Gigabyte RTX 3050 Eagle Recensione: la entry level perfetta con lo shortage

La NVIDIA GeForce RTX 3050 chiude la gamma verso il basso, in attesa della RTX 3090 Ti. Ecco la nostra prova sul campo.

Gigabyte RTX 3050 Eagle Recensione: la entry level perfetta con lo shortage
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Mentre il mercato delle schede video mostra segni di ripresa con street price in leggera flessione sia per AMD che per NVIDIA, arrivano sul mercato le soluzioni grafiche budget di entrambi i brand, per quella che sarà a tutti gli effetti la quadratura del cerchio per le generazioni RDNA2 e Ampere. Se da un lato la 6500 XT sembra aver fatto storcere il naso per via di alcune sue limitazioni, la RTX 3050 potrebbe avere le carte in regola per non subire la stessa sorte.
In questa recensione parleremo della NVIDIA GeForce RTX 3050 in versione custom Eagle, prodotta da Gigabyte. Scopriamo come se la cava, sulla base di un prezzo consigliato di 285 euro, sebbene non vi siano versioni Founders Edition e quindi un reale modello di riferimento.

Specifiche tecniche e design

Prima di valutare le peculiarità del modello prodotto da Gigabyte, si rende obbligatorio mettere in chiaro le specifiche della GPU. Sotto la scocca prende posto una NVIDIA GA106 a 8 nanometri, sempre nodo Samsung, naturalmente con architettura Ampere.

La piccola di casa NVIDIA offre 20 Streaming Multiprocessor per un totale di 2560 Core CUDA con frequenza boost di 1777 MHz, affiancati da 20 RT-Core e 80 Tensor Core di terza generazione per l'accelerazione mediata dall'IA. Premiata la scelta del produttore di dotare questa scheda di ben 8GB di memoria video GDDR6 su bus a 128-bit per una banda di 14Gbps, un vantaggio non indifferente. Ulteriori frecce nella faretra di NVIDIA, come se non bastasse il bagaglio di tecnologie RTX che di fatto vanno a ripagare il prezzo del biglietto, sono senza dubbio la presenza dell'ottimo encoder NVIDIA NVENC e piena connettività PCIe 4.0 x16 senza colli di bottiglia di sorta a prescindere dalla propria dotazione hardware. Un bagaglio notevole, che sarebbe quasi obbligatorio in un mercato in salute, ma che allo stato attuale non può in alcun modo essere dato per scontato.

Quanto al potenziale nel mining, anche questa rientra nella gamma di schede video NVIDIA LHR con Hashrate limitato, pertanto potrebbe non rappresentare una buona opzione per chi è alla ricerca di componenti a questo scopo.
Passando alla versione messa a punto da Gigabyte, troviamo un design biventola con sistema Windforce 2X e ventole da 90 mm a rotazione opposta. Esteticamente è piuttosto gradevole, con una livrea uniformemente verniciata in tonalità canna di fucile e una placca lucida che abbraccia superiormente entrambe le ventole mettendo al contempo in risalto la scritta "Eagle". Sul retro troviamo un backplate in plastica che ne aumenta la rigidità, oltre a conferirle una linea quasi "unibody". Sempre sul dorso, prende posto una fessura per lo Screen Cooling, che permette il passaggio longitudinale dell'aria dalle ventole verso la parte opposta.

Gli output video sono quattro, di cui due DisplayPort 1.4° e due HDMI 2.1, con supporto fino alla risoluzione 8K. Le dimensioni sono piuttosto contenute, ideali anche per sistemi SFF a basso litraggio, per una lunghezza complessiva di 213 mm e i canonici due slot di spessore. Il TGP della RTX 3050 è di 130W e non stupisce che anche nella Eagle trovi posto un singolo ingresso a 8-pin per l'alimentazione. Gigabyte consiglia PSU da 450W in su.

Prova sul campo e benchmark

La nostra solita configurazione di prova si avvale di una CPU AMD Ryzen 7 5800X su scheda madre Asus ROG Strix X570-E Gaming Wifi e 32GB di RAM DDR4-3200 (2x16GB). Tutti i titoli verranno eseguiti da SSD PCIe Gen4 e complessivamente il sistema beneficia di un flusso d'aria nella media. Si parte, come sempre, dal canonico benchmark sintetico. La GA106 riesce a raggiungere i 6088 punti nel GPU Score di 3DMark TimeSpy, andando in qualche modo a confermare i primi benchmark della RTX 3050, trapelati in rete una manciata di giorni prima del lancio sul mercato. Siamo un soffio sopra la GTX 1660 Ti, ma sono proprio quelle tre lettere a fare la differenza, soprattutto nel 2022.

Nel gaming in FullHD, è evidente come questa scheda sia in grado di venire incontro ai palati meno esigenti, soprattutto coloro che, loro malgrado, si sono ritrovati senza GPU in una situazione di mercato a dir poco impazzita sia per prezzi che per disponibilità. Tuttavia, nella rasterizzazione tradizionale i 60 FPS non sono affatto un'utopia ma un risultato solido e anche ampiamente superabile in taluni titoli. Evidente, per esempio, il caso di Far Cry 6, dove a 1080p si può giocare tranquillamente con una media di 84 FPS, che diventano 67 con Ray Tracing attivo. Parliamo di questo titolo fra gli altri poiché si tratta di una delle poche eccezioni in cui non è possibile attivare il DLSS, tecnologia che consente di ottenere un boost non indifferente sulle prestazioni preservando al contempo la qualità dell'immagine.

Anche Marvel's Guardians of the Galaxy consente di farsi un'idea piuttosto eloquente del potenziale di questa piccola scheda video. Si parte dai 95 FPS per scendere a 47 con Ray Tracing attivo. Impressionante, a questo punto, il punteggio ottenuto con DLSS "Quality" e Ray Tracing attivi, pari a una media di 69 FPS, che garantiscono un gameplay fluido praticamente in tutte le situazioni.
È bene ricordare che, al netto di Ray Tracing e tecnologie di upsampling, i nostri benchmark sono ottenuti tutti con preset al massimo possibile, un dettaglio non da poco per tracciare la linea della longevità di un prodotto del genere.

Particolarmente impegnativo, come preventivabile, il test di Metro Exodus Enhanced Edition, primo gioco puramente in Ray Tracing, dove al massimo non è possibile sfondare i 46 FPS con DLSS già attivo.
La RTX 3050 cede il fianco spostando il focus sul gaming a 1440p, dove non è possibile garantire i 30 fotogrammi in tutti gli scenari; tuttavia, anche qui è possibile concedersi qualche soddisfazione, pur ribadendo che una minuziosa taratura delle impostazioni di gioco potrebbe ampliare il margine di gradimento.

Temperature, rumorosità e considerazioni finali

La RTX 3050 prodotta da Gigabyte in salsa Eagle non sfigura, è particolarmente silenziosa e la gestione delle temperature si è rivelata ottimale anche nei task più intensivi. Si viaggia a una media di 40 °C in uso ufficio, browsing e riproduzione multimediale, che diventano 70 o poco più sotto stress, con picchi istantanei fino a 75 °C. Anche in queste situazioni, però, il feedback acustico rende merito al sistema di dissipazione progettato da Gigabyte, con una scheda decisamente educata.

Non siamo in presenza di un Overclock di fabbrica, tuttavia non ci sentiamo di paragonarla a un modello Reference, come accaduto anche nella nostra recensione della RTX 3060 di Zotac.
Non siamo di fronte a un best buy assoluto, ma la totale imprevedibilità del mercato la mette in una posizione di preferibilità rispetto ad altre soluzioni. Inoltre, la presenza dei Tensor Core e di tutte le tecnologie proprietarie di NVIDIA basate sul Deep Learning svolge un ruolo chiave in moltissimi ambiti, tra cui anche i workflow professionali, ora che sempre più suite per content creator ed editing di foto e video stanno implementando metodiche accelerate dall'IA.

Rispetto alle controparti prodotte da AMD, che mancano di feature analoghe, l'offerta di NVIDIA assume ovviamente un altro spessore. Chiaramente in molti faranno riferimento alla tecnologia FSR o alla più giovane Radeon Super Resolution, ma è bene ricordare che anche NVIDIA offre uno scaler spaziale con analoghi pregi e difetti e nessuna delle due può in alcun modo essere paragonata a quanto offerto dal Super Sampling mediato dall'IA.

NVIDIA GeForce RTX 3050 La Gigabyte GeForce RTX 3050 Eagle 8G è una buona scheda video entry level, con prestazioni in raster che potrebbero far storcere il naso a chi utilizza ancora come parametro di riferimento il “vecchio” mercato delle componenti hardware. Tuttavia, tenuto conto del prezzo consigliato e di un possibile acquisto a una cifra non troppo lontana da quella di riferimento, non possiamo non considerarla come una delle poche, valide alternative. A pesare come un macigno nella valutazione finale sono, com’è giusto che sia, tutte le tecnologie che ruotano attorno alla sigla RTX, dal Ray Tracing al DLSS, passando per il recente DLDSR. Tutto ciò la rende una buona derivazione dell’architettura Ampere, nonostante una potenza “di base” leggermente sottotono, che si fa perdonare anche in virtù della presenza di un sontuoso taglio di memoria da 8GB GDDR6. Tutto questo vale ovviamente se il prezzo sarà vicino a quello dichiarato. In caso contrario bisognerà valutare caso per caso, nella speranza che prima o poi questo mercato pazzo vada definitivamente in pensione.