Huawei P30 Pro Recensione: autonomia e fotocamera ai massimi livelli

Huawei P30 Pro è uno smartphone potente e versatile, che fa della batteria e dalla fotocamera due veri punti di forza.

Huawei P30 Pro Recensione: autonomia e fotocamera ai massimi livelli
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Migliorare l'eccellente Mate 20 Pro è stato difficile per Huawei. Ottima fotocamera, batteria di lunga durata e specifiche ci facevano propendere verso un semplice aggiornamento per il P30 Pro, ma così non è stato. La casa cinese è riuscita a stupire ancora una volta, ormai è chiaro che il treno dell'innovazione si è spostato dagli Stati Uniti, e dalla Corea, alla Cina, almeno in questo periodo. Sfidiamo chiunque ad osservare le immagini scattate dal nuovo top di gamma senza restare a bocca aperta, lo zoom creato da Huawei, in collaborazione con Leica, cambia le carte in tavola e proietta il P30 Pro ai vertici della categoria dei cameraphone, senza alcun dubbio.

Non solo zoom però, tutto il comparto fotografico del nuovo arrivato stupisce per completezza e versatilità. Se a questo aggiungiamo una batteria di lunga durata e ottime prestazioni, otteniamo il miglior top di gamma Android sul mercato. Tutto perfetto quindi? No, soprattutto lato software, dove Huawei deve ancora lavorare per rendere accessibili a tutti le tecnologie presenti nella fotocamera del P30 Pro.

Design e audio

Rispetto al P20 Pro non siamo di fronte a una rivoluzione, quanto più a un affinamento, che va a toccare piccoli dettagli della scocca e dello schermo. Piccoli ma non così ininfluenti, primo fra tutti il notch. La tacca, tanto di moda nel 2018, è scomparsa per lasciare posto a un notch a goccia, meno invasivo e più adatto alla fruizione di video e giochi. Altro elemento che si distacca dal precedente modello sono i bordi del display, che nel P30 Pro diventano leggermente arrotondati.
La presa migliora, ma diventa anche un pochino più difficile tappare nelle zone in cui lo schermo curva e si innesta nella scocca in metallo. Cambiamento importante riguarda anche il sensore di impronte digitali e la capsula auricolare. Con P30 Pro Huawei ha sposato la via del design all-screen e per farlo ha utilizzato un lettore di impronte integrato sotto al display, mentre per la capsula auricolare la scelta è stata ancora più drastica.
Invece che nasconderla nel bordo alto, come ha fatto Honor nel suo View20, ha preferito collocarla direttamente sotto al vetro. Un trasduttore trasmette le vibrazioni al vetro, generando così la voce dell'interlocutore, un po' come avviene nei televisori Sony dotati di questa tecnologia. La resa è indistinguibile da quella di una classica capsula auricolare, non ci sono differenze, il volume massimo non è elevatissimo ma la voce si sente in modo nitido.

Per ottenere questa configurazione particolare Huawei ha però dovuto rinunciare all'audio stereo, durante la riproduzione di filmati o mentre si gioca è l'altoparlante posto nel bordo basso a diffondere i suoni. Fortunatamente il volume massimo è piuttosto elevato e anche portandolo al limite non ci sono distorsioni.

Al fianco della cassa è collocato il connettore USB Type C per la ricarica, insieme al carrellino per inserire fino a due SIM, o in alternativa una SIM e una scheda di memoria. Attenzione però, perché Huawei ha lanciato da tempo lo standard proprietario NM Card, per cui non si possono installare le classiche Micro SD (fortunatamente la memoria interna è elevata fin dal modello base).
Sul retro la differenza più lampante la fa la fotocamera, leggermente sporgente dalla scocca e più lunga rispetto al passato. Huawei ha spostato anche il flash led, prima sotto gli obbiettivi e collocato ora di fianco ad essi, dove trova spazio anche il nuovo sensore ToF per la rilevazione della profondità di campo.

Guardando al design generale è difficile dare un giudizio univoco perché molto dipende dalla colorazione che si sceglie. Se si cerca più sobrietà il modello nero è certamente quello da preferire, mentre le varianti Aurora e soprattutto Breathing Crystal, che vedete nelle immagini di questa recensione, sono decisamente più sgargianti. In ogni caso la sensazione che si prova tenendo in mano un P30 Pro è quella di uno smartphone di fascia alta, anche grazie alla certificazione IP68 per la resistenza ai liquidi, del resto il prezzo di 999€ lo colloca direttamente nel campo dei top di gamma.

Hardware, schermo e sistemi di sblocco

P30 Pro utilizza la migliore piattaforma hardware attualmente disponibile nel listino Huawei, ovvero il processore Kirin 980. Realizzato a 7 nanometri, è composto da 4 Core Cortex A55 da 1.8 GHz e 4 Core Cortex A76. Due dei Cortex A76 hanno un clock di 1.92 GHz e vengono utilizzati per le applicazioni più pesanti da gestire, mentre la GPU è una Mali-G76. Un processore in grado di reggere alti carichi di lavoro senza problemi, giochi compresi.
Non ci sono compromessi da questo punto di vista, nonostante Qualcomm abbia oggi una soluzione ancora più potente: fortunatamente app e giochi Android sono sviluppati per funzionare su hardware molto meno potenti di quello disponibile sul P30 Pro.
Insieme al Kirin 980 Huawei ha installato 8 GB di RAM e fino a 512 GB di memoria interna, disponibili anche tagli da 128 GB, come quello utilizzato per la prova, e da 256 GB.
Lo schermo AMOLED è da 6.47 pollici, una dimensione elevata (fino a dove arriverà Mate 30 Pro?), supportata da una risoluzione di 2340x1080 pixel, più bassa rispetto a quella vista nel Mate 20 Pro. Cambia tanto? Mettendo uno di fianco all'altro Mate 20 Pro e P30 Pro una leggera differenza è avvertibile con immagini e video in altissima risoluzione, ma nell'utilizzo normale non si nota. Il pannello ha un'ottima luminosità di picco, che lo rende perfettamente visibile anche sotto al sole, ed è compatibile con lo standard HDR, visibile sia su YouTube che su Netflix.

Per quanto riguarda i sistemi di sblocco, il riconoscimento facciale 3D del Mate 20 Pro ha lasciato spazio al lettore di impronte digitali sotto al display e al più basilare riconoscimento facciale 2D del P30 Pro.
Ottimo il responso sul lettore di impronte, uno dei più reattivi che abbiamo provato finora, c'è sempre una leggera difficoltà nel piazzare correttamente il dito rispetto ai classici sensori ma funziona egregiamente. Buono anche il riconoscimento del viso, la velocità c'è ma la sicurezza non è il massimo in questo caso.

Una gran fotocamera

Della fotocamera di Huawei P30 Pro abbiamo già parlato nel corso di uno speciale dedicato, per completezza riassumiamo i punti principali toccati nel precedente articolo. La nuova fotocamera, realizzata in collaborazione con Leica, è composta da un sensore principale da 40 megapixel con apertura f/1.6 e ottica grandangolare da 27 mm, stabilizzato otticamente, chiamato "SuperSensitive". Il secondo sensore è invece da 20 Megapixel con obbiettivo Ultra-Wide da 16 mm e apertura f/2.4, mentre il terzo, la vera novità di questo P30 Pro, è da 8 Megapixel con ottica a periscopio a 5 lenti, lunghezza focale di 125 mm e apertura f/3.4, anche questo stabilizzato otticamente. Con una lunghezza focale dai 16 ai 125 mm, il top di gamma di Huawei offre una versatilità senza pari in campo smartphone, che permette di effettuare molte tipologie di scatto, dal ritratto a quello panoramico, passando per macro e zoom.

Questo è possibile non solo grazie alle ottiche e ai sensori utilizzati, ma anche a degli algoritmi che combinano la cam principale e quella a periscopio per ottenere il risultato desiderato. Non bastasse questo, Huawei ha inserito anche sensore ToF per il rilevamento della profondità di campo, utile per realizzare degli scatti bokeh. La funzione che colpisce più di tutte rimane lo zoom, con ingrandimento 5x e 10x, come potete vedere nelle immagini sottostanti.

Sensore da 40 Megapixel, Notte

Zoom 5x

Sensore da 40 Megapixel, Notte

Zoom 10x

Con lo zoom 5x la perdita di qualità è praticamente nulla, nonostante il già ottimo livello di ingrandimento, salendo al 10x il degrado è più evidente, ma il risultato è comunque incredibile. P30 Pro raggiunge un ingrandimento, grazie allo zoom digitale, fino al 50x.

La definizione è molto bassa ma è già un piccolo miracolo che con un telefono si possa raggiungere questo livello di zoom.
Passando alla fotocamera Ultra-Wide da 20 Megapixel, anche in questo caso la qualità degli scatti è molto buona, anche di sera. Questa cam si rivela molto utile in diverse situazioni, ad esempio se si vuole immortalare un paesaggio ampio, o semplicemente se si vuole fare una foto di gruppo senza dover concentrare tutti i soggetti al centro.

Sensore da 20 Megapixel Ultra Wide

Sensore da 20 Megapixel Ultra Wide

Davvero ottime le immagini scattate infine dalla fotocamera principale da 40 Megapixel, sia di giorno che di notte, grazie a una Night Mode semplicemente impressionante e che va quasi a creare la luce anche dove non c'è.

Sensore da 40 Megapixel, Giorno

Sensore da 40 Megapixel, Notte

Il confronto con iPhone Xs è impietoso e mostra il livello raggiunto da questa tecnologia. L'immagine sottostante è stata scattata in una stanza praticamente buia, dove iPhone Xs non cattura alcun dettaglio della scena, mentre P30 Pro è riuscito a immortalare il tutto nonostante le condizioni di scatto impossibili per qualsiasi smartphone.

Huawei P30, Modalità notturna

iPhone Xs

Infine, per gli appassionati di scatti bokeh, P30 Pro mette a disposizione ben tre modi per realizzarli, affidandosi al sensore principale insieme quello ToF e alle ottimizzazioni software, oppure a quello Ultra-Wide, che dona un effetto particolare, oppure ancora allo zoom 5x, capace di rendere più naturale e meno artificiosa la sfocatura.

Scatto bokeh, sensore da 8 Megapixel con zoom 5x

Scatto bokeh, modalità ritratto

Huawei è riuscita a migliorare anche i video rispetto al P20 Pro, disponibili fino alla risoluzione 4K a 30 fps, peccato per l'assenza di una modalità di registrazione 4K a 60 fps. A fare la differenza è una migliore stabilizzazione, soprattutto con la fotocamera principale, ma anche qui c'è solo l'imbarazzo della scelta per dare un taglio particolare al girato.

Si può infatti utilizzare la fotocamera Ultra-Wide o anche quella da 8 Megapixel, in cui è disponibile uno zoom 5x utile per catturare i dettagli. Anche la fotocamera frontale da 32 Megapixel non delude, con ottimi selfie capaci di sfocare bene lo sfondo, ricchi di dettagli.

Possibile trovare difetti in un comparto fotografico di questo tipo? Si, perché il punto debole del sistema è l'applicazione della fotocamera. Ricca di opzioni e con possibilità infinite per chi mastica di fotografia ma anche poco accessibile e non il massimo nel punta e scatta. Basti pensare che non è possibile utilizzare lo zoom se si seleziona la massima risoluzione del sensore principale, costringendo l'utilizzatore a cambiarla ogni volta, stessa cosa accade con la fotocamera Ultra-Wide. In modalità totalmente automatica inoltre il software tende a catturare un po' troppo luce nelle foto in notturna, rendendo difficile realizzare scatti in cui luce e ombra creano dei contrasti interessanti.
Insomma, l'hardware fotografico a disposizione del P30 Pro è incredibile, sul fronte software qualcosa di meglio si può fare, snellendo l'applicazione e rendendola più accessibile. Questo significa che, potenzialmente, il top di gamma di Huawei potrebbe ancora migliorare con i prossimi aggiornamenti software, non una buona notizia per i concorrenti.

Batteria e software

La batteria di Huawei P30 Pro è il punto di forza più importante di questo telefono, al pari della fotocamera. I 4200 mAh permettono di arrivare a sera, con un utilizzo normale, con più del 50% di batteria; due giorni di utilizzo sono un target perfettamente raggiungibile con questo telefono, e senza utilizzare alcuna ottimizzazione software. Un risultato impressionante e che grazie alla ricarica rapida del caricatore SuperCharge da 40W si traduce in un'autonomia da primato. Il telefono può ricaricarsi completamente in un'ora, ma bastano circa 30 minuti per superare il 60%.
È possibile anche ricaricare il telefono senza l'utilizzo di cavi, grazie allo standard Qi, come anche utilizzare il P30 Pro per ricaricare un secondo dispositivo. La ricarica inversa è funzionale per i piccolo accessori, visto che è piuttosto lenta, ma in caso di emergenza può tornare utile.

Sul versante software le novità sono minime, troviamo Android 9 con patch di sicurezza aggiornate a marzo 2019. Non ci sono differenze tra con le precedenti versioni a livello di funzionalità, è stato però introdotto un nuovo file system che aumenta le prestazioni, già ottime nei precedenti modelli. Il risultato è un telefono molto fluido e piacevole da usare, con tante opzioni a disposizione. Da rivedere è invece l'interfaccia, rimasta uguale al passato e non proprio moderna.

Huawei P30 Huawei è riuscita non solo a migliorare la già ottima fotocamera del Mate 20 Pro, ma lo ha fatto innovando, cosa rara di questi tempi. Lo zoom del P30 Pro lascia a bocca aperta, per una tecnologia che oggi è disponibile solo su queste telefono, un vantaggio non da poco in un periodo in cui l’esperienza d’uso dei top di gamma Android tende ad assomigliarsi. Altro punto a favore del P30 Pro è la sua autonomia: restando nella fascia alta, nessuno oggi è in grado di battere Huawei in questo campo, da Samsung ad Apple. Pur non avendo un display risoluto come quello del Mate 20 Pro o dei concorrenti, come ad esempio il Galaxy S10, le differenze non sono poi così lampanti nell’utilizzo quotidiano, un piccolo punto a sfavore in un hardware potente e ben ottimizzato. L’offerta tecnologica di Huawei è oggi la migliore, almeno in due elementi essenziali come fotocamera e batteria, a questo punto resta da chiedersi come si possa migliorare un telefono di questo tipo. Di certo sul fronte software qualcosa si può e si deve fare. La EMUI non ha ancora una personalità tale da distinguersi dalle altre interfacce, l’applicazione dedicata alla fotocamera invece deve essere semplificata e resa più accessibile, automatizzando meglio alcuni suoi aspetti. Per il resto, P30 Pro è il top di gamma Android a cui guardare se si cerca un prodotto potente, con una fotocamera incredibile e dalla lunga autonomia.

9.3