Blackmagic Pocket Cinema 4K Recensione: qualità cinematografica per tutti

La cinepresa di Blackmagic offre una qualità di ripresa cinematografica al prezzo di una mirrorless, per un prodotto dedicato ai professionisti.

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Se siete finiti su questa pagina ci sono sostanzialmente due possibilità. O avete a che fare con la fotografia e i suoi derivati ed è un po' di tempo che sentite girare il nome "Blackmagic", perciò vi siete incuriositi e avete pensato di fare un salto a vedere di che si tratta. Oppure siete videomaker, filmmaker o aspiranti tali, e probabilmente avete già una Blackmagic Pocket Cinema Camera 4K (BMPCC 4K).
Qualunque sia il vostro background in materia oggi si parla di lei, della cinepresa dalle origini australiane che sta spopolando nei mercati di tutto il mondo, talmente desiderata che finisce per essere quasi sempre out of stock, soprattutto qui da noi in Italia.
Blackmagic Design è una società produttrice di hardware audio/video professionale, ma anche di uno dei software di postproduzione più famosi e utilizzati al mondo, sua maestà Da Vinci Resolve. Di quest'ultimo parleremo più avanti, perché ora è il momento di una piccola lezioncina di storia.

La storia di Black Magic

Nel 2001, Grant Petty fonda la sua azienda in quel di Melbourne, con lo scopo di aggredire il mercato dell'Hardware professionale destinato all'audiovisivo, cercando di realizzare prodotti e accessori dal prezzo accessibile, mantenendo comunque un alto profilo tecnico e allo stesso tempo investendo moltissimo nell'innovazione. È cominciato tutto con un paio di schede di acquisizione, poi, circa dieci anni più tardi, gli stessi australiani se ne escono con la loro prima camera, ovvero la Black Magic Cinema Camera, che ancora possiedo e utilizzo fieramente su svariati set.
Quel piccolo prodigio della tecnica, dalle forme robuste e inedite, vantava l'utilizzo dello standard DCI 12bit e l'acclamato ProRes, nonché 13 stop di gamma dinamica e una qualità dell'immagine superba, e costava meno di 3000$ (e a quei tempi, considerati i prezzi della concorrenza, era praticamente il Santo Graal dei filmmakers indipendenti).
Lungo il suo cammino, Blackmagic si è guadagnata la fama e il favore del pubblico inanellando una serie di mosse vincenti, nonché facendo passi da gigante tramite l'acquisizione di aziende leader nel campo della ricerca e sviluppo. Parliamo ovviamente di Da Vinci Systems per il color grading, Echolab per i mixer video, e poi Teranex, Cintel, Eyeon e per ultimo anche Fairlight nel 2016.

Ora, potete anche lasciar perdere le liste della spesa, perché l'importante è che tutto questo percorso ci ha infine portato all'annuncio della BMPCC 4K, avvenuto al NAB 2018. Tradotto: sensore Micro-quattro-terzi (MFT) e 4K fino a 60p in RAW, perciò nemmeno il tempo di un comunicato stampa che i registi indie di tutto il mondo stavano già facendo la ola.
Da lì ad averla fra le mani, però, ci è voluto un bel po', ma finalmente è successo, e così da qualche mese cavalchiamo il set in compagnia di ben due degli esemplari sopracitati. Le abbiamo testate a fondo, in svariate situazioni e con moltissimi setup, ed ora, finalmente, possiamo dirvi la nostra.

Got a BlackMagic Woman...

Questa volta tralasciamo lo scarno packaging e partiamo subito dalla descrizione del design e del suo layout esterno che, per chi fa questo mestiere, è un tratto non di poco conto. Si chiama pocket ma lo è solo in parte, invece che svilupparsi in alto e in profondità come una RED o una Alexa, si estende in largo lungo l'asse orizzontale. Questo significa che assomiglia più ad una vecchia reflex, piuttosto che alle moderne mirrorless, e ciò a nostro avviso va più che bene, anche perché in termini di ergonomia, comodità e disposizione dei tasti, il lavoro svolto è eccellente, ben compresso in un buon form factor (178x96x85.5mm).
Ci sono pochissimi tasti istituzionali, più tre personalizzabili, ma sono tutti ben posizionati e facilmente raggiungibili con una presa standard a due mani, e per tutto il resto c'è lo schermo touch da 5' in FullHD, caratterizzato da una risposta pressoché impeccabile e da una buona luminosità, ma che comunque non sarà sufficiente nelle esterne sotto il sole battente.

Vista la gran quantità di plastiche montate (tutte buone a parte forse lo sportellino della batteria che non entusiasma), il peso è estremamente ridotto, ovvero soltanto 722g, il che la rende facilissima da trasportare, ma anche meno stabile in situazioni a mano libera rispetto alla originale BMCC, e tenete presente che la camera in questione non è affatto stabilizzata, perciò una delle prime cose che vorrete fare è aggiungere una gabbia e qualche accessorio per gestirne al meglio il peso.



Detto questo, è necessario passare alla connettività; un altro fronte dove la BMPCC 4K brilla senza riserve. C'è tutto, dall'HDMI out 2.0 a dimensione normale al micro XLR dotato di Phantom +48v per alimentare i microfoni che la richiedono (e l'accoppiata con un Sennheiser MKE 600 è davvero micidiale). Ovviamente non manca il bluetooth, l'ingresso jack da 3.5mm, la porta USB Type C per connettere i vari SSD e ovviamente l'alimentazione proprietaria Blackmagic Design da 12v.

Se invece non amate le memorie esterne come i nuovi T5 e preferite andare di schede tradizionali, dall'altro lato c'è anche uno slot per SD UHS 2 e uno per le C-FAST 2.0, ma non c'è bisogno ricordarvi l'enorme divario di costi che c'è fra le due categorie. Oltre a quanto già detto la camera monta anche due microfoni per le acquisizioni stereo, che fanno il loro mestiere anche se non sono particolarmente ricettivi in quanto a volume, ma per fortuna potrete gestirli e sostituirli con qualsiasi microfono, trattando i due canali in maniera completamente indipendente.

Ora non ci resta che parlare del software, che ancora una volta risulta iper-intuitivo e rapidissimo, probabilmente l'interfaccia migliore mai vista su un dispositivo del genere. Menu ben distribuiti navigabili tramite la gesture a swipe, tasti digitali e ovviamente anche una sezione per caricare facilmente i vostri LUT personalizzati. Ci sono tutte le features necessarie in una camera professionale: focus assist personalizzabile, false colors, anamorphic desqueze e linee guida, e ovviamente potete gestire i supporti memoria senza problemi, formattarli, rinominare clip al volo e settare il profilo base del progetto con cui andrete a lavorare, inserendo una gran quantità di metadati che faranno felice il vostro montatore.

In quanto a formati supportati, in prima linea troviamo il DCI (BRAW), che supporta il sensore completo in 4K e con 12 bit di profondità, che alla qualità massima si traduce in un peso effettivo di 135MB/s, e qui i conti li lasciamo fare a voi. Ci sono anche qualità intermedie ovviamente, e poi c'è l'Apple ProRes, il re dei formati da videomaker, capace di una qualità molto alta e anche di un ottimo margine di modifica in postproduzione, in tutte e tre le sue varianti (HQ, 422 e LT).
Per intenderci, se non lo conoscete, vi garantiamo che si lavora benissimo anche con il formato ProRes LT da 51MB/s, e davanti ad una timeline non c'è proprio paragone con i formati pesantemente compressi come ad esempio l'XAVCHD, e fidatevi: la vostra postazione di montaggio ringrazierà di cuore. Oltre al 4K c'è anche il full HD con crop e zoom sul sensore, che permette l'HFR fino a 100 o 120 fps, e se invece siete ancora preoccupati per la questione dello spazio su disco, vi ricordiamo che c'è sempre il proxy.

Cosa manca? Beh, ovviamente la batteria: la nuova BMPCC 4K ospita lo standard Canon LP-6, ovvero le comunissime presenti su una 5D o una 70D, che sono reperibili a pochissimo prezzo e vi garantiscono un 1800-2000Mah, e questo significa non arriverete nemmeno a quaranta minuti di autonomia, soprattutto se cominciate ad aggiungere SSD e microfoni a Phantom. Può essere un problema? Dipende dall'utilizzo che volete farne, perché in genere chi sceglie di comprare una macchina del genere non ha problemi a trovare soluzioni di alimentazione più avanzate, come per esempio le Vlock montate su rig.
Se volete rimanere leggeri, però, ci sono anche alternative più compatte, come ad esempio le Sony F970, che costano sempre pochissimo e vi garantiscono più di 1.30h di riprese, oppure, se ve la sentite, c'è anche il battery grip ufficiale Blackmagic annunciato allo scorso NAB, che al modico prezzo di 270€ vi permetterà di alloggiare due LP-6...

Black Hole Sun, Anyone?

Giungiamo quindi all'esperienza sul campo, all'usabilità, alla compatibilità e alla presenza di eventuali accessori, e, ovviamente, alla qualità delle immagini. Per tutti coloro che non conoscono il brand o comunque si affacciano ora al mondo del videomaking professionale, ci teniamo a fare una piccola precisazione: la BMPCC 4K è una camera professionale, capace di risultati eccelsi e di un look altamente cinematografico nonostante il suo piccolo sensore da 18,96 mm x10 mm e da pochissimi megapixels, ma questo non significa anche sia facile da usare. Scordatevi features comuni in tutte le mirrorless come l'Autofocus continuo, e anche il semplice AF (che funziona tramite touch sullo schermo) non è proprio il massimo. L'ultima nata di Melbourne è una vera macchina da cinema in miniatura, che vi aprirà la strada ad un'infinità di opzioni, ma queste sono tutte manuali, ergo necessitano di pratica ed esperienza.

Per tutto il resto, per gli addetti al settore, sappiate che vi troverete fra le mani un vero paradiso: potete scegliere se utilizzare lo shutter speed proprio delle macchine fotografiche, con tanto di Antiflicker regolabile autonomamente a 50 o 60Hz, oppure se scegliere la modalità con shutter angle, che si rivela incredibilmente più adatto in molte situazioni. Per quanto riguarda la qualità dell'immagine in sé (finalmente ci siamo), dobbiamo ammettere che i risultati ottenibili sono sensazionali, soprattutto se tenete a mente il prezzo definitivo della macchina, che ufficialmente si trova intorno ai 1300€, ma in realtà è più qualcosa che si avvicina ai 1500€ e rotti. È comunque ben al di sotto di una Sony A7 mark III, attualmente uno dei grandi competitor della BMPCC 4K, e fidatevi di uno che le possiede entrambe: su alcuni fronti non c'è proprio paragone.

Ma stavamo parlando dell'immagine, perciò torniamo in carreggiata: la resa delle immagini catturate è incredibile, e grazie anche al dual native ISO (400 e 3200) e ai 13 stop di gamma dinamica, avrete un gran margine di manovra anche in situazioni di scarsa illuminazione. Quando costretti, oppure semplicemente per spingerla al limite in situazioni "run and gun", abbiamo girato anche ad alti ISO, e il rumore è rimasto sempre entro i limiti dell'accettabile. Siamo ben lontani dagli infiniti stop di una qualsiasi ARRI, o da i 46megapixels di una A7RIII, ma se cercate il look cinematografico, su questo segmento, la nuova pocket saprà stupirvi.

Figure morbide eppure sempre ricche di contrasti e microcontrasti, grande escursione sui mezzitoni, e nonostante i limiti dettati dal sensore in Micro 4:3, con un po' di accorgimento, si riesce ad avere anche una buona profondità di campo e qualche bokeh da urlo. Se poi non vi accontentate, allora c'è sempre l'opzione Speedbooster, ovvero gli anelli adattatori che permettono di montare ogni tipo di ottica, e vi garantiamo che con il nostro Metabones XL Bt6 siamo riusciti ad ottenere un notevole miglioramento degli sfocati, che avvicinano la macchina sempre più ai risultati di una Super35 o addirittura di una Full Frame.

Fenomenali i progressi ottenuti da Blackmagic sul fronte dei colori: con pochissimi aggiustamenti si possono emulare una gran quantità di stili, lavorando benissimo sui viraggi di ombre ed alte luci.
Abbiamo amato moltissimo la resa dello spettro dei verdi, e in generale tutte le sorgenti fredde, e infine ci è impossibile non citare le migliorie inerenti ai toni della pelle, qui enormemente migliorati rispetto alle generazioni passate e capaci di raggiungere sfumature ancor più ricche e profonde. La luce che colpisce i soggetti, infatti, viene gestita in maniera estremamente precisa, ed anche in ProRes LT c'è davvero pochissimo spreco di informazioni, così da permettervi una gran quantità di "salvataggi in extremis" in fase di color. Potremmo ampliare la lista dei pro, ma forse finiremmo per scadere nel superfluo, giacché nei video (molto più che nella fotografia) la resa è estremamente soggettiva, e la color science si sa: non è per niente una "scienza esatta".

Codice Da Vinci

C'è un altro motivo per cui vale la pena di interessarsi alla nuova BMPCC 4K, ed è ovviamente la suite di Da Vinci Resolve, da poco aggiornata alla versione 16. Per chi non lo conosce, si tratta di un software estremamente potente con cui curare tutto il processo di postproduzione di un video, dal montaggio alla gestione dei colori, più un tocco di VFX, il sound design ed anche una scheda innovativa basata su di un'interfaccia a "nodi". Resolve è attualmente un'importante standard per la color correction/grading, poiché si dimostra ben più accurato e profondo di gran parte della concorrenza, ed è integrabile con una moltitudine di hardware dedicati prodotti direttamente da Blackmagic Design.
Chiedete a chiunque nel settore: le possibilità di manovra offerte sono incredibili, ed anche le prestazioni non scherzano affatto, per non parlare del supporto nei forum ufficiali.

Certo, se venite da un piattaforma Adobe o Avid, dovete mettere in conto un periodo di iniziazione non trascurabile, dal momento che alcuni tool sono disposti in maniera diversa, e il vostro workflow potrebbe risentirne agli inizi. La scheda di montaggio ha ancora margine per essere migliorata in termini di rapidità d'utilizzo, così come la sezione Fairlight dedicata all'audio, e tenete presente che il parco plugin di terze parti non è ancora molto affollato.

Si tratta comunque di un programma solidissimo che migliora a vista d'occhio, e il punto è che una copia della versione integrale del programma è compresa con l'acquisto della nuova BMPCC 4K, altrimenti venduta separatamente a circa 270€ + IVA. Se bazzicate l'ambiente del videomaking, dunque, vi consigliamo di farci un pensierino, e nel caso non lo sapeste, vi ricordiamo che esiste anche una versione lite gratuita, ovviamente con qualche limitazione.

Blackmagic Pocket Cinema Camera 4K Blackmagic Design colpisce ancora, e lo fa con un prodotto incredibilmente valido, una cinepresa completa e ben progettata, capace di catturare immagini di una qualità realmente cinematografica, il tutto ad un prezzo che ha dell’incredibile (dai 1300 ai 1500€). La nuova BMPCC 4K è espressamente pensata per la produzione video, e mette a disposizione del videomaker tutti i tool fondamentali della professione. Forse non sarà esattamente “pocket”, e magari il suo look bizzarro e il feeling leggermente plasticoso non saranno il massimo, eppure l’ultima nata in quel di Melbourne porta con sé una dote capace di far impallidire tutte le mirrorless presenti attualmente sul suo segmento. A partire dall’immancabile schermo touch e al sistema operativo (veramente da applausi), fino ad arrivare ad un sensore MFT estremamente efficace e ad una pletora di codec di altissima qualità, gestibili anche in maniera piuttosto economica grazie al supporto per gli SSD esterni. Dovete però dimenticare l’AF continuo con tracking e tutti le comodità delle moderne mirrorless: la nuova Pocket è una camera pensata per essere gestita in maniera manuale, ma sappiate che con un poco di esperienza e studio è in grado di consegnarvi immagini di altissima qualità, nonché una versatilità senz’altro invidiabile. Se oltre a questo riuscirete anche a fare pace con la durata ridotta delle batterie in dotazione, allora c’è ben poco da aggiungere. Magari però il formato vi spaventa, e allora tenete a mente che il Micro 4:3 è in giro già da un po’, e che ultimamente stanno uscendo un gran numero di lenti cinematografiche dedicate (ed economiche) come Xeen, Rokinon e Meike, oltre ovviamente a quelle Lumix, Olympus e alle altre che sono già compatibili di default. Insomma, vi abbiamo portato fin qui, ed ora lasciamo che siano le immagini a parlare per noi, ma nel caso ci fosse ancora qualche fotografo in giro: sì, vicino al REC c’è anche il tasto per le foto...

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