al massimo l'hardware a nostra disposizione. Chiaramente nessuna delle metodologie di cui vi abbiamo parlato può essere definita un game changer ma in questa generazione sarà proprio l'azione corale di tutte queste ottimizzazioni a permetterci di godere della migliore esperienza di gaming possibile.