Recensione iMac 21" e 27"

I due computer all in one di Cupertino alla prova dei fatti, che li vede uscire bene grazie a prestazioni elevate e al consueto feeling con OS X Mountain Lion.

Recensione iMac 21' e 27'
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Sono stati annunciati lo scorso 23 Ottobre 2012 durante la conferenza a San Jose presieduta da Tim Cook e Philip Shiller, e hanno servito il vero colpo di scena alla platea dopo essere stati scambiati per una ricercata Smart TV cupertinese celata al di sotto d un telo nero. Si trattava invece della nuova famiglia di iMac 21” e 27”, quella che ha subito il notorio restyling snellente all’ultimo grido, abolendo definitivamente il lettore ottico Super Drive, e che ha introdotto nell’offerta desktop di Apple l’interessantissima modalità di archiviazione Fusion Drive, con 128GB di memoria Flash da abbinare a 1 o 3TB di HDD, per accelerare ulteriormente il passo rampante di OS X Mountain Lion. La nuova offerta Mac entry-level vanta un’ampia gamma di componenti interne molto convenienti, ancora oggi imbattute in ambiente all-in-one, grazie alle schede grafiche Nvidia Kepler, all’HD interno da 1TB, alla memoria RAM da 8GB e alle 4 porte USB 3.0, 2 porte Thunderbolt, e al lettore SDXC. La configurazione base per il modello 21”, con risoluzione 1920x1080 pixel, è in vendita a partire da 1379 Euro, con processore quad-core i5 a 2.7 Ghz, scheda grafica Nvidia GT 640M e opportunità di espandere la Ram fino a 16GB e scegliere lo spazio d’archiviazione 1TB Fusion Drive, molto più veloce rispetto all’HD da 1TB a 5400 giri/min di partenza. Il modello 27”, invece, con display 2560x1440 pixel, processore i5 quad-core 2,9GHz e Nvidia Geforce GTX 660M, è prezzato a 1899 Euro sull’Apple Store, e anche in questo caso sono solo Ram e capacità d’archiviazione a poter essere ampliati fino a 32 GB di SDRAM DDR3 e 3TB di HDD a 7200 giri/minuto o 3TB Fusion Drive. Le maggiori possibilità di personalizzazione sono riservate ai modelli premium, i quali possono contare oltre che su grafica accelerata, specie sul modello 27” con le GTX 660M 675M e 680M, anche su un più grintoso processore i7, per un massimo di 3.4GHz sul taglio 27”. Il modello da noi testato è stato l’iMac 21” top categoria, in vendita a 2229 Euro, in base alle seguenti caratteristiche: processore 3.1 GHz Intel Core i7, memoria RAM 16 GB 1600 MHz DDR3, grafica Nvidia GT 650M con 512 MB DDR5 e HDD da 1,128 TB Fusion Drive.

Fa girare la testa a molti

Il display oltre a non prevedere più l’inclusione del lettore ottico Super Drive, in vendita separatamente per 79 Euro, è stato riprogettato senza un intero livello d’intercapedine che ora viene sostituito da uno strato di biossido di silicio e pentossido di niobio, stabilizzati attraverso la tecnica della Plasma Deposition, per rendere lo chassis in alluminio spesso soltanto 5mm alle estremità e il 45% più sottile rispetto alla precedente generazione di iMac. A ricoprirlo c’è un vetro lucido laminato edge-to-edge, con nuovo filtro anti-glare che dovrebbe garantire anche il 75% di riflessioni in meno. La resa colorimetrica out-of-the box è sempre straordinaria, questo perché ogni unità viene opportunamente calibrata con rilevamento spettrografico a tripla sonda alla fine di ogni processo produttivo, e in più la tecnologia IPS del LED LCD dona all’iMac un’uniformità visiva inconsueta alla maggioranza dei PC descktop all-in-one. C’è il supporto ad altri schermi esterni fino alle risoluzioni WQXGA 2560x1600 tramite adattatore Mini-DisplayPort o al Wireless Video Mirroring 1080p tramite Apple TV, ma non avrebbe sfigurato di certo una pratica uscita HDMI, rintracciabile perfino su altri all-in-one meno costosi, oltre alle porte Thunderbolt. La risoluzione del display, almeno per il modello 21” a 1080p, è più morbida rispetto alle matrici Retina adottate dalla famiglia MacBook Pro, iPad e iPhone. Bisogna per questo salire di prezzo e scegliere il modello di iMac 27” per ottenere una migliore densità di pixel per pollice, pari esattamente a 108,79ppi, ma anche in tal caso siamo ben lontani dagli strabilianti 227ppi del MacBook Pro 13” Retina. I pixel in ogni caso non si vedono troppo vicino al monitor e anche se oramai ce li vogliono spiattellare tutti quanti a ogni costo, il taglio 21” dello schermo si dimostra altamente versatile in ogni situazione, per tenere sempre sott’occhio ogni apice dell’UI Mountain Lion, che ci viene al solito incontro con le viste in anteprima del Mission Control e gesture multiple tramite Magic Mouse e Magic Track Pad. Tra le due opportunità d’interazione, comunque, preferiamo il Magic Track Pad, che resta a nostro parere lo strumento più completo per il numero d’azioni programmabili in multitouch, pure rispetto al Magic Mouse, e che al contempo resta davvero preciso senza rimpianti di sorta, salvo qualche impedimento riscontrato sulla suite Microsoft Office per Mac.

Dove sta la sorpresa

La novità più importante dell’attuale iMac è il discorso Fusion Drive. Questa soluzione intelligente di suddivisone degli spazi operativi d’archiviazione, gestita automaticamente da Mountain Lion, fa si che i 128GB di memoria allo stato solido montati in abbinamento al più comune HDD da 1TB o 3TB, facciano da guida nelle circostanze più difficoltose al netto delle prestazioni, ammortizzando efficacemente il carico dei dati più pesanti e in previsione più urgenti o a maggiore frequenza. Apple ha dichiarato che il programma professionale di fotografia Aperture importa i progetti almeno 3,5 volte più velocemente di un normale HDD. I test effettuati con il software Blackmagicdesign hanno riportato risultati medi tra i 310MB/s per la velocità di scrittura e i 410MB/s per la lettura, mentre a proposito di una riconversione da nostro progetto musicale su Logic Pro abbastanza complesso, con traccia multipla vocale, strumentale e diversi loop non compressi al seguito, della durata di 4 minuti, il tempo d’elaborazione delle singole tracce in unico file a qualità massima, è stato quasi dimezzato rispetto al MacBook Pro i7 dello scorso anno, e in definitiva si può affermare che con Fusion Drive sembra quasi di aver su desktop un vero Solid State Drive. Ancora più avvertibili ne saranno i pregi anche nel video editing, dove con il semplice iMovie di Apple si possono impegnare grandi flussi multimediali dalla memoria Flash. Purtroppo, per ragioni di spazio interno, il modello iMac 21” è obbligato a montare un HDD portatile da 2,5”chiaramente più lento della dimensione 3,5” prevista su iMac 27”, ma come si diceva poco fa, l’opzione Fusion Drive è sempre la migliore soluzione, a patto di essere disposti a spendere ulteriori 250 Euro per accaparrarsela, un ragionamento questo abbastanza contestabile per la caratteristica hardware più distintiva dei nuovi i Mac, che avrebbero potuto tranquillamente preferire Fusion Drive al profilo sottile del design come specifica standard su tutti i modelli. Per prolungare, inoltre, la longevità del prodotto e poter puntare ad ambiti professionali, sarebbe meglio adottare un banco di RAM da 16GB, per contare eventualmente su una migliore rivalutazione dell’usato, che sarebbe la seconda più importante considerazione da effettuare, tenendo presente l’impossibilità, almeno in via ufficiale, di modificare da se le configurazioni hardware dopo l’acquisto.
I 512MB DDR5 della scheda grafica Nvidia GT 650M non prestano sicuramente un grosso contributo all’esperienza gaming più spinta di iMac 21”, che oltretutto in versione entry-level monta un’ancora più scarsa GT 640M. Ciò nonostante, la maggioranza degli ultimi giochi distribuiti sul Mac App Store, come Borderlands 2, The Withcer 2 e Batman Arkham City, possono essere eseguiti con un buon rendimento globale e un accettabile frame rate, solo rinunciando a 400 linee di risoluzione orizzontale e ai 30 fps costanti.
Per un computer appartenente a questa fascia di prezzo ci si sarebbe aspettati sicuramente qualcosa in più, e in parte installando Windows con l’assistente BootCamp si possono in effetti recuperare poche manciate di fps dalle migliori performance delle API’s Microsoft Direct X rispetto alle OpenGL di OS X.
Ovviamente il modello da 27" e la sua capacità di ospitare schede video sensibilmente più prestanti, come la 660M o la 675Mx con fino ad 1 Gbyte da memoria, non fa che aumentare queste prestazioni, sebbene la maggiore risoluzione nativa dello schermo complichi ulteriormente il confronto. In ogni caso anche il prezzo sale per cui, i due modelli si bilanciano sotto questo aspetto.
Ad ogni modo, il meglio di iMac viene sempre nell’ambito multimediale, dove l’All-in-One Apple ha ben poco da spartire con la concorrenza tra l’alta qualità di software preinstallati della suite iLife e le diverse opportunità di condivisione dei contenuti incentrati su iOS, iPhone e iPad.

iMac Bisogna in pratica scegliere in base alle proprie necessità, perché se ci si aspetta dell’hardware più potente, sia in releazione al prezzo che in assoluto, l'all in one iMac 21/27” non è certo la scelta che fa per voi. Se invece si preferiscono la stabilità e l’interfaccia grafica di OS X, la suite di accompagnamento e le applicazioni Apple, oltre al miglior design e finiture in circolazione, allora questa è decisamente l’opzione migliore sul mercato. Bisogna spendere un po’ troppo per avere il Fusion Drive a bordo e godere del massimo delle performance, ma non vale lasciarsi scoraggiare a metà, perché per un iMac la scelta non è mai così sofferta e il divario con gli altri desktop all-in-one risulta sempre abbastanza lampante in termini di prestazioni a parità dell’hardware. Se si cerca quindi un ottimo computer, dal carattere completo a 360°, iMac farà per voi quasi sicuramente.

8.5