Amazfit T-Rex 2 Recensione: il predatore è tornato, più potente e con GPS

Amazfit ha rinnovato la serie T-Rex con uno smartwatch affidabile e robusto, nel pieno stile "giurassico" dei modelli precedenti.

Amazfit T-Rex 2 Recensione: il predatore è tornato, più potente e con GPS
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Nel corso degli anni, Amazfit ha avuto modo di imporsi e di farsi apprezzare soprattutto nella fascia entry level, complice la partnership con Xiaomi che ha portato sul mercato alcuni dei migliori prodotti del segmento per rapporto qualità/prezzo, ma è probabilmente in solitaria che ha saputo dimostrare tutta la sua esperienza sfornando uno dopo l'altro prodotti intramontabili come GTR e GTS di prima e seconda generazione, oltre a T-Rex e T-Rex Pro, veri e propri punti di riferimento per gli sportivi di tutto il mondo.

Proprio in queste settimane, lo smartwatch rugged per definizione si è aggiornato ufficialmente alla sua seconda iterazione. Dopo aver sfornato una prima generazione da due modelli, Amazfit ha presentato il suo T-Rex 2, un wearable che promette un'innata resistenza alle situazioni più estreme, una discreta autonomia e una precisione migliorata rispetto al passato, il tutto a un prezzo di partenza di 229,90 euro sul sito ufficiale del brand.
Lo abbiamo portato davvero ovunque, in alto mare e in aperta campagna, mettendolo sotto pressione per quanto possibile: ecco com'è andata.

Unboxing e aspetti generali

Il nuovo Amazfit T-Rex 2 si presenta in una confezione molto simile a quanto già proposto dal brand. Dimensioni ridotte ai minimi termini ed elementi compartimentati con logica. All'interno della scatola troviamo lo smartwatch, il cavo di ricarica magnetico e la consueta manualistica.

Anche lo smartwatch non compie un salto così sostanziale rispetto al passato in termini estetici. Del resto, trattandosi di dispositivi rugged, potrebbe essere complesso riuscire a mantenere i caratteri del brand apportando grosse rivoluzioni, con il rischio di snaturarne l'identità. Il design, a ogni modo, risulta gradevole e ben congegnato. Alla base troviamo una cassa circolare in plastica, su cui sono incastonati i sensori biometrici e i poli per la ricarica.
Anche nel corpo, com'è giusto che sia per questa categoria, si fa abbondante uso della plastica. Le linee laterali e alcune scelte estetiche, come già detto, si incontrano con il passato: parliamo, per esempio, delle spigolosità laterali, della corona frontale con gli indicatori testuali di funzione dei tasti laterali e le freccette rosse alle 12 e alle 6, ma anche delle viti a puro scopo estetico poste ai quattro angoli, mutuate dalla scorsa generazione e che ne riprendono anche la finitura.

Persino i tasti ricordano la scorsa versione, con la loro texture ruvida, mentre a renderlo decisamente più unico e riconoscibile ci pensano il nome T-REX sul cinturino e la linguetta laterale con la scritta AMAZFIT.

Le colorazioni offerte dal brand sono quattro e si parte dal classico Nero brace che potete ammirare in questa prova. Al suo fianco, sarà possibile anche scegliere tra un Nero e oro astro, un Verde selva e un tattico Kaki del deserto. Il cinturino è in silicone e rispecchia in pieno lo stile della gamma T-Rex, con le sue linee aggressive e un pattern ondulato all'interno, che consente al dispositivo di far respirare la pelle scomparendo al polso grazie ai suoi 66,5 grammi.
Passando alle specifiche tecniche, a fare la differenza in questa generazione sono tre aspetti fondamentali:

- rilevamento della posizione dual-band con supporto a cinque sistemi satellitari
- resistenza fino a -30 °C con monitoraggio di sicurezza per sPO2 in base all'altezza
- importazione percorsi, indicazioni in tempo reale e itinerario più breve

A tutto ciò si aggiungono i caratteri distintivi della serie, tra cui l'apprezzata conformità agli standard militari MIL-STD-810G previa superamento di 15 test estremi, tra calore, freddo, umidità e shock. Ritorna l'autonomia record, con durata stimata fino a 24 giorni con una singola carica (ma cambia enormemente a seconda dell'uso), così come l'impermeabilità fino a 10 ATM (100 metri).

Quanto al monitoraggio, troviamo oltre 150 attività sportive con funzionalità di riconoscimento automatico fino a 8 specialità grazie alla tecnologia ExerSense. Inoltre, è presente il riconoscimento automatico dei gruppi muscolari in 15 movimenti specifici con calcolo delle ripetizioni per gli appassionati di weightlifting.
In particolare, finalmente in questa generazione trova spazio il monitoraggio coniugato con il posizionamento satellitare, che consente di tracciare con maggior precisione gli itinerari acquatici, soprattutto per sport come lo stand-up paddle in cui altrimenti sarebbe impossibile un calcolo attendibile.
La salute fisica può essere tracciata grazie al sistema BioTracker 3.0 a 6 fotodiodi tra battito cardiaco e saturazione dell'ossigeno nel sangue, entrambi molto accurati per la categoria di appartenenza (ricordiamo, infatti, che non si tratta di dispositivi medicali) anche messi a confronto con apparecchiature dedicate.

Ottima la modalità "Misurazione con un tocco", che fa esattamente ciò che promette catturando un'istantanea su tutti i valori a sua disposizione, così come sono risultati sufficientemente attendibili l'altimetro barometrico e la bussola.

Completo anche il sistema di misurazione della qualità del sonno con individuazione dei vari momenti, inclusa la fase REM, e qualità della respirazione notturna. Presenti, come sempre, lo score PAI per la salute individuale, il piano per la salute femminile e gli esercizi di respirazione.

Esperienza d'uso e impressioni

A mettere insieme tutti questi aspetti ci pensa un bellissimo display AMOLED circolare da 1,39 pollici, con una risoluzione di ben 454x454 pixel e una densità pari a 326 PPI. Il modulo scelto da Amazfit per dialogare con l'utente rende giustizia all'intero pacchetto grazie alla sua ottima definizione e al bilanciamento dei colori.

Visibile in ogni contesto, non fatica neanche sotto la luce del sole all'ora di punta, rimanendo leggibile anche a occhiate fugaci durante le attività più impegnative.
Brillante la watchface preimpostata, che abbiamo provato a cambiare in un paio di occasioni ma che ci ha letteralmente rapiti per la sua efficacia. Sui bordi, come già spiegato, sono collocati i tradizionali quattro pulsanti di navigazione. Sul lato sinistro prendono posto i tasti "Up" e "Down" per salire e scendere nei menu, mentre a destra in alto c'è il tasto "Select" e in basso il tasto "Back". Ognuno di essi, premuto al di fuori del suo contesto risponderà anche a una scorciatoia specifica e rispettivamente si potranno richiamare la tendina con i comandi rapidi, i preferiti dell'utente, la selezione delle attività sportive e il menu principale.

L'interfaccia di ZeppOS è la stessa che abbiamo avuto modo di ammirare nella prova di Amazfit GTR 3 Pro, così come il pacchetto di sensori BioTracker è mutuato dal top di gamma della casa cinese.
Presente anche qui il monitoraggio nelle 24 ore (per battito, sPO2 e stress) e attivando tutti i servizi possibili, notifiche incluse, con sessioni giornaliere di allenamento di un'ora, si riesce a sfondare il muro delle 5 giornate di autonomia ma per arrivare alla settimana o agli oltre 20 giorni promessi da Amazfit si dovrà per forza di cose scendere a compromessi.

A differenza del modello top di gamma tradizionale, sul T-Rex 2 perdiamo il controllo vocale, ma si tratta di rinunce che chi intende puntare a un rugged sa già di dover prendere in considerazione in questa fascia di prezzo.
Pesa ancora (e ogni anno che passa sempre di più) l'assenza dell'NFC per i pagamenti, mentre il GPS si è dimostrato un'aggiunta cruciale nel migliorare l'esperienza di monitoraggio.

La nostra esperienza è risultata soddisfacente in ogni contesto anche se non sono mancati gli impuntamenti nel corso di alcune attività sportive. Probabilmente si tratta di difetti di giovinezza del software, dal momento che un semplice riavvio del device ha riportato la situazione nella normalità, probabilmente risultante dall'accumulo di più giornate di attività ininterrotte.

Nulla di davvero impattante, poiché un riavvio richiede davvero pochi secondi.
Dove il T-Rex 2 ha dato il meglio di sé è stato in acqua: in effetti, sia nel nuoto che negli sport con tavola si è dimostrato molto accurato e sempre sul pezzo, con individuazione automatica nel primo caso e immediata inibizione del touchscreen per impedire errati input dovuti al contatto con l'acqua.
Negli sport "terrestri" si è rivelato un fedele compagno in bici e a piedi, con misurazioni sempre precise e complete, con l'ausilio di PeakBeats, l'algoritmo per il calcolo dell'intensità dell'allenamento e del tipo, se aerobico o anaerobico.

Nel corso degli anni, l'ecosistema Amazfit ha fatto passi da gigante anche per quel che riguarda il software. Con le ultime evoluzioni di Zepp per smartphone siamo di fronte a un'app ormai sufficientemente completa e matura per tenere sotto controllo le proprie attività giornaliere e personalizzare lo smartwatch secondo i propri gusti ed esigenze. Non manca la possibilità di modificare le schede rapide (raggiungibili con uno swipe dal basso dal quadrante) che consentono di dialogare direttamente oppure di entrare nella relativa sezione a pieno schermo, particolarmente utile per attività sportive ricorrenti, per accedere al timer, al cronometro oppure alla biometria per misurazioni estemporanee.

Amazfit T-Rex 2 Il nuovo Amazfit T-Rex 2 è stato una piacevole conferma. Un'evoluzione della serie che mantiene i caratteri identitari e migliora dove possibile rimanendo in un range di prezzo assolutamente abbordabile per la categoria. Si tratta di un rugged a pieno titolo, robusto e resistente a condizioni estreme, dotato di un display brillante e perfettamente leggibile anche sotto il sole. Il tracciamento dell'attività sportiva ora si avvale del GPS con supporto a 5 sistemi satellitari ma manca ancora l'NFC. Buono il monitoraggio dei parametri vitali, con un discreto grado di affidabilità rispetto anche ad apparecchiature dedicate. Non manca qualche impuntamento, dovuto probabilmente a una build ancora acerba di ZeppOS, ma basta un riavvio per risolvere senza grossi problemi. Ottima anche l'autonomia, ma per farla arrivare a cifre simili ai claim bisognerà scendere a pesanti compromessi. Comunque ottime le cinque giornate che si possono raggiungere con notifiche attive e monitoraggio di battito, stress e sPO2 per 24 ore.

8.5