Huawei Mate 9 Recensione: grande è bello

Mate 9 porta il livello degli smartphone Huawei ancora più in alto, grazie all'ottima autonomia e a un comparto fotografico dalle molte potenzialità.

Huawei Mate 9 Recensione: grande è bello
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Il Mate 9 ci ha stupito. Non è lo smartphone prefetto, questo va detto, ma le sue qualità vanno a toccare punti molto importanti per l'utenza attuale. Con questo phablet, Huawei chiude di fatto un cerchio iniziato qualche anno fa, con lo sbarco in Europa. In poco tempo, la casa cinese è riuscita in un compito da molti ritenuto impossibile: uscire dall'etichetta di produttore a basso costo ed entrare nell'olimpo della telefonia, quello dei flagship e dei top di gamma. Il Mate 9 rientra appieno in queste categoria, grazie a specifiche tecniche di alto livello e a un concept azzeccato, che punta tutto sull'utilizzo pratico piuttosto che sugli orpelli estetici. La verità è che Mate 9, per quanto grande e con un design curato ma che non spicca dalla massa, si è rivelato essere un perfetto compagno di lavoro, che strizza però l'occhio all'intrattenimento, grazie al suo grande display.

Grande, ma non troppo

Se si guarda alle mere specifiche tecniche, non soffermarsi sul display è praticamente impossibile. 5.9" sono tanti e possono spaventare, ma Huawei ha fatto un ottimo lavoro con il Mate 9. Tolti i tasti fisici e ridotti i bordi superiori e laterali, il phablet ha misure molto simili a quelle di un iPhone 7 Plus. Un confronto tra i due terminali è d'obbligo, visto che si tratta di due concorrenti appartenenti alla stessa categoria di prodotto. Mate 9 è alto 156.9 mm e largo 78.9 mm, con uno spessore massimo di 7.9 mm e un peso di 190, mentre iPhone 7 Plus arriva a 158.2 mm di altezza per 77.9 di larghezza, con uno spessore di 7.3 mm e un peso di 188 g. Smartphone alla mano, le dimensioni rimangono comunque generose, per un utilizzo che passa per forza di cose da entrambe le mani. Le cornici laterali sono ridotte al minimo e spesso capita di avere più dita sullo schermo per mantenere un presa salda, un utilizzo che potrebbe portare qualche problema al touch screen. Huawei ha però previsto anche questo, integrando un sistema in grado di capire quanto un tocco è volontario e quando invece non lo è. Sistema che funziona davvero bene, anche se qualche volta è capitato di aprire involontariamente un'applicazione, ma si tratta davvero di un evento occasionale. Sempre a proposito delle cornici, è vero che queste sono molto ridotte, ma è anche vero che tutto lo schermo è contornato da un piccolo bordino nero, spesso circa 1mm, che fa perdere qualcosa al Mate 9 a livello estetico. Sul fronte costruttivo invece ci troviamo di fronte al solito, ottimo telefono di Huawei. Il metallo utilizzato per la realizzazione del Mate 9 è di eccellente qualità e restituisce un'ottima sensazione al tatto, che trasmette un senso di solidità davvero invidiabile. Purtroppo, le linee sono molto simili a quelle di altri smartphone della casa cinese. Non che sia un problema, ma una maggiore differenziazione avrebbe permesso a questo phablet di differenziarsi meglio dalla massa.

La differenza più grande la fa il sensore fotografico posteriore, con sviluppo verticale e con il marchio Leica ben in evidenza. Appena sotto di esso si trova il lettore di impronte digitali: le dimensioni sono un po' piccole ma non abbiamo riscontrato problemi nell'utilizzo, per altro ottimo, di questo sensore. Il riconoscimento è istantaneo e lo sblocco del terminale avviene in tempi davvero brevi, sicuramente più rapidi rispetto a quelli di iPhone 7. Da segnalare anche l'ottimo lavoro fatto con il pack di vendita, che fornisce un colpo d'occhio davvero lussuoso. Il bundle comprende cover in plastica, auricolari di buona qualità, adattatore USB Type C - Micro USB, carica batteria SuperCharge, cavo di ricarica e pellicola preinstallata sul dispositivo. Per una descrizione più completa del terminale, vi rimandiamo alla nostra prova post-evento, che trovate a questo link.

Kirin 960: un concentrato di potenza

Fino a questo momento i SoC Kirin hanno sempre offerto buone performance, ma lato GPU le prestazioni non sono mai state esaltanti, pur permettendo l'utilizzo di tutti i titoli Android. Ora però le cose sono cambiate e con il Kirin 960 Huawei ha finalmente raggiunto la piena maturità hardware, per risultati davvero ottimi nella pratica. Il merito va all'utilizzo dei nuovi core ARM A73, che riescono a gestire molte più informazioni per ciclo di clock rispetto al passato, e alla GPU Mali G-71, che Huawei afferma essere il 180% più veloce rispetto al precedente modello. Questo risultato non è stato raggiunto attraverso un aumento delle frequenze operative, ma raddoppiando il numero di shader core, che permettono prestazioni inarrivabili per il precedente Kirin 955. Insieme ai core A73 troviamo anche 4 Core A53, in configurazione big.LITTLE, usati solo per le operazioni meno dispendiose in termini di risorse. Per un approfondimento sulla nuova architettura vi invitiamo a consultare il nostro speciale a questo link.
Oltre a CPU e GPU, il Kirin 960 porta con se anche un nuovo ISP che gestisce la dual cam, ora interamente realizzato da Huawei. La novità è più importante di quanto si pensi, perché a differenza del P9 il sensore monocromatico e quello RGB ora riescono davvero a collaborare, anche se l'effettivo funzionamento rimane piuttosto oscuro. Prima di parlarne, ricordiamo che Huawei Mate 9 offre un sensore da 12 Megapixel RGB e uno da 20 monocromatico, entrambi con apertura f/2.2, stabilizzatore ottico, doppio flash LED e con quattro modalità di autofocus, laser, rilevamento di fase, profondità e contrasto. Troviamo anche uno zoom 2x senza perdita di qualità, come su iPhone 7. La risoluzione massima di scatto è 20 Megapixel, modalità in cui i due sensori collaborano al meglio per fornire immagini più ricche di dettagli, soprattutto in condizioni di luminosità precarie, anche se in questo caso si perde lo zoom 2x. Ma come funziona il tutto? In assenza di informazioni ufficiali, ipotizziamo che l'immagine venga catturata dal sensore in bianco e nero da 20 Megapixel, e poi le informazioni sul colore prese dalla cam RGB vengono fuse all'immagine monocromatica, ottenendo così un'unica foto. Probabile che la collaborazione tra i sensori funzioni solo in questa modalità: abbassando a 12 Megapixel torna infatti disponibile lo zoom 2x, di cui evidentemente si occupa la cam monocromatica. Si tratta di una configurazione davvero interessante, per altro migliorabile nel tempo con gli aggiornamenti software (il nostro sample utilizza una EMUI 5.0 ancora non definitiva). Eccellente anche la cam frontale, con un sensore da 8 Megapixel e apertura f/1.9. Per quanto riguarda i video, la risoluzione massima disponibile è il 4K a 30 fps. Della qualità video parleremo dopo, ma le riprese godono di un audio particolarmente dettagliato, grazia ai 4 microfoni installati da Huawei.

Passando al display, abbiamo un pannello da 5.9" Full HD, con una densità di 373 PPI. Più volte abbiamo parlato di quanto sia inutile una risoluzione QHD su smartphone. Con i phablet però il discorso cambia drasticamente e dai 5.7" la risoluzione maggiore si fa sentire. In questo caso, Huawei avrebbe dovuto osare di più, optando per un pannello da 2560x1440 pixel anziché su uno da 1920x1080. Considerata anche l'autonomia offerta dalla batteria da 4000 mAh e il prezzo di vendita, di 749€, il Mate 9 avrebbe dovuto offrire il meglio delle tecnologie disponibili, ma così non è. Peccato, anche se va detto che la risoluzione Full HD assicura prestazioni più elevate e un risparmio energetico notevole, per cui questi fattori bilanciano, in larga parte, l'assenza di un pannello più definito.
Ottime le memorie, con 4 GB di RAM LPDDR4 e 64 GB di storage, espandibile con micro SD. Il terminale è anche dual SIM, con una sola scheda utilizzabile in 4G, ma attenzione che in questo caso si perde la possibilità di sfruttare la Micro SD. Molto completa la connettività, con Wi-Fi ac, Bluetooth 4.2 BLE e USB Type C, oltre all'LTE Cat.12.
Come anticipato, la batteria del Mate 9 è da 4000 mAh e permette davvero di dimenticarsi di caricare il terminale. Quando serve però, grazie al caricabatteria SuperCharge da 5A, la ricarica avviene davvero molto rapidamente. Huawei assicura un giorno intero di utilizzo con 20 minuti di carica, un dato impressionante, che conferma una delle caratteristiche distintive di questa linea di prodotti. A completare la ricca dotazione hardware troviamo anche un sensore IR, con relativa app proprietaria, per il controllo dei dispositivi domestici dotati di questo standard.

Esperienza d'uso

Nel descrivere l'esperienza d'uso con Mate 9 partiamo dal software, che presenta numerose novità rispetto al passato. Innanzitutto, un plauso va fatto ad Huawei per aver portato Android 7 Nougat su questo device fin dall'uscita, senza dimenticare i miglioramenti apportati all'interfaccia proprietaria EMUI, giunta qui alla versione 5.0. A livello grafico la casa cinese ha introdotto un leggero aggiornamento, per un'interfaccia ora più pulita e moderna rispetto al passato. I cambiamenti più evidenti si notano all'interno delle app proprietarie, che offrono ora un look più fresco e al passo coi tempi. A prescindere dalla grafica, un'importante novità riguarda l'app drawer, assente in tutte le edizioni precedenti della EMUI. Ora all'utente viene data la possibilità di scegliere se utilizzarlo o meno, una funzione comoda e che adatta il terminali ai gusti più disparati. Da Android 7 Nougat il Mate 9 eredita invece lo split screen, attivabile appoggiando la nocca sul display e disegnando una linea orizzontale, mimando la divisione dello schermo. Si tratta di una funzione perfetta per il display da 5.9", che consente di sfruttarlo al massimo e funziona davvero bene, senza incidere sulle prestazioni del dispositivo. Particolare l'opzione che consente di utilizzare sullo stesso terminale più account di un'applicazione. Se state pensando a WhatsApp, avete centrato il bersaglio. Con Mate 9 potrete gestire due account direttamente dallo smartphone, una funzione compatibile anche con Facebook. Piccola similitudine con la linea Note è il "Tasto Menù Veloce". Attivandolo, nel bordo sinistro o destro compare a schermo un tasto, che se tappato apre un menù di forma circolare, simile a quello della S-Pen di Samsung, almeno nella grafica. Questo offre delle shortcut con i tasti della Nav Bar, oppure permette di bloccare lo smartphone o di chiudere tutte le app in background. Peccato che nella pratica queste scorciatoie siano abbastanza inutili, ma l'idea e buona e speriamo venga sviluppata maggiormente con i prossimi aggiornamenti. In generale, il menù delle opzioni è molto ricco di alternative, da quelle che permettono di modificare la temperatura colore del display a quelle per il risparmio energetico, con cui è possibile anche ridurre la risoluzione dello schermo per diminuire i consumi in caso di necessità. A differenza di altri produttori però, la ricchezza di opzioni non è affatto un problema per la EMUI 5.0, che organizza tutto molto bene e in modo razionale.
Huawei ha anche dichiarato che il sistema è in grado di apprendere le abitudini dell'utente attraverso meccanismi di machine learning, privilegiando le app più utilizzate e conferendogli maggiore reattività. Lo stesso sistema è quello che dovrebbe garantire il mantenimento delle performance nel tempo, con la casa cinese che assicura le stesse prestazioni all'acquisto come anche dopo 18 mesi di utilizzo. Ovviamente non possiamo confermare l'impatto di questa funzione sul terminale, ma bisogna dire che durante la presentazione non sono stati diffusi molti dettagli in merito, per cui rimane un'opzione piuttosto nebulosa. Ad ogni modo, le prestazioni del Mate 9 e del Kirin 960 hanno decisamente convinto. Android è molto reattivo, con le app che si aprono in tempi molto brevi e una navigazione con Chrome eccellente, anche con i siti più pesanti. Ottimo il gaming, grazie alla rinnovata GPU: abbiamo provato Hitman Go, Traffic Rider, Real Racing 3 (al massimo del dettaglio), The Walking Dead Season 2 e Reckless Racing 3. Tutti i titoli non hanno mostrato cali nel frame rate e hanno funzionato in modo impeccabile. Complice anche lo schermo di grandi dimensioni, Mate 9 si trova molto a suo agio con il gaming, e se accoppiato a un pad può davvero togliere qualche soddisfazione ai futuri acquirenti.

A proposito di schermo, il pannello installato offre performance discrete, ma non impressiona per qualità. La griglia di pixel non si vede nonostante la risoluzione e la diagonale, ma la calibrazione di fabbrica offre una tonalità piuttosto fredda. Ovviamente questa considerazione è valida nel nostro caso, ma molto dipende dalle vostre abitudini. Utilizzando quotidianamente un iPhone 7 però la differenza si vede e nel caso del Mate 9 siamo ancora un gradino sotto in termini di qualità. A prescindere dalla qualità, l'adozione di uno schermo QHD avrebbe fornito immagini più definite ma soprattutto un valore percepito del prodotto più alto nel pubblico, che avrebbe dato un piccolo vantaggio nelle vendite, ma ci sarà da attendere il prossimo Mate per vederlo.
Sul fronte fotografico siamo a un livello superiore rispetto al P9, che forniva già prestazioni di tutto rispetto. L'applicazione fotocamera è la stessa vista anche in altri modelli, ma qui è possibile arrivare fino a 20 Megapixel combinando entrambi i sensori oppure fermarsi a 12 Megapixel con la possibilità di effettuare uno zoom "ottico" 2x. A nostro avviso la modalità combinata funziona meglio e rispetto a quella con singolo sensore e il guadagno in termini di luce catturata si nota. Come potete vedere dagli scatti di prova, il risultato generale è davvero molto buono, sia osservando il tutto sullo schermo del terminale sia su un monitor.

Mate 9

iPhone 7

Mate 9

iPhone 7

Nonostante il tempo non fosse clemente e rendesse tutto molto grigio, il Mate 9 è riuscito comunque a tirare fuori scatti di buon livello. Rispetto ad iPhone 7 standard, quindi con sensore singolo, le prestazioni con luminosità scarsa sono leggermente inferiori, ma resta il fatto che si possono immortalare ottime immagini con la doppia cam pensata da Huawei. Se poi si interviene manualmente attraverso la modalità di scatto Pro, che permette di salvare file DNG da 12 Megapixel, allora la qualità aumenta ancora, segno che in futuro Huawei potrebbe davvero migliorare la qualità delle foto agendo sulla compressione jpeg applicata alla immagini, o migliorando la gestione simultanea dei sensori. Meno bene invece i video, che offrono un audio molto dettagliato ma peccano un po' nella messa a fuoco, alle volte lenta nel svolgere il suo lavoro.
Ottimo il riscontro sul fronte batteria. I due giorni promessi da Huawei con utilizzo medio sono veri, il tutto senza abilitare alcuna modalità di risparmio energetico. Anche con un uso molto intensivo comunque è impossibile che il Mate 9 vi lasci a piedi prima della fine della giornata. E nel caso si riuscisse nell'impresa di scaricare il terminale prima del tempo, la ricarica veloce garantisce comunque diverse ore di autonomia extra con pochi minuti di alimentazione. Da segnalare anche l'ottima resa degli altoparlanti di sistema: anche al massimo del volume il suono rimane abbastanza pulito, con un resa che predilige le tonalità alte ma comunque eccellente, stessa cosa per l'audio in chiamata.

Huawei Mate 9 Huawei Mate 9 segna la definitiva consacrazione del brand cinese nella fascia alta. Siamo di fronte a un terminale che potrebbe spaventare per le sue dimensioni, ma nell’uso quotidiano queste portano molti più vantaggi che svantaggi, a cominciare dall’autonomia. Era da molto tempo che non mettevamo le mani su un device in grado di garantire due giorni di utilizzo; ricaricare lo smartphone una sola volta in 48 ore concede una libertà davvero piacevole, difficile da trovare in quasi tutti i prodotti in commercio, almeno quelli di fascia alta. Lo schermo di grandi dimensioni poi si presta ai compiti più disparati, dalla produttività al gaming, passando per una navigazione web molto piacevole. Peccato per la risoluzione dello schermo, il QHD avrebbe dato più valore al prodotto, ma anche qui ci sono lati positivi, come il minor consumo di energia e di risorse. Anche l’assenza dell’impermeabilità può essere vista come una mancanza, più che altro perché diversi flagship oggi offrono questa caratteristica. Sorprendente il comparto fotografico, in grado di regalare scatti di ottima qualità già in modalità automatica, ma nelle mani giuste, magari scegliendo un formato non compresso, il risultato finale può aumentare anche di molto. In definitiva, se state cercando un phablet Android senza troppi fronzoli ma con molta sostanza, il Mate 9 è oggi una delle migliori alternative in commercio, di certo la più aggiornata dal punto di vista hardware in questa parte finale del 2016 insieme al Pixel XL di Google, non ancora disponibile in Italia.

8.7