Anycubic Kobra Go Recensione: stampante 3D affidabile a soli 200 euro?

È possibile garantire affidabilità e feature esclusive? Ecco la Kobra Go, stampante 3D da 200 euro con Mesh Leveling, piatto magnetico e schermo a colori.

Anycubic Kobra Go Recensione: stampante 3D affidabile a soli 200 euro?
Articolo a cura di

Il 2022 è stato un anno di profonda riorganizzazione per Anycubic, soprattutto nel segmento FDM.
Archiviata la linea Vyper, il produttore asiatico ha concentrato il massimo dei suoi sforzi su una nuova famiglia di stampanti 3D a filamento, altrettanto riconoscibile ma più ampia in termini di copertura dello spettro di utenza di riferimento.
Con la gamma Kobra si è puntato all'utente alla ricerca del giusto compromesso tra volume di stampa e tecnologia, mentre con la Max e la Plus, di cui vi abbiamo parlato proprio nella recensione della Anycubic Kobra Plus, il focus si è spostato soprattutto sulle dimensioni.
Tuttavia, con un prezzo di partenza di 349 euro per il modello standard, restava ancora ampio margine di miglioramento dell'offerta. Ecco, quindi, proprio all'ultimo miglio prima della fine dell'anno, che è arrivato il lancio ufficiale di Anycubic Kobra Neo e Go, che mirano a proporre qualcosa di nuovo anche per chi è alla ricerca di una stampante intorno ai 300 e 200 euro.
Oggi ci concentreremo proprio sulla Anycubic Kobra Go, modello proposto a 229 euro e, in preordine con offerta early bird, a soli 209,00 euro con 20 di sconto per un periodo limitato.

Dov'è il trucco?

La nuovissima Kobra Go è una stampante FDM di medio formato, con un'area di stampa di 222 x 222 mm di piatto per 250 mm in altezza. A livello visivo, il prodotto finito non differisce molto dal codice estetico delle sorelle maggiori, ma la sua caratteristica fondamentale è il prezzo di poco superiore ai 200 euro.

Questo, però, non ha impedito ad Anycubic di inserire feature esclusive come il mesh leveling automatico tramite sonda, un piatto magnetico flessibile texturizzato e un design a base chiusa, con scheda madre e alimentazione nascosti nella scocca.
Per raggiungere questo incredibile risultato su una macchina tanto economica, l'azienda ha optato per un approccio al montaggio di stampo decisamente tradizionale, con un kit DIY da assemblare quasi del tutto, eccezion fatta proprio per la base e l'elettronica.
Il blocco hotend, l'asse X e l'intero ponte Z saranno da montare con attenzione, seguendo le precise e dettagliate istruzioni presenti in formato cartaceo a colori ed elettronico (nella scheda MicroSD da 8GB in dotazione). Inoltre, sul canale ufficiale YouTube è presente un video-tutorial molto esplicativo che può essere ugualmente seguito passo passo.

In generale, per un utente già esperto ci vorrà poco più di mezz'ora per mettere tutto assieme. Per appassionati alla prima esperienza, invece, potrebbe volerci anche qualche ora.

Non serve scoraggiarsi più di tanto, anche se di questi tempi riteniamo che la scelta di puntare su questo formato di assemblaggio si rivolga per l'appunto più a un pubblico con esperienza alla ricerca di una macchina "da battaglia" al giusto prezzo che a neofiti della stampa 3D, che potrebbero voler spendere qualche decina di euro in più per una macchina quasi pronta all'uso come la Neo o la Kobra standard.
Come già accennato in precedenza, la stampante è provvista di uno schermo di dialogo a colori di tipo TFT, con una buona visibilità e un'interfaccia piuttosto chiara, seppur estremamente spartana, al punto da chiedersi perché non puntare direttamente su un classico LCD monocromatico per abbattere ulteriormente i costi.

A ogni modo, si tratta di un'unità piacevole da utilizzare e che permette di controllare la stampante nei limiti di quanto permesso dal firmware, fortunatamente con EEPROM sbloccato e base Marlin, provvista della classica rotellina di navigazione con singolo clic di conferma.

A bordo trova posto una classica scheda Trigorilla con chip a 32-bit e driver silenziati, che svolgono bene il loro lavoro, mentre le ventole sono piuttosto chiacchierone, ma non più di quanto proposto da altri produttori in questa fascia di prezzo e in fasce superiori.

Le cinghie dell'asse X e dell'asse Y possono essere regolate tramite manopola in plastica pressofusa, aggiunta affatto scontata per questa fascia di prezzo insieme al tappetino metallico flessibile, dotato della medesima finitura a texture dorata della Kobra standard e che garantisce performance di adesione (e successivo scollamento) pressoché perfette con i materiali più comuni, dunque PLA, PLA speciale caricato e PETG (tutti naturalmente di diametro da 1,75 mm).

Discorso a parte per l'ABS e l'ASA, per cui comunque servirebbero ben altre attenzioni a parte, perciò non vale la pena soffermarcisi più di tanto.
Non mancano piccole imperfezioni e il letto ha chiaramente qualche trascurabile concavità, ma si tratta di problematiche comuni nelle stampanti non professionali, comunque ridotte in maniera magistrale dalla regolazione automatica tramite sonda. A proposito del livellamento automatico, questo merita una menzione particolare. La scelta di Anycubic di eliminare una volta per tutte rotelle e molle di regolazione del bed è da premiare, ma quella di confermarla anche su questa stampante aggiunge un tassello enorme in termini di pura semplicità d'utilizzo, riducendo di molto le problematiche relative alla regolazione del piatto e l'eventuale errore umano.

Di fatto, all'occhio viene lasciata, come unica preoccupazione, la regolazione fine della distanza dell'ugello una volta completato il bed leveling automatico, lo Z-offset. Nel nostro caso è bastata una correzione di -0,840 mm, ma non può essere preso come valore universale.

Ciò che potrebbe non entusiasmare gli addetti ai lavori riguarda principalmente la scelta di puntare su un sistema di estrusione di tipo Bowden, con tubo PTFE ed estrusore laterale classico a morsetto, con singola ruota godronata. Allo stesso modo, non stupisce più di tanto che, proprio come sulla Kobra e sulla Kobra Neo, anche qui si sia optato per un singolo motore per l'asse Z con altrettanto singola vite senza fine. Anche un sistema a doppia vite sincronizzata con un solo motore avrebbe potuto garantire performance migliori e un'affidabilità superiore in altezza, ma riteniamo che la scelta sia più che giustificata in questa stampante, ma non in quelle più costose.

In fin dei conti, la Kobra Go bilancia in maniera eccellente pregi e compromessi, riuscendo a sfornare stampe piuttosto solide seppur non esenti da difetti. Difficile, per esempio, eliminare del tutto lo stringing, anche con una calibrazione molto attenta dei parametri di ritrazione e di velocità: problema comune in questa fascia, dovuto sia al tipo di estrusore che, probabilmente, alle prestazioni del cold end.

Per limitarne l'effetto abbiamo aggiunto un sottilissimo strato di pasta termica tra la gola e il dissipatore, ma non si tratta di una pratica del tutto risolutiva poiché non si riesce a bloccare del tutto lo scolo durante i movimenti neanche in questo modo.

Solido anche il flusso di estrusione, seppur con qualche difformità. Un cambio di estrusore potrebbe andare a totale beneficio della macchina, magari puntando su un sistema a riduzione di tipo BMG, anche in virtù dell'encomiabile scelta di Anycubic di rilasciare in maniera integrale in firmware della macchina sul suo canale GitHub.
Si spera, alla luce di queste osservazioni, che presto la macchina possa contare su una solida e prolifica community, vero segreto per il successo di dispositivi entry level di questo tipo.

Infine, un piccolo appunto relativo alla nostra esperienza: suggeriamo di fare molta attenzione alla scheda SD in dotazione e di seguire passo passo la guida all'installazione che troverete al suo interno, soprattutto per l'installazione e configurazione di Cura, esattamente nella versione suggerita da Anycubic.
La macchina si è comportata molto bene, riuscendo a portare a termine stampe di più giorni, anche articolate, con meccanismi print-in-place o a piatto pieno, il tutto nel rispetto delle dimensioni dell'oggetto finale.

Anycubic Kobra Go La nuova Anycubic Kobra Go è una stampante 3D entry level di buona fattura, costruita con una buona idea in mente e una discreta qualità nella scelta dei materiali. Le parti in plastica sono prodotte industrialmente, tra queste la scocca e i tensori per le cinghie, mentre gli estrusi in alluminio sono abbastanza classici. La dotazione risulta piuttosto completa, ma Anycubic ha spinto più sulle feature che sul consolidamento delle basi, cercando di rendere più semplice l'esperienza iniziale. Questo, paradossalmente, potrebbe rendere più complicata la vita in caso di problemi e, quindi, di troubleshooting, poiché a un ottimo sistema di autolevel si contrappongono un estrusore non dei migliori e un blocco hotend-coldend che probabilmente non spezza nel migliore dei modi la temperatura. Buoni i driver, particolarmente silenziosi, ma apprezziamo anche la scelta di Anycubic di rilasciare il codice del firmware (basato su Marlin) in maniera integrale. In generale, la nostra esperienza è stata soddisfacente e ci ha permesso di portare a termine stampe anche di svariate ore e di differente complessità. Più che per utenti alle prime armi, tuttavia, suggeriamo maggiormente l'acquisto a chi ha già esperienza in questo campo ed è alla ricerca di una macchina aggiuntiva da inserire nel proprio laboratorio (principalmente per il fattore DIY), ma la nostra valutazione è assolutamente positiva, soprattutto in virtù di un rapporto qualità-prezzo pressoché imbattibile.

8