Anycubic Photon Mono X 6K Recensione: la stampante 3D ora è a 34 micron

Sul banco di prova la nuova Anycubic Photon Mono X 6K, con schermo monocromatico da 9,25 pollici, insieme al kit Wash & Cure Plus.

Anycubic Photon Mono X 6K Recensione: la stampante 3D ora è a 34 micron
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La stampa 3D a resina fino a poco tempo fa era considerata, nel mercato consumer, come un settore di nicchia, in cui erano presenti poche soluzioni, con tempistiche di stampa dilatate, volumi esigui, un'affidabilità discutibile e una curva di apprendimento piuttosto ripida. Il tutto a un costo non sempre accessibile a tutti. All'aumentare del pubblico interessato, di pari passo anche l'industria ha consentito di raggiungere risultati inimmaginabili nel giro di una manciata di anni, arrivando alla produzione di stampanti MSLA dall'elevato volume di stampa, con display sempre più longevi e processi di post-produzione decisamente più snelliti grazie a postazioni dedicate.
In questo contesto vi introduciamo alla nostra prova sul campo della Anycubic Photon Mono X 6K, accompagnata dal sistema Wash & Cure Plus con tanica da 8 litri per la "cura" di modelli ad ampio volume. Per questa esperienza abbiamo utilizzato come materiale di stampa la gamma Anycubic Craftsman.

Unboxing e dotazione

All'interno di una generosa confezione troviamo la stampante 3D, completamente metallica a eccezione della cupola per la schermatura dei raggi UV, a protezione della resina presente nella vasca.

All'interno dell'imballo troviamo anche la tradizionale spatola metallica Anycubic con manico in legno, una spatola meno aggressiva in plastica, una chiavetta USB, un foglio da utilizzare per la calibrazione del piano, un'antenna WiFi, una busta di guanti in nitrile e una manciata di mascherine chirurgiche (che tuttavia consigliamo di non utilizzare, in favore di modelli con certificazioni di protezione superiori).

Nella confezione della Anycubic Wash & Cure Plus, invece, troviamo la macchina, anche in questo caso con base metallica e cupola poliedrica con filtro UV, a protezione dell'operatore e non della resina, una tanica per il lavaggio dotata di cestello per riporre i pezzi appena stampati e gli accessori per la cura vera e propria, cioè il piatto girevole in plastica trasparente e una base riflettente non adesiva, da rimuovere in fase di lavaggio e rimettere in sede durante la cura in modo da far riflettere i raggi UV anche sul fondo del piatto.

Specifiche e software

Erede della prima Mono X, considerata tra le migliori stampanti monocromatiche sul mercato in termini di rapporto qualità/prezzo, la Mono X 6K arriva sul mercato con un prezzo di listino più basso, pari a 659 dollari, con early bird a 599 dollari.

Un'informazione importante per la contestualizzazione di questa nuova proposta che riceve diversi upgrade, tra cui una diagonale che passa da 8,9 a 9,25 pollici e un display monocromatico con risoluzione 6K, che promette un maggior dettaglio in rapporto al volume di stampa. Rispetto ai modelli desktop più compatti, come ad esempio la Photon o la Mars, la più ampia diagonale corrisponde, anche ad alte risoluzioni, a una densità di pixel inferiore. Per questo motivo abbiamo grandi aspettative per questa risoluzione personalizzata, pari a 5760x3600 pixel su pannello monocromatico, con una precisione orizzontale che si attesta sui 34 micron, un minimo storico per la categoria. Il volume stampabile è di 24,5 x 19,7 x 12,2 cm.

A bordo troviamo anche un piccolo pannello di controllo TFT da 3,5 pollici con comandi touch, un ingresso USB-A per la chiavetta in dotazione e nient'altro. Particolarmente intuitiva nei controlli, ripropone dal precedente modello diverse soluzioni vincenti, dal doppio asse Z con guide lineari al sistema di calibrazione del piano non sferico, che garantisce una maggiore longevità delle impostazioni. Per la calibrazione del primo strato, infatti, è sufficiente allentare di un paio di giri le viti laterali del piatto di stampa, andare in Home dal pannello di controllo dopo aver poggiato il foglio di carta in dotazione sul display e riavvitare il tutto.

Abbiamo avviato più di una decina di prove senza mai intervenire ulteriormente sulla calibrazione, nonostante la rimozione sistematica del piatto a fine stampa, a prescindere dall'esito.

Un sistema estremamente affidabile, da questo punto di vista, che però mantiene anche i difetti della prima Mono X, ovvero la presenza di una parte superiore piatta, composta da più pezzi, in cui le infiltrazioni di resina sono una regola più che un'eccezione. Un appunto doveroso, nonostante sia relativamente semplice lavarlo con una serie di immersioni.
In seguito al lancio della Anycubic Mono X 6K, il produttore ha anche annunciato che questa stampante sarebbe stata compatibile con il nuovo formato file pwmb. Quest'estensione, nella prima finestra di prova, non era supportata dagli slicer più comuni, bensì solo da Photon Workshop. Fortunatamente, possiamo annunciare che adesso anche Lychee Slicer supporta la Mono X 6K e sul database del software sono già presenti numerosi preset della community oltre a quello ufficiale.

La prova di stampa

Nel nostro primo approccio abbiamo utilizzato Photon Workshop come slicer, sfruttando i parametri preimpostati per questa stampante. La prima stampa di prova è stata il classico cubetto Anycubic, già affettato e pronto nella chiavetta in dotazione. Un esercizio di stile che dopo poco meno di 4 ore è risultato nella produzione di un oggetto particolarmente preciso in tutte le sue parti.

In questo stesso periodo, per celebrare l'arrivo della 6K, Anycubic in collaborazione con Titan Forge ha reso disponibile la simpatica miniatura "Owl Mage", scaricabile gratuitamente sul sito ufficiale. Questo modellino non è altro che una commistione delle storiche stampe di prova di Anycubic, dal tradizionale gufetto delle prime FDM, che ora diventa un mago intento a castare una stregoneria, che non a caso è proprio un mini-cubo di prova delle stampanti MSLA.

Inutile dire che con l'STL presupportato fornito direttamente da Anycubic non abbiamo avuto problemi di alcun tipo e i dettagli di stampa si sono rivelati a dir poco eccezionali. Notevoli le incisioni sulla pietra runica, come anche i dettagli del viso e le scritte all'interno del cubo.
Proseguendo nella nostra prova, abbiamo utilizzato il sample gratuito "Blacksmith" di Loot Studio nella variante da 75 mm, presupportato e già predisposto con interno cavo e fori per aria e drenaggio, in modo da poter risparmiare materiale. Non che fosse quello lo scopo principe della prova, quanto più mettere in difficoltà la stampante con file recuperati dalla community in uno scenario piuttosto tipico. Ed è proprio qui che Photon Workshop è incappato in una problematica già lamentata da alcuni utenti.
La stampa, infatti, pur conservando dettagli incredibili, in alcuni punti ha mostrato fratture e in altri dei notevoli artefatti nella creazione dei supporti, talvolta fusi assieme all'interno del pezzo stesso. Si tratta, a ogni modo, di un problema correlato strettamente al software e ad alcuni specifici file cavi presupportati. Passando invece il testimone a Lychee i problemi di questo tipo svaniscono nel nulla.

Le stampe di prova sono proseguite con diverse infornate di miniature gratuite da 32 mm, tra cui "Shardforged Artificer" di Arcane Minis, "Barbarian Chieftain" e "Barbarian Champion" di Prophet Miniatures, tutti reperibili su MyMiniFactory. Il livello di dettaglio raggiunto è assoluto in ogni caso, senza fallimenti di stampa di alcun tipo. Un altro banco di prova interessante è stato il "Raven Skull", stampato su unico piatto a dimensione piena. Questo modello, anche lui presupportato, si preannunciava particolarmente ostico per via del numero di piccoli dettagli presenti nella trama superficiale.

Una prova efficace per saggiare i tempi di esposizione che, tuttavia, si sono dimostrati relativamente adeguati. Come torture test, infine, abbiamo messo in stampa l'"Orc Executioner" di Lord of War Miniatures, sempre gratuito, al 100% della dimensione e riempimento pieno, per portare a galla eventuali problematiche di adesione e deformità nel modello.
Come preventivabile non si è trattato della stampa migliore del lotto, ma non era questo il suo scopo. Con qualche irregolarità superficiale dovuta proprio alle forze impresse sui livelli per farli scollare dal piano di esposizione, nel complesso anche questa prova è stata abbondantemente superata.

Post produzione e considerazioni finali

In tempi non sospetti, lavare e curare una stampa 3D non era affatto un'operazione semplice. Iconici i tempi in cui si faceva incetta di lampade UV per unghie e sistemi a dir poco raffazzonati per il lavaggio, con risultati altalenanti e processi tanto articolati quanto lunghi nell'esecuzione. Con l'arrivo delle prime lampade UV con piatto rotante per la cura specifica dei modellini stampati a resina, si sono aperte le danze alla "nuova era" della post-produzione.

Attualmente si contano innumerevoli soluzioni che consentono di lavare e curare in una o più macchine. Il sistema Anycubic Wash & Cure Plus tra questi svetta per la sua versatilità. Innanzitutto, perché si tratta di un sistema a singola macchina, una buona proposta per chi cerca una soluzione di cura per ampi volumi ma con poco spazio a disposizione. In secondo luogo, perché effettivamente fa quello che deve.
La vasca contiene fino a otto litri, come già accennato in precedenza, mentre sulla torretta di cura sono presenti 10 coppie di faretti UV, delle quali le due superiori inclinabili per direzionare in maniera più diretta la fonte luminosa. Il volume del cestello per il lavaggio è di 192 x 120 x 290 mm mentre l'area a disposizione per la cura dispone di un diametro di 190 mm, per un'altezza di 245 mm. La macchina è anche dotata di sensore di sicurezza che interrompe immediatamente la cura nel caso in cui venga rimossa la schermatura.

Notevole la potenza della centrifuga, che consente di lavare agevolmente il contenuto in pochissimo tempo. La manopola del timer permette di selezionare diversi step con salti di due minuti, ma è raro che si vadano a configurare scenari in cui si rendano necessari tempi di lavaggio e cura inferiori ai 120 secondi.
Abbiamo raggiunto il massimo delle aspettative in ogni stampa messa a ciclo completo in questa macchina, pur utilizzando alcol rosa a 94° invece del più blasonato isopropilico. Una scelta non casuale atta anche lei a verificare la bontà del dispositivo, che ci ha permesso di curare in tempi tanto ridotti da non permettere alle stampe di assorbire il colorante dell'alcol denaturato.

Prima di concludere, spendiamo due parole su uno dei principali artefici delle numerose stampe completate con successo: il piatto. Abbiamo già parlato dell'ottimo per quanto semplice sistema di calibrazione, ma il nuovo piatto di stampa porta in dote anche un'altra peculiarità.
La superficie di adesione, infatti, è texturizzata a scacchiera. Un sistema che a prima vista è difficile da definire come particolarmente rilevante, eppure in nessun caso abbiamo sperimentato scollamenti dal piano di stampa e il merito in larga parte è anche suo.

Anycubic Photon Mono X 6K La Anycubic Mono X 6K è una buona stampante desktop MSLA. Degno successore della prima Mono X, la nuova versione aumenta il volume di stampa e migliora la risoluzione, mantenendo ben saldi i punti di forza della serie, dall’ottimo sistema di livellamento ai movimenti su doppia guida lineare per l’asse Z. Ottima la texture del piatto, che consente un’adesione salda in ogni contesto, così come la qualità costruttiva della macchina, che restituisce un effetto premium e particolarmente curato. Il pannello di controllo TFT non è certamente tra i migliori mai provati ma è a colori, è dotato di comandi touch e complessivamente fa il suo lavoro. In un mercato in fortissima espansione, come quello della stampa a resina, iniziano a stagliarsi due grandi aree d’interesse. La prima, vede l’arrivo delle nuove stampanti DLP in formato desktop per volumi di stampa ridotti ad altissima precisione. L’altro, invece, l’aumento dell’area stampabile con tecnologia MSLA su display monocromatico, il cui obiettivo è quello di mantenere e migliorare la qualità di stampa, nonostante l’utilizzo di diagonali superiori. In questo, la nuova 6K permette di raggiungere ragguardevoli risultati senza particolari problematiche. Ottima notizia l’arrivo del supporto di Lychee Slicer, che ne espande lo spettro di compatibilità e lo spazio di manovra dell’utente.