Star Wars: Jedi Challenges, la prova con visore Lenovo Mirage

Abbiamo provato la Star Wars: Jedi Challenge utilizzando un visore Lenovo Mirage per la realtà aumentata, combattendo scontri con le spade laser.

Star Wars: Jedi Challenges, la prova con visore Lenovo Mirage
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La prima volta che vidi l'Episodio IV di Guerre Stellari cambiai immediatamente la mia percezione su quello che avrei voluto fare da grande. Non volevo più essere un astronauta, un pilota o un poliziotto: sarei diventato un cavaliere Jedi. D'altronde, come potevo io, ingenua creatura dagli occhi pregni di curiosità, resistere al fascino soverchiante di quella spettacolare arma luminosa? La cruda realtà, poi, mi impedì purtroppo di abbracciare quell'esistenza all'insegna della distruzione dell'Impero, obbligandomi a mettere per sempre nel cassetto il mio sogno irrealizzabile. Almeno fino a qualche giorno fa, quando Lenovo ha presentato alla stampa la versione italiana di Star Wars: Jedi Challenges: un'esperienza AR (augmented reality) che garantirà ai fan della saga di George Lucas di scoprire un nuovo, magico punto di vista sull'epopea di Luke Skywalker e compagni. In questa app per smartphone, che si avvale di una versione modificata - realizzata in partnership con Disney - del visore AR Lenovo Mirage, saremo chiamati a impugnare una vera spada laser in combattimenti all'ultimo sangue contro gli iconici nemici delle trilogie cinematografiche, oltre che a guidare le truppe alleate in una modalità strategica in tempo reale o poter giocare una partita a scacchi in una fedele riproduzione dell'holochess del Millenium Falcon.
Tutto ciò grazie a un bundle venduto al prezzo di 199,00 €, al cui interno possiamo trovare un visore per la realtà aumentata, un beacon di tracciamento e un controller a forma di spada laser. Noi lo abbiamo provato presso la sede milanese di The Walt Disney Company Italia. Eccovi le nostre impressioni.

Design, ergonomia e specifiche tecniche

Partiamo subito dalle nozioni fondamentali: il visore Lenovo Mirage di Star Wars: Jedi Challenges non necessita di PC o console per funzionare: basta semplicemente il proprio smartphone. Si inizia infatti scaricando la App dedicata dagli store Android o iOS, per poi inserire il telefonino nell'apposita slitta presente all'interno del visore. Successivamente, basta posizionare a terra il beacon di tracciamento, impugnare la spada laser, e il gioco è fatto. Prima però di raccontarvi dell'esperienza concreta vissuta con il casco sulla testa, vorremo spendere un paio di parole sul design, l'ergonomia e le specifiche tecniche di tutto il bundle.
Il visore Mirage (che misura 209,2 x 83,4 x 154,8 mm) è stato realizzato con materiali di buona fattura ma non certo eccezionali, scelta necessaria per contenerne i costi di vendita. L'unità, infatti, è quasi interamente realizzata in plastica rigida, con dei cuscinetti laddove il casco va a poggiare sulla fronte e gli zigomi del giocatore. Nella parte frontale troviamo una sorta di schermatura trasparente, anch'essa in plastica, che serve a proteggere tutto il sistema interno di proiezione. Il feeling globale è abbastanza solido, anche se qualche piccolo scricchiolio è comunque da tenere in conto.

Sebbene proponga un'esperienza soprattutto indirizzata a un pubblico di giovani appassionati, il visore Mirage è stato concepito per essere indossato in modo confortevole da persone di età superiore ai 13 anni. La sua regolazione ci è parsa leggermente più macchinosa rispetto a quella saggiata con la classica corona di sostegno di molti dei visori per realtà virtuale presenti attualmente sul mercato. Questa avviene per mezzo di tre fascette in velcro, che vanno regolate con attenzione da ambo i lati, onde evitare che il visore risulti sbilanciato o pericolante durante le movimentate fasi di gioco. Un'altra nota dolente è dovuta dal fatto che lo smartphone viene alloggiato nella parte frontale del visore, rendendo progressivamente i suoi 477g meno confortevoli. Una scelta necessaria, dato che le immagini che arrivano al giocatore attraverso il visore sono proiettate proprio dallo smartphone collegato, ottimizzate dai componenti ottici del dispositivo, nel mondo reale. La densità esatta dei pixel delle immagini osservate dal giocatore varia perciò a seconda delle specifiche del telefonino. Non sappiamo quale modello fosse inserito nel nostro visore di prova, ma possiamo dirvi che - sempre considerando la genesi mobile di tutta l'esperienza - la grafica AR non ci è sembrata malvagia, anche se gli oggetti e i personaggi a schermo si facevano leggermente "pixellati" quando si avvicinavano troppo a noi.
Forse la vera debolezza risiede nella loro opacità, che, in condizioni di forte luminosità, tende a rendere meno efficace lo stacco di personaggi ed elementi dell'HUD dallo sfondo. Anche per questo una buona soluzione potrebbe senz'altro essere quella di giocare in una stanza con un'illuminazione leggermente più soffusa, come del resto abbiamo fatto noi durante la presentazione.
A livello tecnico, il visore Mirage incorpora due sensori fisheye per il tracciamento posizionale inside-out (ovvero senza necessità di posizionare torrette dedicate al tracking, se non appunto il piccolo beacon), che permettono al giocatore di muoversi liberamente e in modo naturale mentre combatte o svolge le altre attività proposte dall'esperienza in realtà aumentata. Sul casco, inoltre, sono presenti tre bottoni, necessari per eseguire alcune semplici operazioni, come navigare, mettere in pausa o uscire dal gioco. Per quanto riguarda l'alimentazione, il visore utilizza una batteria ai polimeri di litio da 2200 mAh che consente fino a 5 ore di utilizzo, anche se ovviamente l'autonomia effettiva può variare in base alle situazioni di gioco. Per ricaricarla basta collegarla al caricatore micro-USB incluso nella confezione.
Il beacon di tracciamento (che misura 94,1 x 76,7 mm) è invece un semplice oggettino luminoso in plastica dal design futuristico, che, una volta posizionato a terra, agisce come base per consentire ai sensori nel visore di tracciare i movimenti del giocatore. Per poter godere a pieno dell'esperienza di Star Wars: Jedi Challenges è consigliabile posizionarlo in uno spazio di almeno 1,5 x 3 metri e a una distanza di almeno 1,5 metri dal giocatore.

La vera chicca del bundle di Star Wars: Jedi Challenges, però, è il controller a forma di spada laser (che misura 315,5 x 47,2 mm, con un peso di 275 g). L'elsa, che è sormontata da un sensore luminoso, è stata riprodotta in maniera accurata basandosi sul modello dell'arma utilizzata prima da Anakin Skywalker e poi da Luke e Rey. A livello di dettagli e materiali il lavoro svolto è stato sicuramente impeccabile, anche se forse ci è parsa leggermente più leggera di quanto ci si aspetterebbe. Resta comunque un oggetto di qualità premium, ed è probabilmente questo uno dei motivi - assieme alla rinomata potenza commerciale del brand - per cui il prezzo di vendita si è spinto fino a 199€.
A livello pratico, la spada laser - che viene accoppiata allo smartphone per mezzo di connessione Bluetooth - funziona sia da controller per la lama "virtuale" sia da puntatore. Grazie alla tecnologia di tracciamento della luce visibile, i sensori del visore lavorano congiuntamente per individuare la posizione della spada, consentendoci di vedere il raggio luminoso che parte dall'elsa della spada e di utilizzarlo per interagire con il mondo all'interno del gioco. Quando il giocatore colpisce o para un colpo avversario, un feedback aptico gli restituisce la sensazione tattile degli urti, mentre un elemento di misurazione inerziale invia allo smartphone l'informazione relativa alla rotazione raccolta dal controller in modo da mantenere stabile il raggio.

Esperienza d'uso

Star Wars: Jedi Challenges si promette di offrire ai giocatori ore di divertimento attraverso 3 modalità differenti. La modalità Assalto, che è quella appunto dedicata ai combattimenti con le spade laser, gli permette di vestire i panni di un Jedi, dovendo affinare il proprio talento attraverso diversi stage a difficoltà incrementale. A guidarlo nell'esperienza troverà l'Archivista, un personaggio Star Wars del tutto inedito, che gli dà istruzioni sull'uso della Forza e sulla conoscenza dei Jedi. I nemici previsti variano dai più semplici droni d'allenamento ai celeberrimi Stormtrooper, passando ovviamente per le boss fight contro villain del calibro di Darth Vader o Kylo Ren. Con l'ultimo aggiornamento dell'applicazione, che ha fatto seguito all'uscita del film Star Wars: Gli Ultimi Jedi, poi, è possibile anche duellare con due Guardie Pretoriane contemporaneamente.
La progressione della modalità è comunque quella tipica dei giochi mobile: si avanza attraverso vari livelli in sette pianeti (Naboo, Garel, Lothal, Hoth, Takodana, Crait e il misterioso The Core), e, mano a mano che si guadagna esperienza, è possibile sbloccare nuovi poteri della Forza per sconfiggere i nemici. Noi, ad esempio, nel corso della nostra breve prova ci siamo trovati a incrociare le lame con Darth Maul. L'esperienza di combattimento prevede che i nostri sensi della Forza ci permettano di anticipare quando i nemici stanno per attaccarci, semplicemente tracciando un'anteprima di dove dovremo poi posizionare la nostra spada per parare il colpo in arrivo. Tardando nel posizionamento, si subisce del danno, mentre parando tutta la combo avversaria si ha modo di aprire la sua guardia e contrattaccare. Nel caso dovessimo vedercela contro delle armi da fuoco, oltre a parare, potremo rispedire il colpo al mittente eseguendo un tempestivo fendente nella direzione opposta. All'inizio, comunque, Darth Maul ci ha attaccati molto lentamente, quasi come per studiarci. Poi, tuttavia, ha cominciato a sferrare delle lunghe serie di colpi molto rapidi, obbligandoci a posizionare la nostra guardia abbastanza freneticamente. Sebbene perciò l'esperienza restituisca inesorabilmente un feeling piuttosto "guidato", non c'è dubbio che riesca a risultare divertente e immersiva.

Vanno però sottolineate alcune imperfezioni nel tracking della spada, che a volte, soprattutto quando colpiamo con rapidi fendenti, tende a destabilizzare di qualche centimetro il posizionamento della lama rispetto al l'asse del controller, forzandoci a ricalibrarla al volo grazie al pulsante presente sul lato dello stesso. È un'operazione che si compie in una manciata di istanti, ma che comunque mette in mostra i difetti di un sistema di tracciamento indubbiamente inferiore a quello saggiato nella maggior parte dei visori VR. Per quanto riguarda le altre due modalità, anche lì abbiamo riscontrato degli alti e bassi.
Il combattimento strategico permette ai giocatori di coordinare le forze della Repubblica, dell'Alleanza Ribelle e della Resistenza contro la potenza di fuoco dei Separatisti, dell'Impero e del Primo Ordine in battaglie che riprodurranno gli epici scontri della saga, come la battaglia di Hoth. Lo scopo è naturalmente quello di schierare le proprie difese e unità (che vanno sbloccate al raggiungimento di diversi obiettivi) per battere strategicamente il nemico, il tutto controllando il campo di battaglia come se ci si trovasse di fronte a un tavolo olografico. È un'esperienza interessante e anche abbastanza inedita per il mondo AR/VR, che mescola efficacemente elementi da tower defense a elementi desunti dal mondo degli RTS. Certo, è evidente che non siamo di fronte alla qualità e alla profondità di esperienze strategiche standalone con tutti i crismi, come il buon vecchio Star Wars Empire at War. Ma se la cava comunque abbastanza bene.
L'ultima delle modalità proposte da Star Wars: Jedi Challenges è il Dejarik, ovvero l'iconico gioco di scacchi che R2-D2 e Chewbacca giocano a bordo del Millenium Falcon in Una Nuova Speranza. Grazie al visore, il tavolo da gioco e i mostri prendono vita di fronte a noi, permettendoci di muovere i diversi pezzi olografici e farli lottare tra loro per il controllo del territorio. Anche qui, chiaramente, è la semplificazione a fare da padrona: gli scontri sono molto semplici e abbastanza meccanici, con appena 8 personaggi con diversi parametri d'attacco e di difesa da impiegare sul campo di battaglia. Si tratta insomma di un brivido fugace ed essenziale, che va più considerato come un omaggio apprezzabilissimo alla saga piuttosto che una vera e propria esperienza di gioco completa.

Luci e ombre

A questo punto, dopo avervi raccontato le principali caratteristiche di Star Wars: Jedi Challenges, ci sembra doveroso farvi partecipi di tutti i nostri dubbi in merito all'esperienza globale offerta dal prodotto.
A nostro modo di vedere, siamo di fronte a un'applicazione ben confezionata, divertente, che potrebbe sicuramente appagare i fan più accaniti della saga. Il problema, tuttavia, è che, anche tirando nell'equazione il fascino garantito dall'esperienza AR, non c'è dubbio che il titolo mostri tutte le caratteristiche di un prodotto pensato e sviluppato per piattaforma mobile. Cosa vogliamo dire con questo? Che siamo di fronte a un tipo d'intrattenimento molto casual, ben inquadrato ma non propriamente esaltante dal punto di vista delle meccaniche, della progressione e degli stimoli, e che presenta perciò il serio rischio di trasformarsi rapidamente in un'esperienza "usa e getta", come la maggior parte delle applicazioni presenti negli store digitali Android e Apple. Come se non bastasse, tutto il bundle è al momento compatibile unicamente con questa applicazione, aspetto che anch'esso concorre alla potenziale nuclearizzazione della sua longevità. Certo, la forma e le feature del controller, e il fatto che il tutto si basi sulle potenzialità di uno smartphone, hanno sicuramente costretto Lenovo a giocare su un terreno molto ristretto, con pochissimo margine di manovra (senza contare gli accordi di licenza siglati con Disney).
Insomma, oltre al prezzo di vendita (che lo colloca appena a 100€ da un visore PSVR) e a tutte le delicate questioni relative alla compatibilità con i diversi modelli di smartphone, Star Wars: Jedi Challenges presenta alcune zone d'ombra molto pericolose, che vanno ponderate bene prima di procedere a un suo eventuale acquisto.
Detto ciò, non c'è dubbio che Lenovo si sia appena inoltrata in un territorio pressoché incontaminato, dove il classico giocattolo da bambini si evolve e sfrutta la maggior maturità della tecnologia per dare vita a un'esperienza mainstream molto stimolante e affascinante. Senza dimenticarci, poi, che questo nuovo filone dell'intrattenimento, vista l'eco mediatica del brand di Star Wars, potrebbe dare un ulteriore spinta a tutto il movimento AR e VR.